Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: nuvole_e_popcorn    17/09/2014    0 recensioni
MICHELLE MCADAMS-BLACK
18/2/1959 15/11/1981
Ho fatto la mia scelta e la rifarei mille e altre mille volte.
«Sai Harry -il ragazzo alzò lo sguardo smeraldino a incontrare quello del padrino -non credo avrei resistito un solo giorno ad Azckaban se non fosse stato per lei...» Harry tornò a guardare la foto sulla lapide: raffigurava una ragazza con lunghi capelli scuri, faccia magra, labbra carnose, sopracciglia alzate in segno di sfida, occhi che ti trafiggevano sin dalla foto. Sirius posò sulla lapide una singola rosa rossa. «Il suo fiore preferito era la margherita -scosse la testa -ma per me lei è sempre stata come una rosa rossa in un campo di neve, un po' ardua da non notare».
«Chi era?»
«Lei Harry è la Ragione. La ragione per cui tutto è avvenuto... »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

MICHELLE MCADAMS-BLACK

18/2/1959 15/11/1981

Ho fatto la mia scelta e la rifarei mille e altre mille volte.

 

«Sai Harry -il ragazzo alzò lo sguardo smeraldino a incontrare quello del padrino -non credo avrei resistito un solo giorno ad Azckaban se non fosse stato per lei...» Harry tornò a guardare la foto sulla lapide: raffigurava una ragazza con lunghi capelli scuri, faccia magra, labbra carnose, sopracciglia alzate in segno di sfida, occhi che ti trafiggevano sin dalla foto. Sirius posò sulla lapide una singola rosa rossa. «Il suo fiore preferito era la margherita -scosse la testa -ma per me lei è sempre stata come una rosa rossa in un campo di neve, un po' ardua da non notare».

«Chi era?»

«Lei Harry è la Ragione. La ragione per cui tutto è avvenuto... »

 

1

«Black! Sto parlando con te, cafone coatto! -sibilò la voce, femminile, ma decisa, mentre qualcuno, quel qualcuno che si stava sforzando di ignorare, gli strappava dalle mani la sua copia della Gazzetta del Profeta - almeno abbi la decenza di guardarmi in faccia quando ti parlo!» Sirius sospirò incontrando quei due occhi azzurri penetranti che ormai conosceva sin troppo bene.

«Dimmi, McAdamns, ti ascolto».

Michelle McAdams era quel tipo di ragazza che Sirius definiva "intoccabili", troppo presuntuose per lasciarsi aiutare da un uomo, troppo testarde per ascoltare pareri altrui, troppo arroganti per risultare amabili, troppo prepotenti per non farti sentire inferiore e troppo, maledettamente sensuali (facile intuire come la categoria si applicasse a quest'unico esemplare di razza femminile). Sirius si era sforzato di ignorarla costantemente lungo tutto il suo corso di studi e lei aveva ricambiato -più o meno -i suoi sforzi diventando

esattamente quell'unica fantasia che Sirius aveva deciso di nascondere nei recessi più reconditi della sua mente e che, tuttavia, non riusciva a dimenticare.

Le sue rosse labbra carnose si incurvarono in un sorrisetto che le illuminò il viso e si allontanò lentamente dalla sua posizione tesa in avanti tanto da sedersi comodamente davanti a lui nello scompartimento che condivideva con i suoi amici.

«Stavo dicendo che bisogna fare qualcosa per quei due» riprese indicando con un gesto del capo James che sedeva di fianco al finestrino sospirando e pensando -sicuramente- alla Prefetto Perfetto Evans e, la suddetta rossa, che scalpitava facendo avanti e indietro davanti al loro scompartimento. Sirius corrugò la fronte, era chiaro, secondo lui, che quei due non si sarebbero mai messi assieme, c'era stato un periodo in cui aveva creduto che James potesse davvero conquistare la sua bella rossa, ma con il passare degli anni si era reso conto che i rapporti tra i due andavano inasprendosi e si era convinto che il suo amico prima o poi avrebbe mollato la presa per il bene di entrambi. Michelle, invece, pareva non essere della stessa convinzione.

