CAPITOLO I
Draco
Non
ero mai stato a King's Cross prima d'ora, non avevo l'abitudine di
prendere l'espresso da lì, e mio padre non sapeva che questa
sarebbe
stata la prima e forse non ultima volta.
Cercavo
di capire come funzionasse, poi vidi dei nanerottoli del primo anno
attraversare il muro tra il binario 9 e 10. Feci lo stesso, e una
volta arrivato sulla banchina, salii a bordo per trovare lo
scompartimento dei prefetti. Ero sicuro che Pansy Parkinson mi avesse
riservato un posto in prima classe, ma non avevo nessuna intenzione
di sedermi accanto a lei... Cercavo qualcun'altro.
Il
treno sembrava non finire più; contavo i passi tra uno
scompartimento e l'altro: uno, due, tre, quattro; poi mi fermavo e
guardavo chi ci fosse dentro.
Dovetti
arrivare fino alla penultima carrozza per trovarla, la vidi seduta di
fianco a Ginny Weasley, vicino al finestrino che guardava fuori.
Anche lei era un prefetto, sarebbe dovuta venire nel mio stesso
scompartimento prima o poi. Rimasi per una manciata di secondi ad
osservarla e poi continuai. Avrei aspettato un attimo prima di
ripassarci davanti per tornare indietro. La donna con il carrello dei
dolci mi passò a fianco e mi venne un'idea...
«Qualcosa
dal carrello giovanotto?» mi chiese
«In
effetti sì: potrebbe consegnare alla signorina Granger
seduta nello
scompartimento sette un sacchetto di api frizzole? Ma, per favore,
non precisi il mittente»
«Certamente»
mi rispose, così diedi alla donna due falci e tornai
indietro.
«Dov'eri
andato Draco?! Non arrivavi più!»
«Devo
avvisarti anche quando vado in bagno Pansy?» lei
abbassò lo sguardo
e tacque.
Ero
certo che la Granger avrebbe capito chi le aveva mandato i dolci, era
troppo sveglia.
Pansy
mi assillò per tutto il viaggio con i suoi racconti
riguardanti
Babbani idioti che si divertiva a tormentare mentre era in vacanza,
ma io non li trovavo più divertenti. Guardavo il paesaggio
che
scorreva come una proiezione fuori dal finestrino senza prestare
attenzione alle sue parole; di colpo Pansy smise di parlare, compresi
che voleva una risposta così
dissi:«Come?»
«Non
mi stavi ascoltando?»
«No
in effetti no» le risposi con il tono più
sprezzante che riuscii a
trovare. Pretendeva che tutti pendessero dalle sue labbra, mai io ero
stanco di lei.
«E
adesso, se vuoi scusarmi, torno in bagno» mi alzai e mi
avviai verso
le toilettes.
Mi
sciacquai il viso con l'acqua fredda e mi sistemai i capelli; non
volevo tornare da Pansy ma di certo non potevo nemmeno rimanere nel
bagno degli uomini fino ad Hogwarts. Uscii e mi chiusi la porta alle
spalle, ma quando alzai lo sguardo mi trovai davanti la Granger che
entrava nella toilette delle donne, rimanemmo qualche secondo
più
del normale a guardarci poi lei disse:«Lei hai mandate tu,
non è
vero?»
«Di
cosa parli?»
«Non
fare il finto tonto: le api frizzole. Come facevi a sapere che sono
le mie preferite?»
«Non
lo sapevo»
«Allora
ammetti di averle mandate tu!»
«Beh,
e anche se fosse? Ah, a proposito... Tu non sei un prefetto? Come mai
non sei nello scompartimento? Io, Pansy, Abbott, Macmillan, Patil e
Goldstein siamo tutti lì, manchi solo tu. Ah quasi
dimenticavo...
Anche Weasley è prefetto» lei
rimase interdetta un secondo,
ma era troppo orgogliosa per darmela vinta, era una vera grifondoro:
orgogliosa, coraggiosa, spavalda e intelligente, così
raddrizzò le
spalle, alzò il mento e disse:«Se pensi di poter
giocare con me
come con una bambola di pezza che puoi buttare quando ti sei annoiato
di usarla sappi che non te lo permetterò»
«Non
vedo l'ora» rimase chiaramente interdetta dalla mia risposta
ed
entrò nel bagno sbattendo la porta.