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Autore: mattmary15    15/09/2014    1 recensioni
–Vieni, mettiamo su un disco. Lo vuoi scegliere tu?- Il viso della bimba si illumina. –Ok.- Fa lui tirandola su e portandola davanti allo scatolone dove ci sono tutti i vinili.
-Come sono belli. Hanno un odore buono.- dice lei e Noel non può fare a meno di sorridere. Anche a lui piace l’odore del vinile impolverato.
-Scegline uno.- Lei allunga una manina e dal mucchio tira fuori Dizzy Miss Lizzy.
-Ottima scelta!- Fa Noel e lei batte le mani carica di aspettative. Lui fa partire il disco e la piccola Beth comincia a fare la trottola. Lui prende la chitarra e segue il ritmo del disco... Mi fai impazzire miss Lizzy, il modo in cui balli il rock and roll, amami prima che io diventi troppo vecchio… Noel la guarda ed ha un’illuminazione. –Da oggi ti chiamerò Lizzy. Vuoi?-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Gallagher, Noel Gallagher, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Uno, due, tre, prova... ok. Dunque, i personaggi descritti non mi appartengono (tranne la piccola miss Lizzy). I fatti sono di pura fantasia. Chiedo scusa a chiunque possa sentirsi offeso dal racconto. Agli altri auguro buona lettura preannunciando che si tratta della mia personalissima visione di Noel nata ascoltando la sua musica. Ten story love song è il titolo di una canzone degli Stone Roses. God bless ya.


L'intro di una bella canzone


Londra 2000

Piove a Londra e Noel sente freddo. E’ appena fine settembre ma in questa città le strade sono già bagnate d’autunno. La guarda mentre i capelli le diventano scuri e lisci. Le si appiccicano al volto e non riesce a capire se stia piangendo o meno.  Lei è tutto. E’ sempre stata tutto ma non è mai riuscito a stringerla, a tenerla vicina. E’ quasi certo che stia piangendo. Lui stesso sente le lacrime pungere gli occhi per uscire. Il giaccone verde è diventato scuro e pesante. Potrebbe rimanere schiacciato da quel peso. Potrebbe morire solo sentendo i suoi singhiozzi. I rumori della strada gli impediscono di udire null’altro che lo stridio delle gomme delle auto nelle pozzanghere. Così rimane in piedi. Mani sprofondate nelle tasche a cercare l’accendino solo per rimanere agganciato alla realtà. Una realtà che fa schifo. Una realtà in cui sta perdendo, una ad una, tutte le cose che più contano per lui.
Come è possibile che stia succedendo di nuovo? Anche quel giorno pioveva ma la città era un’altra.
Quella volta, come adesso, si erano ritrovati uno di fronte all’altra a pochi metri di distanza. Lei, quella volta, aveva urlato e lui era stato zitto. Zitto e consapevole che doveva voltarle le spalle anche se lei era tutto ciò che aveva sempre voluto fino a quel momento. Lei aveva urlato, lo ricorda bene Noel. Gli aveva urlato che non lo avrebbe aspettato, che era bella e giovane e che, di tipi come lui, ne avrebbe trovati a bizzeffe anche più famosi di come lui sarebbe potuto diventare. Allora il fischio dei treni della sopraelevata di Manchester avevano soffocato grida, singhiozzi e lacrime di dolore e di rabbia.
Per tre anni non l’aveva più vista. Tre anni in cui lei era diventata maggiorenne e Noel era diventato ‘più grande dei Beatles’ con gli Oasis. Li aveva elevati a band di fama internazionale con le sue canzoni. L’ironia di tutta la storia è che Noel aveva sempre scritto solo di lei. Ogni riga di ogni fottuta canzone di Definitely Maybe e Wht’s the story? Morning glory parlava di lei. Parlava di una ragazzina di nome Elizabeth Tennant di Burnage. Troppo piccola per essere la sua donna e troppo grande per essere la sua bambina. Parlava di Lizzy, come Noel aveva deciso di chiamarla. I giornali chiedevano spesso chi fosse Sally, chi fosse la donna che rappresentava the wonderwall o quella dietro stand by me. Avrebbe mai potuto dire che si trattava di una ragazza che aveva baciato la prima volta solo per gioco quando era ancora una bimbetta che portava le calzette al ginocchio nel lontano 1992? Che aveva dieci anni esatti meno di lui? Era stato più semplice rimanere sul vago e lasciare credere loro che si trattasse di Meg.
