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Autore: melanita    16/09/2014    4 recensioni
Un bar non meglio definito. Una moto ed una cavalla bianca fuori dalla porta. All'interno, un cliente regolare alto, magro e vestito di nero, un suo collega ugualmente alto e magro che passa ogni tanto a scambiare quattro chiacchiere, ed un barista che sta facendo del suo meglio per non sentire cosa stanno dicendo.
Ovvero, Morte di Good Omens incontra Morte di Mondo Disco (niente grossi spoiler su quest'ultimo, ma riferimenti a "Thief of time", quindi se lo avete letto è meglio)
Genere: Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Good Omens appartiene a Terry Pratchett e Neil Gaiman, Mondo Disco appartiene a Terry Pratchett, e la povera sottoscritta si limita a prendere in prestito i personaggi creati dalle loro menti geniali per divertirsi un po'.

Da qualche parte, c'è un bar. Un tempo, forse, potrebbe essere stato un locale vivace ed affollato, ma nulla lo suggerisce. È più probabile che sia stato costruito con le pareti scrostate e con uno strato di polvere steso ad arte sui tavolini. Fuori città, lungo una strada secondaria, è il tipo di bar che attira pochi avventori ed ancor meno clienti regolari.
Al barista va bene così. Un lavoro poco impegnativo, senza problemi e con molto tempo libero. Alcuni di coloro che passano di lì sospettano che si stia nascondendo dalla polizia, o da una moglie tradita ed abbandonata. Altri lo scambiano per una parte dell'arredamento, come il juke-box gracchiante, il pinball nell'angolo o le macchinette per i videogiochi.
Un cliente regolare in realtà c'è. O almeno, sembra esserci. Gli avventori saltuari evitano di guardare in quella direzione, e neppure il barista è del tutto sicuro che lo saprebbe riconoscere... no, cancella. Lo saprebbe riconoscere. Chiunque, nel profondo di sé, nelle viscere e nella parte più primordiale del cervello, lo sa riconoscere. Nessuno vuole farlo. Comunque, il cliente paga e non crea problemi. Il barista non si lamenta, e non ha la minima intenzione di farlo in futuro.
Si può capire se questo cliente è presente da vari indizi, come un improvviso calo della temperatura ed un impulso a fare testamento. L'indizio più certo è però la presenza di una grossa moto nera fuori dal locale. I motociclisti che passano di lì per caso la guardano con ammirazione e leggera paura, ma nessuno ha mai rischiato di toccarla.
Di norma, l'avventore abituale non parla con nessuno. Rimane da solo in un tavolo all'angolo, beve un po', gioca qualche partita alle macchinette battendo i record che lui stesso aveva stabilito in precedenza, poi se ne va.
HO UN LAVORO IMPEGNATIVO, ha spiegato l'unica volta che qualcuno ha azzardato una domanda. Il barista sospetta che abbia qualcosa a che fare con le tasse.
A volte, però, c'è un altro cliente. Assomiglia molto al precedente, anche se nessuno saprebbe indicare cosa abbiano in comune. Per farlo, bisognerebbe descrivere almeno uno dei due. Il barista pensa che siano fratelli, e di sicuro vanno molto d'accordo. Entrambi sono alti e vestiti di nero, ma uno porta una tuta da motociclista e l'altro una sorta di mantello, quindi distinguerli non è difficile.
Anche questo secondo visitatore non crea problemi e paga. Il proprietario non ha ancora trovato il coraggio di chiedergli di farlo con denaro in corso legale, ma d'altro canto le monete d'oro sono un buon investimento. Dopo qualche giorno di quarantena si può anche prenderle in mano senza un principio di congelamento.
Quando l'altro cliente è presente, alcuni avventori occasionali rimangono stupiti nel vedere una cavalla bianca che rumina placidamente accanto alla moto nera. La cavalla si limita a guardarli con aria pensierosa, come se si stesse segnando le loro facce. Nessuno l'ha mai disturbata.
NON CREDEVO CHE CI SAREMMO RIVISTI QUI, commenta un giorno l'uomo avvolto nel mantello.
Il barista ha un brivido. Quel giorno si sente piuttosto strano, come se avesse dimenticato qualcosa di importante. Non è sicuro di voler sapere cosa sia successo nei giorni precedenti, ma sospetta vagamente che sia stata una cosa grossa.
C'È STATO UN CAMBIO DI PROGRAMMA, ammette il motociclista. Nel suo tono di voce c'è una sfumatura ancora più indefinibile del solito. Non è certo se sia soddisfazione o irritazione.
CREDEVO CHE FOSSE TUTTO SCRITTO. DA CIRCA SEIMILA ANNI, puntualizza l'altro.
Il barista è certo di aver sentito male.
QUALCUNO HA FATTO NOTARE CHE IN UN'ALTRA PAGINA POTREBBE ESSERCI SCRITTO DIVERSAMENTE.
Quello col mantello sospira.
INEFFABILE?
APPUNTO.
Segue un momento di silenzio.
GLI ALTRI COME STANNO?
UN PO' CONFUSI. GUERRA SI STA LAMENTANDO PER LA PERDITA DELLA SUA SPADA FIAMMEGGIANTE. BRAVA RAGAZZA, MA FORSE UN PO' TROPPO ENTUSIASTA.
