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Autore: Visyl    17/09/2014    0 recensioni
La storia è ambientata verso la fine del capitolo due "Il verme conquistatore" di ID -La principessa-, ed è scritto dal punto di vista di Gabriel narrato in terza persona..una piccola digressione di quelli che possono essere stati (secondo me) i suoi pensieri in quel momento.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cecily Herondale, Gabriel Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guardava con gli occhi spalancati, perché mai aveva pensato che lei potesse avere il coraggio di fare davvero una cosa del genere.

La testa del verme si girò verso Cecily, a fauci aperte, irte di denti. La ragazza lasciò andare il pugnale e rotolò di lato, lontano dal mostro, le cui mandibole la mancarono di un soffio e si richiusero violentemente sul proprio stesso corpo. Ne zampillò del pus nero e il verme ritrasse la testa, mentre dalla gola gli usciva un urlo simile al lamento di uno spirito annunciatore di morte. Sul fianco si apriva un grosso squarcio, e brandelli della propria stessa carne gli spenzolavano dalle mandibole. 

Cecily era rotolata abbastanza lontano da non essere più a contatto con il mostro -il demone, suo padre, o qualunque cosa che fosse- ma non era ancora fuori pericolo. Il verme si lamentava ancora e anche i suoi piccoli e stentati movimenti, molto grandi e pericolosi data la sua stazza, lo facevano ancora sembrare pericoloso.


Gabriel sollevò l’arco e scoccò una freccia, che sibilò verso il bersaglio. 

L’ultimo colpo verso quello che era stato suo padre, e che ormai neanche più riconosceva. 

 

La creatura indietreggiò, quindi si accasciò, ripiegandosi si se stessa e poi sparendo, così come facevano i demoni quando la vita li abbandonava.
L’arco di Gabriel cadde a terra.

 

E Gabriel corse da Cecily, stesa a terra qualche metro più in là, che si teneva il polso piegato in un angolo agghiacciante per la vista umana..sicuramente era rotto. Ma lei non piangeva, così come una degna Cacciatrice dovrebbe fare. 
Si avvicinò apprensivo, guardandola prima negli occhi e poi cercando i segni della battaglia sul suo corpo coperto dalla divisa da combattimento, notando qua e la qualche squarcio nel tessuto e qualche graffio leggero. Si sentì sollevato quando appurò che oltre al polso Cecily non riportava ferite degne di nota. E si sconvolse invece, quando in quel frangente la sua mente fu attraversata solo per un millisecondo dall’immagine del suo vecchio genitore, ormai non più tale..perchè la sua testa riusciva a guardare solo ad un paio di occhi azzurri come il cielo in tempesta con apprensione e preoccupazione malcelata..rendersene conto lo fece capitolare di nuovo nella preoccupazione per la ragazza che gli stava davanti.

“Stai bene?”

Dopo aver sentito le sue parole lei aprì di nuovo gli occhi, sempre tenendosi il braccio, e lo guardò dritto negli occhi verdi: a Gabriel sembrava di essere stato trafitto da una delle sue frecce..forse con la punta arrotondata però. 

“Potrebbe andare meglio..sai, ho appena fatto fuori un mostro grigio gigante, in forma di larva, senza occhi e con dei denti che avrebbero fatto impallidire MobyDick. In effetti, potrebbe andare decisamente meglio” concluse facendo una smorfia per il dolore che le aveva provocato il lieve movimento fatto per provare ad alzarsi.

“Ti aiuto io” disse Gabriel, mettendole una mano sotto la schiena e aiutandola a sedersi, per poi aiutarla a far passare il braccio sano attorno alle sue spalle e tirarla in piedi. Erano vicini, e lui sentiva il corpo di lei ancora tiepido e tremante dalla battaglia stretto contro il suo fargli un effetto strano..lo tranquillizzava, ma lo agitava dall’interno.

Lei alzò lo sguardo verso di lui -che non lo aveva mai tolto da lei- e gli disse con tono flebile

“Grazie”.

Aveva le guance leggermente rosse notò, ma sicuramente sarà stato per il calore residuo dello sforzo causato dalla battaglia. Rimase li a guardarla, riflettendo su quella sua strana agitazione..alla quale non sarebbe mai riuscito, almeno per il momento, a dare una spiegazione perché Will lo spinse via. -Stai alla larga da mia sorella!- disse rabbioso.

Gabriel indietreggiò.

E sentì freddo.

 

 

 

  
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