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Autore: Andy Black    18/09/2014    11 recensioni
Crystal, Silver e Gold si troveranno catapultati in un avventura senza precedenti, che li costringerà a correre in aiuto della popolazione di Hoenn, sconfitta da terremoti ed altri cataclismi.
C'è lo zampino di Groudon, e di qualcun altro, che sembra attentare alla pace per l'ennesima volta.
Cercherò di portarvi nella mente dei personaggi più amati di Pokémon Adventures
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adriano, Crystal, Gold, Rocco Petri, Silver
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Manga, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Courage'
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Ray


Groudon ruggiva forte, mentre la pioggia provava inutilmente a cadergli addosso; il calore che emanava trasformava in vapore fumoso le gocce impertinenti.
Fiammetta, inciampata pochi attimi prima di vedere la terra partorire quell’enorme Pokémon, era minuscola a confronto. Groudon sovrastava il gruppo di ragazzi, mentre urlava con rabbia. Gli alberi della foresta prendevano lentamente fuoco sotto la pioggia ed il cielo s’ingrigiva sempre di più, mentre il freddo prendeva a coprire tutto con il soffio dei suoi venti.
“Fiammetta!” urlò Martino, correndo verso la ragazza e tirandola indietro per le braccia. Quella si mise subito all’in piedi, e mise le mani alle sfere.
“Talonflame! Vai!” urlò poi.
Lei non era una fallita. Lei non era lì per caso.
Lei era forte.
Enormemente forte.
“Vuoi sconfiggere Groudon con il tuo Talonflame?!” esclamò Crystal.
“No. Tu devi catturarlo. Hai pronte le sfere? Quelle giuste...”
“Giuste?!”
“L’altra volta avevi delle Pokéball” spiegò Silver, glaciale.
“Ho trenta Ultraball con me, adesso”
“Suppongo bastino” chiuse Fiammetta il discorso. Il suo sguardo scivolò poi veloce su Groudon.
Il leggendario Pokémon Continente ruggiva mentre ai suoi piedi una grossa colata lavica sovrastava il prato boschivo. Le sue gambe erano per metà affondate all’interno del materiale piroclastico. Le venature che normalmente erano nerastre ora pulsavano di luce gialla e viva, mentre gli occhi si riempivano di rabbia.
“Come mai è uscito proprio qui?! Perché ci sta attaccando?!” chiese Crystal, guardando Martino.
“Non ne ho idea. Probabilmente è solo un caso... Un'altra ipotesi è la territorialità; forse crede che questo posto sia suo, d’altronde è sempre un Pokémon, mosso dall’istinto...”
Fiammetta respirò, mentre il suo Talonflame sbatteva le ali velocemente davanti a lei.
“Comincia con l’alzarti in volo! Attento ai suoi attacchi!”
Talonflame partì rapido verso l’alto, lasciando una scia calda al suo passaggio.
“Oppure...” continuava Martino. “Oppure gli è stato comandato di attaccarci. Non vedo altre spiegazioni”
“Che stai dicendo?!” fece Silver.
“Quello che ho detto. Groudon potrebbe appartenere a qualcuno. O potrebbe essere attratto da qualcosa che possediamo, da qualche Pokémon”
“Cavoli...”
Groudon mosse un passo verso l’esterno del cratere. La sua testa puntuta mirava verso il basso, verso i ragazzi. I suoi passi risuonavano sinistri nell’eco del bosco, dove già da qualche minuto stormi di Taillow e Dustox si allontanavano verso l’alto, combattendo la paura della pioggia.
“Non gli interessa lottare con te...” sospirò Martino, riferendosi a Fiammetta.
“A me sì! Talonflame, vai con Baldeali!”
In un attimo Talonflame salì in aria, per poi scendere in picchiata con violenza incredibile. Una scia rossastra lo seguiva come una coda; andò a colpire l’avversario sulla testa. Questo, per quanto immenso e enorme rispetto al piccolo Talonflame, sembrò infastidito. Alzò un braccio, e con i suoi grandi artigli provò a sferrare un colpo verso il ben più agile volatile, mancandolo.
Quello sembrava parecchio stanco, dopo aver sferrato il potente colpo. Questo, tuttavia, non sembrò aver provocato danni ingenti.
La pioggia all’improvviso smise. Le nuvole velocemente furono rimpiazzate da un sole caldo.
“Siccità...” spiegò Fiammetta, che già aveva visto quelle scene dato che le aveva vissute già sulla propria pelle.
“Talonflame, vai con Lanciafiamme!”
E fu così che mentre Groudon agitava goffo e lento le braccia artigliate per colpire l’avversario, quello lo colpiva con un getto di fiamme incandescenti, al volto.
Non sembrò esserne particolarmente infastidito.
“Serve manforte! Blaziken! Torkoal!”
E fu così che i due Pokémon scesero nel campo di battaglia. Torkoal fece lemme due passi in avanti.
