Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: weretogether    16/09/2014    3 recensioni
''-io mi sono innamorato di te Amy.- disse tutto d'un fiato.
-non importa, ormai è troppo tardi.-
-stai mentendo.-
La mia schiena era contro la parete fredda della camera d'albergo.
-sono solo un'amica, Justin.- dissi mentre sentivo le lacrime bruciarmi sul volto.''
E' passato un anno da quando Amy e Justin si sono detti addio, ma è arrivata l'ora di tornare a casa, anche se per qualche settimana.
Ma cosa succederà se, al ritorno di Amy, le cose non saranno più come le ricordava? Cosa succederà se si ritroverà a vivere in una realtà a cui però sente di non appartenere più?
E Justin? Cosa farà quando quella che un tempo considerava la sua migliore amica tornerà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 16.
''i think about us.''

Quando quel mattino mi svegliai avevo il viso premuto contro il petto di Justin e la mia mano era appoggiata sul suo fianco.
Cercai di alzarmi senza svegliarlo, ma poi sentii delle labbra posarsi sulla mia fronte e mi resi conto che lo era già.
-buongiorno.- disse.
-buongiorno.- sorrisi sfiorandogli appena con l’indice gli addominali.
Lui ridacchiò e mi accarezzò i capelli.
-che ore sono?- chiesi mentre mi passavano una mano sugli occhi e sbadigliavo.
-le dieci, credo.-
Mi sollevai di scatto, voltandomi verso il mio comodino e allungando la mano destra fino a prendere il mio cellulare per controllare l’orario.
-perché nessuno mi ha svegliata?-
Stavo per scendere dal letto e correre in giro per la camera a prendere i vestiti e prepararmi quando due mani mi afferrarono prontamente per i fianchi, impedendomi di muovermi.
-oggi staremo soli.- posò le sue labbra sul mio collo e milioni di brividi mi percorsero la schiena. –tutto il giorno.- aggiunse dopo.
-ma..-
-ho detto agli altri che stai male e mi sono offerto di stare con te, per non privarli di una bellissima giornata tra le piste da sci.-
Mi spostai e lo guardai, un po’ imbarazzata per quei baci e quelle carezze che non avevo mai ricevuto prima.
-e dove andremo?- chiesi curiosa.
-è una sorpresa.- stava per avvicinarsi quando lo scansai di poco e riuscì solo a lasciarmi un bacio all’angolo della bocca.
Mi guardò confuso e io gli feci un occhiolino.
Desideravo i suoi baci, ma lo avrei fatto attendere per avere i miei. Avevo intenzione di giocare un po’ con lui, per vedere se quello che continuava a dirmi fosse vero oppure no.
-che devo mettermi?- chiesi.
-qualcosa di comodo.- detto questo si alzò e scomparì in bagno.
A quel punto presi dalla valigia dei jeans scuri ed un maglioncino panna e mi vestii mentre Justin non poteva vedermi.
-sei pronta?- chiese mentre riuscivo a sentire il suono dell’acqua che usciva dal rubinetto.
-si.- mi sedetti sul letto e lessi un paio di messaggi ricevuti mentre aspettavo che il biondo uscisse dal bagno.
C’era un messaggio che Renée mi aveva mandato la sera precedente dove mi diceva che l’aereo era decollato e un altro di quella stessa mattina che mi avvertiva che era appena arrivata, così subito la chiamai per sapere come stava, come era andato il viaggio e, soprattutto, per scusarmi.
Dovetti aspettare alcuni secondi prima che la mia migliore amica rispondesse al telefono e per una frazione di secondo l’idea che fosse arrabbiata con me mi balenò in mente.
-Amy.- rispose. La sua voce era squillante e mi tranquillizzai un po’.
-Renée, come stai?-
-bene, tu?-
-mi dispiace tantissimo per ieri. non sapevo che mio fratello potesse davvero lasciarmi li. davv..- mi interruppe ridacchiando, come se le mie scuse la divertissero.
-Ams, è tutto okay. ora mi dici come stai?-
-io..- ripensai a Justin e non riuscii a non sorridere. –io sto bene.- sospirai mentre ricordavo delle sue labbra sulle mie.
-come è andata con Justin?- chiese.
-io..- cercavo le parole giuste per raccontarle tutto, ma, prima che ci riuscissi, la sentii ridere ancora e mi convinsi che c’era qualcosa che non andava. –cosa mi nascondi?-
-niente. cosa dovrei nasconderti?- dal suo tono capii che mentiva.
Stavo per dirle di raccontarmi la verità quando si affrettò a dirmi che doveva andare e che mi avrebbe richiamata appena avrebbe potuto.
Non mi diede nemmeno il tempo di salutarla che riattaccò e in quel momento ebbi la conferma che non mi aveva detto tutto.
Restai qualche secondo a fissare lo schermo del cellulare, poi la porta del bagno si aprì e Justin mi si avvicinò.
-tutto okay?- chiese notando la mia strana espressione.
Annuii e mi alzai velocemente, indossando il cappotto, proprio come stava facendo lui.
-andiamo.- disse aprendomi la porta della camera e uscii fuori, seguita da lui.
 
