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Autore: hiromi_chan    16/09/2014    5 recensioni
Kieren è la ragione andata perduta e poi ritrovata. E' una follia miracolosa. E' la luce morbida di una candela, apparentemente fragile ma così potente da rischiarare l'antro nero dell'animo di Simon. E' al di sopra di ogni religione o proiezione della mente; tutte le verità incorruttibili diventano bestemmie irragionevoli davanti all'idea di perderlo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kieren Walker, Simon Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Illuminated

 

 



«Suddenly my eyes are open,

Everything comes into focus, oh,

We are all illuminated,

Lights are shining on our faces, blinding.»

Hurts

 

 

 

 

Loro non sentono.

Non possono percepire le gocce di pioggia che cadono sul volto, una due tre, cento gocce, non le sentono toccare la pelle e infrangersi e morire lì e bagnare gli occhi, no.

Loro non sentono la consistenza della mano che è stretta tra le loro dita, la forma delicata degli arti aggrappati alle loro membra, ossa contro ossa, carne contro carne... il calore.

Simon non può godere del calore che emana il corpo prezioso di Kieren mentre si appoggia al suo nel sonno.

Non può sentirlo, è vero, ma sa che c'è. Sa che esistono le mani di Kieren, lunghe e bianche e abbandonate sul petto di Simon come se le avesse semplicemente dimenticate lì – le vede; le tocca con la punta dei polpastrelli, stando attento a non svegliarlo, piano.

C'è una gamba di Kieren, tra le sue, uno stivale ancora infilato. E i capelli di Kieren, oh, non si possono ignorare, quei capelli biondo fragola che fruscerebbero contro il suo mento, se solo Simon avesse coscienza di cosa sia il fruscio di un capello sulla pelle.

Ma prima, prima gli è sembrato di poter sentire le dita di Kieren strofinare la stoffa della sua camicia, può giurarlo... gli è parso di sentirle proprio lì vicino alla cicatrice, a sfiorare la colonna vertebrale con attenzione, senza mai toccarla davvero. Una di quelle tenerezze sottili e non invadenti alle quali ha imparato a dare il nome di Kieren.

Kieren...

Simon gli passa le nocche sul collo scoperto, con deferenza.

Kieren è la ragione andata perduta e poi ritrovata. E' una follia miracolosa. E' la luce morbida di una candela, apparentemente fragile ma così potente da rischiarare l'antro nero dell'animo di Simon. E' al di sopra di ogni religione o proiezione della mente; tutte le verità incorruttibili diventano bestemmie irragionevoli davanti all'idea di perderlo.

Avere Kieren accanto è come avere un cuore vivo che batte, meraviglioso e sorprendente e spaventoso insieme.

Ed è vero che loro non hanno la capacità di sentire il contatto fisico, sì, però Simon sa che Kieren è tra le sue braccia, adesso, e nemmeno i milioni di particelle infinitesimali che impediscono una loro unione totale contano più qualcosa.

Lui sa e questo gli basta per riuscire a ricordare com'è lo schiudersi di una carezza sulle labbra – no, per potersi immaginare come sarebbe, visto che certi gesti d'amore sono sempre stati estranei a lui, anche durante la sua prima vita.

Per questo può solo restare a guardare, meravigliato, mentre Kieren si stringe a lui un po' di più, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, dove lascia una traccia di respiro.

“Chiudi la bocca, Simon,” lo prende in giro, la voce ammorbidita dal sonno. Non si sposta, non lo guarda, resta lì, solo lì. “Sembri un pesce lesso.”

Simon ubbidisce di buon grado, gli tira su il mento con due dita e sigilla le labbra sulle sue, nel luogo a cui appartengono. Abbassa un po' le palpebre, uno spicchio di luminosità tenue diventa tutto il suo mondo: il chiarore della sua pelle, le ciglia pallide che gli sfiorano la guancia, i capelli arruffati di lato... sfocato, sfocato, sfocato...

E' accecante, reale. Ed è bellissimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Questa è poco più di una flashfic, veramente troppo breve da classificare come oneshot. L'ho scritta di getto e senza pretese dopo una maratona di ITF. Ero troppo piena di feels sui nostri zombie boyfriends per non esternare in qualche modo.

Nella mia testa li ho ribattezzati Simone e Patatino. Ugh. Se non rinnovano questo telefilm sarà ancora più tragica, per me.

   
 
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