“Muro di fumo!” urlò la rossa. “E tu, Blaziken, usa velocemente uno Stramontante, cercando di mirare al volto!”
Entrambi eseguirono le mosse. La combinazione fu ottima: prima un grosso muro di fumo si abbatté sull’avversario, trasformando tutto ciò che aveva davanti in sagome grigiastre e nere.
Groudon ruggiva e si agitava.
“Tu Talonflame, attaccalo ripetutamente!”
Da quella distesa densa e fumosa si aprì improvvisamente un varco, da cui sbucò furente Blaziken, che colpì con un colpo forte al mento del Pokémon. Groudon fu costretto ad alzare la testa verso l’alto, anche se di poco, quindi ruggì di nuovo, invocando una forte tempesta di sabbia.
“Terrempesta...” osservò Crystal, spaesata. L’enorme ombra di Groudon copriva il sottobosco ed i suoi tesori.
“Crystal! Forza!” urlò Fiammetta, intimandole di cominciare con il processo di cattura.
Quella annuì ed estrasse una Ultraball dallo zaino. Cercava di trovare il punto in cui la forza vitale di Groudon si accumulava. Sapeva benissimo che ogni Pokémon accumulasse la sua energia vitale in un punto preciso, ricordava perfettamente quando catturò Lugia.
"Silver!" urlò al ragazzo, mentre vedeva Groudon agitare le braccia come Godzilla, nel tentativo di colpire Talonflame. "Qual è il punto in cui si concentrano le energie vitali, in Groudon?"
Silver s’attivò subito, dimenticando all’istante il fiele con cui era stato avvelenato in quelle ore, e prese a guardare Groudon con attenzione.
L’enorme corpo, grosso e muscoloso, vedeva convergere tutta la propria energia vitale in un punto preciso.
“Sul muso. Proprio dove le sue creste convergono. È quello il punto”
“Ottimo!”
Groudon prese a camminare di nuovo in avanti, costringendo Fiammetta a spostarsi.
“Blaziken... Cavolo! Sembra non sentire alcun attacco! Usa ancora Stramontante!”
Blaziken eseguì di nuovo, puntellandosi sulle zampe posteriori prima di sferrare un grosso salto e colpire sul volto il suo avversario, ma Groudon lo sentì appena.
“Non vuole lottare con te Fiammetta!” urlò Martino.
“Ma io sì! Vedrete! Lo vedrete tutti! Talonflame, usa Doppioteam! Torkoal, vai con Eruzione!”
“Non gli farai niente! Non lo spingerai nemmeno a lottare così!”
Intanto pochi passi indietro Crystal stava prendendo la Ultraball dal suo zaino. Silver la guardava, ma non riusciva a staccare gli occhi da dosso a Groudon; la sua maestosità imponeva al ragazzo di ammirarlo in tutto e per tutto.
“Hai fatto?!” urlò il fulvo alla Catcher.
“Sì, quasi...”
Stringeva tra le mani la Ultraball, mentre fissava ardentemente il punto su cui mirare.
“Bene...”
Un altro passo ancora, e poi una spazzata con l’enorme coda, Groudon colpì Martino e Fiammetta, facendoli letteralmente volare per più di cinque metri. Martino atterrò bene, rotolando sul fianco. Assorbì bene il colpo e si rimise in piedi. Ma Fiammetta pareva aver battuto la testa durante il brusco atterraggio.
“Fiammetta!” fece il ragazzo, andandosi a sincerare delle sue condizioni. Solo un grosso graffio sulla fronte, e la perdita di conoscenza.
“Crystal! Fai presto! Fiammetta è svenuta!”
Groudon avanzò l’ennesimo passo.
“Crystal! Forza!”
Un leggero fischio si espanse tutt’intorno, ma nessuno ci fece caso.
Groudon era proprio davanti a lei, e la fissava minaccioso. Silver le corse accanto.
“Feraligatr! Poochyena!” chiamò entrambi i Pokémon. “Poochyena, stai a guardare! Ma tu, Feraligatr, usa Idropompa!”
Il Pokémon del ragazzo direzionò un’impressionante mole d’acqua sul suo petto, che lo costrinse a piegarsi in avanti. La testa era a quattro metri da Crystal.
“Ora!”
“Si!”. Crystal prese la sfera e la lasciò cadere, quindi la calciò violentemente. Alle spalle di Groudon, Martino teneva la mano di Fiammetta mentre guardava ciò che accadeva. La sfera veniva lanciata ad alta velocità verso il volto sofferente di Groudon, e Feraligatr emetteva un grosso pilastro d’acqua.
Crystal vedeva quella scena al rallentatore: la sfera si avvicinava, sempre di più. Già sentiva in bocca il sapore del successo. Aveva praticamente catturato Groudon, la traiettoria della sfera era perfetta.
Ma poi una macchia nera s’interpose tra di loro, intercettò la Ultraball e si fermò, a pochi centimetri di distanza da Groudon.
L’attacco di Feraligatr fu più che potente, e costrinse Groudon alla fuga. Scavò un fossato e vi si immerse.
Rimasero tutti immobili nel loro silenzio, a fissarsi tra di loro per capire la situazione fino in fondo.
Groudon non era stato catturato.
Una macchia nera aveva impedito la cattura.
Lui era fuggito.
