<>. Non poteva essere vero. Il medico legale dell'ospedale mi guardava con aria quasi compassionevole mentre mi parlava lentamente. Ero arrivata in Inghilterra solamente da qualche.settimana.Dovevo riprendermi mio figlio,dovevo ritrovare Nana.Ero a un passo da lei; dopo anni di ricerche che non avevano portato altro che sofferenza, avevamo una speranza. Quella speranza si era spenta quella sera stessa.Takumi aveva ricevuto una chiamata: la donna che stava cercando era stata ritrovata,morta. Era morta in mare,tra la violenza delle onde. Ero sprofondata anche io in mare,pensai in quel momento. Stavo annegando in un mare buio e profondo.non sarei mai risalita,lo sapevo.Ho sempre saputo tutto,senza mai ammetterlo. La promessa di Ren era stata mantenuta,nonostante tutto. Nana lo aveva seguito davvero quella notte. L'unico appiglio che gli restava su questa terra ero io, e ci ero riuscita a farla restare anche senza riuscire a vederla per anni. Ma la versione di Nana che era restata, era scolorita e stanca,proprio come quella delle foto che avevo ricevuto per posta qualche mese prima. Un dolore lancinante dalla testa ai piedi,pensieri, immagini: Nana sul treno che mi ascolta mentre parlo della mia vita, io che le stringo la mano calda, le mie lacrime per lei e le sue per Ren al concerto dei Trapnest,io seduta al tavolo del nostro appartamento mentre scrivo la lettera. Era questo il vero dolore, senz'altro. Nana non avrebbe mai conosciuto miei figli, non avrebbero mai saputo niente di come era davvero. Avrei dovuto trovare la la forza di dire ai nostri amici che non l'avrebbero mai più riabbracciata. Io non l'avrei più riabbracciata.