Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Fiamma Erin Gaunt    17/09/2014    1 recensioni
Parigi. Una scia irresistibile per un Segugio come Demetri.
Dal testo:
- Sai come si dice, no? Hai bisogno di perdere per sapere come vincere – sussurrò a fior di labbra, coinvolgendolo in un bacio lungo e passionale.
[La storia partecipa al contest “OC Contest [Multifandom]” indetto da smartys ayane sul forum]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demetri, Felix, Heidi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nickname: Kyra Nott (Forum)/Fiamma Erin Gaunt (EFP)

Fandom: Twilight

Titolo: Le chasseur et la sirène

Personaggi: Demetri x OC; comparsata Felix e lievissimissimo accenno Heidi x OC

Pacchetti: Bellezza; Metropoli

Rating: Verde

Note: Qualche piccola info di carattere generale:

* Incubo: Secondo la Meyer gli Incubi sono vampiri che seducono le donne prima di ucciderle (una variante maschile del potere di Heidi, insomma) però io l’ho inteso anche come un vampiro nel senso tradizionale del termine: potere di soggiogare le menti (mentre Keller ha un potere più di tipo persuasivo limitato solo agli occhi) e alterare ricordi nonché di ammantarsi nell’ombra.

** Belle: è la vampira che ha creato Keller e Rico.

Il titolo è in francese e significa “Il cacciatore e la sirena”. L’ambientazione è nella prima parte a Parigi e nella seconda a Volterra; come lasso temporale ci troviamo un po’ prima dei fatti di Twilight.

Avvertimenti: /

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le chasseur et la sirène

 

 

 

 

 

 

Demetri amava la caccia. Lo faceva quando era umano e dalla trasformazione in poi questa sua passione si era accentuata tanto da diventare la sua vera natura. Era il predatore per eccellenza: veloce e assolutamente letale. Il Segugio migliore esistente sull’intero pianeta, un membro dell’elitè della guardia dei Volturi.

E si era lasciato sfuggire la preda. Sì, perché era bastato che quella ragazzina gli sussurrasse di lasciarla andare, sbattendo vezzosamente le ciglia, e lui si era ritrovato a obbedire come un perfetto idiota. Il cellulare vibrò nella tasca interna del giubbotto in pelle. Schiacciò il tasto di risposta e lo portò all’orecchio.

“L’hai trovata?”

“Più o meno.”

La voce di Felix si era fatta improvvisamente divertita, irritandolo più di quanto già non lo fosse.

“Non dirmi che te la sei lasciata sfuggire, Segugio.”

“Non mi sono lasciato sfuggire nessuno. Ho ancora la sua scia, ci vorrà solo un po’ più del previsto.”

All’attacco di risate dell’amico, mise giù.

Adesso ci si metteva anche lui a fargli perdere le staffe. Oh, ma quando l’avesse trovata gliene avrebbe cantate quattro. Tanto per cominciare avrebbe preteso di guardarla in faccia, perché quel cappuccio che le nascondeva il volto lo aveva irritato in un modo che trovava quasi impossibile da spiegare persino a se stesso. E poi una spiegazione. In millequattordici anni di vita, o non morte a seconda di come si volevano vedere le cose, non aveva mai lasciato scappare una preda.

Stava giusto rimuginando su questa particolare affermazione quando un odore speziato gli invase le narici. Ogni essere vivente aveva una sua particolare scia, una sorta di profumo che le permetteva di essere distinta da qualunque altra. Quello della ragazza in questione era un mix di cannella e qualche strano frutto esotico. Se avesse dovuto usare un aggettivo per descriverlo probabilmente sarebbe stato: stuzzicante.

Un ghigno compiaciuto gli stirò le labbra sottili. L’aveva trovata.

Sfrecciò all’inseguimento, consapevole che il vento aveva portato il suo odore fino alle sue narici e l’aveva messa in allarme. La vide saltare da un tetto all’altro, agile e aggraziata come un gatto, per poi atterrare sulla sommità della cattedrale di Notre Dame. In un balzò era lì, accanto a lei, e l’aveva stretta nella sua presa ferrea.

- Hai appena finito di scappare – l’informò, tradendo un accenno di compiacimento nella sua voce.

- Lasciami andare. –

La voce melodiosa lo raggiunse, spingendolo a concentrarsi su qualcos’altro. Tuttavia non sentiva nessun bisogno di assecondarla. Questo finchè non incrociò i suoi occhi. Erano di un cupo rosso rubino e sembravano attrarlo con la forza irresistibile di due buchi neri. Non sarebbe poi stato così grave se l’avesse lasciata andare, no?

Ecco qual era il suo potere. Dannazione ad Aro che non l’aveva informato prima. Non era la sua voce a esercitare il controllo sulla volontà altrui, ma gli occhi; erano loro il punto focale in cui il potere si incanalava.  

Distolse lo sguardo, percependo la sorpresa nella ragazza.

- Quindi alla fine ci sei arrivato … molto bravo – commentò, un pizzico di sarcasmo che si percepiva nella voce melodiosa.

- Sei quella che chiamano “la sirena”. –

Non era una domanda, ma lei annuì lo stesso, sorridendo graziosamente.

Allungò una mano verso il cappuccio che ne celava il volto, guardandola inarcare un sopracciglio con perplessità.

- Che stai facendo, Segugio? –

- Voglio solo guardarti in faccia – replicò, facendolo cadere all’indietro e liberando una cascata di onde corvine che incorniciavano un volto alabastrino. Gli zigomi erano alti, i tratti del viso eleganti e decisi, le ciglia lunghe sembravano formare due mezzelune scure, le labbra erano ben disegnate e il collo esile e da cigno. Era bella. Non di una bellezza capace di stordire come quella di Heidi, certo, ma non per questo le era inferiore.

