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Autore: The Mad Tinhatter    15/09/2014    0 recensioni
"- Ma ora passiamo ad un'altra cosa importante - disse la ragazza, tirando fuori un quaderno dalla borsa. Ne sfogliò le pagine per qualche secondo, poi prese una bambolina di carta bianca, che si trovava in mezzo."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In Vain

- Daisuke-kuuun! - esclamò una voce femminile.

Il ragazzo posò il libro che stava leggendo sul banco, e si aggiustò gli occhiali. La sua migliore amica, Mika Miyamoto, era appena entrata in classe, e non aveva esitato a rendere nota la sua presenza. Si era parata davanti a lui, poggiando le mani sul banco. La sua espressione era di pura felicità.

- Buongiorno, Mika-chan - disse Daisuke, sorridendo. Sapeva che a Mika non piaceva affatto essere chiamata con quel suffisso, ma lui poteva permettersi di farlo, per prenderla scherzosamente in giro.

- Oh, no, Daisuke-kun! - fece lei, esagerando volutamente la sua reazione. - E io che ieri notte ho avuto una fantastica idea per consolidare la nostra amicizia!

- Oh, e sarebbe? - domandò il ragazzo, ridacchiando.

Mika era sempre stata una ragazza molto interessata a cose tipicamente femminili. Dunque, ogni volta in cui, in qualche giornale per ragazze, leggeva di oggetti o procedure il cui scopo era quello di rafforzare amicizie, Mika convinceva lui e Takuya a partecipare. Si trattava spesso di tipica roba da gruppo di amiche, ma lei coinvolgeva sempre e solo loro due. Daisuke aveva perso il conto di quanti braccialetti dell'amicizia o ciondoli vari Mika avesse donato loro, ma pensava che fosse una cosa carina, un modo per dimostrare loro il suo affetto.

- Ecco, è una cosa che ho trovato su internet. È molto semplice: basta-
- Buongiorno - fece Takuya, passando davanti a loro. - Mika-kun, ti conviene tornare a posto, il professore sta per arrivare.

Takuya, quel giorno, indossava una mascherina. Gli aveva mandato un messaggio, la sera prima, dicendo che la gola gli dava fastidio. Daisuke gli aveva consigliato di restare in casa per non peggiorare la situazione, ma naturalmente Takuya non gli aveva dato retta.

Testardo, pensò Daisuke, scuotendo la testa.

Tuttavia, non poteva negare che la voce roca gli donasse. Infatti, lo rendeva ancora più attraente di quanto già non fosse.

Daisuke sospirò.

Lui e Takuya si erano conosciuti alle elementari, e da allora non erano mai stati separati. Quasi nemmeno ricordava un momento della sua vita in cui lui non ci fosse. Avevano sempre condiviso tutto: giochi, fantasie, aspirazioni....

Dai tredici anni in poi, Daisuke cominciò ad essere davvero confuso dal mondo che lo circondava. Il problema era che quasi tutti i ragazzi che conosceva sembravano essere estremamente interessati al sesso femminile, cosa che lui non condivideva. A volte si domandava addirittura se suoi ormoni stessero funzionando a dovere, visto che le ragazze non gli facevano nessun effetto.

Gli capitava spesso di parlarne con Takuya, quando erano assieme, e lui semplicemente gli diceva di lasciar perdere, dato che forse doveva soltanto trovare la persona giusta. Certo, lui non poteva capire come si sentisse. Takuya era sempre stato molto espansivo riguardo le ragazze, almeno in sua presenza. Era sempre stato un ragazzo popolare, dunque non era raro sentirlo parlare di qualche nuova conquista.

Fu allora che Daisuke iniziò a notare qualcosa di strano. Da allora, Daisuke cominciò a sentire.

Forse era il modo in cui gli occhi di Takuya brillavano ogni volta in cui era eccitato per qualcosa, o forse per il suo sorriso, ma Daisuke aveva cominciato a provare delle sensazioni strane, accanto al suo migliore amico; sensazioni che non riusciva bene a spiegare.

Il vederlo con una ragazza lo infastidiva. Aveva pensato inizialmente che fosse solo per il fatto che, essendo sempre stati inseparabili, era strano vederlo passare così tanto tempo assieme ad un'altra persona. Nulla di più sbagliato, naturalmente. Provava sollievo ogni volta che Takuya gli annunciava di aver mollato la ragazza con cui usciva. Per fortuna, però, le relazioni di Takuya non duravano mai molto tempo, e lui stesso sembrava quasi non darci molto peso.