L'altro emette un suono, ed il barista sospetta che potrebbe essere una risata, se le risate facessero accapponare la pelle e vibrare i bicchieri.
ALMENO LEI NON DEVE CHIEDERE IL PERMESSO ALLA MOGLIE PRIMA DI PARTECIPARE ALL'APOCALISSE.
Il motociclista, nonostante il suo volto sia nascosto da un casco, riesce a sembrare perplesso.
CREDEVO CHE AVESSE RISOLTO.
SOLO TEMPORANEAMENTE. DALLE MIE PARTI GLI DEI NON SI SONO MAI MESSI D'ACCORDO, QUINDI HO IN AGENDA ALMENO ALTRE DIECI APOCALISSI NEI PROSSIMI SECOLI.
UN SISTEMA COMPLICATO.
GIA'. ALMENO QUI AVETE UN SOLO RESPONSABILE.
Il barista è quasi certo che il motociclista abbia sospirato, perché i fiori appassiti nel vaso sul bancone hanno tremato come se un gigante ci avesse soffiato sopra.
GLI EVENTI RECENTI SUGGERISCONO CHE NON BASTI AD EVITARE LA DISORGANIZZAZIONE. SOPRATTUTTO VISTO CHE LUI È...
INEFFABILE?
APPUNTO.
C'è un altro lungo momento di silenzio, come se entrambi i clienti stessero attendendo con ansia una reazione da qualcun altro, anche se non c'è nessuno nel locale oltre a loro. Ed al barista, che ha deciso di ignorare del tutto la conversazione.
FORSE NON HA SENTITO.
IMPOSSIBILE.
Quando è evidente che non succederà nulla, i due si rilassano impercettibilmente.
E C'È LA QUESTIONE DEL LIBERO ARBITRIO, procede quello con il casco.
ALMENO DA VOI VALE SOLO PER GLI UMANI.
L'altro esita per un istante, prima di rispondere.
TEMO CHE SIA CONTAGIOSO.
Il barista è fermamente convinto che l'incappucciato sia sorridendo, ma sta facendo del suo meglio per non guardarli e concentrarsi sulla macchina del caffè.
NON È DETTO CHE SIA UN MALE. ANCHE SE ALCUNI NON LA PENSANO COSI'.
C'è una sfumatura nella parola alcuni, che suggerisce che "alcuni" farebbero meglio a tenere le proprie vesti grigie molto distanti dal proprietario della voce e da chiunque altro, se non vogliono fare una brutta fine. Di nuovo. È una sfumatura decisamente espressiva.
SONO D'ACCORDO, ammette il motociclista. POSSO CAPIRE PERCHÈ QUEI DUE ABBIANO FATTO QUELLO CHE HANNO FATTO.
QUEI DUE?
Quello con il casco scrolla la testa. Il barista sente uno schiocco di maracas.
BRAVI RAGAZZI, ANCHE SE DETTO TRA NOI ORMAI L'UMANITA' FA TUTTO DA SOLA. UN PO' LENTI A CAPIRE CERTE COSE, TUTTAVIA. DOPO QUALCHE MILLENNIO, PENSERESTI CHE SIANO IN GRADO DI FARE CHIAREZZA.
Da sotto il casco proviene un breve sbuffo, mentre l'altro emana un'impressione di perplessità. Dall'esterno del bar si sente un nitrito sommesso.
L'uomo incappucciato si alza in piedi, sgranchendosi le membra allampanate. Stavolta c'è un intero concerto di maracas.
CREDO DI DOVER ANDARE ORA. MI ATTENDE UN LUNGO VIAGGIO.
ANCHE IO. BUON LAVORO.
L'individuo avvolto nel mantello lascia cadere sul bancone alcune monete, che il barista prende con precauzione usando un paio di grosse pinze. Poi esce. Lo si sente armeggiare con le briglie del cavallo.
ANDIAMO, BINKY. SI TORNA A CASA.
Il rumore di zoccoli svanisce in lontananza. All'interno del bar, il motociclista posa il bicchiere ormai vuoto e ricoperto da una leggera brina. Il barista, non per la prima volta, si chiede come faccia a bere senza togliersi il casco.
DEVO ANDARE ANCHE IO
Forse per la confusione della giornata, il barista si azzarda a fare un timido accenno di conversazione:
- Il suo amico arriva da distante?-
PIUTTOSTO DISTANTE, MA PER NOI NON È UN PROBLEMA. UNA PICCOLA RIUNIONE TRA COLLEGHI.
- Oh, siete colleghi. In che ambito lavorate?-
L'altro ci pensa per un istante, poi risponde:
TRASPORTI.
Il cliente esce dal bar ed osserva la propria moto, preparandosi a ripartire. In quel momento nota la macchia bianca sul sellino. Sospira profondamente, scrutando il cielo come se potesse individuare l'uccello responsabile del vile oltraggio.
DANNAZIONE. AVEVA SENTITO.



Note dell'Autrice:
Questa fanfiction è nata di getto e scritta altrettanto di getto, il che spiega probabilmente perché faccia così pena. Secondo i miei viaggi mentali, ogni universo ha la propria/il proprio Morte, ed alcuni di loro si tengono in contatto per scambiarsi consigli sul lavoro, aggiornarsi sugli ultimi eventi, o soltanto fare quattro chiacchiere con qualcuno in grado di capire i problemi delle rappresentazioni antropomorfiche più impegnate di tutte. In effetti sto pensando di scrivere qualche altro incontro, ad esempio con Morte di Supernatural, o Morte di Sandman, ma non so se avrò mai l'ispirazione (se qualcuno decidesse di prendere questa idea e darle una forma dignitosa, siete i benvenuti!).
Comunque, grazie a tutti i lettori che sono arrivati fino a qui, e se avete due minuti da perdere, qualche commento su questa piccola improvvisazione mi farebbe molto piacere :)
  
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