Era difficile da spiegare, ma sentiva una strana attrazione irresistibile nei suoi confronti che poco aveva a che vedere con quella che un Segugio prova per la sua preda.

- Ti sei incantato, Segugio? – domandò, ironica.

- Demetri. –

Inarcò un sopracciglio perfettamente curato, perplessa. – Scusa? –

- Il mio nome è Demetri. –

Le labbra della ragazza si aprirono in un lieve sorriso.

Era ancora più bella quando sorrideva, si ritrovò a pensare. Ma che accidenti gli prendeva? Non cedeva davanti a Heidi e adesso si ritrovava a fare pensieri del genere su una perfetta sconosciuta?

- Io sono Keller. –

- Pronta ad andare a Volterra, Keller? –

Tornò a inarcare il sopracciglio, questa volta in modo ironico.

- Non c’era il libero arbitrio una volta? Pensavo che nessuno fosse obbligato a entrare nella Guardia se non lo desiderava – osservò.

Corrugò la fronte. Non era la risposta che si era aspettato. Forse una piccola parte di sé aveva pensato che visto che lui avvertiva questa strana irresistibile attrazione lo stesso valesse per lei.

- Certo che c’è ancora la possibilità di scegliere. Perché dovresti rifiutare un onore del genere? –

Keller si mordicchiò il labbro inferiore, indecisa.

- Verrò solo alla condizione di poter portare un’altra persona con me. –

- Volterra non è un albergo per vampiri nomadi – replicò, piccato.

- Chiariamo una cosa: se non viene lui non vengo neanche io. –

Lui. Un attaccamento del genere di solito si veniva a formare solo nei confronti del proprio partner. Una scintilla di fastidio avvampò in lui. Possibile che fosse davvero geloso di una ragazza conosciuta appena una manciata di minuti prima?

- E lui ha almeno qualche talento che possa valere la sua presenza lì? – chiese, più aspramente di quanto fosse opportuno.

Sì, era geloso, ora ne aveva la conferma.

- Mio fratello è un Incubo* … giudica tu – replicò, sorridendo compiaciuta.

Fratello. Il suo cervello registrò quella parola come se fosse la più bella che avesse mai sentito in tutta la sua lunga esistenza.

- E adesso dov’è? –

Keller si battè un dito sul labbro inferiore, pensierosa. – Probabilmente ancora alla corte di Belle**. –

Digitò velocemente un messaggio, ricevendo una risposta altrettanto celere.

- Ci raggiunge a Volterra – lo informò.

Quindi si sarebbero uniti a loro. Sorrise, porgendole il braccio come avrebbe fatto un perfetto gentiluomo d’altri tempi.

- E Volterra sia. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Quando Keller entrò nella loro stanza lo trovò seduto sulla poltrona in pelle con lo sguardo perso nel vuoto.

- A che stai pensando? – domandò, lasciandosi scivolare in braccio a lui e cingendogli il collo con le braccia.

- Al nostro primo incontro. Mi avevi fatto dannare per cercare di capire perché ti avessi lasciata scappare. –

- Sai come si dice, no? Hai bisogno di perdere per sapere come vincere – sussurrò a fior di labbra, coinvolgendolo in un bacio lungo e passionale.

Sì, e lui aveva decisamente vinto, pensò, cingendogli i fianchi e approfondendo il contatto. Il bracciolo della poltrona cedette con un colpo secco, suscitando la risata roca di qualcuno dietro alla porta.

- Felix – esclamò indispettito mentre l’amico faceva capolino dalla porta in pesante legno di quercia.

- Scusate se vi interrompo, piccioncini, ma sono abbastanza certo che Aro non sarà contento di rifare l’arredamento della stanza per la ventesima volta. Non quando nell’altra ala Heidi e Rico distruggono un’altra stanza – aggiunse, scoppiando nuovamente a ridere.

Keller puntò gli occhi in quelli del gigante davanti a lei, catturandolo nella rete ammaliante del suo sguardo e mormorando: - Felix, perché non te ne torni in camera e non ci disturbi fino a domani mattina? –

Felix annuì, con aria vagamente intontita, e si richiuse la porta alle spalle.

Demetri le rivolse un’occhiata divertita. – Aro non sarà contento di sapere che hai usato i tuoi poteri su un altro membro della Guardia. –

- L’ho fatto per una buona ragione – replicò, sorridendo sorniona.

Artigliò la t shirt del ragazzo, strappandola in due e gettandola a terra.

- Un’ottima ragione – la corresse, prendendola in braccio e gettandola sul grande letto a baldacchino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1.291 parole]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Amo i Volturi, amo Demetri, amo gli OC. Cosa nasce da tutto ciò? Un’ OS su Demetri x OC, mi pare ovvio u.u La Shot partecipa al contest “OC Contest [Multifandom]” indetto da smartys ayane sul forum.

Qualche piccola info di carattere generale:

* Incubo: Secondo la Meyer gli Incubi sono vampiri che seducono le donne prima di ucciderle (una variante maschile del potere di Heidi, insomma) però io l’ho inteso anche come un vampiro nel senso tradizionale del termine: potere di soggiogare le menti (mentre Keller ha un potere più di tipo persuasivo limitato solo agli occhi) e alterare ricordi nonché di ammantarsi nell’ombra.

** Belle: è la vampira che ha creato Keller e Rico.

Direi che è tutto. Hope you enjoy it!

Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt