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Autore: itstimetolisa    15/09/2014    1 recensioni
Dalla storia:
«Non voglio più sposarmi, Zayn»
«Cos-» lo fermai con una mano.
«Eleanor non è la ragazza giusta per me»
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«Cosa ci fai tu qui?» chiedo con un filo di voce, raccogliendo tutto il mio coraggio.
«Sono tornato per te» sorride e fa un passo avanti. Scuoto la testa e ne faccio uno indietro.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei dedicare questa storia a:
StuckInTheFairyTaleWorld,
perché
 senza la sua sincerità questa os
sarebbe ancora incompleta
.
 





 
 




Louis
Mi guardo meglio allo specchio, lisciandomi lo smoking nero. Aggiusto la rosa bianca nel taschino, attento a non rovinare i petali. Sospiro e guardo la mia figura nello specchio: occhiaie nere che contornano gli occhi, segno di una notte passata a pensare; spalle ricurve, segno di stanchezza; mani sudate, segno di agitazione.
Non so il perché di tutto questo, oggi è il giorno del mio matrimonio, dovrei essere felice.
Sto per sposare la ragazza che mi fa battere il cuore, la ragazza i cui sorrisi sono la mia gioia. Un viso si fa spazio fra i miei ricordi, ma lo scaccio scuotendo la testa.
Sospiro di nuovo e guardo l’orologio appeso alla parete. 10:15
Sono in camera mia, per l’ultima volta. La camera che cela i segreti e li custodisce meglio di un diario. Qui, ogni cosa per me è stata la prima: Il mio primo bacio; la mia prima volta; e la mia prima rottura; le mie prime lacrime per una ragazza.
Faccio un sorriso amaro.
Mi riguardo allo specchio. Non vorrei sembrare troppo vanitoso, ma devo osservarmi. Forse in cerca di un segno dal mio io interiore che mi aiuti a capire qualcosa. Chiudo gli occhi. Sono veramente convinto del passo che sto per fare? Sposarmi mi sembra troppo, sono ancora giovane. All’età di ventitré anni non posso veramente capire se la persona che vedrò all’altare è quella giusta. Molti dei miei amici non sanno ancora cosa significa essere innamorati. Prendiamo in esempio Harry, lui vive alla giornata, spassandosela tutte le sere. Un comportamento normale per un ventenne. Ma io, io non so bene cosa significhi divertirsi.
Da quando ho chiesto a Eleanor di essere la mia ragazza, ho completamente messo da parte qualsiasi cosa la escludesse: serate fra amici; pomeriggi a giocare ai videogiochi; partite di calcio.
Io credo che la ragazza giusta debba lasciarti un po’ di spazio. Del tempo per te stesso. Non deve soffocarti troppo.
Perché, adesso che ci penso, è questo che lei ha fatto per questi tre anni. Continuando a farmi pressione con la storia del matrimonio. Alla fine, è riuscita a convincere anche i miei genitori, che non hanno esitato a farmi un discorso di un’ora riguardante i miei doveri di marito. Perché la richiesta che le ho fatto, non era proprio voluta dal mio cuore, non era sentita al massimo.
In poche parole, in questi tre anni, non sono stato padrone della mia vita. Louis Tomlinson era una marionetta, che seguiva i consigli degli altri, credendo che se si fosse fermato a pensare avrebbe rovinato tutto.
   «Lou, altri dieci minuti e poi andiamo» Zayn bussa alla porta e mi avvisa, alzando di qualche tono la voce per farsi sentire oltre la porta.
Dieci minuti. In questi maledetti dieci minuti, potresti attivare il tuo cervello e decidere per te?
Louis Tomlinson, è questa la vita che vuoi?
È questo ciò che vedi nel tuo futuro?
Eleanor, con i suoi capelli castani, gli occhi da cerbiatta che sanno catturarti al primo sguardo.
È lei la ragazza che voglio vedere entrare in chiesa, racchiusa in un abito bianco che non saprebbe catturare la sua bellezza? E lei la ragazza cui voglio giurare la mia fedeltà? E lei ragazza con cui voglio svegliarmi ogni giorno della mia vita? E soprattutto, sono pronto per sposarmi?
 
 
 
