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Autore: PrincesMonica    30/09/2008    1 recensioni
Come erano Jared e Shannon ai tempi della scuola? E se oltre alla musica si fossero interessati di ragazze?
Quando iniziai la FF non conoscevo ancora bene i due personaggi, quindi perdonatemi eventuali errori
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MIME-Version: 1.0 Content-Location: file:///C:/D9793E11/Titolo1.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" Titolo: A Beautiful lie

Titolo: A Beautiful lie

Autrice: Princes_of_the_Univers

Disclaimer: L’autrice non scrive a scopo di lucro. Tutta la storia è assolutamente stata inven= tata da me e dalla mia mente bacata. Purtroppo non posso dire di possedere i dir= itti sul protagonista maschile della storia, altrimenti sarei una donna veramente felice. Ovviamente anche gli altri personaggi non mi appartengono, specie S= pike che è di Joss Whedon, della Mutant Enemy e della Fox…e pure un po’ di Stefania.

Timeline: imprecisata.=

Coppie: non ve lo dico…sennò che gusto c’è?

Rating: Per tutti

Commenti: per qualsiasi insulto, prego… monica_placebo@libero.it=

 

A BEAUTIFUL LIE

 

It's a beautiful lie
It's the perfect denial
Such a beautiful lie to believe in
So beautiful, beautiful it makes me

 

E’ una bella bugia… E’ una perfetta negazione…
Una bugia così bella in cui credere
Così bella, così bella
Che mi realizza

 

30 seconds to mars- A Beautiful Lie

 

 

Capitolo uno

 

Urla, risate, scherzi… norm ali attività di una normale scuola superiore. Il corridoio era pieno di ragazzi scalmanati che speravano con tutto il cuore che la campanella non suonasse mai. Speranza vana, visto che il trillo si espanse ovunque.

Un gruppetto di ragazze avanzava tranquillo verso la classe di biologia del primo anno: chiacchieravano tranquille prese dai soliti discorsi di adolescenti.

“Mi chiedo come si potrebbe invitarlo al ballo.” Fece la prima, una biondina con gli occhiali spessi e le lentiggini.

“Scusate, mi sono persa. Di chi stiamo parlando ora?” Chi aveva fatto la domanda era una bella ragazza mora, con i capelli lunghi e l’espressione maliziosa. Aveva una figura piena di curve che celava con felpe larghe. I grandi occhi castani erano celati da degli occhiali color turchese che la valorizzavano al meglio.

“Ma come Monica, hai anche = il coraggio di chiederlo?” Fece una terza ragazza, anch’essa mora e sensuale. Lei e Monica si somigliavano molto, solo che Stefy, questo era il suo nome, era molto più scura di carnagione e i capelli tendevano al nero più che al rosso. “Ormai Lucy non fa che parlare di lui!”= ;

“Vi prego, ditemi che non è di Lui che si parla… non è possibile che vi piaccia!”  Lucy sbuff&og= rave; e fece il broncio.

“In tutta la scuola tu sei l’unica che trova Leto brutto.” Monica si fece meditabonda.

“Non è che è brutto, non sono cieca, lo vedo benissimo da sola che il tipo è sexy= e molto carino, solo che lo trovo un rompiscatole di prima categoria. Suo fratello è molto più simpatico.”

“Bhe, Shannon ha il suo fascino, ma di certo quello di Jared è maggiore.” Monica scoss= e il capo ed entrò in classe.

Sinceramente non riusciva a capir= e la fissazione di tutte le ragazze per Jared Leto: ok, anche lei alle elementar= i si era presa una cotta per lui, ma ne era passata di acqua sotto i ponti. Fin = da subito lui aveva dimostrato per lei una sorta di disprezzo e si era sempre comportato come un idiota facendo il finto cascamorto. Ormai litigavano ogni volta che si vedevano. Era sicura che solo con lei si comportava in quel mo= do e che prima o poi sarebbe scoppiata. Allora sarebbe stato assai da ridere ved= ere quello che ne sarebbe venuto fuori.

Il professor Patterson distribuì ad ognuno di loro dei vetrini ed un ago.=

“Bene, signori. È gi= unto il momento che impariate a vedere cosa scorre nel vostro sangue. Bucatevi e= poi fate lo striscio come vi ho insegnato nella scorsa lezione.” Un coro = di esclamazioni di disgusto si levò dai ragazzi.

