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Autore: shinigami di fiori    18/09/2014    1 recensioni
Seguito di "My full moon"
La parola cambiamento è così difficile da comprendere?
No, la parola cambiamento ci spaventa.
L'odio fa parte degli umani, se non hai odio...Non sei umano...Non puoi eliminarlo.
Non ho mai detto di volerlo elimanre.
Ti ho tro-va-ta...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genei Ryodan, Gon Freecss, Hisoka, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Sappiamo che ci sei…Esci fuori- Disse machi, alzando la voce e preparando i suoi fili di Nen, chiari come fili di ragnatela.
La lonza soffiò, sollevando la folta coda.
-Non sono bestiacce normali, devono far parte di un qualche potere- Disse Feitan, con le mani in tasca.
Kuroro chiuse il libro e osservò il proprio corpo: Circondato da un’aura violacea spenta, senza più la lucentezza che l’aveva accompagnata in quei 38 giorni.
Era successo qualcosa all’esorcista, ne era sicuro.
-Nobunaga, Phinks, Machi, Shalnax, Francklin, Kortopi, Shizuko Bonoleov, Feitan, Daiki, Feary…- Sollevò lo sguardo.
Sorrise con i suoi occhi dannatamente sinceri.
-Il ragazzo esorcista è morto- Disse semplicemente.
Si allaramarono.
-Cosa-?
-Non è possibile-
-Quando sarebbe successo-?
I più adirati sembravano essere Nobunaga e Phinks.
-Chiudete quella bocca voi…Il nostro problema non è scoprire il colpevole- Disse Franklin sollevandosi in tutta la sua possenza.
-Tsk- sbuffò, Phinks.
-Il capo rimarrà invulnerabile perennemente se non facciamo qualcosa- Disse, volgendo lo sguardo al capo, per niente scosso.
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Su un albero lì vicino
-Stanno bene? Sono arrivati in ospedale?...Si, si capisco…La ringrazio molto signor…Ecco…Lior-?
Un silenzio cullato dal vento accarezzò la coda di cavallo di May, comodamente seduta sul ramo dell’albero.
Un respiro, dall’altra parte del telefono.
-Mi chiamo LEORIOOOOO- Urlò, facendo spostare la testa a May dall’oggetto elettronico per il baccano.
-Ad ogni modo…- Continuò il medico.
La donna tornò seria.
-Quello che mi hai detto è vero? Kurapika e Shelia, stanno davvero andando dal ragno da soli-? Domandò, volgendo lo sguardo verso i due piccoli ragazzini nel lettino dell’ospedale colorato di bianco.
-Si…- Rispose solo.
Leorio strinse i denti.
-Non ti conosco da molto…Anzi…Praticamente non so nemmeno come sei fatta fisicamente- Disse l’uomo, passandosi una mano tra i corti capelli neri.
Con la coda dell’occhio, l’aspirante medico fissò al fianco del lettino di Gon, dove un cane dall’aria inespressiva rimaneva seduto ad osservare e annusare il piccolo inerme.
Accanto al lettino bianco di Killua, invece, vi era un grande pavone dalle mille piume colorate, dalla coda chiusa in un meraviglioso fagotto verde alle sue spalle lapislazzulo.
-Però…Se non fosse stato per il tuo potere, questi ragazzi non sarebbero mai arrivati in questo ospedale…Ti ringrazio- Disse, chiudendo gli occhi.
May, sorrise.
-è stato killua a dirmi che eri un aspirante medico…Avrei voluto mandarli in cura ad un esperto, ma i due piccoletti che vedi lì hanno insistito a rivolgermi a te- Continuò la donna.
Leorio rimase in ascolto, osservando il cane selvatico leccare la mano di Gon.
-Si dice che i migliori Hunter siano amati dagli animali- Continuò la donna, sollevandosi e rimanendo in piedi sul ramo.
-D-davvero-? Domandò Leorio, arrossendo ed assumendo una faccia ridicola, grattandosi la nuca.
-bene, allora lasciali pure nelle mie mani, conta su di me- Disse Leorio, sollevandosi e stiracchiandosi.
-Un’ultima cosa, signorina May- La interruppe Leorio.
La ragazza si riavvicinò il cellulare all’orecchio.
-Mhm-? Chiese.
-Quando hai capito…Che questa era anche la tua battaglia-? Chiese l’uomo, osservando un dirigibile nel cielo, libero e possente.
Un sorriso apparve sulle labbra carnose della ragazza, che chiuse gli occhi.
-Appena Shelia e Kurapika…Si sono voltati per poi sparire nella boscaglia, intenti a salvare Daiki- Sorrise lei, osservando anch’ella il cielo.
