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Autore: gattapelosa    16/09/2014    3 recensioni
— Io sono immortale?
— Non ancora. — risponde. — Ma puoi diventarlo.
— E come?
— Ci sono nove cose che devi assolutamente fare. Nove traguardi da raggiungere. Dopo, se anche il tuo corpo morirà, Clove Reen esisterà per sempre.
Io mi alzo in piedi; sento il corpo leggero, di nuovo vivo.
— Quali sono questi nove passi?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passo numero quattro: impara a non avere paura




Clove Reen – 9 anni

 
 
Un fulmine squarcia il cielo, la pioggia batte contro la finestra. Non sono mai riuscita ad ammetterlo, né mai lo faro, ma ho paura.
Nei giorni di tempesta vorrei poter godere del conforto di mio padre, ma ho promesso a me stessa che sarò forte, che riuscirò a non avere più paura. Di solito mi rannicchio sul fondo dell’armadio, protetta da un folto strato di giacchette, ma oggi la tempesta pare quasi ruggire più forte del solito e io non resisto alla tentazione di muovere mezzo passo verso la camera di papà.
Sulla sua soglia, l’esile corpicino di Jace bussa con insistenza. Lo vedo così, ingobbito sotto il peso della paura, con il pupazzo di Mr Doggy stretto al petto. Poi papà apre la porta, gli dà una carezza sulla fronte, lo prende in braccio e ora Jace sorride, sollevato. Se lo porta in camera – sapevo che se lo sarebbe portato in camera. Dormiranno abbracciati, questa notte, ma io non sono gelosa, non posso essere gelosa. Io devo vincere la mia paura.
Ed è con questa folle consapevolezza che striscio i piedi fino alla porta di casa. Ogni tanto sento il clamore di un tuono, i vetri vibrare, ma faccio forza su me stessa per non tornare indietro. È giunto il momento di porre fine alla mia tortura.
Apro la porta di casa con riluttanza e vengo interamente travolta da una tempesta d’acqua e grandine. L’ennesimo tuono mi spinge a fare un paio di passi indietro, ma, con le lacrime agli occhi, decido di mettere da parte tutto quello che sento e mi costringo a uscire. Un paio di passi per strada e sono sotto la tempesta, con il vento che fa forza per spingermi via, l’acqua che m’inonda le vesti e un freddo talmente pungente da non riuscire più a sentire bene le dita dei piedi. C’è rumore, sotto la tempesta. Non solo il ruggito di un tuono rombante – e ce ne sono molti, davvero molti -, sento l’aria, gli alberi, finestre che sbattono, cancelli che cigolano, percepisco la gloria di un caos primordiale, la libertà. E rido, certo che rido. Lo stesso caos che vive in me.
— Clove! Cosa stai facendo là fuori? Entra, entra subito!
Quasi non sento la voce di mio padre. Ora siamo soli, io e la mia tempesta.
Ho una gran voglia di danzare. 



Bacheca dell'autrice

La nostra Clove cresce in fretta, si impone di diventare forte. Ha coraggio, senza dubbio, ma senza coraggio non avrebbe potuto prendere questa strada. Sarà stata la scelta giusta, poi? Rinunciare all'affetto di suo padre, rimanere sola, soffrire sotto il peso di una burrascosa tempesta? 
Purtroppo tutti sappiamo come si concluderà questa fiction e, devo essere sincera, mi dispiace sinceramente. Doppo tutto quello che le sto facendo passare...

 
  
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