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Autore: asyouwishmilady    17/09/2014    3 recensioni
Siamo nel futuro. Akane è sposata con Ryoga. Ma perché? Cosa sarà accaduto?
La ragazza si ritrova di fronte ad una fotografia del suo vecchio fidanzato, ed i ricordi prendono a sgorgare come un fiume in piena.
***
«La ragazza impugnò d’impeto il panno per spolverare, quando gli occhi le caddero inaspettatamente su una fotografia.
Una fotografia che, ormai, giaceva su quel mobile da anni. Una fotografia alla quale credeva di aver fatto l’abitudine. Con le mani che le tremavano, lasciò precipitare il panno a terra, per poi cadere in ginocchio di fronte a quel prezioso - quanto doloroso - ricordo.»
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Akane si asciugò il sudore sulla fronte con il dorso della mano. Era un’estate davvero afosa e, nonostante i suoi infiniti allenamenti, sentiva ancora di non avere il fisico adatto a prendersi cura di una casa: non era di certo Kasumi, lei.
Lievemente seccata da quella riflessione, la ragazza impugnò d’impeto il panno per spolverare, quando gli occhi le caddero inaspettatamente su una fotografia.
Una fotografia che, ormai, giaceva su quel mobile da anni. Una fotografia alla quale credeva di aver fatto l’abitudine. Con le mani che le tremavano, lasciò precipitare il panno a terra, per poi cadere in ginocchio di fronte a quel prezioso - quanto doloroso - ricordo.
Le lacrime le appannavano la vista, ma conosceva fin troppo bene quella fotografia: ne aveva studiato ogni particolare per anni ed anni, alla ricerca di qualche indizio, di un presagio di ciò che sarebbe successo appena qualche giorno dopo che quella foto venisse scattata.
Lei e Ranma, giovani e pieni d’energia, sorridevano un po’ imbarazzati di fronte a Soun, che voleva a tutti i costi scattare loro un’ultima foto da fidanzati. Già, perché appena una settimana dopo sarebbero convolati a nozze.
Anche se Akane in quel momento non l’avrebbe mai ammesso, era emozionata e sinceramente felice di passare il resto della sua vita con quello strano ragazzo che, giorno dopo giorno, si era scavato un posto speciale nel suo cuore.
«Oh, Akane» la voce profonda di Ryoga la ricondusse immediatamente alla realtà.
«R-Ryoga» riuscì solamente a dire, prima di scoppiare in un pianto disperato.
Lui, senza troppe domande, si lasciò cadere in ginocchio, trovandosi alla stessa altezza di Akane.
«Fa ancora tanto male, vero?» domandò, prendendole il viso tra le mani, trattenendo a sua volta le lacrime.
La ragazza annuì, prima di posare delicatamente le mani su quelle di lui «Raccontamelo un’altra volta, ti prego».
Lui annuì e, guardandola diritto negli occhi, cominciò a raccontare quella dolorosa storia che ricordava ancora fin troppo bene.


«Ryoga, presto, va’ a chiamare Shampoo e Mousse» mi strillò il giovane Ranma, senza smettere di correre, o meglio: di scappare.
Io gli obbedii senza esitazione, sapevo che era una questione di minuti, forse di secondi.
Seguendo la mappa che Ranma aveva frettolosamente disegnato perché non mi perdessi, raggiunsi il ristorante di Obaba senza troppi problemi.
Mi presi un nanosecondo per guardarmi attorno: tutto pareva normale, la gente che camminava per strada, il cielo sereno. Alla fine, era probabile che nessuno si sarebbe mai accorto di quello che stava per accadere.
«Ryoga» la voce gracchiante di Obaba mi fece sobbalzare. Mi guardava come fossi stato un pazzo.
Non aprii nemmeno la bocca per spiegare: non c’era tempo.
Non appena Shampoo e Mousse mi si piazzarono di fronte, li afferrai per i polsi e li trascinai letteralmente via.
«Sei forse impazzito?!» inveì Shampoo, cercando di divincolarsi dalla mia presa.
«Lasciala immediatamente, maiale!» intervenne, poi, Mousse, in difesa della sua amata.
Strinsi i denti fino a sentire dolore «Sono tornati».
«Chi è tornato?»
«Ryoga! Chi è tornato?!»
Mollai d’impeto la presa sui loro polsi. Credevo fosse il posto giusto. Non potevo essermi sbagliato.
Con le mani tremolanti, sfilai la mappa di Ranma dalla tasca dei pantaloni.
«SAOTOME!» gridai, con tutta l’energia che avevo in corpo «RANMA!»
Ricontrollai nuovamente la mappa, sperando – questa volta – di essermi sbagliato.
Se era il posto giusto, perché Ranma non c’era?
«Ranma!» la voce squillante di Shampoo, carica di timore, mi fece rabbrividire.
Quando spostai lo sguardo verso la ragazza, incrociai il corpo di Saotome, steso a terra inerme, apparentemente privo di vita.
Abbassai lo sguardo perché era troppo doloroso vederlo in quello stato. Avevo sempre creduto che quell’arrogante ed inarrestabile giovane uomo l’avrebbe sempre avuta vinta. Ma mi sbagliavo.


