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Autore: Edian    19/09/2014    2 recensioni
Guardò la garza che ricopriva il simbolo del picche e si morse le labbra chiedendosi se fosse stato quello giusto, ma la piccola sagoma d’inchiostro sulla pelle non poteva certo dargli alcuna risposta e si disse che era in qualche modo un coglione a fare il sentimentale.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spades

“Abbiamo finito!” annunciò la voce roca del tatuatore di Liverpool, impastata dalla nicotina. Liam strinse il pugno un paio di volte guardando il tatuaggio ricoperto dalla pellicola trasparente, proprio sul polso. Non era niente se non il simbolo di picche delle carte e nella sua mente pensava che si sarebbe divertito a cercare sul web come le fan lo avrebbero interpretato. Mentre pagava e ultimava le ultime questioni ripensò alle pittoresche shipwar in cui le sophiam – nella maggior parte dei casi – sfidavano le ziam e tutte portavano avanti le loro teorie; Liam amava come queste ragazze si dedicassero alla cura dei dettagli e all’arte dell’investigazione, tanto che Sherlock Holmes poteva quasi sembrare un dilettante, e alcune arrivavano anche alla verità ma finché nessuno gli avrebbe detto che era così, loro avrebbero continuato ad analizzare e cercare. Era dedicazione, era in un certo senso dimostrazione di affetto per delle persone che non conoscevano e di cui si fidavano in base alla voce e ad un paio di testi, pazzesco. Adorabile, ma pazzesco. Uscì dalla bottega senza dimenticare di fare una foto con il tatuatore cinquantenne e magro, a detta sua avrebbe portato clientela anche se avrebbe potuto fare a meno di tatuare pesciolini, stelline, farfalle e segni dell’infinito se avesse potuto. Liam era quasi scoppiato a ridere, era vero: quelli erano i tatuaggi più richiesti e certo non dovevano essere quelli che un artista si immaginava di dover fare quando imparava l’arte. Sarebbe stato divertente fare il tatuatore, si disse andando nella stazione e controllando gli orari dei treni locali: il primo treno per Londra sarebbe partito non prima di un’ora dal secondo binario, aveva tempo di fare il biglietto e di comprare un tramezzino ed una coca cola. Guardò la garza che ricopriva il simbolo del picche e si morse le labbra chiedendosi se fosse stato quello giusto, ma la piccola sagoma d’inchiostro sulla pelle non poteva certo dargli alcuna risposta e si disse che era in qualche modo un coglione a fare il sentimentale. Cosa stava pensando prima? Doveva pur passare il tempo dell’attesta in qualche altro modo oltre ad evitare le adolescenti e a tirarsi la visiera del cappello sopra il viso. Le stazioni erano ambienti strani: avevano un odore che non si trovava in nessun altro luogo del mondo, erano luoghi chiusi ma erano all’aperto e c’erano tante, troppe storie individuali che circolavano, con i loro proprietari che correvano alla ricerca di un binario, tentando di non fare tardi. Ah già, stava pensando che gli sarebbe piaciuto fare il tatuatore se non fosse stato un cantante famoso: bé un giorno o l’altro anche loro avrebbero potuto smettere di aver successo, un giorno si sarebbero svegliati e il loro singolo sarebbe stato un flop, era un rischio calcolato ed in quel caso Liam si disse che avrebbe fatto o il pompiere o il tatuatore anche se chi era più portato per quella strada era sicuramente Zayn, che disegnava da dio.

Zayn.

Prese il suo iPhone e se lo rigirò tra le mani guardando l’icona verde di Whattsapp, ma resistette: era stato lui a dettare le regole di quel gioco e finora le aveva seguite alla perfezione almeno lui, non poteva certo cedere sul ‘e non ci sentiremo fino a quando non saremmo tornati a Londra, a casa’, proprio quella su cui Zayn aveva predetto un suo fallimento. No, non lo avrebbe fatto.

Come era iniziato quello stupido gioco che lo stava trattenendo a Liverpool, città che non aveva mai programmato di visitare? Non erano ubriachi lui e il suo fidanzato, no, altrimenti la mattina dopo non se lo sarebbero ricordati. Erano solo sul letto, un paio di birre vuote, l’odore di marijuana nell’aria che impregnava le coperte ed erano nudi, o forse mezzi nudi – quello non se lo ricordava.

“Facciamo un gioco” aveva detto Liam “sabato prendiamo il primo treno che parte. Non importa dove va. Lo prendiamo fino alla destinazione finale e quando arriviamo lì ci facciamo un tatuaggio, senza parlarci per tutto il giorno fino a quando non torniamo a casa, a Londra.” Zayn aveva riso e scosso la testa cercando di esprimere il suo disaccordo sull’idea ma Liam non gli aveva lasciato il tempo di ribattere. “Quando torneremo vedremo se il tatuaggio che ci siamo fatti è lo stesso. Se lo è, siamo anime gemelle!” aveva liquidato la questione con una scrollata di spalle come se avesse parlato del tempo. A ripensarci si sentiva pazzo e forse anche il suo ragazzo doveva aver pensato che era pazzo, ma dopo le prime risate aveva acconsentito ed ora mancava poco alla verità; come uno scemo, Liam aveva paura che il tatuaggio non sarebbe stato lo stesso, ma c’erano milioni di ragioni sul perché non sarebbe stato lo stesso: d’altronde cosa si aspettava, che pensassero all’unisono? Fece una smorfia solo a pensarci, sai che noia sarebbe stata la relazione! Il treno arrivò al binario con un paio di minuti di anticipo e il ragazzo inglese ringraziò il suo destino sperando che il mezzo sarebbe anche partito in anticipo. Si sedette e guardò fuori dal finestrino con una curiosità in realtà inesistente: era solo una scusa per distrarsi dai suoi pensieri. Si dedicò al tramezzino al tonno e alla coca cola in lattina molto piano ma finì per tornare a girarsi fra le mani il telefono per la seconda volta nel giro di mezz’ora e stette quasi per cedere quando questo vibrò – per la sorpresa quasi non lo fece cadere. Quando vide la notifica rossa sull’icona di whattsapp strinse le labbra: non voleva illudersi e invece era proprio lì, niazkilam che gli aveva inviato un messaggio.

 

“Il mio treno mi ha sbattuto ad Edimburgo. Il viaggio di ritorno è lungo e non me ne frega un cazzo delle tue stupide regole, mi manchi Lee.” e sotto la frase, una foto di un polso con un simbolo di picche. Non pieno però, solo con i contorni: beh era anche meglio di quello che si aspettava. Scosse la testa e, alzando la garza, fotografò il suo.

 

A quanto pareva erano davvero anime gemelle, si disse mentre il treno cominciava a tremare in vista dell’imminente partenza ed una voce metallica distorta annunciava la notizia nell’aria di un tardo pomeriggio d’inverno.

   
 
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