E non era solo quello. Takuya suonava il pianoforte da quando era bambino, ma solo da ragazzo, mentre lo osservava suonare, Daisuke si scoprì incantato da alcuni particolari: le sue mani che si muovevano veloci sui tasti, leggere come se suonare fosse semplice al pari di respirare; la sua espressione che cambiava, come se diventasse un tutt'uno con la musica... ne era affascinato, e in quei momenti non riusciva proprio a staccargli gli occhi di dosso.

Daisuke iniziò a capirci qualcosa di più quando, l'estate precedente lui, Takuya e Mika avevano organizzato una vacanza al mare. Spesso, in spiaggia, si era ritrovato ad osservare Takuya, e ad ammirare il suo fisico in un modo che ben poco aveva a che fare con un suo eventuale desiderio di essere più simile a lui. Questo è il modo in cui dovrei guardare le ragazze, si ritrovò a pensare.

Takuya aveva iniziato ad invadere anche i suoi sogni. Gli sorrideva, gli occhi verdi colmi di felicità e i capelli castani mossi dal vento, ed era bellissimo. Si svegliava col cuore che gli batteva forte, la stessa sensazione che provava ogni volta che guardava Takuya negli occhi.

Fu allora che Daisuke capì che in lui non c'era nulla che non andava. I suoi ormoni funzionavano decisamente bene, dopotutto. Semplicemente, era attratto dal suo migliore amico, anche se forse “innamorato cotto” sarebbe stata un'espressione più appropriata ai sentimenti che provava.

Daisuke aveva cercato di nascondere tutto. Era convinto che la sua famiglia non l'avrebbe mai accettato di buon grado, ed era abbastanza evidente che Takuya non era interessato a lui, almeno non in quel senso. A volte si comportava con lui in maniera ambigua, ma Daisuke sospettava fortemente che fosse soltanto un modo per attirare l'attenzione delle ragazze. Aveva tentato di fargli capire che quel comportamento lo metteva a disagio, ma inutilmente.

Così, aveva deciso di reprimere quei sentimenti, e ad uscire con qualche ragazza.

Forse, comportandomi come tutti gli altri, riuscirò a cancellare questi sentimenti che mai mi renderanno felice, aveva pensato. L'unico risultato fu una scia di cuori spezzati: quelli delle ragazze con cui usciva, che cercava di lasciare con più tatto possibile, dato che proprio non riusciva a stare con loro.

Ogni notte, quando si sdraiava sul letto per addormentarsi, cercava con tutte le sue forze di immaginare di avere sdraiata accanto a lui una ragazza. Non appena chiudeva gli occhi, però, il suo cervello ritornava al suo sogno impossibile: lui e Takuya, abbracciati su quel letto, che si baciavano tanto da quasi dimenticare i loro stessi nomi....

L'unica a sapere qualcosa era Mika. Le aveva parlato del suo orientamento sessuale e le aveva detto che c'era qualcuno che gli piaceva, ma mai aveva menzionato Takuya. Sarebbe stato troppo imbarazzante.

Daisuke lanciò uno sguardo verso Takuya. Quel giorno sembrava avere un'espressione strana, meno spensierata del solito. Lui, sempre così allegro e solare, stava ora guardando fuori dalla finestra con aria pensierosa.

Sarà per la mascherina. Non c'è nulla che non va, sicuramente.

Forse stava esagerando nel preoccuparsi. Dopotutto, però, si era innamorato del suo sorriso e della sua allegria, e avrebbe fatto di tutto pur di difendere queste due cose.

Probabilmente qualunque strana cosa Mika-kun abbia intenzione di farci fare gli tirerà su il morale, pensò Daisuke, confidando nell'amica, la quale in quel momento era seduta al banco davanti al suo e sembrava totalmente incapace di stare ferma.

Chissà che cosa avrà in mente....

Il mistero fu svelato durante la ricreazione. Non appena la campanella suonò, gli altri studenti uscirono fuori dall'aula, e in classe rimasero solo loro. Mika saltò giù dalla sua sedia e si mise a frugare nella borsa.

