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Autore: lagunablu    15/09/2014    9 recensioni
Unima. Sono passati tre anni da quando il team Plasma è stato battuto, ma ora una grave minaccia incombe sulla regione e rischia di sconvolgere da vicino la vita di una nuova Touko. La ragazza questa volta non è sicura di potercela fare, o per lo meno non da sola.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Regalo

Il sole stava sorgendo nella regione di Unima e con il suo arrivo migliaia di giovani allenatori si alzavano dal loro sonno pronti per affrontare una nuova giornata carica di avventure di vario genere. La regione infatti offriva una vasta gamma di sfide per chi voleva cimentarsi nelle celebri lotte Pokémon; venivano allenatori da Sinnoh, Kanto e Johto per avere la possibilità di sfidare le otto palestre e ottenere le rispettive medaglie, ma naturalmente la meta più desiderata altri non era che la prestigiosa Lega di Unima. Attorno ad essa giravano molte voci, leggende per qualcuno, sul fatto che da tre anni il campione inviolato fosse una ragazza, la stessa che tempo prima aveva sconfitto il famigerato Team Plasma. Non lo si poteva dire con assoluta sicurezza, ma il dato certo era che ogni sfidante che provasse ad entrare nella Lega di Unima ne usciva sconfitto.

 

Le tende nere che coprivano le vetrate della finestra furono tirate, permettendo così alla luce del sole di poter finalmente entrare ed illuminare quella triste stanza. Non che la stanza centrale della lega di Unima potesse essere definita triste, ma aveva un non so che di spoglio e tetro. Partendo dal fatto che il poco mobilio che si poteva trovare era tutto sulle tonalità scure: nero era il letto appoggiato alla parete, d’ebano lo scrittoio vicino alla finestra e grigia la pelle della poltrona al centro della stanza.
Si poteva dire che il tutto era in perfetto pendant con la creatura che si trovava all’interno della master ball poggiata sopra lo scrittoio: il leggendario Zekrom, il Pokémon drago appartenente all’eroe di Unima.
Sì, perché quella semplice stanza era ormai da tre anni la casa di Touko, colei che ora possedeva il potente Zekrom.
La ragazza fece una smorfia non appena un raggio di sole le ferì gli occhi, ormai così abituati all’oscurità. Ecco che arrivava un nuovo giorno, l’ennesimo che lei avrebbe dovuto passare alla Lega, in veste di campionessa, e battere qualsiasi sfidante le si ponesse davanti.
Non che non le piacesse il suo lavoro, anzi tutt’altro, infatti lo aveva preso con serio impegno. Non appena aveva battuto Nardo ed era stata investita della carica aveva pensato a rimodernare completamente l’organizzazione e l’aspetto del palazzo che ospitava la Lega.
Da sempre dotata di grande talento per le lotte, aveva pensato personalmente a riallenare i superquattro in modo tale che al suo cospetto arrivassero solo gli allenatori più degni. Altezzosa? Probabilmente lo era, o meglio lo era diventata, ma poco le importava.
Con il tempo anche le lotte alla Lega si erano fatte meno interessanti e così un giorno era partita alla volta di Sinnoh, lasciando in carica a tempo indeterminato Catlina e giunta alla sua meta, aveva trionfato in tutte le palestre e in poco tempo si era trovata al cospetto di Camilla, campionessa in quella regione. Dopo una dura lotta l’aveva battuta, non con poca difficoltà, e aveva trovato nella bionda una valida amica.
Una volta tornata alla madrepatria si era dovuta sorbire una ramanzina da parte dell’ex campione Nardo che giudicandola irresponsabile l’aveva sfidata, sicuro di riprendersi il “trono” della lega, ma il vecchio campione aveva perso e se ne era andato via con le ossa rotte. Dal quel momento Touko non l’aveva più visto.
Sentendosi adirata con quello che era stato il suo ex maestro, aveva voluto cancellare qualsiasi traccia che lui avesse lasciato nel suo passato di campione, così aveva ordinato una completa ristrutturazione per la Lega e in quel mese si era nuovamente allontanata per sfidare le palestre di Johto.
Sfortunatamente era dovuta ritornare ad Unima prima del previsto per alcuni problemi interni che si erano verificati. Una volta risolta la situazione l’agente Bellocchio le aveva caldamente consigliato una maggiore responsabilità poiché, dato il suo status, Touko aveva sulle spalle la sicurezza dell’intera regione. Indirettamente quello era un  ordine per invitare la ragazza a non allontanarsi più dalla regione, cosa che lei prese alla lettera.
Infatti stanca delle continue ramanzine e satura delle noiose interviste Touko si era rintanata nella “sua” nuova Lega e da lì non era più uscita, salvo occasioni speciali.
Lei non voleva ammettere il motivo del cambiamento così repentino del suo carattere, ma i suoi amici lo sapevano da tempo e non potevano far altro che imputare la colpa verso “lui”.
Touko sospirò amaramente pensando all’idea di un’altra giornata monotona come le precedenti, ma poi ricordò con sollievo che forse quel giorno sarebbe stato diverso.

