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Autore: Midori No Esupuri    17/09/2014    3 recensioni
[WARNING: MORMOR/MORMORSTAN]
L'evoluzione del rapporto tra l'ex colonnello Sebastian Moran e il consulente criminale Jim Moriarty tramite messaggi.
(11.19) Mi sta assumendo come killer?
(11.20) Esattamente. JM

[...]
(11.24) Stia tranquillo, la sua ferita all’occhio non sarà un problema. So che possiede un conto bancario, mi occuperò di versarle la somma necessaria al costoso intervento che deve sostenere per recuperare la vista. JM
(11.26) Perché?
(11.26) Gliel’ho detto. Mi serve un collaboratore. JM

Nota: Capitoli comprensivi di messaggi e parte narrativa.
Genere: Angst, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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#5: Vodka
 
Mercoledì 01 gennaio
 
Adesso sì che aveva la pancia piena. Erano stati a tavola fino a qualche minuto prima di mezzanotte, poi quell’uomo elegante aveva insistito per andare a vedere i fuochi d’artificio. Sebastian non li amava molto, i botti gli ricordavano fin troppo le bombe in Afghanistan, ma quando il tono dell’altro si era trasformato in un fastidioso ordine sibilato, aveva deciso di accontentarlo. Per farlo stare zitto, se non altro. Avrà avuto circa trent’anni, ma il militare si ritrovò a constatare quanto sembrasse un bambino sotto quelle luci colorate, riflesse in modo distorto nelle iridi nere come la notte. Lo guardava, come rapito, e mentalmente si chiedeva come potesse essere davvero quello, quel piccoletto, l’uomo più pericoloso di Londra. Scosse la testa, ficcando una mano nella tasca larga dei pantaloni a stampo militare, poi nell’altra, allarmandosi non poco. Aveva giurato che il suo pacchetto di sigarette fosse in una di quelle tasche, maledizione!
-Sta cercando queste?- domandò il moro con un lievissimo sorriso in un angolo della bocca. Nella sua mano sinistra teneva il pacchetto morbido e bianco delle sigarette, gli occhi di Sebastian guizzarono di rabbiosa sorpresa.
-Quando diavolo me le ha prese?!
-Non è poi così sveglio come sembra, eh colonnello?
Ignorando l’occhiata torva del biondo, Jim si accese una sigaretta da quel morbido pacchetto e ne aspirò un tiro, tossendo subito dopo.
-Ma che roba è? Che marca sono queste… Queste… Cose?
-MS.- rispose Sebastian, ancora un po’ cupo. -Sono le sigarette dei poveri, sa?
-Ah, ecco perché sono così orribili.
Jim si strinse nelle spalle e gettò senza alcun ritegno il pacchetto da qualche parte all’indietro, tra l’erba che costeggiava il parcheggio.
-Hey!- sbottò il biondo, era talmente buio che ritrovare il suo pacchetto era praticamente impossibile. Quel tizio aveva dei seri problemi.
-Non si affanni per cercarle. Ora lavora per me, deve fumare solo il meglio.
-Sì… Il meglio. Tipo?
-Le West.- asserì fiero, estraendo il pacchetto dalla tasca interna della giacca scura.
-Sono sigarette. Chi se ne frega se non sono le più care sul mercato. Come se avessi così tanti soldi da buttare, poi.- protestò Sebastian, in un brontolio da orso. James lo guardò e rise per qualche secondo, quasi sotto i baffi, poi si accese una sigaretta delle proprie mentre i fuochi d’artificio continuavano a coprire le loro voci e ad illuminarli. Sebastian finì per accettare la sigaretta che l’uomo gli porgeva e alzò il viso verso il cielo buio, per quel poco che l’occhio ancora bendato gli consentiva di fare osservò i fuochi e sorrise a mezza bocca.
-Cosa intendeva dire ieri, quando ha scritto che le ragazze non sono la sua area?- domandò, quel dubbio lo aveva tormentato per tutta la cena. Jim fece spallucce e continuò a sorridere, il filtro giallognolo della sigaretta stretto fra le labbra pallide.
-Che non sono la mia area.
-E’ gay?- chiese nuovamente, alzando un sopracciglio.
-Lei lo è?
-C’è mai una volta che risponde ad una domanda senza farne un’altra?
-Lei che dice?
Sebastian roteò l’occhio sano al cielo e borbottò un ‘vaffanculo’ masticato, lo sguardo nero di Jim gli fu nuovamente addosso.
-Sì, sono gay. Ma non intendo stuprarla, se è questo quello che ha pensato.- gli rivelò, quasi come se fosse stato costretto a spiegare l’ovvio.
-Ah, vorrei davvero vederla tentare.- lo sfidò il militare. -Sono grosso tre volte lei.
-Ma infinite volte più stupido.
-Non sono stupido.