Norah
   «Certo, ti invio un messaggio con l’indirizzo e-mail» chiudo la chiamata e ricopio la scritta sul mio iphone. Le dita che premono velocemente sul touch, il ticchettio dei tasti premuti ripetutamente
Devo ricontrollare varie volte se ho scritto bene l’e-mail.
La mia migliore amica, Kate, ha bisogno di un lavoro e le mie buone conoscenze possono aiutarla.
Invio il messaggio e blocco il telefono. Lo lancio svogliatamente sul divano e mi dirigo in cucina, aprendo il frigo e prendendo una bottiglietta d’acqua. Mi appoggio al lavabo e inizio a sorseggiare la bevanda fresca. Fa davvero caldo. In questi giorni c’è sempre stato un leggero venticello, che arieggiava la casa senza bisogno del ventilatore, ma proprio oggi il caldo è soffocante. Senza quell’aggeggio che emana aria, la maglietta si attaccherebbe alla schiena e il sudore sarebbe costantemente sulla mia fronte. Rimetto la bottiglietta al suo posto e guardo l’orologio. 10:30.
Erano le dieci e mezza, ma di che giorno? In questi mesi mi capita troppe volte di guardare il calendario o il blocco tasti del mio cellulare, perché ogni giorno dimentico qualche cosa della data. Dovrei evitare di farlo, scordarsi la data è un brutto vizio per un’universitaria. Già una volta mi è capitato di dimenticarmi di dare un esame per colpa della mia dimenticanza. Ma è uno dei miei difetti, il mio ragazzo ideale deve accettare anche questo lato di me. Il mio ragazzo ideale…ne avevo trovato uno, era perfetto. Ma ormai, ho capito che devo smetterla di cercare il principe azzurro negli occhi dei ragazzi che incontro. All’età di ventidue anni devo pensare al mio futuro.
Sbuffo e mi avvicino al calendario. Irrigidisco le spalle.
Perché ho controllato il giorno? Non potevo continuare a rimanere nell’ignoranza? Come avevo fatto a dimenticare che giorno fosse? Uno scherzo del destino, perché questo potrei etichettarlo come il giorno più brutto della mia vita.
I miei occhi si appannano, la mia vista è offuscata dalle lacrime. Una di esse cade e percorre il tratto dell’occhio fino al mento, lasciando una scia bagnata. Mi asciugo gli occhi con le mani e li alzo, concentrando la mia attenzione al soffitto.
Andiamo, Norah, pensa agli unicorni rosa che corrono felici sugli arcobaleni. Scuoto la testa e vado nel salone. Ispiro ed espiro, cercando di calmarmi. Non ci metto molto ad arrivare nell’altra stanza. Casa mia non è molto grande, è un normalissimo appartamento arrangiato, quasi al centro di Londra. Arrangiato perché non era esattamente nei miei piani trasferirmi. Andare a vivere da sola, a diciannove anni non era proprio un’opzione per me. Andare a convivere, invece, era la giusta cosa da fare, quella che volevo. Ma, purtroppo, quella possibilità mi è stata strappata via poco dopo tre mesi dal mio trasferimento. Chiudo gli occhi e corrugo la fronte, perché continuo a pensarci? Perché continuo a soffrire per lui?
Ha fatto la sua scelta, evidentemente io non ero in grado di soddisfarlo, di renderlo felice. Evidentemente lei sì.
Devo distrarmi, in qualche modo, in qualsiasi modo.
 
 
 Louis
Apro di scatto la porta e mi fiondo nel salone, certo di trovare Zayn seduto sul divano. Ed è proprio lì che lo trovo, con la testa quasi immersa nello schermo del suo Nokia.
   «Zayn, devo dirti una cosa» mi siedo alla sua sinistra. Il moro alza la testa e mi guarda, inarcando un sopracciglio.
   «Okay, Lou. Però fai veloce, dobbiamo arrivare in chiesa in tempo»
Roteo gli occhi, anche Zayn è stato contagiato dal controllo maniacale di Eleanor. Anche se i miei amici non la sopportavano, Eleanor impartiva il suo dominio anche su di loro.
   «Non voglio più sposarmi, Zayn»
   «Cos-» lo fermai con una mano.
   «Eleanor non è la ragazza giusta per me, quando sono con lei non sento il sentimento che mi ha portato a un matrimonio. Zayn, ci credi? Io che mi sposo a ventitré anni! Quando ne avevo appena diciannove vi dissi di tutti i miei sogni, delle mie ambizioni, ma se penso a questo giorno, tutto va in frantumi» mi prendo la testa con le mani e sospiro nervosamente. Spero solo che il moro capisca ciò che sento. Da anni, ormai, Harry mi diceva che stavo sbagliando, che me ne sarei pentito. Oggi è arrivato il momento che gli dia ragione, me ne sono pentito. Per questo il riccio non ha voluto prendere parte al matrimonio, perché non riusciva ad accettare Eleanor come mia sposa.
   «Lou, non speravo più in un tuo ripensamento!» mi poggia una mano sulla spalle e mi sorride amichevolmente. «Va’ e riprendi in mano la tua vita» mi lancia le chiavi della sua auto. Lo ringrazio con un sorriso e corro fuori dalla casa ed entro in auto.
 