Monica e Stefy, che erano sedute assieme, si guardarono e con rassegnazione si bucarono lievemente un polpas= trello: una piccola goccia cremisi cadde sul vetrino portaoggetti. Monica prese un secondo vetrino e lo fece aderire contro il sangue, che subito si diffuse su tutta la superficie. Poi, con un gesto fluido, lo strisciò per tutta= la lunghezza del vetrino. A lavoro concluso, sistemò sopra un piccolo v= etro di protezione, sottile come un foglio.

Il professore le fece i complimenti e così dicendo le prese il vetrino per metterlo sotto il microscopio. Il mondo div= enne improvvisamente rosso: davanti a lei stava un mare di piccole sfere biconca= ve che si muovevano all’impazzata. Sorrise a quella visione quasi ultraterrena. Prima di cambiare ingrandimento si guardò un po’ attorno. I suoi compagni stavano trovando qualche difficoltà a fare = uno striscio decente. C’era già chi si era bucato più dita = per tirarne fuori un po’ di sangue decente. Nell’angolo lontano c’era un ragazzo tranquillo: Shannon Leto ero già chino sul suo microscopio e stava iniziando a fare i primi disegni per la relazione di scienze. Portava i capelli corti, tagliati a spazzola. La leggera barba incorniciava il volto leggermente allungato. Aveva sempre un’espressi= one piuttosto pacifica, si scatenava soltanto quando suonava la batteria. Si accorse in quel momento che anche lui la stava guardando salutandola con la mano. Monica gli sorrise e ritornò a fissarsi sui globuli rossi.

Molto spesso si chiedeva come fos= se possibile che dagli stessi tipi di geni fossero usciti due fratelli cos&igr= ave; diversi per aspetto e carattere. Shannon era silenzioso, tranquillo e genti= le. Jared rumoroso, scavezzacollo e terribilmente irritante. Non fosse per alcu= ni tratti fisici che erano identici, Monica avrebbe creduto che almeno uno dei= due fosse stato adottato.

Terminò la visione del suo sangue con i dovuti disegni e mise via il quaderno, pronta per precipitarsi= in mensa.

“Ehy, Cross…” L= eto la stava chiamando.

“Dimmi Shannon.”=

“Hai già qualcuno con cui fare la tesina di biologia? Io avrei bisogno di una mano per alzare il = voto il più possibile, non è che ti uniresti a me?”

“Guarda, io di solito lavoro con Stefy, però, se vuoi, possiamo fare una cosa a tre.” Lui si mise a ridere.

“Proposta molto allettante.= Ok, ci sto.”

“Perfetto, ci becchiamo dopo scuola per parlarne meglio. Ora vado a cercare di prendere un posto a tavola.”

I due si salutarono uscendo dall’aula.

 

La mensa era stracolma. Monica e Stefy fecero un sacco di fatica a trovare due piccoli posti vuoti: dovettero sedersi vicino ai nerd della scuola. La cosa non dava loro fastidio, solo c= he non sopportavano di essere troppo vicino agli scherzi dei bulli.=

“Che strazio…non potrebbero lasciarli in pace?” domandò Stefy sbuffando.

“Ringrazia il cielo che noi= non siamo messe in mezzo.” Rispose Monica con filosofia. Il primo giorno,= le due si erano scagliate contro coloro che di solito vessavano i poveri secchioni, rischiando di finire chiuse dentro lo sgabuzzino delle scope per ripicca. Erano state salvate in tempo solo dall’arrivo provvidenziale= di William, il fratello più grande di Monica.

“Solo che non è gius= to: viviamo di immunità diplomatica perché Will ci fa da scudo.”

“Uhmmm…William…= ” miagolò Stefy persa nel suo mondo rosa. Da che si ricordava, da anni l’esplosiva ragazza faceva di tutto per far crollare ai suoi piedi il sexy biondo, ma con scarsi risultati, almeno fino a quel momento.

“Sì, William, o Spike come preferisce farsi chiamare adesso. Ma tu guarda che razza di nome…”

“Spike? Lo trovo affascinante.”

“Stefy, tu troveresti affascinante qualsiasi cosa provenisse da mio fratello. Sei di parte quando= si parla di lui.”

“Sei tu che sei di parte. G= li dai sempre contro.” Monica fece spallucce mangiando uno spicchio di m= ela.