-Capisco…- Disse Leorio, con uno strano luccichio negli occhi.
-Ci si sente allora…Ah, e tieni a bada i miei animaletti…Sono i miei piccoli peccatori preferiti- Disse, per poi schiacciare il pulsante “Termina chiamata”.
Leorio tolse il cellulare dall’orecchio…Per poi girarsi verso i due ragazzini esausti nell’ospedale.
In quell’edificio vi era aria pulita che sapeva di lavanda e miele, il fresco odore delle tende che volavano con il vento, le lenzuola profumate e le cordiali infermiere.
Leorio si sistemò accanto ai lettini, seguito a ruota dal cane e dal pavone.
-A chi si riferiva…Con peccatori-? Sussurrò l’uomo, spostando lo sguardo dai ragazzi agli animali.
Il cane guaì, cercando la mano di Gon con il muso umido, mentre il pavone si scotolò il piumaggio per poi appollaiarsi ai piedi del letto di Killua, senza fare di più.
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-Già…La mia battaglia…- Sussurrò May, seguita da un sibilo della serpe sulle sue spalle.
Con un movimento aggraziato si lasciò cadere dal ramo, atterrando a quattro zampe.
Due orecchie apparvero sulla sua testa, gli occhi si assottigliarono, una coda paffuta con la punta bianca comparve alla fine della sua schiena.
Con il braccio destro prese il bastone che si era legata alla schiena, aprendolo di netto e tirandone fuori un flauto in legno, splendente e levigato alla perfezione.
-Quando è stata l’ultima battaglia? Forse l’ultima volta che sono stata qui- Sussurrò, stringendo lo strumento in un pugno.
Cominciò ad avanzare verso il luogo in cui era accampato il ragno…Lentamente, dolcemente, in punta di piedi.
Avrebbe lottato, avrebbe rischiato, avrebbe di nuovo messo la sua vita in gioco…Certo, forse non era più quella di una volta, ma era sicura di poter combattere di nuovo, combattere di nuovo per un amico.
-Dannazione Shelia…Cosa mi fai fare-? Chise, mentre la coda danzava al suono dei suoi passi leggeri.
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-Oh, il Nen sta ritornando…E io che volevo vedere di cosa fossi capace senza utilizzarlo…Mi sarebbe piaciuto saperlo- Rise il mago, mentre uno sciame di farfalle del colore dell’autunno e delle foglie si era sistemato accanto alla sua spalla sanguinante.
Quella situazione gli ricordò l’esame per diventare Hunter: Quella specie di farfalla l’aveva trovata anche in quella foresta.
-Infondo sono contento che May abbia deciso di lottare…Immagino che mi sarei annoiato a morte a non fare nulla- Sussurrò, alzando l’indice artigliato ed attendendo l’atterraggio di una farfalla.
Appena la piccola appoggiò le sue zampine sull’unghia del prestigiatore cominciò a muovere le ali…Le apriva e le chiudeva, si stava rilassando.
L’illusionista sorrise e sollevò l’altra mano lentamente, per non far scappare l’insetto alato.
Con uno scatto fulmineo afferrò e imprigionò la farfalla nella sua possente mano, stringendo.
Passarono diversi secondi, poi Hisoka aprì la mano lentamente.
Uno sciame di farfalle si liberò nel cielo, oscurando in parte il viso del mago.
-Bene…Ora, dove andare-? Si chiese, sapendo bene dove  andare.
I suoi occhi socchiusi permisero alle sue iridi gialle di voltarsi verso la direzione in cui vi era il ragno…il suo divertimento.
Fece un passo ma il tacco sotto la sua scarpa solcò soltanto il terreno, per poi bloccarsi.
I suoi orecchini tintinnarono a causa della frenata.
Volse lo sguardo verso l’alto.
“Se fosse possibilie…Vorrei che la piccola e i suoi amici sopravvivano…Giocattoli come loro non se ne trovano in giro” Pensò, osservando le nuvole spostarsi in cielo.
Un corvo passò sopra di lui, sbattendo violentemente le ali color pece.
“Bhè…Solo se è possibile” Pensò, prima di incamminarsi.
………………………………………………………………………………………………………………………………….
Blue correva in mezzo alla foresta seguita da me e Kurapika.
-Ancora non siamo arrivati alla magione-? Chiese Kurapika, continuando a correre.
-Ancora no- Rispose la donna, sorridendo amorevolmente.
Kurapika tirò un sospiro…
Per alleviare la tensione, la ragazza iniziò a parlare.