“Ma...” Martino guardava il tutto da dietro. Un grosso uccello sbatteva le ali, librandosi in volo. Su di lui una ragazza.
Vestita di rosso.
“Zoe!” esclamò Crystal, seria.
“Santo...” Silver cercava di stare calmo mentre stringeva i pugni così forte che le sue braccia cominciarono a tremare.
La ragazza sorrideva, soddisfatta da ciò che aveva evitato: non avrebbe potuto permettere che Groudon, il loro obiettivo principale, finisse nelle mani dei tanto decantati buoni.
Saltò giù da Swellow con agilità ed eleganza, atterrando sulle gambe.
Le sue bellissime gambe.
Martino guardava affascinato la ragazza alle spalle.
“Chi è lei?” chiese a se stesso, dato che Fiammetta sembrava ancora lungi dal poter comprendere pienamente qualcosa. Tuttavia si stava risvegliando, anche se molto lentamente.
“Non potevo permettere che ve ne andaste con Groudon. Lui è il fulcro della nostra operazione. Noi viviamo per lui. Soccomberanno i mari e la terra trionferà, dando più equilibrio e spazio a Pokémon terrestri ed esseri umani!” esclamò entusiasta lei.
Silver la guardava, negli occhi vividi. Umettò le labbra, morse quell’inferiore, poi sorrise.
Era bella e dannata.
Si avvicinò lentamente verso Silver, quindi gli carezzò il voltò. Lui rimase impietrito, poi si ravvide e spostò la testa, spostando con violenza la mano della donna.
"Che cattivone!" esclamò, sorridente.
"Dov'è Andy?" chiese il fulvo, con voce ferma.
"Andy ora ha da fare. Ma presto verrà a concludere quello che ha cominciato con te..." poi si girò, guardando Fiammetta. "... e con quella sgualdrina inutile"
Crystal era in balia delle emozioni. Prima la sorpresa, quando Groudon era uscito dal nulla, la paura, quando lo vedeva avanzare verso di lei, la rabbia, quando vide la Pokéball intercettata da Zoe.
Tutte queste sensazioni, vivide nella stessa sfera emozionale, tutte queste situazioni nel suo corpo gracile. Era troppo per lei.
I nervi presero a pulsarle nelle tempie, i denti si strinsero, lei li digrignò.
"Perché non ci lasci in pace?!" prese ad urlare. "Con questo comportamento infantile, stupido, state ammazzando un sacco di persone!"
"Tu non capisci, lurida sgualdrina..." sorrise la corvina. Le nuvole grigie ripresero ad addensarsi sulle loro teste. "... Il mondo sarebbe un posto migliore se solo fossimo noi a gestire il tutto"
"Come mi hai chiamata?!". Crystal strinse i pugni mentre sentiva un'onda d'odio rimbombare sulle pareti del suo corpo, sentendo all'interno un fremito.
"Lurida..."
E poi tutto nero nel suo sguardo. L'odio la stava accecando davvero. Qualcosa di totalmente insolito ed irrazionale stava prendendo possesso del suo corpo, la stava manovrando, muovendo i fili della sua anima con mani sporca di fuliggine, sporcandola.
"Swampert!" fece, mentre le sue pupille diventarono totalmente nere. Il Pokémon di Crystal scese in campo, ben concentrato e basso sulle zampe.
"Colpiscila! Usa Fanghiglia!"
Silver si voltò d'improvviso, sorpreso da quel moto d'ira del tutto inaspettato e fuori luogo nei panni della ragazza. "Ma che fai?!"
Swampert parve interdetto per un attimo.
"Attacca subito!". La sua voce prese una nota storta, più baritonale e quasi demoniaca.
Swampert non poté far altro che ubbidire: un'onda di fanghiglia marrone si alzò forte e si diresse verso Zoe. Questa dal canto suo non si scompose per niente.
"Swellow" urlò quella. Poi saltò, facendo un enorme capriola all'indietro, per poi ritrovarsi sul suo dorso, mentre, dondolando dolcemente al battito delle ali, affondava le dita nelle piume scure e morbide. La grossa massa d'acqua e fango passò inoffensiva sotto di loro, andando a fermarsi pochi metri prima di Martino e Fiammetta.
"Che scorretta, la sgualdrina... Swellow, facciamole capire chi comanda qui. Vai con Aeroassalto!"
Poi Zoe saltò, e con un'altra capriola si ritrovò sul ramo in alto di un ulivo del bosco.
Crystal la guardava furente, poi si focalizzò sul Pokémon uccello che si avventò contro Swampert.
"Non farti colpire! Riattacca con Codacciaio!"
Swellow si avvicinò forte e veloce, pronto ad affondare gli artigli puntuti nella carne del Pokémon di Crystal, d'improvviso però quello si voltò, colpendo con la coda a ventaglio il suo avversario.
Swellow, colpito al volto, emise un verso di dolore prima di schiantarsi nel fango.
"Swellow... caro Swellow..."
"Aveste almeno un po' di fantasia... Avete tutti gli stessi Pokémon. Sconfiggervi non sarà un problema"
"Swellow, usa Trespolo" disse poi Zoe, seria, dopo esser scesa dal ramo.
"Perché ti fermi?! Paura?!"
"Io non ho paura di te. Sei tu che hai paura di te stessa"