Maledizione, perché nominarla adesso Meg? La storia è ancora ferma in questo vicolo pregno di pioggia. Qui Meg non c’entra niente. O forse sì? Non è stata forse lei a creare tutto sto casino tra lui e Lizzy? Proprio ora che lui si era deciso. Quasi deciso. Fanculo! La verità è che non ha mai accettato il modo in cui tutti lo guardano quando è con lei. Della serie ‘che ci fa quella ragazzina col vecchio Gallagher? Non starebbe meglio con Liam?’. Nessuno lo guarda mai così quando è con Meg. Per questo ci è andato a letto alla fine. Per questo Lizzy lo ha scoperto e gli ha dato del ‘granbastardopezzodimerda’.
Noel sa che lo è perché Meg non l’ama proprio. E’ sempre stata un ripiego. Una via di fuga dalla storia della sua vita. E ora lei, la storia della sua vita, sta lì in piedi. Ha smesso di guardarlo. Si guarda le scarpe da ginnastica e sorride. Lei sa che è finita. Forse lo sa da prima di lui. Sa che la loro è la storia impossibile. Troppo perfetta per esistere davvero.
Ora tira fuori qualcosa dalla giacca, lo guarda e lo getta via tra la spazzatura a bordo strada. Cosa sia, Noel non lo capisce. Forse uno degli ultimi regali che lui gli ha fatto.
Lizzy si volta e Noel sente un forte dolore al petto. Si sta portando via davvero il suo cuore? Glielo sta strappando dal petto?
-Lizzy..- sussurra ma lo sforzo che gli occorre è quasi pari a quello che servirebbe ad urlarlo quel nome.
Lei non lo sente o forse non vuole ascoltarlo.
-E’ troppo tardi, Noel.- Dice all’improvviso senza voltarsi. Se ne va.
Noel sente le gambe cedere. Il dolore alle ginocchia non è nulla rispetto a quello che sente nel petto.
-Addio, Lizzy. Live forever.- stavolta lo pensa soltanto. Un tuono riempie l’improvviso silenzio che è calato nella strada e Noel non sente più nulla.


Burnage 1984

L’estate è già finita a Manchester. Qui non è come in Irlanda dove il cielo, anche se freddo, è terso. Qui tutto è grigio. Il cielo plumbeo sembra volerti ingoiare. La casa a schiera in cui ora abita con sua madre e i suoi fratelli è fatta di mattoncini rossi come quelli del video di The Wall. Maledetti mattoncini. Fanno sembrare tutto uguale. Uniforma le anime di chi cammina, parla, urla, combatte e muore.
Noel fuma. Già da qualche anno. E ha lasciato la scuola. In effetti ha lasciato già molte cose per essere un ragazzo di diciassette anni. Ha lasciato dietro di sé soprattutto la fiducia negli altri. Come fai ad avere fiducia nelle persone se la tua stessa famiglia ti rende la vita un inferno? Noel non ama le persone. Preferisce la solitudine della sua camera dove passa il tempo a suonare la chitarra e ad evitare che il fratello più piccolo gli rompa i dischi e i coglioni. William è la sua tortura, la sua spina nel fianco eppure è la persona che ama di più. Quel bamboccio non lo voleva nessuno. Eppure si è fatto strada con la forza nel mondo. Liam ha le palle. Strilla, strepita, corre, cade, si rialza. Anche quando suo padre lo picchia. Alza la testa e sputa in faccia al mondo che lui esiste. Se tutti i fottuti mattoni di Manchester cadessero al suolo, Liam riemergerebbe da sotto le macerie. Per difendere questo Noel, quasi sempre, prende pugni al suo posto. Per questo la loro madre li ha portati via da suo marito e si è trasferita in quella casa.
