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Autore: Dimea    15/09/2014    3 recensioni
Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore...
E quando mai lo è stata?!?
Nella mia vita, la fortuna è sempre stata una presenza evanescente.
Ed il mio carattere non mi ha mai aiutato.
Distruggo tutto ciò che tocco... ma lui non se ne cura, anzi cerca di farsi toccare.
Lui, che è pronto a morire per me.
Io ora sono pronta a morire per lui.
Ed io... io che non mo sono mai chiesta cosa provassi in realtà per lui.
Per quelle lunghissime ciglia chiare che più di una volta mi sono ritrovata a fissare.
Per quelle labbra che troppe volte ho baciato senza peso.
Per quei suoi modi gentili, ed il suo modo di farmi sentire perfetta... anche se non lo sono mai stata.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Somebody to Die for                                                                                                                                                                        


When I’m standing in the fire
I will look him in the eye
And I will let the devil know that
I was brave enough to die
And there’s no hell that he can show me
That’s deeper than my pride
Cause I will never be forgotten
Forever I’ll fight

And I don’t need this life
I just need…

Somebody to die for
Somebody to cry for

[Hurt-Somebody to die for]

                                                                                                                                     

Un cigolio squillante mi richiama alla realtà. Qualcosa di simile ad un gesso sulla lavagna.
Devo essermi addormentata!
Sono circondata un incessante brusio, quasi irreale, mentre sento una sensazione di calore molto familiare, alla mia destra.
Apro gli occhi, stropicciandoli con le mani, senza spostarmi dalla spalla di Peeta.
Attorno a me sono tutti pronti, ed immediatamente mi sento in colpa.
-Bentornata tra noi dolcezza- ridacchia Haymitch - Il ragazzo non voleva spostarti mentre dormivi... sai, gli hai fatto venire un crampo!-
La mia buffa scorta scoppia a ridere, ed io non posso fare altro che avvampare, mentre Peeta mi stringe.
Quel vecchio ubriacone!
La luce entra dalle feritoie poste in alto che fungono da finestrini.
Il treno si blocca di colpo, ma nessuno sembra allarmato. Dalla porta che si sta aprendo, fa capolino una faccia troppo familiare...
-Katniss!Peeta!-
Effie ci corre in contro, scansando tutti.
-Ho temuto il peggio- mi bistratta lei.
-Effie, lasciali respirare- Implora la voce del mio stilista.
Lei si allontana di un passo, e vedo nei suoi occhi la commozione di rivederci vivi e lontano dalla minaccia dell'Arena... ed aggiungerei sposati.
Effie ci fa segno di seguirla, e tutti scendiamo dal vagone.
Ci troviamo in una piazzola sotterranea, una sorta di stazione ferroviaria spoglia.
Un uomo in abiti grigio fumo ci viene ad accogliere per scortarci attraverso il Distretto.
Il Distretto 13 è qualcosa di tremendamente bianco, asettico e vuoto. Tanto che mi sento a disagio con il mio abito piumato ed il trucco appariscente.
Mentre attraversiamo quei corridoi immacolati, lancio qualche occhiatina di sottecchi a Peeta che ricambia, sorridendomi furtivamente.
Arrivati ad un grande portone bianco, che deve pesare un accidente date le dimensioni, un energumeno con una benda sull'occhio, divide gli uomini dalle donne. Noi ragazze veniamo accompagnate in uno spogliatoio dove ci viene ordinato di struccarci e eliminare ogni orpello. L'unica lievemente riluttante sembra essere Effie, che ad ogni passata di dischetto struccante, sembra trattenere le lacrime.
Ci viene fornita una tuta grigia, identica a quella di tutte le persone che abbiamo visto fino ad ora nel distretto.
Una donna dai capelli grigi fa capolino dalla porta.
