Half a heart.

- Anna! – urla Elsa, disperata.
 Ogni strato della sua pelle è ricoperto di ghiaccio, gli occhi sono spalancati e carichi della forza del suo spirito, una mano alzata, nel vano tentativo di proteggere la sorella.
 Elsa si avvicina a lei, la sfiora, la abbraccia, la carezza. Piange come mai avrei pensato di vederla.
 È quello che vorrei fare io. Andare da lei, abbracciarla, donarle tutto il mio calore a costo di congelare io stesso. Ne varrebbe la pena, per Anna.
 Davanti ai miei occhi passano tutte le volte in cui ha sorriso, in cui ho ascoltato la sua risata soave, quando l’ho portata qui.
 Sento nel petto e nello stomaco una strana sensazione. Come se la tempesta che Elsa ha fatto terminare avesse ricominciato a infuriare dentro di me.
 E, lentamente, si fa strada nel mio cuore la gelida certezza che neanche la Regina di Ghiaccio riuscirà a scioglierla, a far tornare quella luce di allegria nei suoi occhi verdi come l’erba fresca, a farla ridere, amare, vivere. Per poterle dire quello che non le ho mai detto.
 Per farle sapere che la sua risata è la melodia più bella che io abbia mai sentito, che mi perdo nei suoi occhi e che ogni volta che la guardo o la sfioro provo un’irrefrenabile voglia di baciarla, di accarezzare quei capelli rossi che fanno contrasto con la pelle chiara.
 È come una coltellata nel petto, una gelida lama ghiacciata che mi trapassa il cuore.
 Vorrei muovermi, andare da lei per salutarla, ma l’unica cosa che so fare è guardarla, ferma in quel momento tragico.
 Chiudo gli occhi e indietreggio, per poi voltarmi e incamminarmi verso il nulla.
 Poi, come un fulmine a ciel sereno, il suo respiro riempie l’aria.
 - Volevi sacrificarti per me? – Elsa domanda, fra i singhiozzi.
 - Io ti voglio bene. – è un suono meraviglioso, sentire la sua voce è appagante.
 Un vago calore mi riempie il petto e impiego meno di due o tre secondi per raggiungerla e abbracciarla. La tengo così forte che mi fanno male le braccia, ma non lascerò di nuovo che mi scivoli dalle dita.
 La sollevo e la faccio girare e la sua risata è piccola, dolce.
 Mi commuovo quasi, tanto sono felice nel sentirla. Mi viene quasi da ridere se penso che prima la ritenevo fastidiosa e un po’ troppo testarda. Certo, lo è ancora, ma queste sono qualità, in lei.
 Anna torna con i piedi per terra e mi guarda.
 - Temevo di averti perso. – la mia voce è quasi un sussurro.
 La sua mano mi carezza la guancia, ancora un po’ fredda.
 - Non perdermi più. – dice soltanto.
 È come un comando sovrannaturale, un istinto incontrollabile. Qualcosa che non posso più tenere sotto controllo.
 La bacio e sento il cuore sciogliersi, le passo una mano fra i capelli e sono morbidi, così come li ricordavo.
 La amo, e la amerò per sempre.
 Con ogni suo difetto, ogni suo pregio, con tutte le sue parole e con tutto il mio cuore.
 E, se vorrà, non passerà giorno senza che io glielo ripeta.
 Perché lei è la mia vita, il mio cuore, il mio respiro e io sono la metà di un cuore senza lei.



HERE I AM.

Salve, questo è solo un piccolo sclero della mia mente malata. x)
Il fatto è che, vedendo Frozen per la 394esima volta, mi sono resa conto che Kristoff, quando Anna congela completamente, non si muove minimamente. Così il mio cervello ha elaborato e partorito queste 530 parole e le ho pubblicate.
 Nella speranza che piaccia a qualcuno e che qualcuno recensisca,
 //s. :3