Justin guidava da un’ora e mezza ormai e non avevo la più pallida idea di dove mi stesse portando.
Da quando eravamo partiti avevo visto al massimo tre cartelli stradali che segnalavano semplicemente la possibile presenza di animali in giro.
Le strade erano state spalate da poco, ma Justin guidava comunque con prudenza.
-quando arriveremo?- domandai per la milionesima volta cercando di sovrastare il volume della musica.
Ovviamente la canzone che c’era in radio era ‘I need your love’ e mi chiesi se quella fosse solo una coincidenza.
-manca poco ormai.-
-lo ripeti da mezz’ora.-
-lo so.- sorrise e le farfalle si scatenarono nel mio stomaco.
Un lieve sorriso comparve anche sul mio viso e, dopo essere rimasta interi secondi ad osservare il profilo perfetto di Justin, riportai lo sguardo fuori dal finestrino, perché non volevo che mi sorprendesse a fissarlo. Sarebbe stato piuttosto imbarazzante, nonostante sapesse che mi piaceva.
Dieci minuti dopo, finalmente, Justin parcheggiò la macchina e ci avviammo, fianco a fianco, verso una baita affiancata da un capanno le cui porte erano aperte.
Quando entrammo nella baita riuscii a vedere, dietro un bancone, un uomo anziano che aveva lo sguardo fisso su alcuni fogli.
-salve.- dicemmo avvicinandoci.
-buongiorno.- l’anziano distolse lo sguardo da quello che riconobbi come il New York Times e ci sorrise. –io sono Ben.- si presentò cordialmente. –cosa desiderate?-
-vorremmo noleggiare una motoslitta.- rispose Justin e fu a quel punto che capii cosa avremmo fatto.
Con una mano toccai il braccio di Justin, che però sembrò non far caso a quel mio gesto, e il cuore accelerò un po’, pensando alla giornata che ci aspettava.
-seguitemi.- disse l’uomo dirigendosi verso una porta sul retro e conducendoci al capanno che avevo visto poco prima.
-potete scegliere una motoslitta. avete a disposizione due ore, poi dovrete riportarla indietro.-
Justin annuì, facendogli capire d’avere inteso e ne indicò una qualsiasi.
-vado a prendervi le chiavi.- ci sorrise e ripercorse il vialetto su cui eravamo passati poco prima.
-tu sei matto.- dissi a Justin quando fummo soli.
-perché?-
-perché lo sei e basta.-
Justin mi strinse a sé e mi sentii come una ragazzina alle prese con la prima cotta, ed effettivamente era un po’ così.
Passarono alcuni minuti e Ben tornò con una chiave in mano ed una cartina nell’altra.
-queste sono vostre.- disse porgendocele, poi si avviò verso uno scaffale su cui stavano dei caschi e ci diede anche quelli.
-nella mappa troverete i punti in cui potete andare e quelli dove non potete. siate puntuali e, mi raccomando, indossate i caschi e state attenti.- ci rivolse un sorriso gentile e tornò dentro, sfregandosi le mani per combattere il freddo.
Justin portò la motoslitta fuori, poi indossò il casco e lo stesso feci io.
-sei pronta?- chiese quando entrambi salimmo.
Annuii, legando le mani intorno alla sua vita e tenendomi più stretta che potevo.
A quel punto mise a moto e partì. Dapprima andava più lentamente, in seguito accelerò sempre più e sentii il cuore martellarmi nel petto.
Non avevo minimamente paura e, mentre il vento scompigliava i capelli che non erano intrappolati dal casco, pensai che avrei voluto che quel momento durasse per sempre.
 
