Regalo
Le
tende nere che coprivano le vetrate della finestra
furono tirate, permettendo così alla luce del sole di poter
finalmente entrare
ed illuminare quella triste stanza. Non che la stanza centrale della
lega di
Unima potesse essere definita triste, ma aveva un non so che di spoglio
e
tetro. Partendo dal fatto che il poco mobilio che si poteva trovare era
tutto
sulle tonalità scure: nero era il letto appoggiato alla
parete, d’ebano lo
scrittoio vicino alla finestra e grigia la pelle della poltrona al
centro della
stanza.
Si poteva dire che il tutto era in perfetto pendant con
la creatura che si trovava all’interno della master ball
poggiata sopra lo
scrittoio: il leggendario Zekrom, il Pokémon drago
appartenente all’eroe di Unima.
Sì, perché quella semplice stanza era ormai da
tre
anni la casa di Touko, colei che ora possedeva il potente Zekrom.
La ragazza fece una smorfia non appena un raggio di
sole le ferì gli occhi, ormai così abituati
all’oscurità. Ecco che arrivava un
nuovo giorno, l’ennesimo che lei avrebbe dovuto passare alla
Lega, in veste di
campionessa, e battere qualsiasi sfidante le si ponesse davanti.
Non che non le piacesse il suo lavoro, anzi
tutt’altro, infatti lo aveva preso con serio impegno. Non
appena aveva battuto
Nardo ed era stata investita della carica aveva pensato a rimodernare
completamente l’organizzazione e l’aspetto del
palazzo che ospitava la Lega.
Da sempre dotata di grande talento per le lotte, aveva
pensato personalmente a riallenare i superquattro in modo tale che al
suo
cospetto arrivassero solo gli allenatori più degni.
Altezzosa? Probabilmente lo
era, o meglio lo era diventata, ma poco le importava.
Con il tempo anche le lotte alla Lega si erano fatte meno
interessanti e così un giorno era partita alla volta di
Sinnoh, lasciando in
carica a tempo indeterminato Catlina e giunta alla sua meta, aveva
trionfato in
tutte le palestre e in poco tempo si era trovata al cospetto di
Camilla,
campionessa in quella regione. Dopo una dura lotta l’aveva
battuta, non con
poca difficoltà, e aveva trovato nella bionda una valida
amica.
Una volta tornata alla madrepatria si era dovuta
sorbire una ramanzina da parte dell’ex campione Nardo che
giudicandola
irresponsabile l’aveva sfidata, sicuro di riprendersi il
“trono” della lega, ma
il vecchio campione aveva perso e se ne era andato via con le ossa
rotte. Dal
quel momento Touko non l’aveva più visto.
Sentendosi adirata con quello che era stato il suo ex
maestro, aveva voluto cancellare qualsiasi traccia che lui avesse
lasciato nel
suo passato di campione, così aveva ordinato una completa
ristrutturazione per
la Lega e in quel mese si era nuovamente allontanata per sfidare le
palestre di
Johto.
Sfortunatamente era dovuta ritornare ad Unima prima
del previsto per alcuni problemi interni che si erano verificati. Una
volta
risolta la situazione l’agente Bellocchio le aveva caldamente
consigliato una
maggiore responsabilità poiché, dato il suo
status, Touko aveva sulle spalle la
sicurezza dell’intera regione. Indirettamente quello era un ordine per invitare la
ragazza a non
allontanarsi più dalla regione, cosa che lei prese alla
lettera.
Infatti stanca delle continue ramanzine e satura delle
noiose interviste Touko si era rintanata nella
“sua” nuova Lega e da lì non era
più uscita, salvo occasioni speciali.
Lei non voleva ammettere il motivo del cambiamento
così repentino del suo carattere, ma i suoi amici lo
sapevano da tempo e non
potevano far altro che imputare la colpa verso
“lui”.
Touko sospirò amaramente pensando all’idea di
un’altra
giornata monotona come le precedenti, ma poi ricordò con
sollievo che forse
quel giorno sarebbe stato diverso.
Belle
camminava frettolosamente come al suo solito
verso la Lega di Unima.
In breve tempo l’enorme palazzo le si parò davanti
agli occhi meravigliati: dopo la ristrutturazione avvenuta per volere
di Touko
la Lega era cambiata molto, influenzando anche l’atmosfera
intorno ad essa.
