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Autore: iceygaze    18/01/2005    2 recensioni
Dopo la morte di Sirius, Harry è cambiato, molto cambiato, l'animo da bambino è scomparso per far posto a quello di un uomo: un uomo spinto da un sentimento molto forte: la VENDETTA
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RITORNO A PRIVET DRIVE

 

Sulla via del ritorno da King’s Cross Harry era molto silenzioso, sì, ma anche molto pensieroso, ed i suoi erano pensieri decisamente pericolosi.

 

< Se è vero che i babbani dicono che: “La vendetta è un piatto che va servito freddo” è altrettanto vero che io sono un mago, e per me la vendetta sarà un piatto caldo, bollente...

 

…ho tutta l’estate davanti e questa dispensa del Ministero mi sarà molto utile; l’unico problema sarà convincere Piton e Silente, ma per questo ci sarà tempo...

 

…Bellatrix Black in Lestrange, la tua fine è segnata, e con la tua anche quella di Voldemort. >

 

Appena sceso dalla macchina degli zii Harry il suo baule con un incantesimo di levitazione facendolo alzare a pochi centimetri da terra e lo iniziò a portare in stanza senza naturalmente il minimo sforzo; tutto questo davanti agli occhi spalancati dei suoi parenti.

 

“Ma- ma- ma, nn ti è permesso fare incantesimi fuori dalla scuola” schiamazzò zio Vernon in un misto di stupore e sconcerto.

 

“Le cose sono cambiate, c’è stato un grande mutamento nel ‘mio’ mondo e il Ministro della Magia mi ha dato questa bella dispensa che non solo mi permetterà di usare la magia in tutta Privet Drive, ma anche ai miei amici che mi verranno a trovare, e proprio per questo motivo ho intenzione di proporvi alcune modifiche per la casa” rispose tranquillamente il giovane ma con un tono di voce virile e fiero

 

“Non lo farai mai” urlò Vernon

 

“E chi me lo impedirà, tu?? Non farmi ridere zio, è già tanto che li deciderò con vuoi i cambiamenti, non mettere alla prova la mia pazienza” fu la schietta risposta di Harry che iniziò a far girare la bacchetta tra le dita

 

E a noi non pensi, come faremo a vivere ancora qui una volta che i vicini scopriranno tutto ciò” chiese preoccupata Petunia.

 

“Non preoccuparti zia, ci penserò io, nessun vicino scoprirà mai niente, solo la sig.Figg ne verrà a conoscenza” fu la dolce risposta del ragazzo memore del discorso con il preside dopo la notte al ministero

 

“La sig.Figg??? Ma è una pettegola di prima categoria” sentenziò Dudley ancora spaventato dal radicale cambiamento del cugino.

 

“Lei sa già tutto in verità” rispose Harry

 

“E’ una di voi?” chiese turbato Vernon

 

“No, non è una strega, ma lavora per noi, mi ha sempre controllato per ordine di Silente; ma ora non perdiamo tempo, entriamo, ho tante cose da fare, e devo finirle prima di sera”

 

***

 

Dopo aver sistemato le sue cose in stanza, avendo cura di disporle una volta tanto alla luce del sole e non nascoste sotto il letto, Harry scese in cucina dove i suoi zii stavano discutendo, o meglio, sua zia stava ascoltando lo sproloquio del marito a proposito del nuovo atteggiamento del nipote

 

Non appena entrato in cucina suo zio si ammutolì guardandolo con odio, Harry sostenette con fierezza lo sguardo e, sedutosi vicino al piano fuochi, iniziò ad esporre le sue novità.

 

“Bene zii, ho intenzione di applicare un incantesimo sul salotto in modo che diventi più largo e quindi adatto ai miei allenamenti” iniziò a spiegare Harry.

 

“Ma- magie sulla casa?” chiese una spaventatissima Petunia

“Allenamennti?” gli fece eco Vernon

 

“…esatto zia, ma non preoccuparti, da fuori non noterà niente nessuno, sembrerà il solito salotto di sempre, e nessuno vedrà quello che farò inoltre penso che eseguirò degli incantesimi anche su mobili, il soffitto, il pavimento e le porte in modo da rinforzarle così da non rischiare di romperle…” continuò lui rassicurando in parte la zia-

 

“Non hai risposto alla mia domanda ragazzo” ringhiò indispettito dall’atteggiamento arrogante del nipote

 

Dopo che Vernon finì di parlare lo sguardo di Harry si indurì di colpo e anche la sua voce sembrava puro ghiaccio “Primo, io non sono ragazzo ma Harry Potter e secondo, attento quando parli con me zio, non sono più il ragazzino buono, gentile e sottomesso che ero l’estate scorsa”

 

“Come-”

 

“Attento zio, guarda che rischi –lo fermò Harry giochicchiando con la bacchetta– comunque continuando col discorso di prima, alcuni miei amici verranno a trovarmi, uno di loro probabilmente tutti i giorni… ah, quasi dimenticavo zia, probabilmente riceverò molti gufi quindi saresti così gentile da lasciare da parte il pane raffermo? Te ne sarei molto grata”

 

“Ce – certo Harry”

 

“Bene, per adesso penso di aver finito, se mi verrà in mente qualcos’altro ve lo comunicherò, ora vado in camera a riposare, il viaggio è stato lungo e sono piuttosto stanco, scenderò per cena” concluse il giovane uscendo dalla cucina

 

“Tu, piccolo essere insignificante, come ti permetti di venire in casa mia a comandare senza dare una spiegazione, senza sentire se siamo d’accordo o meno!!!” sbraitò Vernon alla fine del discorso

 

Harry si voltò lentamente colpito dall’audacia dello zio: “Ah, è vero, che sbadato, zia scusa, c’è qualcosa del mio progetto che non va bene secondo te?”