Crystal si fermò.
SEI TU CHE HAI PAURA DI TE STESSA.

Quelle parole presero a rimbombare nella sua testa e come un'eco si espansero nel suo corpo, proprio come una goccia che cade dal soffitto di una grotta.
Nel profondo della sua anima.
Paura. Paura. Paura.
Lei aveva paura. Paura delle scelte, paura delle conseguenze, ma anche delle cause.
Paura del domani, paura che il suo ieri si frammentasse, come cristallo, come i suoi occhi, ora tutti neri, mangiati dalla rabbia.
Paura che nulla si fosse concretizzato nella sua vita; che tutto ciò che aveva costruito null'altro fosse che un castello di carta sotto le fiere raffiche del vento.
Era davvero così insipida la sua vita?
Era davvero così piena di limiti?
Perchè non era in grado di superare le transenne che le si ponevano davanti?
Un giorno Silver, l'altro Groudon e ancora la sua incapacità di catturarlo.
La paura.
Forse era quella che paralizzava le sue volontà, le sue capacità.
Lei poteva.
Lei sapeva come fare.
E allora, diamine, perché non lo faceva?

"Che hai?!" chiedeva Silver, mentre la stringeva alle spalle.
Urlava, Crystal, e non se ne accorgeva. Teneva i pugni chiusi con forza, tanto che le unghie le si infilarono nei palmi, facendoli sanguinare; piccole gocce vermiglie presero a cadere lente.
I suoi occhi non vedevano più niente.
"Non vedo!" esclamò.
"Che succede?! Crystal!" Silver continuava a scuoterla per le spalle, impotente e confuso.
"Non vedo niente!"
Lei stringeva gli occhi, mentre Zoe rideva divertita dalla situazione.
Silver le carezzò il volto a calmarla, anche se inutilmente, quindi con l'indice le aprì una palpebra: nero tetro, nero totale. Buio profondo ma vivo.
Sussultò il ragazzo.
"Cosa?!" esclamava Crystal, ignara.
"Niente... calmati ora. Dobbiamo andare a chiedere aiuto"
"Che succede?!" urlò la ragazza. Le sue lacrime sgorgavano scure sul volto diafano.
"Stai tranquilla"
Martino guardava spaventato la scena. Avrebbe voluto far qualcosa, ma non c'erano Pokémon selvatici da poter sfruttare, dato che la comparsa di Groudon aveva fatto rintanare e fuggire tutti i debolissimi Pokémon del percorso tra Albanova e Solarosa.
E poi sentì quell'urlo.
"Dannazione!" la voce di Zoe si fece largo.
Silver e Martino si voltarono velocemente, vedendo Fiammetta avventarsi con rabbia sul Magmatenente. Seduta sulla sua schiena, la giovane di Cuordilava stava prendendo letteralmente a pugni e schiaffi la rivale.
"Fiammetta!" esclamò Martino.
"Che succede?!" ripeté ancora Crystal, inutilmente.
“Fiammetta sta picchiando Zoe…” rispose Silver. Vide poi Martino avventarsi contro la sua amica, cercando di fermarla.
“Stronza!” Fiammetta non riusciva a districarsi dalla presa del Ranger, che a sua volta dovette faticare per riuscire a tenerla stretta a sé.
Zoe si rialzò da terra, quindi si ricompose. “Beh… Per ora finisce qui. Ma mi vendicherò, Fiammetta.”