Infatti il palazzo era stato ampliato, rendendolo più
imponente che mai e dando
così all’ignaro visitatore un chiaro segno di
superiorità.
I muri erano stati ridipinti in nero con degli strani
arabeschi dorati come abbellimento.
Sì, Belle doveva proprio ammetterlo: il palazzo
rispettava fedelmente
la personalità
della nuova Touko, altezzosa, leggermente cupa e completamente
indecifrabile.
Era diventata così da quando “lui” era
partito, tre anni prima.
Forse per i primi mesi era rimasta la ragazza allegra
e spensierata di un tempo, ma dopo un po’ le cose erano
cambiate e Touko era
diventata sempre più pensierosa, cupa e smarrita.
Era stato così fino a quando aveva lottato con Nardo.
Nessuno sapeva cosa fosse realmente successo ma in
seguito allo scontro la ragazza era cambiata nuovamente ed era divenuta
sempre
più schiva, seria e severa. Aveva allontanato le persone a
lei più care,
compresi Belle e Komor, e aveva iniziato ad isolarsi sempre di
più fino ad
arrivare al punto di porre praticamente fine ad ogni suo contatto con
il mondo
esterno, imponendo la regola che nessuno potesse entrare nella sala
centrale
della Lega senza aver prima battuto i superquattro, senza eccezione,
nemmeno i
suoi amici più cari.
Quella decisione aveva ferito Belle, ma poi l’aveva in
qualche modo capita e le era stata vicino comunque: per la biondina
Touko
rimaneva pur sempre la sua migliore amica e in qualche modo poteva
capire il
dolore che si celava dietro quella maschera che la brunetta si era
abilmente
costruita.
Entrò nella sala da cui si diramavano le vie per le
varie stanze adibite alle lotte e mostrò ad un uomo un
foglietto di carta: il
suo “invito” per poter vedere Touko.
Sì, finalmente dopo un mesetto riusciva a rivederla,
in occasione del diciassettesimo compleanno della campionessa, che
“gentilmente”
l’aveva lasciata venire a palazzo.
Belle aveva preparato ogni cosa per festeggiare al
meglio il compleanno della amica, quella era la sua chance per
riportare il
sorriso sul viso della moretta e non avrebbe fallito.
«Coraggio
Stoutland!» urlò Komor all’interno della
sala lotta. «Usa Gigaimpatto!» ordinò il
ragazzo al Pokémon generosità che
aveva appena ricevuto una potente Idrondata da parte del Samurott
nemico.
«Evitalo» disse semplicemente
l’avversario facendo in modo che il suo Pokémon
evitasse abilmente il colpo
nemico.
«Cavoli Touko, il tuo Samurott è ben
allenato!»
esclamò Komor rivolto alla ragazza.
«E non hai
visto niente» sorrise malefica la brunetta mentre un debole
Sgranocchio veniva
inferto senza troppi danni al suo compagno «Ora Samurott,
vendetta!».
Il
Pokémon
dignità sfoderò tutta la sua forza in
quell’attacco decisivo, mandando
l’avversario al tappeto.
«Sono colpito,
hai lasciato che Sgranocchio colpisse Samurott per poi attaccare con
vendetta,
che oltre a essere molto efficace, aumenta di potenza se si ha subito
un
attacco in precedenza. Complimenti Touko, mi stupisci sempre di
più!» sorrise
Komor prendendo la sua ultima ball «Ma comunque non
è ancora finita. Vai
Serperior!».
Con sua grande sorpresa anche Touko ritirò nella ball
Samurott.
«Questo è
un
lavoro per te Unfezant» mormorò tra se mentre
scagliava con decisione la ball
verso il campo lotta.
Il maestoso Pokémon
orgoglio fece la sua comparsa mettendo Komor momentaneamente in
confusione:
Unfezant era un tipo volante, avvantaggiato rispetto al suo tipo erba.
«Possiamo farcela comunque, vai Serperior usa
Avvolgibotta!» ordinò cercando di fare ordine nei
suoi pensieri “almeno questo
dovrebbe bloccarlo”.
Il Pokémon regale
avvolse col la sua lunga coda Unfezant, ma Touko non fece una piega e
si limitò
a dire «Liberati con Alacciaio».
