Not your business, Natsu!

 
 
 
Natsu sospirò, tremendamente annoiato.
Odiava il sabato mattina alla Gilda: quasi tutti i membri se ne restavano a letto fino a tardi, il che significava niente risse almeno fino a mezzogiorno.
Sospirò per l’ennesima volta, chiedendosi da dove gli fosse venuta la balzana idea di alzarsi così presto quella mattina. Perfino Happy dormiva ancora quando se n’era andato! Vagò con lo sguardo per la Gilda: il Master dormiva placidamente in un divanetto in un angolo, e poco lontano c’era un Laxus che sembrava più morto che vivo. Mira invece era al bancone, intenta a pulire i pochi bicchieri di vetro rimasti reduci dall’ultima sterminazione di massa rissa.
Si diresse verso Laxus con la vaga idea di sfidarlo, ma il suo flusso di pensieri, e il flusso di pensieri di Laxus che si stava appuntando mentalmente di non alzare mai più in vita sua il gomito il venerdì sera, venne interrotto dal pesante portone in legno che si apriva lentamente e discretamente, lasciando vedere entrare la figura di Erza.
Natsu la guardò curioso. C’era qualcosa che decisamente non andava.
L’armatura c’era, la gonnellina blu anche, perfetti i gambali e i guanti di metallo, ma che c’entrava quella sciarpa di uno strano colore scuro che teneva avvolta intorno al collo? Erza, dal canto suo, sembrava quasi voler affondare tutto il volto in quel pezzetto di stoffa, che sembrava strappato alla bell’e meglio da un vestito qualsiasi. Passò dritta accanto a Natsu, bofonchiò qualcosa a Mira sull’avere la sua solita torta, e poi si mise in un angolino, le braccia incrociate al petto, e il volto tinto da una vaga sfumatura rossa.
-Ehi, Erza, perché la sciarpa?-
Mira e Laxus si girarono verso Natsu, che aveva appena parlato, solo per potersi distrarre un po’ da quella situazione di noia da cui sembrava impossibile scappare.
Erza divenne appena più rossa, e borbottò rabbiosa un secco “Non sono affari che ti riguardano”. Infine si chiuse in un ostinato silenzio, mentre una specie di aura nera depressiva si diffondeva intorno a lei.
Il che rese Natsu ancora più curioso di scoprire che segreto si celava sotto quella sciarpa malmessa. Forse una maledizione?! O MIO DIO, e se Erza aveva preso qualche malattia incurabile?!
No, Natsu non poteva permettere che Erza vivesse da sola con la sua malattia incurabile, e si ripromise di farla parlare entro la fine della giornata.
 