- Prima di tutto... Takuya-kun, ti ho riportato Bioshock Infinite! - fece la ragazza, con aria eccitata.
- L'hai già finito? - chiese il ragazzo, stupito.
- Sì! Non riuscivo a staccarmene....
- Non avrai mica giocato tutta la notte pur di finirlo, vero? - fece Daisuke.
- Beh... - disse lei, con aria colpevole. - Potrei averlo fatto... ma era troppo interessante! E in ogni caso, dopo quel finale, non sarei mai riuscita a dormire!

I videogiochi erano forse il motivo principale per cui avevano legato con Mika. Certo, erano compagni di classe, ma durante il primo anno non avevano parlato molto.

La situazione era cambiata il giorno in cui l'avevano beccata davanti ad un negozio di videogiochi, mentre osservava con desiderio il nuovo modello di PlayStation. Avevano fatto quattro chiacchiere, ed era saltato fuori che lei adorava gli sparatutto.

Da allora avevano iniziato a riunirsi per giocare assieme almeno una volta a settimana, e grazie ai videogiochi erano diventati amici.

- Ma ora passiamo ad un'altra cosa importante - disse la ragazza, tirando fuori un quaderno dalla borsa. Ne sfogliò le pagine per qualche secondo, poi prese una bambolina di carta bianca, che si trovava in mezzo.

- Che cosa sarebbe? - domandò Takuya.
- Serve per fare un incantesimo - disse Mika. - Grazie a questo, potremo restare amici per sempre!

Daisuke scosse la testa. Un'altra delle sue trovate.

- Di cosa si tratta? - fece Takuya, stranamente interessato.
Mika sorrise. - "Shiawase no Sachiko-san" *. L'ho trovato su internet. C'è una leggenda secondo cui lo spirito di una bambina di nome Sachiko, morta nella sua scuola trenta anni fa, sia ancora sulla Terra, e abbia il potere di esaudire desideri e dare benedizioni a chi esegue il giusto rituale. Se noi lo facessimo, lei farebbe sì che la nostra amicizia duri per sempre! Non è fantastico?

Daisuke sapeva bene che non era il caso di intaccare il suo entusiasmo. Era una cosa carina, e sarebbe stato davvero un cattivo amico se avesse commentato male.

- Cosa dovremmo fare, dunque? - domandò invece.
- Dobbiamo tutti e tre afferrare questa bambolina - disse Mika. - Poi dobbiamo ripetere "Sachiko-san, onegaishimasu" ** per tante volte quante sono le persone coinvolte. Noi siamo in tre, dunque lo ripeteremo per tre volte. Infine dobbiamo tirare la bambolina finché non si strappa, e ognuno di noi dovrà conservare il suo pezzo. Naturalmente dobbiamo eseguire tutto alla perfezione... non vogliamo certo che Sachiko-san si arrabbi....

Daisuke quasi scoppiò a ridere. Era ovvio che nulla di ciò che la loro amica stava dicendo fosse vero, così come era ovvio che la loro amicizia non necessitava di nessun rituale per essere solida. E poi, nel ventunesimo secolo, chi mai credeva più a quelle cavolate da film horror?

- Va bene - disse, afferrando una parte della bambolina. Mika gli rivolse un sorriso radioso. Infine, Takuya si unì a loro.

- Pronti? Ricordatevi, tre volte, non una di più, non una di meno! - fece Mika, con entusiasmo.

E se lo ripetessi per quattro volte? pensò Daisuke. Così, per scherzo. Mika si arrabbierà, ma poi ci rideremo sopra tutti e tre. Giusto per farle capire che non abbiamo bisogno di tutte queste cose.

E così, iniziò a mormorare le parole.

- Sachiko-san, onegaishimasu. Sachiko-san, onegaishimasu. Sachiko-san, onegaishimasu. Sachiko-san, onegaishimasu....

Takuya tossì, poi riprese a mormorare.

- Oh, no! - urlò Mika, improvvisamente terrorizzata. - Mi sono distratta, e ho ripetuto la frase una volta in più! Tutta colpa della tua tosse, Takuya-kun!

Sembrava sul punto di piangere. Oh, ma per favore....

Takuya sembrava imbarazzato. - Io... ho tossito quasi alla fine della seconda frase... e l'ho ripetuta. Credo anch'io di averla detta quattro volte.
- Bene, siamo in tre - intervenne Daisuke.
- Cosa? - esclamò Mika, guardandolo scandalizzata.
- Beh, strappiamo questa bambola e concludiamo, ok? - disse Takuya, cercando di sorridere.