Da qualche giorno Liam lo lascia in pace. Un’altra famiglia si è trasferita nella casa affianco alla loro. Dividono il giardino e il piccolo Weetabix si diverte a rubare i giocattoli ad una bimbetta dai capelli biondissimi che ha sentito cantare nella stanza di fronte alla sua. Avrà sei o sette anni.
Se Liam non è nella sua camera a dargli rogne, si sta certi che è con la piccola Beth. Noel prende la chitarra e suona una canzone dei Beatles. E’ sempre una canzone di Beatles, anche quando in realtà è una canzone di qualcun altro. Noel pensa che tutti hanno copiato qualcosa ai Beatles. Anche lui, un giorno, copierà qualcosa dal loro repertorio. Chi ascolterà le sue canzoni, perché lui ne scriverà tante, perché ne scrive già tante, penserà che sono proprio come quelle dei Beatles. Immortali.
Si perde in questi pensieri, Noel, e capita che in questi momenti smetta di suonare i Beatles e suoni qualcosa che nessuno ha mai sentito. In questi casi la porta della sua stanza è sempre, rigorosamente chiusa. Stavolta no. Lui suona qualcosa che fa bene al cuore e una manina spinge la porta che sembra troppo pesante. Noel non smette di suonare e lei prende coraggio ed entra. Si chiude la porta alle spalle e scivola a terra tirando le ginocchia al petto. Lui finisce la canzone o ciò che dovrebbe essere e la guarda.
-Perché hai smesso? Do fastidio?- chiede con una vocina incerta.
-Perché piangi?- chiede Noel ma si accorge che ha una delle guance rosse. L’hanno picchiata. Lui si alza dal letto, posa la chitarra e la raggiunge. Si china e le scosta una ciocca di capelli biondi dal viso.
-Ho smesso. Mamma dice che non devo piangere perché poi è peggio.-
Noel sente le mani prudere. Quante volte ha sentito sua madre dire a Liam di smettere di piangere per paura che suo padre si infuriasse ancora di più?- Ti piaceva la canzone?- Lei annuisce –Vieni, mettiamo su un disco. Lo vuoi scegliere tu?- Il viso della bimba si illumina. –Ok.- Fa lui tirandola su e portandola davanti allo scatolone dove ci sono tutti i vinili.
-Come sono belli. Hanno un odore buono.- dice lei e Noel non può fare a meno di sorridere. Anche a lui piace l’odore del vinile impolverato.
-Scegline uno.- Lei allunga una manina e dal mucchio tira fuori Dizzy Miss Lizzy.
-Ottima scelta!- Fa Noel e lei batte le mani carica di aspettative. Lui fa partire il disco e la piccola Beth comincia a fare la trottola. Lui prende la chitarra e segue il ritmo del disco... Mi fai impazzire miss Lizzy, il modo in cui balli il rock and roll, amami prima che io diventi troppo vecchio… Noel la guarda ed ha un’illuminazione. –Da oggi ti chiamerò Lizzy. Vuoi?-
La bimba lo guarda e gli lancia le braccia al collo. –Grazie Noel. Non mi piace il mio nome ma Lizzy è bello.-
Nessuno abbraccia Noel da molto tempo. Non lo permette più a sua madre, non lo fa suo fratello, neppure le ragazze con cui finisce a letto. Quell’abbraccio gli da un calore che gli entra dentro e gli rimane attaccato a quell’anima che la città vorrebbe uniformare a tutte le altre. Noel sa che non succederà e che quel calore lo aiuterà a sentirsi vivo ancora un altro po’.


Burnage 1988

E’ quasi Natale. Noel ha comprato dei regali. Fare regali non è una cosa che gli piace fare. Spreco inutile di denaro. La gente si ostina a comprare cose inutili per persone inutili. Eppure alcune cose le ha comprate anche lui in mezzo a tutta quella gente che spinge e urla nei negozi. La prima è un grembiule nuovo per sua madre. Quello che porta fa schifo. La fa sembrare vecchia e stanca. Più di quanto Noel crede che sia. La seconda è un disco degli Stone Roses. Quando è entrato nel negozio, si è detto che lo comprava per sé. Quando si è fatto fare il pacchetto però sapeva già che era per Weetabix. Ormai ha sedici anni, quasi diciassette, e oltre ad aver maturato una buona inclinazione a fare cazzate, ha cominciato ad apprezzare davvero la musica. Lo ha persino sentito dire che fa parte di un gruppo adesso. Benedetti Stone Roses!