Ad ogni modo, le ore trascorsero lente, e finalmente la Gilda cominciò a ripopolarsi come al solito. Fra una rissa e una presa in giro a Lucy, il Dragon Slayer del fuoco continuava a tenere d’occhio Erza, che non si era mossa dalla sua posizione e che non accennava a farla finita col suo auto-mutismo.
Fu così che al rosato venne in mente un’altra delle sue genialate. Ovviamente coinvolgendo Lucy, perché altrimenti non c’era gusto.
-Yo, Lucy!- la chiamò, facendole cenno di avvicinarsi.
-Che vuoi Natsu? Non ho voglia di fare missioni, chiaro?- rispose la bionda, sbuffando allegramente. In realtà era in ritardo con l’affitto come al solito ed aveva disperato bisogno di soldi.
-Voglio che tu distragga Erza, la conduca in un qualche vicolo buio in città, che poi tu la colpisca per farle perdere i sensi, ed infine voglio che tu le strappi quella sciarpa, d’accordo?- disse Natsu serio come una spia del M16. (Nota: uno dei servizi segreti britannici)
-Cheeeee??- urlò Lucy in preda ad una crisi isterica: cercare di colpire Titania era come mettere un cartello con su scritto “Uccidetemi, ho voglia di farla finita con la mia miserabile vita” e lo sapeva bene.
Fu costretta però a cedere quando Natsu le spiegò la situazione. In fondo voleva molto bene ad Erza, e se c’era qualcosa che non andava, era suo dovere di amica capire cosa!
Così, una mezz’oretta dopo, con la scusa di fare la spesa, la bionda e la scarlatta camminavano chiacchierando per le vie di Magnolia, dirette al mercato. In tutto quel tempo, la maga non aveva neanche accennato a volersi togliere quel coso che le copriva il collo, e gran parte del mento e della bocca, il ché non fece che aumentare l’apprensione in Natsu, che assisteva alla scena dall’alto portato in volo da Happy. Al momento propizio non fece altro che fare il suo segretissimo segnale a Lucy: il verso del drago.
Ora, una persona normale si chiederebbe: cosa fai se sei una maga armata con i sensi sempre all’erta e con un amico Dragon Slayer che cerca disperatamente suo padre drago, e senti proprio il verso di un drago?
Cerchi ovviamente di catturarlo. (u.u)
Erza lanciò con un urlo assassino un paio di spade verso Natsu, che scivolò giù per il tetto su cui si era fatto lasciare da Happy, per cadere a terra a faccia in giù, proprio davanti ad Erza e Lucy.
Erza, capito l’imbroglio, guardò furente l’amico, mentre la bionda se la dava a gambe urlando terrorizzata e travolgendo un paio di vecchiette.
-NATSU! Che ti salta in mente?- disse imperiosa Titania, facendolo tremare.
Quest’ultimo deglutì, e respirando affannosamente provò a pigolare un debole:- Ero preoccupato per te…-
Erza sentì lo stesso.
Ci fu come un momento di congelamento, prima che la ragazza sorridesse grata all’indirizzo di Natsu e si chinasse sulle ginocchia per parlargli.
-Ehi, Natsu, sto benissimo! Ho solo un po’ di raffreddore, tutto qui!-
-Ah, ora si spiega la sciarpa!- esclamò il ragazzo illuminandosi, contento che non ci fosse nessuna maledizione in ballo.
-Comunque grazie per esserti preoccupato per me! Ci vediamo domani!- lo salutò Erza con un gesto della mano, trattenendo l’istinto di abbracciarlo.
-A domani!- la salutò il Dragon Slayer allontanandosi a sua volta contento che l’amica stesse bene.
 
Erza si allontanò di qualche metro, poi si girò per controllare che Natsu se ne fosse andato, ed infine sospirò rumorosamente.
Poi sorrise di nuovo: che sciocco, pensare a chissà che malattia terminale! Ma era grata di avere amici che si preoccupavano per lei fino a questo punto. Camminò lentamente fino a Fairy Hills, senza smettere mai di sorridere, ringraziando mentalmente il cielo per tutto il bene che le era capitato.
Non smise di sorridere neanche quando si chiuse la porta della camera alle spalle e sentì un paio di braccia circondarle la vita, e un paio di labbra avvicinarsi per baciarle un angolo del mento.
-Gerard… sei qui da molto?- chiuse, girandosi fra le sue braccia per guardarlo in volto.
-No, solo qualche minuto. Com’è andata?- chiese, senza accennare a voler smettere di stringerla a sé.
La scarlatta sbuffò pesantemente.
-Se non avessi fatto nulla di così infantile ed inappropriato, non avrei avuto nessun problema!-
-Però la mia sciarpa ti sta bene, anche se è un po’ vecchia… Qualcuno ha visto qualcosa?- le sussurrò alle orecchie il ricercato liberandole finalmente il collo dalla stoffa.
-No… Natsu ci è andato vicino però.-
Gerard ridacchiò, osservando quello che Titania aveva cercato di nascondere per tutto il giorno. Una piccola macchia violacea si allargava sul lato sinistro del suo collo, con la sua caratteristica forma a ovale un po’ allungato ed appuntito ai lati.
-Questo stupido succhiotto non ne vuole saperne di andare via!- si lamentò Erza.
-Vuol dire che l’ho fatto bene.- rise di rimando Gerard.
 
 
*Nota personale*
Ohilà! Non pubblico da un bel po’, eh! … *schiva i suoi tanto amati sgabelli volanti* (?)
Natsu si era preoccupato davvero per nulla, eh? u.u alla fine era solo un succhiotto di Gerard, mi chiedo da dove pesco certe assurdità abnormi ò.ò dovrei incontrarmi con uno psicologo… l’unico problema è che se andassi da uno psicologo, poi lo psicologo avrebbe bisogno di andare da un altro psicologo a sua volta (?)
Aaaaad ogni modo, se la storia vi è piaciuta, lasciate pure una recensioncina, e ringrazio in anticipo tutte le persone che perderanno tempo a leggere questa… questa… cosa. (?) Vi meritereste tutti un Nobel, un Oscar ed un Grammy a vostra scelta u.u
Alla prossima! :*