-il covo è protetto da uno strato di Zetsu per evitare le intrusioni- Disse, sorridendo e fissando davanti a sé.
-Uno strato di Zetsu-? Domandai curiosa.
-Si, uno strato di Zetsu del padron Atlancis…Protegge la struttura senza il pericolo che possa venir percepita da qualcuno- Spiegò la donna.
-Che incredibile controllo del Nen- Sussurrò Kurapika, con un goccia di sudore sulla tempia.
-Senza saperne la perfetta ubicazione, è praticamente impossibile trovarla- Aggiunse Blue, saltando un tronco marcio caduto a terra, seguita da me e dal Kuruta.
-Senti Blue…- La interruppi.
La donna non si girò, ma ero consapevole del fatto che mi stesse ascoltando.
-Tu lavori per questa famiglia praticamente da una vita…- Sussurrai, sorridendo tristemente.
-è vero- Mi rispose un sussurro appena percettibile.
-Come puoi lavorare per gente che svolge un simile lavoro sporco? Utilizzano la vita delle persone…Fa ribrezzo- Urlò Kurapika, senza paura di ferire alcun sentimento.
La donna abbassò lo sguardo, coperto dalla frangetta scura.
-Io, vengo da un’isola a Nord di qui…Un posto molto tranquillo.-
Kurapika sembrò calmarsi anche se i suoi occhi sprizzavano aria omicida dipinta di rosso.
-La mia famiglia è un po’ diversa da tutte le altre…vedete, il mio branco è formato da lupi particolari: Hanno tutti una terribile storia da raccontare, un passato a cui hanno voltato le spalle- Mentre sussurrava queste parole, la sua bocca era piegata in un sorriso che, seppure debole, le dava un’aria sicura e determinata.
-Siamo rimasti insieme e abbiamo preso una decisione…Crescere diventare più forti per proteggere ciò che più ci è caro…Non importa con quale metodo- Disse, stringendo una mano a pugno.
“Blue” Pensai, abbassando lo sguardo.
-Tutto il mio branco…Sa usare il Nen, me compresa come avete potuto notare- Mi disse, voltandosi e fissando il mio occhio chiuso, ornato da strisce di sangue coagulato.
-Tutti ne abbiamo imparato le basi e approfondito l’utilizzo per conto nostro, prima di incontrarci…Io per esempio appresi in Nen quando ero solo un cucciolo- Continuò la donna, sorridendo.
-Però un giorno…- il suo sorriso forzato svanì nel nulla.
Assottigliai gli occhi.
-Il Padron Atlancis allora solo un bambino, e l’ormai deceduto Zerio-sama invasero il nostro territorio quando ero ancora giovane…Non credo di aver avuto più di otto anni.-
-Zerio-sama-? Domandai, confusa.
-Colui che avrebbe dovuto essere tuo nonno- Mi disse.
-Capisco- Dissi, incitandola ad andare avanti.
Dopo tutto se non me ne rammaricavo…Non poteva essere importante per me.
-Padron Atlancis, per quanto fosse giovane,  era molto interessato ai poteri di alcuni membri del mio branco ed essendo lui in grado di sottrarre i poteri Nen altrui…Cercò in tutti modi di impossessarsene-.
-Nen altrui-? Domandò il biondo.
-Non mi aspettavo niente di meno da un’Esorcista- Dissi, rivolgendomi a Kurapika.
-In quella lotta, Padorn Atlancis prosciugò due miei compagni, uccidendoli- Sussurrò.
La sentii mordersi le labbra…in qualche modo si riteneva responsabile.
-U-uccidendoli-? Domandò Kurapika, deglutendo.
-Essendo il Nen l’energia naturale di ogni essere vivente, non solo sottraeva l’aura combattiva, bensì anche la forza vitale…La vera essenza del Nen-
-Tsk…Un mostro- Sussurrò il Kuruta, chiudendo gli occhi e volgendo lo sguardo spento altrove.
-Zerio-sama addestrò personalmente Padron Atlancis e aveva un’idea molto chiara del potere della famiglia…Tuttavia, morì a causa di una malattia- Mormorò Blue, sospirando.
-Padron Atlancis può utilizzare tutti i poteri Nen che sottrae agli avversari a condizione che, una volta schematizzato nella sua mente, lo utilizzi per finire l’avversario- Spiegò la donna.
Rimanemmo senza parole.
-Fu quando i corpi senza vita dei miei compagni comparvero sotto ai miei occhi che cedetti alla disperazione…Scesi a patti con loro- .
Kurapika spalancò gli occhi.
-Patti- Sussurrai, assottigliando l’occhio buono.
