La bacchetta di sambuco 

3 maggio 1998

Il sole illuminava un castello semi-distrutto.

Ancora la notizia non si era diffusa in tutto il mondo magico: il più grande mago oscuro di tutti i tempi era stato sconfitto.
Non appena seppero ciò che era accaduto, quelli tra i suoi seguaci ancora in vista dopo la cruenta battaglia cercarono di scappare, inseguiti dai membri dell'Ordine della Fenice.

Solo una persona non si unì all'inseguimento. Harry Potter stava piangendo vicino ai corpi di Ginny, Hermione, Ron, Fred, Remus, Tonks e persino di Piton; dopo aver saputo la verità sul suo conto, il ragazzo non se l'era sentita di lasciare la salma nella Stamberga Strillante. Anche gli altri si erano detti essere d'accordo nel disporre il corpo insieme al resto caduti, una volta che il ragazzo ebbe raccontato la storia di Severus.

Qualche giorno più tardi nell'ufficio del preside.

 

“Sei ancora triste, Harry?” chiese il quadro del professor Silente. Il ragazzo passava ormai molto del suo tempo nell'ufficio del preside o vicino al lago, a fissare il vuoto, senza rivolgere la parola a nessuno.
“Anche se abbiamo vinto non mi sembra una vittoria. I miei più cari amici sono morti, perché troppo vicini a me. Avrei dovuto allontanarli, fare in modo che non fossero coinvolti... tutta colpa mia,” disse Harry, ricominciando a piangere come ormai faceva sempre.
“Ricordo che avevi allontanato Ginny lo scorso anno prima di partire, eppure lei è morta. Non devi sentirti in colpa, Harry.Non sono morti perché erano tuoi amici: hanno combattuto per un mondo migliore.”
“Lo so, dovrei pensarla cosi... ma non ci riesco, mi sento troppo in colpa. Se solo potessi tornare indietro nel tempo... cambierei le cose.” a quelle parole il viso di Silente fece un sorriso.
“ Vi è un modo, sai?”
“Cosa?” chiese Harry con una faccia sbalordita.
“Hai ancora la bacchetta di sambuco?” domandò con un sorriso Silente.

Harry tirò fuori la bacchetta e la mostrò al preside chiedendo, dubbioso: “Ma come è possibile, signore, che una bacchetta mi faccia tornare indietro nel tempo? Non si tratta di una Giratempo!”
“Quella non è una bacchetta qualsiasi. Ti dirò come fare, ma devi promettermi di non parlarne con nessuno ― neanche con me stesso!

“Harry, sei un bravo Occlumante, ma non voglio che ti isoli dai tuoi amici. Vivi felice con loro prima di questa guerra: forse con gli scoinvolgimenti che porterai potrebbe essere rimandata oppure chissà, anticipata.” pronosticò Silente. “Ora colpisci verso Fanny pronunciando 'Acrux temprus'.
“La magia della bacchetta e i poteri della fenice faranno aprire un varco temporale. Voglio darti ultimo consiglio: non metterti immediatamente alla ricerca degli Horcrux. Se Voldemort dovesse scoprirlo prima del vostro scontro finale potrebbe crearne di nuovi e non riusciremmo a scoprire quali e dove sono. È ciò che è successo: dopo aver saputo della distruzione del diario, Voldemort creò subito l'Horcrux nel serpente.”

Harry non credeva alle sue orecchie, ma aveva fiducia nel preside. Seguì dunque alla lettera le sue istruzioni, riuscendo dopo alcuni tentativi ad aprire un'enorme bolla con una grande luce blu nella stanza .
“Sapevo che ci saresti riuscito, Harry! Io stesso ho provato, ma sono giunto alla conclusione che gli unici ad avere la capacità di aprire questo varco siano coloro che nel profondo del loro cuore sono consapevoli di non possedere più niente che lo leghi a questo tempo,” spiegò Silente, anticipando la domanda che il ragazzo stava sicuramente per chiedergli ― “Perché non fu lei ad usarlo?”
“Grazie professore. Credo che seguirò i suoi consigli, non m'isolerò ed aspetterò fino al sesto anno per cercare gli Horcrux.” Detto ciò, Harry attraversò il varco e nella sua testa si facevano tante fantasie nel come affrontare di nuovo il futuro.

 

“Credi di aver fatto la scelta giusta, Albus?”domandò il quadro di Severus Piton che era stato messo li, il giorno stesso della sua morte da Harry.
“Non saprei,” rispose Silente con il solito sorriso, senza aggiungere altro.