Salì sul suo Swellow e volò via.

“Sì, Professor Birch… all’improvviso non vedevo più niente.”
Crystal era seduta su di una sedia del laboratorio, con le mani lungo i braccioli di pelle. La vista le era tornata. Aveva un’aria sconvolta, con linee nere lungo tutto il viso e ferite nei palmi delle mani. Aveva stretto così tanto la bocca che le dolevano i denti; stessa cosa valeva per i pugni.
“Non mi capacito di come possa essere successa una cosa del genere.” Birch cercava di spiegare ciò che era successo.
“Cateratte?” chiese quella, mentre il padre di Sapphire puntava una pila nei suoi occhi, per controllare che le pupille si dilatassero correttamente.
“No, Crystal. Qui funziona tutto a dovere.”
“Aveva gli occhi totalmente neri” spiegò Silver, in piedi, davanti alla finestra. “Sta cominciando a piovere forte”
“Speriamo sia una tempesta.” fece Martino. Fiammetta lo guardò accigliata. “Altrimenti sarebbe Kyogre” spiegò poi.
“In ogni caso ora ci vedi?” chiese Birch.
“Sì… La questione è che ho provato tantissima rabbia dentro… È come se qualcosa mi controllasse, come se qualcun altro avesse preso le mie sembianze ed il mio corpo ed io fossi rimasta spettatrice. Ma ero furibonda”
“La rabbia ti ha accecato” scherzò Martino. “In ogni caso, Crystal non è la sola ad aver bisogno di una visitina…”
“Già, Fiammetta, come stai?”
“Se solo fossi un medico, la visitina te la farei io…” sorrise Martino, suscitando le risa anche in Silver e Crystal.
“Smettila, stupido… Comunque sto bene, grazie Professor Birch”
“Ha battuto la testa” fece il Ranger.
“Sì, ma niente di grave”
“Sarebbe meglio che rimaneste qui sott’osservazione… Non sono un medico, ma almeno il presidio sanitario di Albanova non è lontano, sarebbe più sicuro.” Poi sorrise. “Ma so che non riuscirei a tenervi qui. Mi raccomando. E, ove mai abbiate notizie di mia figlia, contattatemi.”
“Certo Professor Birch” disse Silver. I ragazzi salutarono e si rimisero in viaggio.

La pioggia scendeva fitta, a collegare cielo e mare ancor meglio di quanto quel giorno facesse l’orizzonte; difatti le nuvole si rimestavano rabbiose, sopra, mentre nel mare le onde attuavano la loro danza frenetica.
Entrambi però parevano neri.
Forti rombi di tuono si avvertivano nelle vicinanze, ma Ester e Adriano parevano non curarsene.
Seduti all'interno dell'auto volante di Adriano, sorvolavano le acque impetuose, riempiendo l'abitacolo di sospiri.
"Rudi è lì..." fece Ester, sbuffando.
Adriano la guardò, quindi lasciò la presa dal cambio e poggiò la mano sulla sua.
"Facciamoci forza."
Aspettarono un elicottero. Adriano si tuffò personalmente per sistemare il corpo del giovane allenatore spirato sulla barella di soccorso, quindi lo vide andare via, trascinato esanime fino a che l'elicottero non diventò una macchia argentea nel cielo scuro.

 

 
   
 
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