Si guardò attorno, ma non = vide nessuno che la impensieriva. Fino a poche settimane prima andare in mensa e= ra diventato qualcosa di fondamentale e certo non per il cibo. Sempre cercando= di non farsi notare, seguiva quasi come un’ombra i passi di Alex Evans, = sua prima cotta del liceo. Purtroppo per lei si era messo in mezzo Jared prendendola in giro. Alla fine si era ritrovata sotto gli occhi di tutti, m= entre lui urlava quanto gli piacessero i suoi calzini giallo fluorescente, provoc= ando l’ilarità generale…inclusa quella di Alex. Avesse potuto, Monica si sarebbe scavata la fossa con le proprie mani.

Però vedere Alex ridere di= lei senza ritegno, le aveva fatto cambiare decisamente idea sul suo prototipo di uomo. Insomma, lei voleva qualcuno che se la prendesse con i prepotenti e n= on si divertisse alle spalle di chi era sfigato. Ringraziò il cielo quell’ulteriore volta per non essersi mai dichiarata.

“Secondo te ha deciso di chiamarsi Spike per il suo uccello?” la mela le andò quasi di traverso. “Magari un po’ d’acqua ti potrebbe aiutare.R= 21;

“Ma sei scema?”<= /o:p>

“Perché?”=

“Qui non stai parlando di u= no X qualsiasi, qui parli di mio fratello.” Monica aveva la faccia schifat= a e rossa per la vergogna.

“Bhe, che c’entra? Che sia tuo fratello o meno, l’uccello lo ha di sicuro…e se c’è l’ha come un chiodo…cazzo, deve penetrare bene= ad ogni colpo.”

“Iiiik!! Che schifo! Stefy,= ti prego, basta!”

“Uff…tu blocchi la mia creatività!” ribatté Stefy piccata.

“Sfogati come vuoi su questo argomento, ma= non con me davanti. Oh cavoli, ci mancava solo lui a rovinare la situazione.= 221; Fece guardando un punto lontano. Stefy si girò e vide l’argome= nto di discussione… Jared

“Andiamocene.”

“Come vuoi.”

Le due corsero veloce: lasciarono= i vassoi sul tavolo e presero di corsa gli zaini. Uscendo dalle porte, Stefy = si voltò.

“Ok, sarà una testa = di cazzo, però è proprio figo.” Monica mugugnò qual= cosa di incomprensibile in risposta. Tutta la scuola diceva che era figo, ma solo perché non lo conoscevano bene come lei.

“A proposito di gente figa, è un problema se includiamo Shannon nella nostra ricerca di biologia?”domandò Monica.

“Come mai? Di solito non lavoriamo sempre in coppia?”

“Sì, ma ha bisogno di una mano per alzare i suoi voti. Dai, siamo brave noi.”

“Parla per te, genio della provetta! Io nelle materie scientifiche faccio pena.” Rispose Stefy. Erano arrivate davanti all’aula di artistica.

“Vero, ma mi aiuti alla gra= nde in arte.” Entrarono e presero posto al loro banco. =

Da quando erano entrate alle superiori, ormai quasi un anno prima, erano sempre state assieme. L’amicizia era nata subito e praticamente non facevano nulla senza l’altra.

“Comunque per me va bene. Se Patterson è d’accordo, perché no?= 221;

Iniziarono così a cercare = di disegnare un vaso. Stefy era bravissima, con pochi tratti riuscì a f= are un ottimo lavoro, mentre Monica riusciva solo a fare qualcosa che poteva vagamente assomigliare ad un vaso.

“Cross…il disegno non= fa per lei, mi sa.” Le fece il professore con una punta di pietà. Monica si sentì uno schifo.

“Lo so…non c’è bisogno che me lo dica.” Nello studio andava bene, e= ra nella pratica che si perdeva.

Per fortuna per lei, le prime due= ore obbligatorie sarebbero terminate di lì a poco. Avrebbe lasciato Stef= y a dipingere ancora un po’, visto che lei faceva parte del club di arte,= e se ne sarebbe andata nelle cucine nel gruppo di pasticceria. L’idea di Monica era quella di andare a studiare a Los Angeles proprio per diventare = una pasticcera. Nel frattempo si divertiva alle superiori e di sabato mattina andava a lavorare qualche ora nella piccola pasticceria cittadina. Almeno così riusciva a guadagnarsi un po’ di soldi per godersi il fine settimana.

