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Autore: scripturient    17/09/2014    1 recensioni
«Bere? A quest'ora? Intendo, anche a me piace bere, non ti giudico ma...»
Cather scoppiò a ridere vedendo la faccia scioccata del ragazzo.
«Non voglio bere alcolici alle sette di mattina! Pensavo ad un cappuccino o del latte, dato che fuori si gela dal freddo e io non ho neanche fatto colazione.» spiegò mandando un'occhiataccia a Niall.
Genere: Fluff, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione! Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle entità realmente esistenti citate, né offenderle in alcun modo. Tutti i fatti narrati sono puramente inventati o sola fonte di ispirazione.

 prompt: telefono, Irlanda, freddo, cornice.
 






 
 

Oscar Wilde

-e il latte gingerbread-



 

C'era un ragazzo che chiedeva di lei in negozio.

Il problema è che quando Cather scese ancora in pigiama (erano le sei di mattina) sbattè contro qualche armadio da restaurare, inciampò sulle scale, e appoggiandosi a un bancone in legno che aveva preso ad un'asta qualche mese prima a Londra, fece cadere la cornice color oro che Simone tanto adorava.
Sbuffando si diresse verso le voci, che provenivano dalla porta e strofinandosi gli occhi mise a fuoco la figura che stava parlando con sua zia Kathleen.
«Oh, eccoti cara!» disse Zia Kath vedendola arrivare.
«Questo è il figlio di Bobby, sai, il mio amico di cui ti avevo parlato...» 
'Ah'. Pensò Cather. 'Bobby.' 
Qualche settimana prima sua zia le aveva parlato del figlio di un certo Bobby, il quale sarebbe arrivato in città qualche giorno dopo, e che aveva bisogno di un tour di Dublino.
Ovviamente, l'intruso non poteva prendersi una guida, ma doveva farla alzare dal letto alle sei di mattina.
Quando tutti ancora dormivano, la vita non era ancora iniziata e soprattutto, Simone non aveva ancora aperto il forno e quindi niente croissant quella mattina.
Cather non sapeva ancora il nome di quel ragazzo, ma si sentiva che se lui avesse anche solo respirato, l'avrebbe strozzato.
«Piacere, » iniziò il figlio di Bobby sorridendo.
Cather gli lanciò un'occhiata che diceva 'mi hai fatto alzare dal letto alle sei di mattina, pensi di potere anche parlare ora?', e lui si zittì all'istante.






Zia Kathleen era la proprietaria di 'Pensieri Felici' un negozio d'antiquariato a Dublino, vicino a Croke Park. Cather lavorava lì da circa tre anni, prima solo l'estate poi a tempo pieno.
«Vado a vestirmi» disse Cather con un cipiglio in faccia che avrebbe fatto paura anche all' Uomo Nero.
Si lavò e si vestì pensando a dove si sarebbe potuta trascinare dietro la palla al piede.
Prese la sua borsa a tracolla marrone e ci infilò dentro alcune cose di vitale importanza se si fosse trovata in pericolo: un libro di Oscar Wilde, un lucidalabbra, dei fazzoletti, il portafoglio, un bloc-notes e il telefono.
Scese al pianterreno e trovò sua zia nella veranda sul retro, quella con il tavolino in ferro che dava sul cortile, intenta a sorseggiare una tazza di the con il ragazzo.
La salutò e mentre si dirigeva fuori il ragazzo rimase seduto, guardandola andare via.
«Vuoi venire?» gli chiese con poca pacatezza.
Lui si alzò impacciato facendo scorrere lo sguardo da Cather alla zia, dopodichè salutò Kathleen e si diresse verso la porta.