Seguirono il suo consiglio, e dopo qualche secondo tutti e tre si ritrovarono con un pezzetto di carta in mano.

- Se ci succede qualcosa io vi uccido! - fece Mika, arrabbiata, mentre tornava al suo banco.

Smise di essere arrabbiata con loro soltanto quando, al suono della campanella per la pausa pranzo, si rese conto che in quelle ore non era successo assolutamente nulla di maligno.

- Beh, non c'è bisogno di rituali strani per capire che mi volete bene, e poi, non è successo nulla! - fece Mika, divorando il suo pranzo alla velocità della luce. Erano seduti sotto al "loro" albero, in un angolo un po' nascosto del giardino della scuola. Durante la primavera pranzavano sempre lì.

- Mika-kun, come mai tanta fretta? - domandò Daisuke.
- Io... ecco, un ragazzo del mio club di teatro mi ha chiesto il copione del nuovo spettacolo, e devo andare a portarglielo - rispose, alzandosi. - A dopo!

Mika aveva lasciato lui e Takuya da soli.

- Mika-kun e le sue idee - fece Takuya, rigirandosi tra le mani il pezzetto di bambola.
- Beh, almeno d'ora in poi saremo per sempre amici - disse Daisuke, ridendo.
- Tsk, amici.

Colse una sfumatura di sarcasmo nella risposta di Takuya. Era così inusuale....

C'è davvero qualcosa che non va.

- Tutto ok, Takuya-kun?

Il ragazzo tossì.

- Mika-kun me l'ha detto - fece, in tono serio. - Ti piacciono i ragazzi.

Daisuke si lasciò andare contro il tronco dell'albero.

- È vero - rispose. Non c'era più motivo di nascondersi, ora che lui sapeva.
- Perché non me l'hai detto? Parliamo tanto di amicizia, facciamo degli stupidi rituali al riguardo e poi tu non dici una cosa del genere al tuo migliore amico?

Non sembrava arrabbiato. Piuttosto, sembrava triste.

Non te l'ho detto perché ti amo, Takuya-kun. Ti amo, e so che tu non puoi ricambiare. Se te ne avessi parlato, forse ora non ci sarebbe più nessuna amicizia da proteggere.

- Credevo... credevo che sarebbe stato imbarazzante, Takuya-kun.
- Imbarazzante? - fece lui, alzando un pochino la voce.

Per favore, fai che non si arrabbi troppo e che non decida di non essere più mio amico. Era già brutto il non poter stare con lui nel modo che desiderava; perderlo completamente sarebbe stato terribile.

- Per anni ho lottato contro me stesso, Daisuke-kun. Ho sentito la mia stessa madre dire che quelli come noi sono contro natura, senza sapere che cosa suo figlio stesse provando! Ero confuso, e avrei dato oro per sapere che il mio migliore amico era in grado di capire perfettamente cosa mi stesse accadendo!

Daisuke rimase qualche secondo senza parole. Anche... anche lui? Ma allora, tutte le ragazze....

Poi, capì. C'era un motivo per cui le relazioni di Takuya duravano così poco. Lo stesso esatto motivo per cui le sue si erano tutte concluse quasi immediatamente. Avevano entrambi cercato di soffocare la loro natura, ma senza successo.

- Beh, nemmeno tu me l'hai detto. La colpa è anche tua - rispose.
- Io... avevo un motivo per non parlartene. A dire il vero, l'ho confessato a Mika-kun soltanto ieri, e lei si è lasciata scappare il tuo segreto. Era convinta che ne avessi parlato anche con me - disse Takuya.

Sembrava abbastanza calmo. Forse non litigheremo, dopotutto.

- Ci ho pensato per tutta la notte, complice anche la mia gola. Non posso negare di esserci rimasto male, quando Mika-kun me l'ha detto. Qualsiasi felicità avessi potuto provare nel saperlo, non superava la delusione nel rendermi conto che l'informazione non era venuta da te. Poi, ho ricordato una cosa.

Per qualche motivo, Takuya si tolse la mascherina.

- Ogni volta che, in qualche modo, ti tocco, tu arrossisci come un peperone. Pensavo che fosse soltanto perché non volevi dare l'impressione sbagliata alle ragazze, ma con questa nuova informazione....

Sorridendo, Takuya si sedette a cavalcioni sopra di lui.

M-ma cosa...? Non mi dire che....

In un attimo, Daisuke si sentì particolarmente stupido. E completamente incapace di muoversi.