 

“N- n- no, va tutto bene” disse la donna nella più totale incredulità.

 

“Piccolo impertinente com-”

 

“Mimberwimble”

 

Improvvisamente Vernon iniziò a farfugliare parole incomprensibili ed Harry gli disse arrogantemente: “Ti avevo avvisato; a dopo; ah zia, se hai bisogno una mano basta che mi chiami”

 

“Va- va bene Harry”

 

***

 

Qualche giorno dopo nel soggiorno di Privet Drive, Harry era in pieno allenamento, sbatacchiato qua e la dal suo ex-prof di DADA Malocchio Moody: “No, non ci siamo, non ci siamo proprio, devi metterci molto più potenza quello non è uno scudo, è un colabrodo” esclamò innervosito l’Auror asciugandosi la fronte con un fazzoletto.

 

“Non è facile mantenere uno scudo senza usare la bacchetta e nel frattempo attaccare, professore” rispose seccato il ragazzo dal commento del suo allenatore visto che nelle ultime ore già stato schiantato un’infinità di volte e la stanchezza stava iniziando a farsi sentire.

 

“Lo so, lo so ragazzo, ma è per il tuo bene, se riuscissi in questo ciò potrebbe rivelarsi il tuo asso nella manica il giorno che dovrai affrontare Voldemort, pochi, pochissimi maghi hanno abbastanza forza per farlo, e per tua sfortuna lui è uno di quelli” ammise grave Moody

 

“Lo so perfettamente, ecco perchè riproveremo finchè non sarò capace di respingere anche gli attacchi più potenti” esclamò il giovane rialzandosi faticosamente in piedi.

 

“Sarà un lavoro lungo, faticoso e doloroso ragazzo mio”

 

E allora? Il mio obiettivo è ambizioso, se non sarò più che preparato ci lascerò le penne, e non trovo assolutamente allettante la prospettiva” ridacchiò lui mettendosi in posizione di difesa

 

“Ok, ricominciamo” e dicendo questo i due ripresero a combattere duramente per tutto il pomeriggio, e solo verso le sette di sera si fermarono, peccato che prima che Moody se ne andasse Harry gli espose una sua certa teoria su di un certo allenamento con certi anatemi illegali e certe maledizioni senza perdono, cosa che fece irritare notevolmente il suo insegnate:

 

“Ragazzo, non me lo chiedere neanche, sai benissimo che quel permesso non è esteso alla magia nera e agli anatemi illegali” gridò l’uomo con fare accigliato

 

Harry vedendo l’espressione dura dell’insegnante provò ad usare la carta dell’umorismo: “Ma cosa potrebbe succedere di tanto grave, una ramanzina e via, no?”

 

“Per te magari, per me sicuramente Azkaban dopo che mi avranno rotto la bacchetta, non che Azkaban sia un problema per me, non lo è da molti anni, poi il fatto che i Dissennatori hanno tradito rende le cose molto più facili, ma sai, sono molto affezionato a questa bacchetta – ridacchiò l’Auror – e non voglio certo farmela rompere per la tua bella faccia, però rimane il fatto che non ci alleneremo con quegli incantesimi

 

“E allora andrò a chiedere a Caramell il permesso” ribattè come un bambino arrabbiato Harry

 

“Non te lo darà mai!” rispose Moody consapevole dell’odio represso del Ministro nei confronti del ragazzo

 

“Provare non costa nulla e comunque in caso di rifiuto ho i miei assi nella manica” ammise Harry mentre un ghigno malefico prendeva il sopravvento sul suo viso

 

“A tuo rischio e pericolo?”

 

“A mio rischio e pericolo”

 

Improvvisamente, e con una certa trepidazione, nel salotto Petunia Dursdley fece comparsa per avvisare il nipote che la cena era pronta: “S-si ferma a- a- anche l-lei sig. Moody” balbettò la donna lasciando a bocca aperta il nipote che mai e poi mai si sarebbe aspettata tale gesto dai suoi parenti. Anche Moody era rimasto decisamente spiazzato ricordandosi dell’atteggiamento di quei babbani a King’s Cross la settimana prima: “No grazie signora, purtroppo questa sera sono già impegnato, ma sarò lietissimo in futuro di accettare il suo invito” disse sorridente l’Auror, poi volgendosi verso Harry sussurrò “soprattutto quando magari avrò un po’ di pozione Polisucco in più” e dopo aver salutato la padrona di casa se ne andò.

 

***

 

Quella sera Harry decise di salire sul tetto della casa, faceva decisamente caldo quell’estate, sicuramente più dell’estate precedente, ma nonostante tutto una piacevole brezza aveva portato un po’ di refrigerio su Privet Drive e di certo non c’era esisteva posto migliore in tutta la casa per poter godersi l’inattesa frescura e poter così pensare in santa pace senza essere disturbati dalla televisione che Dudley aveva l’abitudine di ascoltare a volume altissimo.

 

«…chissà come mai la zia ha invitato Moody a casa…strano, decisamente strano, ma meglio così, se almeno lei inizia ad accettare la cosa magari anche quell’idiota dello zio potrebbe iniziare ad accettarlo…

…per fortuna poi che Moody ha rifiutato, ancora pochi minuti e l’effetto della Polisucco sarebbe sparito, sai che scena, il vecchio Malocchio in tutto il suo splendore avrebbe decisamente fatto venire un infarto ai suoi zii; quel giovane di bell aspetto in cui ha deciso di trasformarsi è decisamente migliore…»

 

 

  
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