«Caro, stai… Piangendo» Akane si avvicinò a lui per stringerlo tra le braccia. Aveva sempre saputo che il legame tra lui e Ranma era veramente forte, nonostante le discussioni, la rivalità e la gelosia.
Sapeva benissimo che Ranma avrebbe ucciso per Ryoga, e che Ryoga avrebbe ucciso per Ranma.
La conferma vera e propria, tuttavia, l’aveva avuta solo quando ormai era stato troppo tardi.
«Perdonami, Akane» si ricompose lui, asciugandosi timidamente le lacrime.
«Se ti fa troppo male, non…» esordì la ragazza, ma Ryoga la interruppe immediatamente.
«No, Akane. Ti ho promesso che te l’avrei raccontato tutte le volte che avresti voluto».

«OBABA!» sbraitò Shampoo, tra le lacrime, ancora stretta al corpo di Ranma «BIS NONNA!»
Mi lasciai cadere in un angolino, contro un muro, in attesa che Saotome si fosse ripreso.
Improvvisamente sembrava tutto così irrilevante: la nostra rivalità, il mio amore per Akane, la maledizione, perfino il fatto che stavamo tutti per essere uccisi per mano dei guardiani delle sorgenti Yusen.
«Mi dispiace tanto, Shampoo» la voce stridula di quella vecchia mi colpì come un coltello in pieno petto.
Non poteva essere, no.
Ranma Saotome non poteva davvero essere morto.
Come se le mie gambe avessero preso vita propria, mi ritrovai ad aprirmi un varco tra tutta quella gente, per vedere quella scena con i miei stessi occhi. Non era possibile.
«Ryoga, credevo ti fossi perso» il mio cuore mancò un battito all’udire di quella voce tanto familiare quanto debole e sfinita.
«Lo sapevo! Sapevo che non potevi essere morto davvero».
Quella frase, sputata d’istinto, tuttavia, fu seguita da una profonda e dolorosa riflessione.
Perché Shampoo stava piangendo? Perché Obaba aveva detto che le dispiaceva?
D’un tratto, la consapevolezza di quello che stava accadendo mi squarciò la gola.
«Stai morendo?» domandai, sperando per l’ennesima volta di aver capito male.
Ranma non rispose, ma mi bastarono gli sguardi di suo padre e del signor Tendo, che nel frattempo ci avevano raggiunti, per comprendere che sì, stava morendo.



Akane sferrò un pugno contro il pavimento di legno «Perché nessuno mi chiamò?»
Ryoga scosse la testa, vagando nella stanza con lo sguardo «Non avrebbe fatto alcuna differenza»
«Forse non per la sua salute!» sbottò la ragazza, mentre le lacrime tornavano a rigarle il viso pallido «Ma per me…».
Ryoga non batté ciglio: sapeva che non ce l’aveva con lui, comprendeva e rispettava il dolore di Akane.
«Anche un secondo in più avrebbe fatto la differenza per me» concluse la ragazza, a bassa voce, fissando il pavimento.