- ... forse - fece Takuya, con voce molto bassa - Forse il motivo per cui tu non me ne hai parlato è lo stesso per cui io non te ne ho parlato?

Daisuke avrebbe voluto rispondergli, ma la troppa vicinanza con Takuya gli aveva mandato il cervello completamente in tilt, e in ogni caso lui non gliene aveva lasciato il tempo.

Un secondo prima stava parlando, il secondo dopo lo stava baciando.

Le sue labbra erano morbide ed invitanti, proprio come lui si era sempre immaginato. Lo baciò a lungo, e Daisuke poté percepire quanto anche lui avesse aspettato quel momento, quanto lo stesse desiderando.

- Daisuki, Daisuke-kun - mormorò lui, praticamente sulle sue labbra. Sorrideva, divertito, come se non avesse aspettato altro che poter fare quel gioco di parole. ***

Daisuke avrebbe voluto rispondergli, ma tutto ciò che il suo cervello gli suggeriva di fare era continuare a baciarlo. Così, circondò il collo di Takuya, attraendolo a sé, e le loro labbra si incontrarono di nuovo. Le sue dita erano intrecciate ai capelli di Takuya: erano così morbidi... sentiva il corpo del ragazzo muoversi contro il suo in un modo che lo faceva impazzire, e maledì il fatto che si trovassero a scuola e non in un luogo più appartato.

Aveva desiderato così tanto di vivere quella scena, ed ora era reale. Era quasi senza fiato, ma tutti quei baci ancora non gli bastavano. Sarebbe potuto restare lì per ore, baciando Takuya....

- Ehi! Non posso lasciarvi un attimo da soli, che voi due vi mettete a pomiciare?

Takuya, con suo grande dispiacere, si separò da lui. - Mika-kun è tornata....

La ragazza li guardò, divertita. - Beh, vedendo come eravate impegnati, forse sarei dovuta tornare alla fine della pausa pranzo....

Daisuke guardò Takuya. Era tutto rosso, e sorrideva come se quello fosse stato il giorno più bello della sua vita. Beh, non che per lui si potesse dire qualcosa di diverso....

- È anche merito tuo se è successo, Mika-kun - fece Daisuke, sorridendole. Forse si sarebbe dovuto offendere perché, anche se senza volerlo, aveva detto tutto a Takuya, ma se quello era stato il risultato....

La loro amica sembrava raggiante. - Oh, davvero? Sono così felice per voi! - esclamò, poi si precipitò sull'erba per abbracciarli.

- Dobbiamo documentare questo momento - esclamò lei, tirando fuori il cellulare e tenendolo davanti a sé per scattare una foto. Tutti e tre sorridevano radiosamente: lui e Takuya perché, beh, si erano appena trovati; Mika perché, come ormai avevano imparato, nulla l'avrebbe resa più felice del vedere un amico felice.

Naturalmente la ragazza inviò la foto ad entrambi. - Questa la voglio vedere come vostro nuovo sfondo del cellulare, intesi? - disse.

Daisuke seguì immediatamente il suo consiglio. Era davvero una bella foto.

Mika si incamminò velocemente verso la scuola, probabilmente per lasciare loro ancora un po' di tempo da soli.

- Takuya-kun... stasera sei libero? Potremmo... insomma, uscire assieme - chiese Daisuke.
- Mi dispiace, stasera non posso... serata karaoke col club di musica, anche se non credo che canterò molto, oggi. Ci sarà anche la tua sorellina, sai?
- Ah, già, me ne stavo dimenticando!

Che sbadato. Erano giorni che sua sorella per qualche motivo stava stressando tutti con quell'uscita, e lui se ne era dimenticato completamente.

- Ma domani mattina, sempre se vorrai, sarò tutto per te! - disse Takuya, dandogli un piccolo bacio sulle labbra, e scappando verso la scuola.

*

- Tadaima! - esclamò, chiudendo la porta di casa. Sua sorella doveva essere già tornata, dato che non aveva lezioni pomeridiane, quel giorno. Infatti, dopo qualche secondo, la vide scendere le scale.
- Okaeri, onii-chan! - disse lei, sorridendo. ****

Sembrava un po' nervosa, probabilmente per la serata karaoke. Chissà, magari ci sarà qualche ragazzo che le piace.

Sua sorella lo seguì in camera. Mentre lui metteva a posto la borsa e il giubbotto, lei era ferma sullo stipite della porta.