«Come ti chiami?» chiese Cather mentre passeggiavano lungo O' Connell Street, circa un'ora dopo che erano partiti e ancora nessuno dei due aveva parlato. Talvolta Cather sorprendeva il ragazzo guardarla e si voltava di scatto con un'espressione interrogativa, lui distoglieva lo sguardo arrossendo.
«Niall, Niall Horan»
«E cosa fai nella vita Niall?» chiese lei. Immaginava che sua zia avesse già raccontato al ragazzo tutta la sua vita, compreso quell'orribile saggio alle medie e il suo codice fiscale.
«Lavoro come fumettista. Scrivo storie a fumetti e le disegno per l'Ireland Today.» rispose guardando dritto davanti a sè.
«Mh, carino.»
Cather non sapeva a chi si stesse riferendo con quella frase, è che Niall non era brutto. Decisamente. Ma l'aveva fatta svegliare alle s...
«Scusa se ti ho svegliato stamattina, sì insomma, sei scesa in pigiama e.. mi dispiace, come posso farmi perdonare?»
«Chi dice che sono arrabbiata con te?» 
«Oh! Andiamo! Mi lanci occhiate che potrebbero uccidere da quando mi hai visto! Sarò anche una frana con le tempistiche ma non sono stupido.» disse Niall, e Cather potè giurare che stesse sorridendo.
«Umh... Bhe, potresti offrirmi da bere» propose Cather svoltando l'angolo e infilandosi in una via trasversale.
«Bere? A quest'ora? Intendo, anche a me piace bere, non ti giudico ma...» 
Cather scoppiò a ridere vedendo la faccia scioccata del ragazzo.
«Non voglio bere alcolici alle sette di mattina! Pensavo ad un cappuccino o del latte, dato che fuori si gela dal freddo e io non ho neanche fatto colazione.» spiegò mandando un'occhiata a Niall.






Entrarono in un bar vicino a Marrion Square, e quando fu il momento di ordinare Niall disse
«Due latte gingerbread»
senza dare il tempo a Cather di replicare.
«Cosa sono i latte gingerbread?»
«Una tazza di latte con aroma di biscotto gingerbread, mia madre me li preparava sempre quando facevo il college.»



Portarono da bere e Cather si lasciò sfuggire un verso d'approvazione quando assaggiò la sua bevanda. Niall rise e arrossì leggermente.



«Dopo potremo andare qui vicino, c'è la statua commemorativa di Oscar Wilde, è uno dei miei posti preferiti qui a Dublino..» propose Cather.
«Mmh, voglio dire sì, è perfetto» rispose Niall annuendo energicamente.




Dieci minuti dopo si trovavano davanti ad un gigantesco masso, dove sulla sommità sedeva appoggiato sui gomiti un uomo dal bell'aspetto in giacca verde e pantaloni scuri.
La statua dello scrittore Oscar Wilde li fissava con sfida. 
«Wow... Sembra... Sembra vero.» esclamò Niall con gli occhi leggermente sgranati e le braccia aperte.
Cather aprì la sua borsa e strappò un foglio dal suo bloc- notes, porse il foglietto al ragazzo.
«Cosa vuoi fare?» chiese lui.
Cather prese una biro e il suo libro Il Ritratto di Dorian Gray, dello stesso Wilde. 
«Di solito, le persone quando vengono qui, lasciano appunti o fogli alla base della pietra, vedi» disse indicando un cumulo di fogliettini sotto la statua.

 




Lucy & Carl
12/3/2014



 
 

Marion e Mattew
forever together



 
 

Maria&Marco
(e il grande Oscar Wilde...)

 
 

Lara,
tutti questi pensieri
leggeri come soffi
di fiaba
aleggiano
nell'aria

 



Cather aprì il libro e sottolineò una frase.
Niall la lessee provò a contenersi dal balbettare.

«Che libro fantastico.»
pausa.
«Non sono in molti che amano la letteratura classica... Non pensavo fossi una di quelle persone...» disse con un piccolo sorriso mentre firmava il foglio.
«Bhe, sì... Amo leggere in verità» rispose Cather.


Niall posò lo sguardo sul biglietto che la ragazza stava poggiando sotto una mano della statua, rise e arrossì.
Doveva smetterla sinceramente.




Silenzio.
Stava diventando imbarazzante.
Quando Niall alzò la faccia sbottò tutto d'un colpo e 


«Penso.. Penso che sto per dare retta alla frase.» disse sicuro.
Poi si chinò leggermente per arrivare all'altezza di Cather e le diede un leggero bacio sulle labbra: abbastanza per capire che nessuno dei due aveva niente in contrario, ma poco per soddisfarli, tanto che ne seguì un'altro, e un'altro ancora.









«Dove hai detto che abiti, Niall Horan?»








 
Cather
e
Niall

-Chi è innamorato, comincia sempre con l'ingannare se stesso, e finisce sempre con l'ingannare gli altri.-






















 
Ciao a tutti!
Voglio ringraziarvi se siete arrivati fin qui, qualunque decisione prendiate da qui in poi ve ne sarò grata infinitamente.
Voglio dire un grazie graaaandissimo ad Aries Pevensie per i prompt di questa storia, poi dimmi come ti sembra!
Ringrazio chi recensirà, a chi è piaciuta e a chi semplicemente pensa di doversela ricordare.
Purtroppo per voi tornerò forse presto con un'altra shot delle mie :)
Un bacione e alla prossima,
Lisa.
 
  
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