Rosa rossa
e bianca
Un camminata aggraziata agitata dalla rabbia,
un’aria imbufalita di chi non ce la fa più, due mani strette a
pugno così tanto che le nocche raggiungono una tonalità
biancastra, due occhi talmente incendiati dall’ira che potrebbero uccidere
con il solo sguardo: avrete tutti capito chi sto descrivendo, eh sì,
proprio lei, la nostra carissima navigatrice in versione infuriata. Nami
camminava verso la sua stanza, reduce da un’accesa litigata con Zoro.
Nella sua mente stava inveendo contro lo spadaccino utilizzando tutti gli insulti
che conosceva, litigavano praticamente tutti i giorni e spesso per cose
così futili che dopo qualche minuto di litigio
entrambi avevano dimenticato perché discutevano, però
continuavano anche se avevano dimenticato il motivo. Oggi, stranamente, Nami il
motivo lo ricordava chiaramente: Zoro le aveva detto di essere una persona
grassa e brutta. Ovviamente fosse stato qualcun altro Nami l’avrebbe
preso a pugni e non avrebbe dato peso alla cosa, perché lei sapeva benissimo
che non era vero, non soffriva di problemi di autostima, sapeva di essere una
bella ragazza. Quindi fosse stato Rufy, Sanji, (anche se lui non l’avrebbe
fatto neanche sotto tortura) Usopp o Franky non le sarebbe importato nulla, ma glielo aveva detto
Zoro e, il perché non se lo spiegava nemmeno lei, la sua frase non le
era scivolata addosso come sarebbe dovuto accadere. Anzi l’aveva ferita.
Ovviamente non volendo fargli intendere il suo turbamento, l’aveva
attaccato infuriata e avevano cominciato a battibeccare. Zoro, ovviamente,
l’aveva detto solo per far arrabbiare Nami perché le piaceva da
matti litigare con lei e perché solo un cieco avrebbe potuto dire
seriamente che Nami era un brutta ragazza. Nami
però non aveva capito che Zoro scherzava ed era rimasta seriamente
turbata dalla sua affermazione.
Man mano che si avvicinava
la sua rabbia cominciò a scemare lasciando al suo posto una serie di
interrogativi: Zoro pensava veramente che lei fosse così? Oppure
scherzava? Ma cosa più importante: perché le importava tanto?
Non trovando risposte si
arrabbiò nuovamente ed aprì violentemente la porta della stanza
facendo saltare Robin che era all’interno.
- Scusa, non credevo fossi
qui -
- Non preoccuparti,
navigatrice –
Nami si buttò sul
letto, poi dopo alcuni minuti, si rialzò e cominciò a guardarsi
allo specchio. Si mise di profilo, si alzò la maglietta e
cominciò a fissarsi la pancia. Robin la fissava incuriosita, ma essendo
molto discreta non chiese nulla a Nami, finché questa non parlò.
- Ti sembro ingrassata?
– le chiese a bruciapelo.
Robin la fissò
ancor più incuriosita: - No, per niente, perché? –
- Credo di aver preso
qualche chilo – disse Nami guardando lo specchio, poi di colpo, prese a
fissarsi con timore il lato B. Dopo pochi secondi urlò.
- Mi si è
ingrossato il sedere! –
- Ma no Nami, tranquilla,
il tuo sedere è identico a quello che hai sempre avuto -
- Cioè io ho sempre
avuto un sedere enorme quanto quello di una balena! –
- Navigatrice, cosa sono
queste paranoie da grassona? Fin’ora non mi hai mai posto queste domande –
- Perché non mi ero
mai accorta di quanto sono grassa e brutta –
Robin la fissò, qui
c’è sotto qualcosa, pensò.
- E chi è stato a
fartene accorgere? -
Nami esitò a
rispondere: - Ehm, non che abbia molta importanza… comunque è stato
Zoro –
- L’avevo intuito
subito, anche perché te l’avesse detto qualcun altro, non avresti
dato peso a quelle parole -
Nami la fissò
stupita, Robin riusciva sempre a stupirla. Era dotata di una grande
sensibilità e spesso riusciva a capirla meglio di se stessa. Sembrava
che di fronte a lei le persone si trasformassero in libri aperti dove anche le
informazioni più nascoste sono alla mercé di tutti.
- Riesci sempre a
stupirmi, non riesco a nasconderti nulla -
Robin sorrise
impercettibilmente: - Navigatrice, basta osservare. Potresti anche tu capire
fino in fondo una persona soltanto osservandola. Per i commenti di Zoro sei solita prendertela, mentre i commenti degli altri
ti scivolano addosso come acqua –
Nami abbassò la
testa, aveva perfettamente ragione, ma non riusciva a capire perché, o
meglio, non si sforzava di capire il perché, poiché aveva paura
della risposta.
- Dovresti guardare nel
tuo cuore senza paura per capire il motivo di questa differenza -
- Sembra facile, ma non lo
è per niente Robin –
- Lo so meglio di quanto
tu pensi – rispose sorridendole.
Nami ricambiò il
sorriso e poi assunse un’aria pensosa, d’un tratto capì
quello che doveva fare, la risposta le arrivò chiara e concisa. Sorrise
ed uscì dalla stanza ringraziando Robin.
Dapprima lentamente, poi
correndo, Nami andava verso la palestra dove si allenava Zoro. Doveva
parlargli, doveva capire se avevo inteso giusto i suoi sentimenti e lo voleva
capire subito. Arrivata aprì la porta di colpo e, per lo spavento, a
Zoro sfuggì il peso che teneva sulle mani che
quindi gli finì dritto sullo stomaco, Zoro senza dire niente si tolse
velocemente il peso di dosso. Fissò Nami che aveva uno sguardo
colpevole.