- Cosa c'è, Kaori-chan? - le domandò.
- Sembri molto felice, oggi - disse.
- Oh - fece Daisuke. È così evidente?

Kaori si sedette sul suo letto. - Ci scommetto che è per una ragazza! - esclamò.
- N-no....

Certo, si trattava sempre di questioni di cuore, ma decisamente non di una ragazza.

Avrebbe davvero voluto essere aperto con sua sorella, ma non era sicuro di come avrebbe reagito. Non gli era mai sembrata una persona chiusa di mente, ma allo stesso tempo non era completamente sicuro del contrario. Le voleva molto bene ed avevano un bel legame; sarebbe stato orribile rovinarlo.

- Anche Miyamoto-san sembrava molto felice... - continuò Kaori, prendendolo in giro. - Non è che voi due....
- Assolutamente no, Kaori-chan! Siamo solo amici!

Kaori ridacchiò.

Devo dirle qualcosa, così la smette.

- Va bene, va bene. Mika-kun ci ha fatto fare un rituale per rendere la nostra amicizia eterna, ed eravamo contenti per quello!
- Oh... che rituale? - domandò la ragazza, incuriosita.
- Sachiko-san-qualcosa... in ogni caso, abbiamo sbagliato tutti e tre nel farlo, e non è successo nulla. Direi che non è il caso di credere troppo a queste cose, e se delle persone sono davvero amiche di sicuro non ce n'è bisogno.

Kaori rise, lo sguardo improvvisamente luminoso, poi si alzò. - Hai ragione, onii-chan! Anche se credo che sia stata una cosa molto carina da parte sua. Sei così fortunato ad avere un'amica così....

Si fermò di nuovo sullo stipite della porta.

- Ora vado a finire di prepararmi. Stasera ci sarà anche Arai-senpai... - disse, con aria sognante.

Oddio. Evidentemente essere attratti da Takuya-kun è una cosa di famiglia....

- Lo so, è il tuo migliore amico... ma è così bello! Non ti dispiacerebbe se ci mettessimo assieme, vero?
Daisuke rise. - Se tu sei felice....
- Sìì! - fece lei. - Ah, stanotte non aspettarmi alzato! - disse, poi uscì dalla stanza.

Daisuke sospirò.

Sono gay, Kaori-chan. Anche Takuya-kun lo è. Ci siamo baciati stamattina, e domani avremo un appuntamento. Per questo sono così felice. Perché sono innamorato di lui.

Non era il caso di tenerle nascosta una cosa del genere. Era la sua sorellina, e meritava di essere partecipe della sua felicità; inoltre, così la sua cotta per Takuya avrebbe avuto presto fine, e non si sarebbe fatta del male.

Ma sì, le parlerò domani mattina. È la mia sorellina, non può reagire male.

La sentì uscire poco dopo, e così rimase da solo. I suoi genitori sarebbero tornati molto dopo cena, così lui mangiò da solo.

Non era abituato al silenzio. Di solito con lui c'era sempre anche sua sorella, ma da qualche tempo, nei fine settimana, lei aveva iniziato ad uscire la sera, e a tornare tardi. Qualche volta lo faceva anche lui, ovviamente, ma aveva meno amici intimi rispetto a Kaori, ed era più incline a stare in casa.

Quella notte, Daisuke rimase a lungo sdraiato sul suo letto, rivivendo nella sua mente gli eventi della giornata.

Ancora non riusciva a crederci. Lui e Takuya si erano baciati. Erano innamorati. Forse esagerava, preso dall'entusiasmo, ma quel giorno, forse, sarebbe stato l'inizio di un nuovo capitolo della loro vita, un capitolo che immaginava pieno di felicità.

Chiuse gli occhi, sorridendo, e ripensò a Takuya. Ripensò alle sue labbra, alle sue mani, al suo calore....

Era stato tutto reale. Non c'era stato più bisogno di usare l'immaginazione.

Forse il giorno in cui ci risveglieremo l'uno tra le braccia dell'altro non è così lontano....

*

Il mattino dopo, Daisuke fu svegliato dalla suoneria del suo cellulare. Sentendosi ancora pesante dal sonno, allungò il braccio per prendere il telefono dal comodino. Strizzò gli occhi, colpiti dalla luce intensa dello schermo.

Un messaggio da parte di Mika-kun. Ma cosa vuole alle otto del mattino di sabato?