-Benvenute- sussurra -Io sono la Presidentessa del distretto 13.-
Non riesco a capire, esattamente, quali sensazioni mi susciti questa donna... ma quando i suoi occhi si posano su di me, sento il suo sguardo unto addosso. Mi sento sporca, persino mentre mi parla.
La presidentessa Coin, così si presenta poco dopo, non mi ama e non ne fa mistero, ANZI. Il suo astio verso il mio nome è fortissimo, tanto che è costretta ad etichettarmi come "la sua preziosa Ghiandaia" quando si rivolge a me, o Ragazzina.
No, non riesco proprio a quantificare l'odio che nutre verso di me... in compenso ama Peeta, che nel suo monologo di due ore nomina una ventina di volte. Come darle torto: io ho innescato una rivoluzione inscenando, per salvarci la pelle, un tentato suicidio, lui ha le parole giuste per fomentare una folla. Qualunque persona sana di mente sceglierebbe lui, e non me, come volto di una rivoluzione!
Nella testa di questa donna, probabilmente, sono una qualche sorta di ragazzina viziata che ha torturato un povero ragazzo innamorato, per non morire. Forse finirei per odiarmi anche io...
Arrivati questo punto, dovrei biasimare il suo comportamento... ma non ci riesco: Nessuna delle due mi voleva a capo di una rivolta, ma ora sono qui... e da alleate, mostrarsi astiose a vicenda non porterà a nulla.
Scelgo quindi di mordermi la lingua ad ogni frecciatina e sorrido...o almeno ci provo.
-Domattina la vorrei nel mio ufficio, mia preziosa Ghiandaia.-
Annuisco e la saluto, mentre usciamo dallo spogliatoio e ci ricongiungiamo con il resto del gruppo.
Una ragazza bionda dall'aria familiare mi corre incontro.
-KATNISS!-
Quasi riconosco a stento mia sorella Prim, troppo cresciuta per i suoi 13 anni.
-Prim!- Sospiro abbracciandola.
Dietro di lei, nostra madre con l'espressione più seria che abbia mai visto... che muta in un pianto di felicità, appena il suo sguardo incrocia il mio.
Temevo di averle perse per sempre, partendo per l'arena... ma ora sono qui e niente può rendermi più felice. Ho loro e Peeta. Ma manca qualcuno.
Prim capisce la mia espressione ed annuisce.
-A dare manforte ai ribelli- sussurra, mentre si scioglie dalla mia stretta -Sarà di ritorno tra pochi giorni-
L'espressione di mia madre torna aspra per qualche secondo, quando nota Peeta.
-Trattala bene- Gli intima, prima di sorridere.
Veniamo smistati in diverse camere e con non poca mia sorpresa, vengo lasciata con mio marito... Ok, lo ammetto... è una parola che ancora suona strana, per indicare Peeta.
Le stanze qui nel distretto 13 sono esattamente come i corridoi: Bianche e fredde, esattamente come quelle di un ospedale.
Chiudo la porta alle mie spalle. Lui si è steso sul letto completamente vestito e non posso non ripensare alla notte passata in camera mia a Capitol.
Davanti a me ho l'uomo per cui morirei : Peeta Mellark, mio marito.
Questa è tutta una questione di coraggio...
Il suo sguardo si fa curioso, quando mi vede davanti a lui in piedi.
Sospiro, raccogliendo ogni briciola di coraggio che il cuore cerca di pompare.
Trattenendo il respiro lascio cadere l'abito ai miei piedi.
Peeta spalanca gli occhi, mentre mi siedo a cavalcioni su di lui e lo bacio.
Non proferisce parola, mentre le mie dita scivolano sui bottoni della sua camicia, ma il suo respiro affannato ed i suoi occhi lucidi parlano per lui.
Ti voglio, sembrano dire.
-Signor Mellark...- sussurro sorridendo
le sue dita indugiano sulla mia guancia.
-Signora Mellark...- sussurra
I suoi occhi sono incredibilmente azzurri, come non mai prima d'ora.
La sua camicia finisce sul pavimento. Stessa sorte, capita agli altri nostri indumenti.
Peeta è sopra di me. Non parla, si limita a sorridere.
Questa è la nostra prima notte di nozze...
E nessuno può portarmela via.


   
 
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