Quelle due ore passarono davvero troppo in fretta e, mentre sfrecciavamo tra gli alberi di un bosco completamente ricoperto di neve, tenevo la testa sulla spalla di Justin, mentre il mio petto era premuto contro la sua schiena.
Quando arrivammo al capanno, Ben uscì fuori e aiutò Justin a sistemare la motoslitta, mentre io riponevo i caschi sullo scaffale dal quale erano stati presi qualche ore prima.
Quando tutto fu sistemato tornammo tutti e tre dentro quella piccola baita e, dopo aver pagato, salutammo. Poi io e Justin ci avviammo verso la macchina.
-ti sei divertita?- chiese Justin mentre con un bracciò mi cingeva un fianco.
-e me lo chiedi pure?- dissi euforica. –certo che si.-
La temperatura, rispetto a quella mattina, era un po’ scesa e, appena fummo in macchina, aprii velocemente lo sportello e mi sedetti sul sedile del passeggero.
Mi guardai allo specchio mentre Justin prendeva chissà cosa dal cofano e notai il mio aspetto orribile.
Avevo i capelli scompigliati e le guance arrossate.
Quando il biondo salì in macchina, mi osservò per qualche istante.
-che succede?- chiese mentre non mi decidevo a distogliere lo sguardo dal mio riflesso nello specchietto.
-sono terribile.- annunciai portando lo sguardo su di lui e notando una borsa termica che prima non avevo visto.
A quelle parole mi accarezzò dolcemente la guancia e sorrise appena.
-non sei terribile.- mi baciò il naso, facendomi sorridere.
-ora tieni questo.- disse estraendo dalla borsa un panino.
-quando li hai preparati?- chiesi scartandolo e addentandolo, accorgendomi solo in quel momento del brontolio del mio stomaco.
-ho chiesto a Travis di prenderli prima di andare a sciare.- fece spallucce e poi  anche lui addentò il suo panino con pollo e lattuga.
-sei pieno di sorprese.- dissi e lui ridacchiò fiero di sé con la bocca ancora piena. –e anche maleducato.- aggiunsi e risi anche io.
Quando finimmo di mangiare Justin mise di nuovo in moto la macchina e ripartimmo verso un’altra meta a me sconosciuta.
-e ora dove andiamo?- chiesi richiudendo la bottiglietta d’acqua da cui avevo bevuto.
Prima che Justin aprisse bocca lo anticipai dicendo –è una sorpresa.- e lui finse d’essere offeso.
Tenne il muso per cinque minuti circa e io, in quel breve arco di tempo, non smisi nemmeno per un momento di fissarlo.
La sua mandibola era serrata e aveva le labbra chiuse, mentre si sforzava di non ridere.
Mentre notavo quanto impegno ci stesse mettendo per restare serio, scoppiai a ridere, cercando di reprimere la voglia che avevo di baciarlo. Da quella mattina lui non ci aveva più provato e io mi ero mantenuta a distanza dalle sue labbra, non volendo cedere.
Poco dopo anche Justin rise e riuscivo solo a pensare a quanto lui contasse per me e a quanto fosse grande il mio amore per lui.
Quando Justin fermò la macchina, vicino a quello che doveva essere un parco, mi squillò il cellulare, così lo presi e lessi il messaggio di mia madre che sperava stessi bene e che mi avvertiva sarebbero tornati in albergo subito dopo cena.
-chi è?- chiese Justin avvicinandosi e prendendomi per mano.
Quando la sua mano sfiorò la mia io rabbrividii, mentre le lacrime volevano rigarmi il volto. Fortunatamente le bloccai prima che potessero uscire e cercai di rimandarle indietro.
Justin, ancora una volta, sembrò indifferente, mentre il mio cuore, invece, iniziò a battere più veloce e le mie gambe minacciavano di cedere.
-mia madre.- lui annuì e io non riuscii a distogliere i miei pensieri da quello che stava succedendo tra noi due.
Stavo vivendo tutto quello che sognavo da anni e mi chiesi se quella fosse la cosa giusta. Nonostante tutto, comunque, non pensai al fatto che io e Justin non stessimo insieme, tantomeno che lui fosse il fidanzato di mia sorella.
Non avevo alcuna intenzione di rovinarmi la giornata, quello era il mio giorno ed ero decisa a viverlo fino all’ultimo istante.
-questo posto è bellissimo.- mi guardai attorno e notai come la neve avesse dipinto tutto ciò che ci circondava di bianco.
Gli altissimi alberi, che costeggiavano il vialetto dove si camminava, erano bianchi, così come le panchine e quello che, in primavera, doveva essere un verde e rigoglioso prato.
Immaginai come sarebbe stato passeggiare li in primavera. Immaginai i fiori e gli scoiattoli, i bambini che giocavano ad acchiapparella e i ragazzi che, seduti sulle panchine, davano il loro primo bacio.
-dovremmo farci una foto.-
Io annuii col capo, mentre non riuscivo a staccare gli occhi da tanta bellezza.
Camminammo per un paio di chilometri, poi arrivammo ad una pista da pattinaggio non troppo affollata.
Mi trattenni dal lanciare un urletto e sentivo di non poter essere più felice di così. Justin sapeva quanto amassi pattinare.
-ti va?- il mio tono era supplichevole mentre alludevo alla pista che si trovava difronte a noi.
-no.- scosse la testa divertito.
-per favore.- ripetei più e più volte, finché si decise ad annuire.
Andammo a fare i biglietti e, dopo aver pagato, ci infilammo i pattini che la signora della biglietteria ci aveva gentilmente dato.
-andiamo?- mi chiese il biondo.
-andiamo.- pronunciai ed iniziammo a pattinare mano nella mano, come una coppia di fidanzati. Seppur non fossimo una coppia, mi piaceva immaginare che le persone lo pensassero.
Le nostre mani erano saldamente intrecciate e non riuscivo a trovare delle parole che descrivessero il modo in cui mi sentivo. Dire che ero felice, emozionata, stupita, era decisamente troppo poco. Quelle semplici parole non sarebbero mai bastate ad esprimere il modo in cui mi sentivo, così come la parola amore non bastava ad esprimere tutto quello che provavo per Justin.
 