Il terzo è davvero un regalo. Lo ha comprato pensando all’espressione che farà la persona che lo riceverà nell’aprirlo. E’ un regalo per Lizzy.
Quando arriva a casa, sua madre ha già messo sul fuoco tutta la cena. Il tacchino è nel forno. Paul sta preparando la tavola e Liam canta le canzoni di Natale a modo suo.
-E’ già pronto?- chiede Noel.
-No. Ma ti avverto Noel David Thomas Gallagher! Hai appena il tempo di cambiarti. Non azzardarti ad riuscire!- Noel fa quella smorfia che gli si dipinge sul viso quando la madre usa tutto il suo nome per intero.
-Vado solo di sopra a cambiarmi.- Liam però gli si para davanti.
-Hai comprato dei regali?-
-Non sono per te!-
-Stronzo!-
-Falla finita, fottuto idiota!-
-Perché non sei gentile almeno a Natale?-
-E tu perché non ti ingoi la lingua almeno a Natale?- conclude salendo le scale e sorridendo di nascosto. Sa che quello è il modo che ha Liam di attirare la sua attenzione. In realtà è salito in camera sua solo per controllare la finestra di Lizzy. Rimane deluso. E’ spenta. Scede di sotto.
-Mamma, i Tennant non sono in casa?-
Peggy si rabbuia ma risponde –Credo siano usciti per la messa.-
-Lizzy era con loro?-
-Sì.- Fa lei e poi aggiunge picchiando sulla mano del suo secondo figlio che sta mangiando le patate preparate per decorare il tacchino –Noel, so che sei affezionato a quella bambina, che per te è come una sorellina, ma non cacciarti nei guai.-
-Guai?- chiede Noel.
-Ho detto quel che dovevo dire.- Fa Peggy.
La cena di Natale, per una volta, scorre via allegra. Paul è di buon umore, Noel da il suo regalo a Peggy, Liam gli canta una canzone degli Stone Roses che la madre apprezza. Mentre Paul aiuta Peggy a sparecchiare, Noel tira via per un braccio Liam e lo trascina in giardino.
-Che cazzo, Noel, fa freddo fuori!-
Noel si accende una sigaretta.
-Me ne dai una?- Fa Liam.
-No.-
-Stronzo!-
-Prendi.- Dice Noel indicando un pacco poggiato vicino alla porta d’ingresso.
-Che cazzo è?-
-Che ne so io? Babbo Natale ha detto che sei stato una merda quest’anno. Ma credo che non sapesse che cazzo farsene di quella cagata!-
Liam prende il pacco e lo scarta. Il viso gli si illumina e da una gomitata al fratello.
-Ahi!- finge Noel tossendo il fumo.
-Io non ti ho comprato niente.-
-Lo so. Sei un pezzente!-
-Fottiti. Grazie.-
-Come? Non ho sentito.-
-Grazie…-
-Come?-
-Fottiti!- ride Liam e il suo sorriso è sincero e bello. In quel momento un auto si ferma di colpo nel vialetto affianco. Un uomo scende barcollando e una donna lo imita, fa il giro dell’auto e lo prende per un braccio. L’uomo la strattona e la spinge a terra poi apre la portiera posteriore della macchina e tira fuori una bambina. Noel getta la sigaretta. Sono i Tennant e Richard Tennant somiglia tanto a Thomas Gallagher in questo momento.
La madre di Lizzy si mette in mezzo ma l’uomo la spinge e tira sua figlia in casa con lui lasciando fuori la moglie. Noel copre la distanza fra loro in pochi secondi.
-Signora Tennant, che succede?-
La donna si ricompone e lo guarda indecisa sul da farsi. Deve fingere indifferenza o chiedere disperatamente aiuto? Noel la prende per le spalle.
-Che sta facendo a Lizzy?-
Lei scoppia a piangere e dice qualcosa sul fatto che la bambina ha rovesciato una birra. Noel bussa alla porta.
-Signor Tennant! Apra la porta!- grida preoccupato. Nessuno risponde. Liam lo tira per un braccio.