-Si…Decidemmo che se avessi posto i miei poteri al servizio della famiglia come guardiana…Loro avrebbero ignorato i poteri degli altri membri del branco- Disse, posandosi una mano al petto e chiudendo gli occhi.
-Così divenni la guardiana più fidata della famiglia…Ma la mia vita divenne vuota…Vuota come un cielo senza luna e, per quanto mi sforzassi di cercare, quella luna non ricomparì più nella m mia vita.
I giorni si susseguivano in modo monotono, non facevo altro che uccidere gli intrusi e a pensare cosa stesse facendo la mia famiglia.
-Blue…- Sussurrai.
-Ma dopo tutto…Anche io avevo detto che avrei fatto tutto il necessario per proteggere quello che amavo…Sono sicura che se non lo avessi fatto io…Lo avrebbe fatto un altro mio compagno…- Si girò verso di me, interrompendo la corsa.
I suoi stivali blu strisciarono la parte inferiore di gomma sul terriccio.
I suoi pugni si rilassarono, rivelando le sue bellissime dita scure aperte.
Sorrise.
-E io questo non lo volevo…Non lo avrei sopportato- Ci disse.
Eravamo entrambi affascinati da quel racconto, da quella storia, da quella vita.
-Pensavo che la mia esistenza fosse finita, fino a quando…- Sussurrò, ricominciando a correre.
-Fino a quando-? La incitai, seguendola.
-Fino a quando non nacque una piccola bimba innocente in quella famiglia sporca- Disse.
Capii che stava sorridendo.
-Eri come uno spiraglio di luce nelle tenebre infinite…Eri una gioia per me- Il suo sorriso si spense piano piano.
-per tuo padre invece…Eri uno spiraglio di oscurità in una luce, per lui, infinta…Eri come un fallimento. Tua madre morì dopo il parto ma non a causa tua...Tuo padre la abbandonò senza forze su quel lettino improvvisato, disse che non era mai stata utile alla famiglia, che non possedeva il potere necessario per essere un membro della famiglia Atlancis- Si morse le labbra.
Io mi sentii solo infastidita…Dopo tutto non era quella la mamma di cui avevo bisogno, non era lei ad avermi cresciuta.
Abbassai lo sguardo tristemente.
-Ma questo a lei…Non importava- Sorrise Blue, riprendendosi.
-Mhm-?
-Fui io a vederti dopo di lei…Eri così piccola, così cagionevole di salute, tremavi sempre e sembravi così indifesa…Ma questo non significava niente per tua madre.
Tu eri la sua gioia, la sua vittoria…Vittoria Atlancis- I suoi occhi blu stavano ospitando alcune lacrime.
-Vittoria…- Assoporai quel nome, come per trovarvi qualche ricordo della mia madre biologica.
La corsa continuava imperterrita, senza sosta.
-Tua madre non era come il Padrone, o come Butler-sama, o come Zerio-sama…Ma era stata contaminata dal lavoro sporco di Esorcista Oscuro….Tu eri l’unica senza macchia, senza colpe...Come avrei potuto lasciare che il Padrone ti sottoponesse a difficili prove per vedere la tua forza? Non ne saresti uscita viva…Ti avrebbe uccisa, era quello che voleva dopo tutto-
-Quindi è così…- Sorrisi tristemente.
-Così quella notte…Ti lasciai fuggire…Pregando per la tua sopravvivenza- In questa parte, sembrò sentirsi in colpa.
-Mi si spezzò il cuore guardarti fuggire in una boscaglia buia e glaciale…Ma che avresti fatto se fossi rimasta in quella famiglia? Quella era morte certa- Cercò di giustificarsi, chiudendo gli occhi e lasciando scorrere le lacrime sulle guance.
-Va tutto bene Blue, hai fatto la cosa giusta- Dissi, posando lo sguardo dalla sua figura all’orizzonte di fronte a me.
I suoi occhi blu si spalancarono, fissandomi al suo fianco…Come si osserva una luce attesa da anni.
“Shelia…”
Feci un enorme sorriso, mostrando una “V” con le dita della mia mano destra.
-Sono orgogliosa della vita che ho vissuto-
 
Angolo Autrice
Eccoci qui…Fiuuu, da adesso in poi…Ci saranno gli ultimi quattro capitoli e poi questa storia…Finalemente…Troverà una fine XD.
Per quanto riguarda il finale spero lo apprezzerete nel suo genere in quanto sarà un finale aperto.
Ringrazio tutti coloro che si sono spinti fin qui <3
Alla prossima :D
-Shinigami di fiori-
 
 
 
  
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