 
Norah
Accendo la televisione. Speravo tanto che non mi capitasse uno di quegli stupidi film romantici dove la ragazza si ritrova a piangere in camera sua, accompagnata da cioccolata e gelato. Non penso di essere stata così male, quando sono stata lasciata. Devo aver reagito più maturamente. Quando è il cuore che comanda, non si può fare nulla, ho accettato la sua scelta e anche il mio cuore l’ha fatto.
Dico sempre di essere riuscita a dimenticarlo, ma Kate mi rinfaccia sempre il fatto che in questi tre anni io non sia mai uscita con un ragazzo. E in effetti ha ragione. Ormai, dopo questo giorno, posso smettere di sperare in un suo ritorno, devo andare avanti con la mia vita. Spengo la televisione e appoggio la testa ai cuscini del divano. Chiudo gli occhi, sperando che il tempo passi più velocemente. Muovo il piede a ritmo di una canzone che mi è rimasta in testa.
Rude dei Magic!
Ci mancava solo una canzone che parla di un matrimonio, sono proprio sfigata. Di tutti i temi possibili, proprio di un matrimonio dovevano parlare? Un buon argomento per una canzone potrebbe essere l’estinzione dei dinosauri, ma basta con l’amore!
Il suono del campanello rimbomba nel piccolo appartamento e sobbalzo sul divano. Mi alzo velocemente e apro la porta senza nemmeno guardare chi è dallo spioncino. Se hanno inventato quei cosi c’è un motivo, forse avrei dovuto capirlo prima. Sbarro gli occhi e rimango immobile, la mano ancora poggiata sulla maniglia.
Il mio cuore batte velocemente, il sangue pulsa nelle mie orecchie.
   «Cosa ci fai tu qui?» chiedo con un filo di voce, raccogliendo tutto il mio coraggio.
   «Sono tornato per te» sorride e fa un passo avanti.
Scuoto la testa e ne faccio uno indietro.
   «È tardi Lou…is- reprimo il desiderio di chiamarlo come facevo prima.- Vai a sposarti. È lei la ragazza che fa per te, altrimenti non mi avresti lasciata» sento di nuovo le lacrime appannarmi gli occhi, ma cerco di reprimerle.
    «No, Norah. Mi dispiace per quello che ho fatto. Non volevo lasciarti, non volevo e non voglio! Torna da me, io sono qui. Possiamo ricominciare da capo. E poi, tu sei sempre piaciuta ai miei amici» alza un angolo della bocca. Sorrido ricordando l’affetto che Harry mi ha sempre dimostrato. Anche dopo tutto questo tempo, il nostro rapporto è rimasto invariato. Lou fa un altro passo avanti e questa volta io rimango ferma. Prende il mio mento con le sue dita e fa incontrare i nostri sguardi. I suoi occhi ghiaccio incontrano i miei castani. Mi erano mancati. Mi afferra le mani e intreccia le nostre dita. Il mio petto si alza e abbassa velocemente, un po’ per il caldo e un po’ per la vicinanza del moro. Mi attira a sé e mette una mano alla fine della spina dorsale e una sulla mia guancia. Cosa dovrei fare? Perdonarlo ed essere felice o sbatterlo fuori e piangere per sempre?
Non c’è bisogno che mi risponda.
È questione di secondi, le sue labbra sono sulle mie. Una lacrima sfugge al mio controllo. Lui si stacca, lasciandomi un po’ di tempo per pensare. Louis vede la lacrima e la asciuga. Sento dell’elettricità tra la sua mano e la mia guancia, un’elettricità di passione. Chiude la porta con un calcio. Le sue labbra sono di nuovo sulle mie, in una danza passionale. Inizia ad avanzare e io, spinta dalla pressione del suo corpo sul mio, indietreggio di conseguenza. Saliamo le scale, con intervalli tra un bacio e l’altro per recuperare aria. Con la schiena urto una porta. Abbasso la maniglia e ci ritroviamo nella mia camera. Era strano che si ricordasse dove fosse. Louis interrompe il bacio e mi guarda, mi prende la mano e mi conduce verso il mio letto. Mi stendo su di esso e lui si mette a cavalcioni su di me. Le sue labbra cercano di nuovo le mie, e il mio cervello è troppo appannato dalla parola amore per pensare con lucidità. Lascia una scia di baci sul mio collo e chiudo gli occhi, portando le mie mani sulle sue spalle.
 
Louis
Quando mi sveglio mi ritrovo un angelo che dorme. No, non mi sono rincoglionito durante la notte. Norah è veramente un angelo, quando dorme assume un’aria così innocente. Ricordo ancora quando aveva diciotto anni, era una ragazza ambiziosa e piena di desideri. Ma la cosa più importante è che mi amava e mi ama ancora.
È lei la ragazza castana con gli occhi da cerbiatta che voglio al mio fianco. È lei che voglio vedere all’altare, con un vestito bianco che non riuscirebbe mai e poi mai a valorizzarla. È lei, la ragazza con cui voglio svegliarmi per il resto della mia vita. È lei che vedo nel mio futuro, è lei quello che mi aspetto dal mio futuro. Sorrido e le accarezzo dolcemente una guancia, ripensando alla notte precedente.
È lei. 


 






Ehi pipol!
Ho ri-pubblicato la mia storia, l'ho rimodernizzata lalala
Spero che questa volta sia venuta bene, ho cercato di aggiungere tutti i particolari che mi sono stati consigliati.
Ammetto che la storia è migliorata, quindi il ringraziamento all'inizio della pagina è assolutamente meritato!
Anyway, cosa ne pensate?
Louis che si ribella e trova la sua strada da solo, ci vorrebbe un applauso. 
E Norah? Vi piace come personaggio? A me tanto tanto, perché potrebbe sembrare debole per aver perdonato Louis, ma ha anche avuto la forza di dimenticare e aggiustare il suo cuore a pezzi. 
Lasciate una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate 
Alla prossima,

-A
 
   
 
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