Questo il ragazzo non l’aveva previsto e una goccia di
sudore gli scivolo lungo la tempia, così preso dal panico si
giocò l’ultima
carta.
«Serperior usa
Verdebufera!», ma Touko se lo aspettava così
ordinò al Pokémon «Evitalo con
Volo e poi usa Areoattacco».
Era una
strategia molto semplice e Komor avrebbe potuto evitare
l’attacco facilmente,
ma non aveva tenuto conto della velocità di Unfezant che con
un potentissimo
colpo mandò al tappeto il Pokémon regale.
Aveva perso di
nuovo.
«Non
vincerò
mai con te!» disse il ragazzo con un sorriso amaro, mentre
ritirava il suo
Serperior esausto.
«Sei sempre fin
troppo gentile, ma stai migliorando velocemente» rispose
Touko tranquillamente.
«Hai allenato
molto i tuoi Pokémon ultimamente?» gli chiese
curioso il ragazzo.
La brunetta capì che era una domanda retorica. Era
ovvio che avesse allenato i suoi Pokémon, perché
altrimenti non avrebbe avuto
altro modo per distrarsi alla Lega, dove ormai gli sfidanti che
riuscivano ad
arrivare a lei erano sempre più rari, ma si
limitò a rispondere un semplice
“si” e a incamminarsi verso il centro del campo per
stringere la mano al suo
sfidante.
«Siete bravi voi due!» esclamò la voce
di Belle dalla
porta «Hai assistito alla mia sconfitta?»
domandò sorridendo Komor.
«Beh lei è pur sempre la campionessa»
pigolò la bionda.
«Comunque buon compleanno Touko!»
esclamò correndo ad
abbracciarla. «Grazie Belle» disse la brunetta
mentre veniva stritolata
dall’abbraccio dell’amica.
«Guarda, ho
anche portato una piccola torta per festeggiare
assieme…» «Mi dispiace non
posso» la interruppe Komor avvilito. «Vorrei
fermarmi, ma ho delle faccende da
sbrigare».
Detto questo il moro uscì di corsa.
Ultimamente faceva sempre così ed e aveva un
atteggiamento che risultava sospetto agli occhi attenti della biondina.
«Beh se non c’è Komor faremo per un
altro giorno»
provò a proporre Touko, ma Belle la zittì subito
dicendo «No, oggi si festeggia,
quindi non pensare di svignartela!».
E Touko si
permise di sorridere. Quella era la sua amica, piena di gioia e
perennemente
felice.
«E
così la professoressa Aralia mi ha proposto di
lavorare per lei, come assistente» stava dicendo Belle
intenta a mangiare
un’altra fetta di torta. Quelle poche volte che veniva la
biondina informava
l’amica di ciò che succedeva “nel mondo
esterno” e le parlava, anche per ore,
della sua vita o di qualcosa che aveva visto.
E Touko ascoltava, pazientemente, ed era felice che
l’amica ancora le parlasse dopo la decisione presa di evitare
maggiormente i
contatti con lei e i suoi amici.
Per un po’ aveva pensato addirittura che Belle la
odiasse, ma invece lei la veniva a trovare quando era possibile e le
era sempre
stata vicino. Durante le sue visite a dire il vero la brunetta non
interrompeva
mai la parlantina della bionda e non parlava mai di se, ma
d’altronde di cosa
avrebbe potuto parlarle… le sue giornate erano noiose a
confronto di quelle di
Belle.
«Aspetta!» esclamò ad un tratto la
bionda «Devo ancora
darti il tuo regalo!».
Touko fu sorpresa da quelle parole, mai si sarebbe
aspettata un regalo, per lei il suo compleanno non era altro che il
compimento
di un altro anno da quando lui era scomparso… persa nei suoi
pensieri la
ragazza non si accorse che Belle le porgeva un pacchettino sotto il
naso.
«Su aprilo!» la incitò.
Touko scartò il pacco lentamente, quasi con terrore,
non sapeva perché ma aveva un pessimo presentimento a
riguardo e non appena lo
aprì vide che il suo timore no era infondato.
«E questo che cos’è?» chiese
con lo sguardò sbarrato
dallo stupore.
«Te lo ho detto è il tuo regalo!».