«Andiamo McAdams, sappiamo tutti che ci scapperà il morto prima che la Evans accetti di uscire col povero Ramoso, qui, non illudiamolo oltre» Michelle si umettò le labbra e si scompigliò i capelli, cambiando per l'ennesima volta, direzione al ciuffo castano ramato che le incorniciava il viso.

«Può darsi, ma solo un cieco non vedrebbe che sono fatti l'uno per l'altra -disse, assumendo un aria tremendamente seria -quindi sono convinta che basti una piccola spintarella nella direzione giusta e quei due finiranno felicemente sposati e magari con un pargolo in arrivo.»

Detto questo tacque, lasciandolo da solo con i suoi pensieri, mentre il suo cervello geniale già congegnava chissà quale inganno per spingerli -finalmente -l'uno nelle braccia dell'altra.

***

«Michelle, dai che siamo in ritardo!» esclamò una voce, rimbombando sulle pareti del dormitorio femminile di Corvonero, Michelle, la destinataria della cuscinata che sarebbe seguita a quell'avvertimento, era già sveglia da un pezzo, semplicemente stava poltrendo nel letto, anche se, neanche quella sarebbe stata la definizione adatta. Michelle stava pensando. E pensare di quei tempi nuoceva gravemente alla sua salute, pensare troppo le faceva venire il mal di testa, troppe morti da annoverare in famiglie anche particolarmente vicine a lei, due sue compagne Corvonero si erano ritirate da Hogwarts in seguito alla morte dei propri genitori ed ad attacchi nei confronti della rispettive famiglie babbanofile di tutta l'Inghilterra. Non poteva fare a meno di pensare a cosa sarebbe potuto accadere di lei, di lei e della sua famiglia che mai si era espressa né favorevolmente né apertamente contro questa nuova filosofia che impazzava -propagandata da Colui-che-non-deve-essere-nominato -certo era felice che almeno nessuno l'avrebbe costretta di prendere le parti dell'una e o dell'altra fazione, non essendo seguaci dell'Oscuro Signore, nessuno nella sua famiglia aveva anche solo parlato di ricevere il Marchio, ma come avrebbe potuto guardarsi allo specchio senza vergognarsi di non aver saputo difendere le sue amiche, le persone cui teneva perché era stata convenientemente in disparte mentre si consumavano crimini terribili ai danni di persone a lei molto vicine? Dopo la morte dei parenti di Amber e Cassidy, già faticava a camminare a testa alta. Aveva trascorso con loro tutta la sua prima adolescenza e le considerava quasi come sorelle, prima dell'estate le aveva rassicurate che nulla sarebbe

accaduto loro e adesso? Adesso erano orfane, le aveva incrociate per strada una volta, in Belgio (dove risiedeva ancora gran parte della sua famiglia e dove si erano nascoste entrabe) e nessuna delle due aveva osato anche solo salutarla, avevano fatto finta di non conoscerla e come biasimarle? D'altronde, probabilmente lei avrebbe fatto di peggio che civilmente ignorare una cattiva amica come si era dimostrata di essere lei. I suoi pensieri per un attimo corsero a quell'arrogante Grifondoro che aveva avuto il coraggio di prendere una posizione chiara e lampante, pena l'espulsione dalla sua casa e la perdita della sua intera famiglia.

C'erano delle volte che deisderava con tutta se stessa farlo a pezzi, per la sua arroganza, per la sua egocentricità e per il suo passivo distaccamento da qualsiasi cosa che si potesse considerare sensibilità e sentimento. Ma il più delle volte, specialmente nell'ultimo periodo si era ritrova a stimarlo più di quanto non volesse ammettere.

«Michelle non sono in vena -ripetè la voce -conterò fino a tre a partire da ora: uno... due...»

