Quando arrivò, non trovò il solito fervore che accompagnava tutti gli anni quella manifestazione, come la chiama lui. Trovò semplicemente una ragazzina seduta su di una roccia con i piedi nell’acqua, che lo aspettava placida.
“E tu chi saresti?” – fece il gigante rivolto alla ragazza che giaceva ai suoi piedi-
“Volontaria? –disse a voce gutturale di Bee- tu non sembri avere neanche la metà degli anni per poter essere la mia compagna! Tu non mi interessi –disse secco, rivolgendosi a lei con un tono di stizza- Cos’è questo?! Uno scherzo?! Volete che distrugga tutto? – urlò inferocito verso le case poco lontane del paese –“
La ragazza si sollevò infuriata, e tirato indietro le ciocche bionde che le increspavano il viso a mo di onda, si avvicinò al piede del gigante, noncurante delle sue azioni, e gli tirò un portentoso calcio al mignolo.
“Come osi mocciosa! Tutti devono temermi qui e se sei tu il mio premio, allora mi accontenterò per quest’anno!–la afferrò sollevandola da terra e posandola su di una spalla -. Adesso verrai con me, nella mia casa, e lì, stanotte, adempirai ai tuoi doveri!” – urlò in modo che tutto il paese sentisse, e la povera madre, che da poco si era ripresa dallo shock precedente, cadde nuovamente al suolo con l’eleganza di un sacco di patate.
La ragazza alquanto terrorizzata, rimase in silenzio per tutto il viaggio verso le montagne innevate, non così lontane dal suo paese, ma quel tanto che bastava per farle salire la malinconia.
Non aveva rimpianti, eccetto quello di essere stata troppo imprudente con quella sua decisione. Forse morire sotto il corpo di un gigante, non sarebbe stata proprio un’ottima fine. E avere solo sedici anni, significava perdere tutte le cose più belle.
Ma il suo cuore era leggero, e con leggerezza si avvicinava alla sua sorte.