"Ohayoo~", lesse sullo schermo.

Daisuke posò il telefono sul letto. Prima di risponderle voleva perlomeno svegliarsi completamente.

Si massaggiò le tempie. Quella notte non aveva dormito per niente bene. Aveva avuto un incubo che percepiva essere terribile, ma di cui ricordava ben poco: era circondato dall'acqua, e sentiva delle urla soffocate....

Non ricordava né in che situazione si trovasse, né a chi appartenessero quelle urla, e più si sforzava di pensarci, più i dettagli scivolavano via dalla sua mente.

Si alzò, e andò a lavarsi la faccia. Poi scrisse a Mika.

"Ohayoo, Mika-kun! Come mai già alzata?"

Guardò la foto che aveva messo come sfondo, giusto il giorno prima. L'aveva scattata Mika, durante la pausa pranzo. Gli era subito piaciuta: la sua espressione era sorridente, a differenza del solito. Tendeva a sembrare serio anche quando in realtà era felice, ma quella foto sembrava essere un'eccezione.

Scese in cucina, e si preparò la colazione. Uova e pancetta, all'inglese. Da bere, una tazza di caffè.

Adorava il sabato mattina, quando lui era l'ultimo ad alzarsi e dunque aveva libero uso della cucina. Inoltre, tutta la casa era silenziosa, dato che i suoi genitori uscivano presto per andare al lavoro. Non solo era abituato alla solitudine e alla quiete, ma le apprezzava tanto da ricercarle anche in altri momenti delle sue giornate. A scuola non era proprio la persona più espansiva del mondo.

Dopo aver versato la sua colazione in un piatto, guardò di nuovo il suo cellulare. Mika gli aveva inviato due messaggi.

"Mi hanno trascinata giù dal letto. I miei fratellini volevano assolutamente andare al parco giochi con la loro onee-chan! (⌒▽⌒)☆ " diceva il primo messaggio.

Mika parlava sempre con entusiasmo dei suoi fratelli, ma Daisuke era proprio contento di non trovarsi in una situazione simile. Un fratello o una sorella avrebbero decisamente disturbato la quiete che tanto amava.

Passò al secondo messaggio.

"Ho appena visto un ragazzo che correva, qui al parco... era così carino! *3^)/~☆ Se tu fossi stato qui con me, ti avrei spinto ad attaccare bottone (^_−)☆"

Oh, Mika-kun....

Da quando le aveva svelato di essere gay, cercava sempre di trovare qualche ragazzo da presentargli e, come in quel caso, gli mandava dei messaggi ogni volta in cui vedeva in giro qualcuno di particolarmente carino.

Lui spesso era semplicemente troppo timido per farsi avanti, e comunque non aveva ancora trovato nessuno che fosse capace di fargli battere il cuore, o che si intrufolasse nei suoi sogni. Una parte di sé voleva cambiare la situazione, mentre il suo lato più razionale, al momento prevalente, sembrava completamente impermeabile a melensaggini del genere.

"Con la fortuna che mi ritrovo, come minimo sarebbe stato etero fino al midollo!" le rispose.

Sorseggiò il suo caffè, continuando a bearsi della tranquillità che regnava tutt'attorno a lui. Sorrise.

Sono figlio unico ed assolutamente single. Cosa voglio di più dalla vita?

* : la traduzione letterale dovrebbe voler dire "Sachiko-san della felicità", ma credo che suoni meglio in versione originale ^^

**: "Sachiko-san, per favore". Anche qui ho deciso di mantenere l'originale.

***: "Daisuki" è uno dei modi che si usano in Giappone per dire "ti amo". Effettivamente con "Daisuke" ha in comune solo il primo ideogramma, ma scrivendo in italiano non sono riuscita a resistere xDD

****: "Tadaima" è un'espressione che si usa in Giappone quando si torna a casa, mentre "Okaeri" è l'espressione che si usa per dare il benvenuto.

Note: Grazie per aver letto, innanzitutto! L'idea per questa storia mi è venuta all'improvviso, ripensando alla sorte di coloro che muoiono nella scuola, così ho deciso di svilupparla un po' e scriverla. I nomi di Takuya Arai e di Kaori Kimura (non ho specificato il cognome di Daisuke e di sua sorella nella storia, ma è questo) sono presi dall'elenco dei cartellini dei nomi che si possono trovare, giocando, in giro per la scuola.

   
 
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