- Scusami, non credevo che
saresti saltato -
- Tranquilla, erano dei
pesi che arrivavano a solo
- Certo Zoro, comunque
devo parlarti –
Zoro sbuffò.
- E non sbuffare! I tuoi
commenti di oggi non mi sono piaciuti per niente! -
Zoro la guardò
stranita: - Quali commenti? – non lo disse per prenderla in giro, ma
perché effettivamente non se li ricordava.
- Mi prendi pure in giro?! – gridò irata.
Zoro si alzò da
terra: - Guarda che non me li ricordo veramente e poi mi sembra che ti diano tutti fastidio –
- Hai detto che sono
grassa e brutta – rispose Nami leggermente imbarazzata.
Zoro sorrise leggermente
che per le persone normali significa che scoppiò a ridere: - Te la sei
presa veramente? Ma guarda che scherzavo… in parte! –
- Sei uno stupido buzzurro
senza cervello e sei anche uno s*****o, perché anche se sono brutta e
grassa, potresti evitare di farmelo così pesantemente notare! -
Girò i tacchi e,
mentre stava per aprire la porta e andarsene, sentì Zoro che la prendeva
per un polso, si bloccò anche perché lui la teneva ferma. Lo
guardò con gli occhi irati ma anche lucidi, il pensiero di non piacere a
Zoro la faceva impazzire e le faceva odiare il suo corpo a morte. Lui la
fissò serio, la fece girare completamente e le cinse la vita. Nami
arrossì.
- Nami guarda che io
scherzavo veramente. Non penso che tu sia grassa né che tu sia brutta,
chiaro? – mentre diceva queste parole si era avvicinato al viso di Nami e
il caldo respiro di Zoro lambiva il collo di lei, per di più sentiva il
suo odore che misto al sudore la stordì, questo le penetrò le
narici e la fece impazzire totalmente. Senza pensarci due volte lo baciò
con una passione ardente, lui ricambiò. Si buttarono sul pavimento
dell’osservatorio dove restarono per parecchio tempo. Dopo che si amarono
lui le parlò.
- Nami, io non volevo
ferirti, io penso che tu sia la donna più bella che io abbia mai visto
–
- Grazie Zoro, ho capito,
grazie a quelle parole, di provare qualcosa d’intenso per te, io mi sono
innamorata di te Zoro –
- Anche io sono innamorato
di te, piccola ladra, sei speciale –
Si sorrisero e ripresero a
baciarsi.
Robin, rimasta
nella stanza, pensò alle parole che aveva detto a Nami e decise che
anche lei doveva trovare un modo per affrontare le sue paure. Da qualche tempo,
precisamente da Enies Lobby, si era accorta che i
suoi sentimenti verso una persona della ciurma si erano intensificati così
tanto che non riusciva più a nasconderli. Fece un respiro e decise di
esternarglieli finalmente. Andò decisa verso l’unico luogo dove
poteva essere, arrivata lo vide e gli andò incontro. Lui quando la vide,
la salutò.
- Ciao Robin! -
- Ciao… -
- Cosa fai qui? –
- Devo liberarmi di un
peso – rispose con la solita aria seria e calma.
Lui la guardò
strano, poi si illuminò: - Beh, puoi buttarlo a mare! – disse
indicando l’acqua.
Robin ridacchiò: -
Non un peso in senso materiale –
- E allora cosa? -
Robin tornò seria,
le gote le si arrossarono leggermente al pensiero di cosa stava per fare,
però si fece coraggio, si avvicinò e lo baciò. Un bacio
soffice, delicato come un petalo di un fiore. Lui sgranò gli occhi e non
capì il gesto di Robin, però notò che quella sensazione
gli piaceva molto e pensò che avrebbe voluto che durasse per sempre.
Robin pensava la stessa cosa ma dovette staccarsi per mancanza
d’ossigeno, quando si staccò si accorse che lui l’aveva
abbracciata. Lui la fissò speranzoso.
- Robin, posso baciarti di
nuovo? E’ una cosa che mi è piaciuta da matti -
Robin sorrise, provando
un’intensa gioia: - Certo, è stato lo stesso per me, Rufy –
Rufy la baciò di
nuovo, approfondendo di più stavolta, con grande approvazione di Robin.
Dunque quel giorno,
partito tanto male per Nami si era rivelato il migliore della sua vita, lei
aveva finalmente capito di essersi innamorata di Zoro, e che aveva capito che
anche lui amava lei! Lo stesso si può dire per Robin, riuscita
finalmente a dichiararsi al suo capitano, ampiamente ricambiata da lui. Quindi
Una rosa rossa e una rosa bianca.
Recensite! Recensite!
Avrete ovviamente capito
(certo non siamo stupidi come te ndTutti)(cattivi
ç___ç ndme) che la rosa rossa è
Nami e la rosa bianca è Robin. Dedico la fic a
NicoRobin92 soprattutto per la coppia RufyxRobin (che
a me non piace molto). So che a lei piace da matti XD Ho deciso di provare a
scrivere su di loro perché mi piace sperimentare anche coppie che non mi
piacciono (ma non chiedetemi di fare una RufyxBibi
perché non posso, mi rifiuto, io Bibi la
detesto, Robin assolutamente no!)
Spero sia piaciuta! Se non
fosse così ditemelo lo stesso! XD
Scusate gli errori di
grammatica.
Baci.
Marty De Nobili.