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Autore: Diamont Duchess    16/09/2014    1 recensioni
“Lei è una guerriera , Clarice. La nemica è morta , il bambino è salvo. Lei è una guerriera”
Forse il Dr Lecter aveva ragione nell'averle scritto così. Ma ormai che senso poteva avere esser una guerriera senza armi e senza riconoscimenti? ( Capitolo II)
Clarice Starling , Agente dell'FBI, dopo lo strepitoso successo ottenuto con la cattura di Buffalo Bill , viene sollevata dal suo incarico per una disastrosa operazione costata la vita a due agenti del Bureau.
Nel segreto della sua camera , nasconde due lettere del famigerato Hannibal Lecter , il Cannibale pluriomicida evaso dal carcere di Memphis sette anni prima.
Ancora le grida degli agnelli infestano le sue notti tramutando i suoi sogni in incubi terrificanti.
Quando smetteranno di urlare?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarice Starling, Hannibal Lecter
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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II

-  Clarice per l’amor del Cielo. Hai una faccia che fa paura! Che ti è successo? – domandò Ardelia,  amica di Clarice che fin dai tempi dell’Accademia condivideva con lei la stanza ed ora la casa.
- Nulla Ardelia, nulla. Cosa pensi che possa esser successo? – rispose Clarice mentre entrava in casa, evitando Ardelia che le si era parata di fronte e non le consentiva di passare  - Nulla, mi hanno solo sospesa dal servizio. Ringrazio con tutto il cuore Klender  del servizio resomi …– continuò la donna sibilando il nome del vicedirettore del Dipartimento di Giustizia.
- Quella merda di nome Klender? E’ stato lui ? – chiese Ardelia incalzano l’amica che non appariva dell’umore adatto per rispondere alle sue domande  - Rispondimi , tanto lo sai che alla fine lo verrò a sapere comunque , se non oggi , sarà domani e dalle tue labbra, Starling. Quindi parla!
Clarice, stanca di quella giornata che le pareva infinita, si tolse velocemente il suo ampio giubbotto grigio e lo gettò sull’attaccapanni , adirata e seccata con Ardelia e la sua intrusione, ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto  sputato il rospo, meglio farlo subito .
- Sì, Ardelia. Crawford non ha potuto far niente per me, per quanti poteri avesse … Aveva anche lui le mani legate. Pearsall, il nostro capo, ha dovuto sospendermi grazie sicuramente ai “consigli” di Klender. Quell’uomo mi odia tanto perché non ho mai accettato le sue avances …  Ecco spiegato il motivo di tanto astio nei miei confronti …Vuole sbattermi fuori e ci sta riuscendo, lentamente , ma sta raggiungendo il suo obbiettivo o vendetta… - rispose Clarice buttandosi a peso morto su una poltrona nel salotto che condivideva con l’amica Ardelia.
La loro casa era divisa nettamente in due alee e solamente la cucina e il salotto erano in comune, tralasciando gli ovvi corridoi. Stranamente la parte di Clarice sembrava un campo da battaglia per il disordine e le carte ammassate in vari angoli della casa, al contrario la parte di Ardelia era pulita, perfetta ed ordinata il che suscitava sempre ammirazione ed invidia in Clarice .
- Hai spiegato per filo e per segno? Tutto ? Quello che hai detto a me lo hai spiegato? – la incalzò nuovamente Ardelia i cui occhi fiammeggiavano di rabbia.
- Certamente – rispose Clarice chiudendo gli occhi e reclinando il capo all’indietro – ma potevo far ben poco. Hanno detto che le immagini che sono state scattate e le riprese che sono state girate mi incolpano di aver sparato per prima ad Evelda , quando così non è. E pensare che nessuno ha pensato alle vite perse in quella operazione del cazzo… -
- “Tu ti innamori dell’FBI, ma l’FBI non si innamora di te”  - commentò Ardelia prendendo la mano dell’amica che sapeva ancora sconvolta per la morte dell’agente Brigham, loro istruttore al poligono di tiro ed divenuto collega ed amico in diverse missioni.
- Ne ho avuto la prova stamane Ardelia. Sospesa fino a nuovo ordine. Fino all’Udienza preliminare, anche se ho buone possibilità di cavarmela. Posso continuare comunque ad operare nei vari casi , a fare ricerche, ma non potrò scendere sul campo…  - concluse Clarice stringendo la mano dell’amica che sentiva calda e rassicurante .
- Starling senti : fatti una doccia, mangia qualcosa e vai a letto. E’ inutile rimanere alzati . Hai una faccia da far paura, dico sul serio. Vedrai che sarà tutto finito tra qualche giorno o settimana e Klender rimangerà tutte le stronzate che ha sputato contro di te. Vedrai, fidati ! – Ardelia in qualche modo cercava di rassicurarla, ma sentiva Clarice lontano, persa in chissà quali pensieri o congetture.
Starling accolse la proposta della donna, si alzò , la ringraziò con un mezzo sorriso forzato e sparì nella parte di casa a lei destinata .
Una doccia era quello che le ci voleva.
Tolti gli abiti , Clarice si infilò sotto la doccia.
L’acqua le rilassò tutti i muscoli tesi e coprì le lacrime che solcavano finalmente le sue guance.
Tutto era finito per una stupida operazione e per una stupida persone che stava ai vertici del potere?
Clarice non avrebbe mollato, era una persona combattiva, lo era sempre stata e non sarebbe stato Klender ad averla vinta. No, ne andava del suo orgoglio personale.
Uscì dalla doccia con ancora qualche lacrima che le correva sul volto.
Subito si coprì con un telo avvolgendoselo lungo tutto il corpo e avviandosi con passi lenti verso la sua camera. Una volta dentro chiuse la porta, non voleva esser disturbata da nessuno, Ardelia compresa.
Aveva un disperato bisogno di solitudine.
Indossò un pigiama comodo, largo , caldo e si distese sul letto con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
Notò con un certo disappunto che si era formata , nell’angolo a destra , una macchia d’umidità.
Bisognava farla riparare al più presto.
Ripensava alla giornata , alle parole che aveva detto e che le erano state dette mentre la mano si protraeva verso un cassetto del comodino.
Lo aprì senza nemmeno voltarsi e con le dita tastò i vari oggetti in esso contenuti.
Finalmente trovò quello che stava cercando : la lettera.
La prese e se la portò di fronte agli occhi.
Erano passati sette anni dall’ultimo contatto eppure sembrava  ieri che lo aveva scorto nella cella di Massimo isolamento a Baltimora.
Rilesse velocemente il contenuto della lettera, gli occhi veloci correvano tra le righe.
Finalmente si fermarono su una singola riga. Clarice cercava proprio quella.
Lei è una guerriera , Clarice.  La nemica è morta , il bambino è salvo. Lei è una guerriera
Forse il Dr Lecter aveva ragione nell’averle scritto così. Ma ormai che senso poteva avere esser una guerriera senza armi e senza riconoscimenti?

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