 

 

Belle camminava frettolosamente come al suo solito verso la Lega di Unima.
In breve tempo l’enorme palazzo le si parò davanti agli occhi meravigliati: dopo la ristrutturazione avvenuta per volere di Touko la Lega era cambiata molto, influenzando anche l’atmosfera intorno ad essa. Infatti il palazzo era stato ampliato, rendendolo più imponente che mai e dando così all’ignaro visitatore un chiaro segno di superiorità.
I muri erano stati ridipinti in nero con degli strani arabeschi dorati come abbellimento.
Sì, Belle doveva proprio ammetterlo: il palazzo rispettava  fedelmente la personalità della nuova Touko, altezzosa, leggermente cupa e completamente indecifrabile. Era diventata così da quando “lui” era partito, tre anni prima.
Forse per i primi mesi era rimasta la ragazza allegra e spensierata di un tempo, ma dopo un po’ le cose erano cambiate e Touko era diventata sempre più pensierosa, cupa e smarrita.
Era stato così fino a quando aveva lottato con Nardo.
Nessuno sapeva cosa fosse realmente successo ma in seguito allo scontro la ragazza era cambiata nuovamente ed era divenuta sempre più schiva, seria e severa. Aveva allontanato le persone a lei più care, compresi Belle e Komor, e aveva iniziato ad isolarsi sempre di più fino ad arrivare al punto di porre praticamente fine ad ogni suo contatto con il mondo esterno, imponendo la regola che nessuno potesse entrare nella sala centrale della Lega senza aver prima battuto i superquattro, senza eccezione, nemmeno i suoi amici più cari.
Quella decisione aveva ferito Belle, ma poi l’aveva in qualche modo capita e le era stata vicino comunque: per la biondina Touko rimaneva pur sempre la sua migliore amica e in qualche modo poteva capire il dolore che si celava dietro quella maschera che la brunetta si era abilmente costruita.
Entrò nella sala da cui si diramavano le vie per le varie stanze adibite alle lotte e mostrò ad un uomo un foglietto di carta: il suo “invito” per poter vedere Touko.
Sì, finalmente dopo un mesetto riusciva a rivederla, in occasione del diciassettesimo compleanno della campionessa, che “gentilmente” l’aveva lasciata venire a palazzo.
Belle aveva preparato ogni cosa per festeggiare al meglio il compleanno della amica, quella era la sua chance per riportare il sorriso sul viso della moretta e non avrebbe fallito.

 

 