Mi ritrovai a casa Tendo. Di quel momento non ricordo un granché, se non il dolore sul viso della dolce Akane non appena venne a sapere che il suo promesso sposo stava per andarsene.
Ricordo pianti, urla, qualche mobile distrutto, nient’altro. Ero troppo occupato a rammendare ed a mettere a fuoco ogni ricordo di Ranma che conservavo. E chi l’avrebbe mai detto? La sera prima stavamo discutendo se P-Chan – ovvero io – sarebbe rimasto  o meno a casa Tendo, una volta che lui ed Akane si sarebbero sposati.
«Ryoga» mi chiamò, poi, all’improvviso, un Genma Saotome distrutto «Ranma vuole parlarti»
Corrugai la fronte, confuso «Con me?».
Annuì e – non senza fatica – mi misi in piedi. Quel tragitto fu il più lungo e doloroso che abbia mai percorso. E detto da me…
Ricordo che le mie gambe si erano fatte una strana combinazione tra un blocco di cemento ed un budino, e che il cuore mi batteva così forte da farmi male al petto.
Prima di varcare la soglia della stanza in cui era ricoverato Saotome, mi sforzai di ricompormi.
«Ranma. Tuo padre mi ha detto che vuoi parlarmi»
«E’ così infatti. Siediti» la sua voce era così debole che la riconoscevo a stento. Fino a pochi minuti prima era nel pieno delle forze.
Mi inginocchiai accanto a lui, in attesa che trovasse l’energie sufficienti per parlarmi.
«Ryoga, ho una richiesta da farti»
«Tutto quello che vuoi»
«Si tratta di Akane» mormorò, con la voce ancora più flebile, come se stesse trattenendo le lacrime.
«Di Akane?» non potei fare a meno di domandare.
«Sì, Ryoga. Promettimi che le starai sempre accanto e che ti prenderai cura di lei come avrei fatto io».
A quel punto, una lacrima solitaria mi percorse la guancia.
«Te lo prometto, Ranma Saotome» risposi senza esitazione, ma la verità era che desideravo che fosse lui a prendersi cura della dolce Akane. Desideravo che vivesse e basta.
«Grazie, sei un amico.»
Ranma fece una lunga pausa per riprendere fiato.
«E riguardo ai guardiani delle sorgenti maledette: non dovrete più preoccuparvene, li ho uccisi»
«Grazie. Il tuo gesto ti fa onore» mi inchinai a lui, in un atto di profondo rispetto: i sensi di colpa per avergli dato del disonesto tutte quelle volte mi fecero venire la nausea.
«Adesso chiamami Akane, per favore. Non manca molto» sussurrò, stringendo i denti per il dolore.
Posai per l’ultima volta lo sguardo sul mio rivale storico, nonché mio migliore amico.
“Manterrò la mia promessa. Non ti dimenticherò mai, Ranma Saotome”.



«Il resto della storia lo conosci anche meglio di me» Ryoga sbatté diverse volte le ciglia per sbarazzarsi delle lacrime, senza smettere di osservare la sua Akane.
La sua Akane che – con grande sorpresa di Ryoga – adesso stava sorridendo «Sì, è vero. Grazie per avermi raccontato la storia un’altra volta».
Suo marito arrossì lievemente, e le fece un cenno col capo. Al contrario di quanto si possa credere, Akane lo amava: non si era mai sentita costretta a sposarlo.
Ryoga, con la sua personalità dolce e sensibile, ed i suoi fermi valori, era entrato in fretta nel cuore di Akane: prima come amico, poi come qualcosa di più profondo.
Era sempre stata a conoscenza del fatto che – che le piacesse o meno – Ryoga avrebbe dato la vita per lei, e non solo per tenere fede alla promessa fatta a Ranma. La faceva sentire importante ed amata, ed il suo essere così timido ed imbranato la faceva divertire da matti. Per non parlare poi della storia di P-Chan.
Era successo tutto con grande naturalezza: Ranma ne sarebbe stato felice, pensò Akane.
Solo quando era nato il loro primogenito, Soun aveva confessato ad Akane che Ranma gli aveva chiesto di concedere la sua mano all’amico: era sicuro, le aveva detto il padre, che Ryoga l’avrebbe trattata nel modo che meritava e che non l’avrebbe mai lasciata sola.
Akane, fatta quella scoperta, era stata ancora più entusiasta di aver sposato Ryoga: sentiva di aver rispettato la volontà del suo Ranma, di averlo fatto felice.
Subito dopo quel triste evento, Obaba e gli altri tornarono in Cina, dove Shampoo si arrese finalmente all’amore di Mousse. Ukyo scomparve nel nulla: nessuno la rivide mai più, dopo quel doloroso giorno.
Akane si domandò distrattamente dove fosse finita la fidanzata carina di Ranma.
Prima che potesse formulare una risposta, una vocina squillante ed allegra la destò «Mamma, papà! Cosa fate?»
Ryoga ed Akane scoppiarono a ridere di fronte all’espressione confusa del bambino, intento a fissarli mentre erano ancora in ginocchio di fronte alla fotografia.
Il piccolo, che aveva da poco compiuto i 3 anni, aveva un faccino vispo e raggiante, e somigliava molto ad Akane quando aveva la sua età.
Quello che, però, rendeva quella piccola pallina di energia ancora più divertente era il codino che gli penzolava dietro la nuca.
«Vieni, figliolo» Ryoga si alzò in piedi e tese la mano verso il bimbo «Andiamo ad allenarci»
Akane gli sorrise, prima di scompigliargli affettuosamente i capelli «Forza, Ranma. Hai sentito papà?»



(Sì, la foto all'inizio dovrebbe essere quella che vede Akane)
Salve. E' la prima fanfic che posto in questo fandom e sono un po' nervosa, spero di non aver fatto completamente schifo.
Comunque l'ispirazione mi è arrivata dall'episodio "viaggi nel tempo - alla ricerce delle sorgenti maledette" in cui Ranma (in sogno) vede che nel futuro Akane sarà sposata con Ryoga.
Se vi è piaciuta recensite (accetto volentieri critiche costruttive!).
Claudia
   
 
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