-Non c’è bisogno di offendersi, per me sono tutti stupidi.
-Se sono così stupido, perché ha insistito così tanto a farmi diventare un suo sottoposto?
James finì la sigaretta, lasciò andare il fumo e gettò a terra il mozzicone, coprendolo con la punta arrotondata della scarpa nera, elegante e lucida.
-Che le devo dire.- ridacchiò. -Mi piaceva il colore dei suoi occhi.
Sebastian lo guardò confuso, ma l’uomo gli diede le spalle e si incamminò attraverso il parcheggio e si affrettò a seguirlo, annoverandosi il cervello su quale fosse il vero motivo per cui fosse lì. Sul perché avesse accettato di lavorare come killer per un totale sconosciuto, che tuttavia gli aveva pagato una cena coi fiocchi. Non aveva mai mangiato così tanta carne in vita sua, e ai suoi ricordi nemmeno così buona.
-Allora, parliamo di affari.- disse dopo un po’ il suo nuovo capo. -Provvederò a farle avere ciò che le serve, senza complimenti, basta chiedere. Ha capito?
-Per caso conosce qualche prostituta?- domandò, a titolo puramente informativo, ma James si voltò con un’occhiata torva che, dovette ammetterlo, lo fece rabbrividire.
-Se lo scordi.
La forza di quelle tre parole era stata impressionante, Sebastian sbattè per un paio di secondi gli occhi confuso, ma poi si ricompose e annuì. L’altro fece sparire altrettanto rapidamente l’espressione rabbiosa e si aggiustò la cravatta con le dita di entrambe le mani, lisciandola contro il petto fino all’incrocio della giacca.
-Dicevo. Le farò avere quello che le serve, quindi armi, vestiti, munizioni eccetera. Avrà la sua stanza personale, con tanto di bagno annesso e cabina armadio, anche se ho la vaga impressione che l’ultima non le servirà.- riprese, indugiando per qualche secondo sul completo militare del cecchino. -Domande? Possibile che non intacchino l’argomento prostitute.
-No, nessuna domanda.
Era meglio così, probabilmente. Una macchina nera, con tanto di vetri oscurati, si fermò a qualche centimetro da loro non appena uscirono dall’area del parcheggio, Jim aprì la portiera e fece segno al biondo di salire. Sebastian prese posto e viaggiarono per qualche minuto, fino ad arrivare ad una grande villa, che reputò a prima vista troppo grande… E, quando ne vide l’interno, si corresse. Era enorme, trasudava lusso e ordine maniacali. Quel tipo era tutto il suo opposto.
-Bene, benvenuto a casa, colonnello.
Vedeva un misto di mobili scuri e poltrone in stile barocco, soffocanti persino alla vista per uno come lui, abituato a forniture più scassate e pericolanti che altro… Quel tipo doveva davvero essere potente, per avere così tanti soldi. A meno che la villa fosse di famiglia e lui fosse, che ne sapeva, l’unico superstite di una qualche strage.
-Le piace?
-Mi trattiene una quota dallo stipendio per respirare la sua stessa aria, o posso farlo liberamente?
-Lo devo ammettere, ci sa fare con le battute.- si complimentò il moro, senza rispondere subito. -Può respirare, può andare al bagno, l’unica cosa che le chiedo è di togliere i suoi sucidi stivali dal tappeto.
Sebastian abbassò lo sguardo e si rese conto di essere davvero su un tappeto, dal colore così chiaro da mischiarsi col pavimento di… Beh, qualsiasi cosa fosse.
-E’ un feticista dei tappeti?- domandò stranito, per poi ghignare. -Perché potrei decidere di versarci della birra sopra, quando mi gira male la mattina.
Jim sorrise, tagliente.
-Ci provi e io le taglio gli attributi mentre dorme.
-Macchierebbe le lenzuola di sangue.
-Irrilevante.
-Giusto, non sono tappeti.
Fecero un veloce – si fa per dire – giro della casa, Sebastian si sentiva stretto tra quei lunghi corridoi lussuosi e aveva tirato un sospiro di sollievo quando aveva potuto finalmente rilassarsi nella sua camera da letto. Si spogliò, gettando i vestiti alla rinfusa su una sedia davanti alla finestra, e si stese in boxer sul letto singolo che Jim aveva fatto preparare per lui. Da chi non lo sapeva, dato che nella casa non c’erano che loro due, ma non ci diede particolarmente peso e si rilassò, sentiva addosso la stanchezza per i medicinali post-operatori e per tutto il suo rimuginare. Infondo, che importava? Aveva un tetto sopra la testa, la sicurezza di una retribuzione e un lavoro non molto lontano da quello che faceva in precedenza… Oltretutto, che alternativa aveva?
 