-a cosa pensi?- mi chiese Justin mentre ce ne stavamo seduti su di una panchina gelata da cui avevamo tolto della neve.
-penso a noi.-
-è positivo?-
Feci spallucce. –penso a cosa potrebbero immaginare le persone che ci vedono insieme, in questo istante. penso a cosa potrebbero significare le nostre mani intrecciate che si sono lasciate solo per qualche istante da quando siamo arrivati qui e penso che questa sia la miglior giornata della mia vita, e che non voglio pensare a cosa succederà quando finirà, tantomeno a come mi sentirò.-
Justin mi baciò la fronte e mi convinsi che non mi sarei mai abituata al contatto delle sue morbide labbra sulla mia pelle.
-tu? a cosa pensi?-
-penso che sei bellissima e che vorrei che questa giornata non finisse mai.- disse e io arrossii, non riuscendo a credere che Justin avesse davvero detto che io ero bellissima.
Ero convinta che per lui sarei stata sempre e solo Amy. Amy la migliore amica, Amy la compagna di banco, Amy la confidente, mai Amy la ragazza bellissima.
-ti ricordi di quella volta in cui, tornando dalla festa in spiaggia, non mi parlasti per tutto il tragitto perché Ian Thomas mi aveva detto che ero bellissima?-
Justin annuì sorridendo appena.
-giuro che non capivo perché eri così arrabbiato.-
-non ero arrabbiato, ma furioso.-
-già, ma perché?-
-perché lui non poteva dirti cose del genere.-
-e allora chi poteva?- inarcai un sopracciglio ridacchiando.
-solo io.-
-ma non l’hai mai fatto.-
-te l’ho detto ora.- disse accarezzandomi i capelli.
-sai, credevo che non mi avresti mai detto niente del genere.-
-aspettavo solo di rendermi conto che sei l’unica cosa bella che io abbia mai avuto.- a quelle parole lo abbracciai e lui mi strinse dolcemente, poi chiusi gli occhi e desiderai che quel momento durasse in eterno.

 
**
Eccomi qua!
Questa volta mi sono messa d'impegno e, visto che il capitolo 15 l'ho pubblicato la settimana scorsa, stavolta sono stata piuttosto puntuale.
Il capitolo l'ho scritto ieri due ore circa, l'ho buttato giù tutto in una volta e, anche se non volevo farvi aspettare un altro giorno per leggerlo, ero troppo stanca per rivederlo e correggere eventuali errori.
A proposito di errori, ho letto e riletto il capitolo e ho cercato di correggerli tutti, ma può darsi che qualcuno mi sia sfuggito.

Non voglio scrivere il solito poema, così passo direttamente ai ringrazimenti.
Ringrazio tutte le ragazze che hanno la storia tra le seguite e\o preferite (noto con mio grande piacere che aumentate sempre più), quelle che la leggono ma che non recensiscono e un grazie enorme va alle cinque fantastiche ragazze che hanno recensito il capitolo precedente. Siete meravigliose, davvero. 

Spero seriamente che il capitolo vi piaccia, era da molto che avevo in mente questa cosa e ho voluto regalarvi questa giornata sdolcinata tra loro due. 
Spero anche di leggere tante vostre recensioni per sapere cosa ne pensate. 


Ultima cosa: sto scrivendo un'altra storia (sono ancora agli inizi), se vi va passate a leggerla, si chiama 'I wanna be the one to remind you what it is to smile, I will show you what true love can really do.'
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2608799&i=1
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: weretogether