«Coraggio Stoutland!» urlò Komor all’interno della sala lotta. «Usa Gigaimpatto!» ordinò il ragazzo al Pokémon generosità che aveva appena ricevuto una potente Idrondata da parte del Samurott nemico.              
«Evitalo» disse semplicemente l’avversario facendo in modo che il suo Pokémon evitasse abilmente il colpo nemico.
«Cavoli Touko, il tuo Samurott è ben allenato!» esclamò Komor rivolto alla ragazza.
«E non hai visto niente» sorrise malefica la brunetta mentre un debole Sgranocchio veniva inferto senza troppi danni al suo compagno «Ora Samurott, vendetta!».
 Il Pokémon dignità sfoderò tutta la sua forza in quell’attacco decisivo, mandando l’avversario al tappeto.
«Sono colpito, hai lasciato che Sgranocchio colpisse Samurott per poi attaccare con vendetta, che oltre a essere molto efficace, aumenta di potenza se si ha subito un attacco in precedenza. Complimenti Touko, mi stupisci sempre di più!» sorrise Komor prendendo la sua ultima ball «Ma comunque non è ancora finita. Vai Serperior!».
Con sua grande sorpresa anche Touko ritirò nella ball Samurott.
«Questo è un lavoro per te Unfezant» mormorò tra se mentre scagliava con decisione la ball verso il campo lotta.
Il maestoso Pokémon orgoglio fece la sua comparsa mettendo Komor momentaneamente in confusione: Unfezant era un tipo volante, avvantaggiato rispetto al suo tipo erba.
«Possiamo farcela comunque, vai Serperior usa Avvolgibotta!» ordinò cercando di fare ordine nei suoi pensieri “almeno questo dovrebbe bloccarlo”.
Il Pokémon regale avvolse col la sua lunga coda Unfezant, ma Touko non fece una piega e si limitò a dire «Liberati con Alacciaio».
Questo il ragazzo non l’aveva previsto e una goccia di sudore gli scivolo lungo la tempia, così preso dal panico si giocò l’ultima carta.
«Serperior usa Verdebufera!», ma Touko se lo aspettava così ordinò al Pokémon «Evitalo con Volo e poi usa Areoattacco».
Era una strategia molto semplice e Komor avrebbe potuto evitare l’attacco facilmente, ma non aveva tenuto conto della velocità di Unfezant che con un potentissimo colpo mandò al tappeto il Pokémon regale.
Aveva perso di nuovo.
«Non vincerò mai con te!» disse il ragazzo con un sorriso amaro, mentre ritirava il suo Serperior esausto.
«Sei sempre fin troppo gentile, ma stai migliorando velocemente» rispose Touko tranquillamente.
«Hai allenato molto i tuoi Pokémon ultimamente?» gli chiese curioso il ragazzo.
La brunetta capì che era una domanda retorica. Era ovvio che avesse allenato i suoi Pokémon, perché altrimenti non avrebbe avuto altro modo per distrarsi alla Lega, dove ormai gli sfidanti che riuscivano ad arrivare a lei erano sempre più rari, ma si limitò a rispondere un semplice “si” e a incamminarsi verso il centro del campo per stringere la mano al suo sfidante.
«Siete bravi voi due!» esclamò la voce di Belle dalla porta «Hai assistito alla mia sconfitta?» domandò sorridendo Komor.
«Beh lei è pur sempre la campionessa» pigolò la bionda.
«Comunque buon compleanno Touko!» esclamò correndo ad abbracciarla. «Grazie Belle» disse la brunetta mentre veniva stritolata dall’abbraccio dell’amica.
«Guarda, ho anche portato una piccola torta per festeggiare assieme…» «Mi dispiace non posso» la interruppe Komor avvilito. «Vorrei fermarmi, ma ho delle faccende da sbrigare».
Detto questo il moro uscì di corsa.
Ultimamente faceva sempre così ed e aveva un atteggiamento che risultava sospetto agli occhi attenti della biondina.
«Beh se non c’è Komor faremo per un altro giorno» provò a proporre Touko, ma Belle la zittì subito dicendo «No, oggi si festeggia, quindi non pensare di svignartela!».
E Touko si permise di sorridere. Quella era la sua amica, piena di gioia e perennemente felice.

 

 

«E così la professoressa Aralia mi ha proposto di lavorare per lei, come assistente» stava dicendo Belle intenta a mangiare un’altra fetta di torta. Quelle poche volte che veniva la biondina informava l’amica di ciò che succedeva “nel mondo esterno” e le parlava, anche per ore, della sua vita o di qualcosa che aveva visto.
E Touko ascoltava, pazientemente, ed era felice che l’amica ancora le parlasse dopo la decisione presa di evitare maggiormente i contatti con lei e i suoi amici.
Per un po’ aveva pensato addirittura che Belle la odiasse, ma invece lei la veniva a trovare quando era possibile e le era sempre stata vicino. Durante le sue visite a dire il vero la brunetta non interrompeva mai la parlantina della bionda e non parlava mai di se, ma d’altronde di cosa avrebbe potuto parlarle… le sue giornate erano noiose a confronto di quelle di Belle.
«Aspetta!» esclamò ad un tratto la bionda «Devo ancora darti il tuo regalo!».
Touko fu sorpresa da quelle parole, mai si sarebbe aspettata un regalo, per lei il suo compleanno non era altro che il compimento di un altro anno da quando lui era scomparso… persa nei suoi pensieri la ragazza non si accorse che Belle le porgeva un pacchettino sotto il naso.
«Su aprilo!» la incitò.
Touko scartò il pacco lentamente, quasi con terrore, non sapeva perché ma aveva un pessimo presentimento a riguardo e non appena lo aprì vide che il suo timore no era infondato.
«E questo che cos’è?» chiese con lo sguardò sbarrato dallo stupore.
«Te lo ho detto è il tuo regalo!».

 

  
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