(03.40) Sebby? JM
 
Imprecò tra i denti nel sentire il cellulare suonare sul comodino, illuminando a giorno la sua stanza. Allungò un braccio per prendere quel diabolico oggetto elettronico e sbuffò, possibile che a quell’ora Jim non avesse niente di meglio da fare che mandargli messaggi? E poi, che diavolo era quel Sebby?!
 
(03.42) Moran.
 
(03.42) Sebby. JM
 
(03.45) Moran!
 
(03.45) Sebby-Seb. JM
 
(03.48) Al diavolo. Che vuole?
 
(03.48) Sono le quattro di notte!
 
(03.50) Non ancora. JM
 
(03.50) Voglio un bicchiere di vodka. JM
 
(03.52) E vada a prenderselo, no?
 
(03.54) Sto lavorando. JM
 
(03.58) E allora resti con la sete.
 
(04.00) Se scendi a prendermene uno, puoi portarti la bottiglia in camera. JM
 
(04.02) E’ buona, la importo dalla Russia. E’ alla pesca. JM
 
(04.05) Va bene. Ma poi mi faccia dormire.
 
Si diede dello stupido mentre scendeva le scale, a piedi nudi, trascinandosi fino in cucina. Prese una bottiglia di vodka, versandone una quantità generosa in un bicchiere e salendo nuovamente al piano superiore.
 
(04.07) Sono nello studio. JM
 
Aveva troppo sonno, lasciò il bicchiere davanti alla porta dello studio e se ne tornò in camera, portandosi dietro la bottiglia quasi intera e bevendone un sorso durante la strada, per poi crollare sul letto.
 
(04.22) Grazie per la vodka. Buonanotte, Sebby. JM


 
•Nota dell'autrice~
Anche stavolta ho aggiornato dopo una settimana esatta, forse posso farcela anche con le altre ff! *fa il tifo per se stessa* Ho saltato la parte della descrizione della cena perchè il capitolo diventava troppo prolisso, ma ho ripiegato con una scenetta che personalmente trovo molto carina, che segna l'avvicinando del colonnello e del nostro caro criminale c: Non sono di molte parole oggi, quindi niente... Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e che lo abbiate trovato almeno un po' divertente, non siamo ancora arrivati ai feels ma io mi pregusto già il momento in cui...
Niente, non spoilero nulla uwu' Al prossimo, grazie anche a chi legge e segue, anche senza commentare!
Midori No Esupuri~
  
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