-Noel, chiamiamo gli sbirri?- Lui scuote la testa.
-No. Porta la signora Tennat in casa da noi. Chiudetevi dentro.-
-E tu che fai?-
-Liam, cazzo, per una volta ascoltami.-
I due spariscono dentro la casa dei Gallagher e Noel comincia a battere contro la porta dei Tennant. -Figlio di puttana, apri!- grida e sbatte i pugni fino a che la porta non si apre. L’uomo è furente. Alle sue spalle, Lizzy, schiacciata in un angolo, si protegge il viso con le braccia. Noel non vede l’uomo, non vede partire il pugno, vede solo Lizzy. Quando si ritrova per terra realizza di essere stato colpito e che Lizzy, la dolce e piccola Lizzy, si è lanciata verso di lui per aiutarlo. Il padre la spinge via. Noel si rialza e prende la rincorsa per colpirlo con tutto il suo peso allo stomaco. Finiscono contro la porta finestra che si fa in mille pezzi.
-Corri, Lizzy! Esci e corri via!- urla Noel e la ragazzina non se lo fa ripetere due volte. Noel si rialza e la segue. Corrono. La notte di Natale. Un teppista di Burnage e una ragazzina impaurita. Corrono a perdifiato fino al campetto dietro la Barlow. Quando sono certi di non essere inseguiti, lui si toglie il giaccone e glielo mette sulle spalle. Comincia a nevicare.
-Noel, ti sei fatto male?-
-Io?-
-Aha.- Noel si inginocchia e la stringe. Come cazzo fa ad essere così innocente in un mondo che d’innocente non ha più niente?
-Io sto bene, piccola. Tu come stai?- Ha un taglio sullo zigomo destro.
-Io bene. Se ci sei tu, io non ho paura. Lo sapevo che mi salvavi.- dice cercando di sorridere e si tocca la guancia –Ci vorranno i punti, vero? Diventerò brutta.-
Noel le asciuga il sangue con la manica del maglione e le sorride –Sei bella adesso e da grande sarai meravigliosa, tutti i ragazzi saranno pazzi di te, miss Lizzy.-
Lei si asciuga gli occhi. –Come quella dei Beatles?-
-Sì, ma io non permetterò a nessuno di ronzarti intorno!- dice facendole il solletico –Ora infila una mano nella tasca destra della mia giacca.- la ragazzina tira fuori un pacchetto.
-E’ per me?-
-Sì- dice tirandola sulle sue ginocchia –Aprilo.- Lei lo scartoccia piano per non rompere la carta.
-Oh avanti, Lizzy, straccia quella fottuta carta! Non vorrai metterci tutta la notte!-
Lizzy da uno strappo deciso e viene fuori una scatolina. La apre e vi trova un ciondolo a forma di plettro tutto d’argento.
-E’ bellissimo, Noelie!-
-Sì? Ok ma non chiamarmi così. Niente confidenze ragazzina!-
-Grazie, Noelie.-
-Come non detto. Ti piace? Io non sono bravo con queste cose.-
-Lo adoro. Lo conserverò per sempre. Vivremo insieme per sempre?-
Quelle parole colpiscono Noel in pieno petto. Per sempre? Esiste davvero qualcosa che possa durare così tanto? Lui non ha mai avuto certezze. Può privare Lizzy della speranza oggi che ha undici anni?
-Vivremo insieme per sempre io e te, miss Lizzy.-
La neve continua a cadere e un adulto responsabile riporterebbe una bambina come Lizzy a casa al caldo. Noel però è stufo di adulti responsabili che rendono la vita di ragazzi irresponsabili un inferno. Se ne starà lì a congelarsi con quella bambina tra le braccia a guardare la neve cadere e coprire i segni della loro fuga. Torneranno. Si deve tornare, non ora però. Non ancora. Lizzy stringe il suo ciondolo e lo guarda nella luce della luna. Non piange, non ha paura adesso. Non vuole sapere cosa sta succedendo a casa, vuole solo bearsi di quel momento di pace e del sogno di poter volare via un giorno. La risata di Lizzy è come l’intro di una bella canzone. Una che scriverà lui sicuramente.

  
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