Michelle scattò in piedi e aprì la porta del suo dormitorio: «Ho capito, ho capito, per tutti i Bolidi! Dieci minuti e sono pronta!» e riuschiuse la porta in faccia all'amica. Juno Wright era la sua migliore amica da tempo immemore, era una Tassorosso pazza e dolce e lei e Michelle si erano conosciute sulle barche per Hogwarts giusto dopo che un Serpeverde inviperito da una sua battutaccia (fin da piccola aveva avuto problemi a tenere a freno la lingua) l'aveva fatta cadere nell'acqua e Juno era stata così gentile da tirarla su e farla sentire a suo agio anche se dava l'impressione di essere un gatto bagnato. Da allora la loro amicizia era andata fortificandosi nonostante fossero stata divise allo smistamento.

«Eccomi sono pronta» fece uscendo e sorpassandola scendendo le scale due a due. Juno era una ragazza minuta con corti capelli alla pixie tinti di un biondo ossigenato quasi platino, aveva un sorriso dolce e più volte che non un rossore fanciullesco (ogni minima commento facessero quando passavano nei corridoi) le imporporava le guance cosparse di lentiggini, era un'amica fantastica, affidabile e dolce, forse un po' masochista dal suo punto di vista (troppo altruismo fa male), ma era decisamente la persona migliore che Michelle conoscesse.

«Allora -domandò Juno -da oggi ha inizio il programma "consulente matrimoniale Evans-Potter"?» Michelle ghignò e annuì mentre entravano in Sala Grande per fare colazione e si dirigevano al tavolo Grifondoro, dove i Malandrini sedevano vicino al suo obiettivo: Lily Evans che era tutta intenta -sola come al solito -a imburrarsi un pezzetto di pane.

Michelle, senza fare molti complimenti si sedette tra James e Sirius, costringendo James ad avvicinarsi ancora di più alla Evans, mentre Juno chiese cortesemente a Peter se poteva farle un po' di posto cosìcché potesse sedersi anche lei di fronte all'amica.

«Buongiorno McAdams, qual buonvento?» domandò, inviperito dall'interruzione -stavano parlando di Quiddich fra amici -Sirius, schioccandole un'occhiataccia da bravo Black.

«Tagliaci corto con le tue occhiataccie, Black -rispose lei di rimando -non mi hanno mai fatto paura neanche quelle di Bellatrix, figurati se mi spaventano le tue. Passami il succo di zucca piuttosto» Sirius obbedì mentre il silenzio imprecava contro la giovane.

«Evans cosa ne pensi della scelta di Silente dei nuovi Prefetti?» domandò quindi alla rossa, che quasi non si soffocò col boccone che stava deglutendo dalla sorpresa di essere stata inserita nel discorso dalla giovane. Era chiaro che tra i Malandrini e la bellezza dei Corvonero ci fosse una strana amicizia che tra lei e quei combinaguai non era mai andata formandosi e, nonostante si sedesse spesso accanto a loro -più per controllarli, cercava di convincersi più che per il piacere della loro compagnia -non era mia stata chiaramente invitata a parlare con loro.

«Non sono molto convinta di Mulciber -disse pensierosa, una volta ingoiato il boccone (prontamente aiutata da James) -ma in fondo chi sono per contestare le scelte del Professor Silente? Avrà delle buone, anzi ottime, ragioni per aver fatto quella scelta. Suppongo meglio lui che Malfoy, quello lì mi mette i brividi addosso... è talmente malvagio, glielo si legge in faccia che farebbe qualsiasi cosa per potermi tortura dove mi trovo e sentirsene appagato»

«Ma io non gli permetterò di farti del male, Liltflower!» dichiarò animatamente James, guadagnandosi un sorriso timido dalla rossa. Juno sorrise all'amica, complimentandosi mutamente, per il piccolo ma immenso progresso ottenuto in dieci minuti d'orologio.

«Sà Black, passami il pane...»

«Hey non sono il tuo elfo domestico, Donna!»

«Spicciati Black!»





Eccoci gente! Ditemi cosa ne pensate mi raccomando! ~G

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: nuvole_e_popcorn