Trovò Shannon davanti al suo armadietto.<= o:p>

“Ehy, Leto! Io e Stefy abbi= amo parlato, quindi abbiamo deciso che si può fare. Sei dentro.” Il ragazzo sorrise, evidentemente sollevato.

“Oh ragazze, mi salvate l’anno di biologia. Come ci dividiamo il lavoro?” Monica si bloccò. Di questo lei e la sua amica non avevano parlato, prese in discussioni più disgustose che includevano William. Decise di improvvisare, al massimo avrebbero potuto cambiare idea nel mentre.

“Di solito Stefy si occupa della parte pratica di laboratorio e io di quella teorica. Tu cosa preferisci?”

“Non lo so…qualcosa di non troppo complicato. Bisogna ricordarsi che alla fine dovremmo fare anche un’esposizione davanti alla classe…”

“Allora facciamo così…” iniziò Monica “… Stefy si occu= pa sempre del laboratorio: vetrini, descrizione materiale e tecniche principal= i. Tu, ti prendi in onere tutta la parte relativa a come è fatto un glo= bulo rosso, dove viene creato, distrutto, come vive etc etc…insomma ci sia= mo capiti.” Fece lei con un gesto svolazzante.

“Sì, ma tu che cosa farai?” lei sorrise.

“Io mi occupo della parte clinica. Malattie, cure. Ovviamente parlerò solo delle principali. Verrà fuori un lavoro spettacolare.” Aveva già gli occhi che brillavano di anticipazione. Shannon non sembrava così entusiasta come lei, ma la lasciò fare.

“Se lo dici tu. Bene, io de= vo andare, provo con la band questo pomeriggio. Tu dove vai ora?”

“Alle cucine. Mrs Deluca mi aspetta.”

“Un giorno mi dovrai far assaggiare quello che prepari…sono curioso.”<= /p>

Monica lo salutò con un ge= sto della mano e corse in classe. Si mise immediatamente a sbattere le uova con= lo zucchero per farle montare bene. Doveva farlo diventare chiaro e spumoso pr= ima di incorporare lentamente la farina. A lavoro terminato, pose il Pan di Spa= gna in una teglia ben unta ed infarinata e la mise in forno insieme a quelle de= lle sue poche compagne. Il corso di pasticceria era composto da solo 6 alunne.<= o:p>

Nel frattempo che la torta cucina= va, prepararono la crema pasticcera con mezzo litro di latte. Raffreddata e rappresa, ci aggiunsero la panna.

Alla fine dell’orario scolastico, avevano tutte in mano una classica torta di compleanno, ricoper= ta di panna bianca e scritta di buon compleanno con la cioccolata.<= /span>

“Monica, bel lavoro, la tor= ta è dritta e la scritta va molto meglio. Dobbiamo lavorare sulle decor= azioni con la panna.” Lei annuì, ma era contenta lo stesso. I suoi li= miti grafici si facevano vedere anche in quel campo, ma non le importava molto: l’importante era che la torta fosse buona. La mise in una scatola di cartone e se la portò a casa: era più che sicura che in famig= lia sarebbe stata più che apprezzata. William era magro come un chiodo, = ma mangiava come un maiale…chiodo??

“Bleah!” Fece Monica ripensandoci: non si era accorta che due grandi occhi grigi la stavano fiss= ando sorridendo beffardi.

 

Come arrivò a casa, lasciò la torta in frigo e prese il telefono:

“Ehy topolona, ho parlato c= on Shannon.” Iniziò Monica cercando di mettersi un paio di pantaloncini corti. Era ancora maggio, ma già faceva un caldo pazzes= co in città e lei lo sopportava poco. Aveva proprio voglia di andare a farsi una vacanza in spiaggia.

“Bene, quindi sarà definitivamente dei nostri.”

“Sì. Ci siamo sparti= ti i compiti. A te resta il solito.”

“Perfetto…ah, senti…”

“Dimmi.”

“William è in casa?” domandò Stefy sorridendo dall’altra parte del telefono.

“No…credo che sia da qualche parte a farsi mordere da un vampiro.”

“Magari mordesse me, altro che.” Monica scosse la testa: la sua amica era fissata.

“Ci vediamo domani a scuola.”

“Come vuoi. Ciao.”

“Ciao.”

Monica guardò fuori dalla finestra: la strada era tranquilla, abitava in una bella zona e a lei piace= va.

Sorrise: in fondo le cose non sta= vano andando tanto male.

 

   
 
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