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Autore: Lady Uchiha 23    19/09/2014    4 recensioni
Storia di più dolori e di un solo grande amore, nato quasi per caso.
Esistere è sinonimo di resistere.
[Storia ispirata al contest "Origami Contest" indetto da Aki Sama sul forum di Efp]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(R)esistere.
 
 
Prologo
 
Pioppo, 23 dicembre - La figlia di Nessuno.
 
 
 
 
''Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera.''
Salvatore Quasimodo.
 
 
 
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Si narra che gli antichi Celti avessero una venerazione particolare per gli alberi. Nonostante non avessero un alfabeto e comunicassero tra loro in modi a noi del tutto sconosciuti, crearono il cosiddetto ''Alfabeto Ogamico'' formato da venticinque consonanti, cinque vocali e cinque dittonghi. Ad esso fu affiancato la serie ''Lusogam'', ovvero l'elenco di piante ed alberi inizianti ciascuna con una delle lettere dell'alfabeto Ogam.
 Ognuna di queste piante era abbinata a determinati periodi dell'anno, che corrispondevano ai mesi lunari ai quali tali alberi sembravano simbolicamente affini.
 
Tuttavia il calendario degli alberi presentava un giorno vuoto; il 23 dicembre, conosciuto come ''Il segreto della pietra grezza''. A partire da questo giorno si contavano tredici mesi lunari, contrassegnati da tredici alberi.
Un'antica tradizione sembra attribuire a quattro delle vocali dell'alfabeto Ogam e ai quattro alberi corrispondenti, i due solstizi e i due equinozi.
Il Pioppo aveva un ruolo centrale, contrassegnando altre quattro festività, situate nel cuore delle stagioni: 
Samhain (Capodanno celtico; primo novembre, fine dell'estate); 
Imbolc (Festa al culmine dell'inverno; primo febbraio, punto mediano tra solstizio d'inverno ed equinozio di primavera); 
Beltaine (Primo giorno di primavera; primo maggio,  punto mediano tra equinozio di primavera e solstizio d'estate); 
Lughnasadh (Festa del raccolto; primo giorno d'autunno, primo agosto, punto mediano tra solstizio d'estate ed equinozio d'autunno).
 
Proprio il Pioppo colorava delle proprie caratteristiche la giornata del ''Segreto delle pietra grezza'' assegnata al 23 dicembre, una data di per sé priva di attributi arborei ma che fungeva da riassunto dell'intero anno, come punto di arrivo e punto di partenza di un eterno ciclo.
Divenne di comune usanza, quindi, assegnare come simbolo al 23 dicembre, data magica e mistica, il pioppo.
 
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Sakura preparava di fretta la valigia. Non poteva più tollerare una situazione del genere. 
Non poteva e neanche voleva farlo.
Calde lacrime le offuscarono la vista, mentre dall'armadio prendeva tutto ciò che le capitava.
Non le importava più di nulla.
Prese le fotografie sul comodino: quella di quando era piccola, quella della sua laurea... 
E quella con i suoi genitori.
Faceva terribilmente male vederli così, felici e spensierati, e poi paragonarli a ciò che erano diventati.
Insostenibili, insopportabili, estenuanti... Bugiardi.
Le avevano mentito, nascondendole per lunghi - lunghissimi - anni una verità che, in quel momento, non riusciva ad accettare.
Era stata adottata.
Quelli che da sempre aveva ritenuto i suoi genitori, coloro che l'avevano desiderata e aspettata, non erano altro che due persone qualunque che avevano deciso di strapparla alla sua sorte - qualunque essa fosse.
Lei, in mezzo ad altri cinquanta bambini, era stata scelta, e pochi giorni dopo la sua nascita era stata portata via da quell'orrendo ospedale che ospitava anche neonati abbandonati.
Orfani... Come lei.
Non riusciva ad essere grata a quell'uomo e a quella donna, non in quel momento.
Praticamente, le avevano salvato la vita; teoricamente, gliel'avevano appena distrutta.
 
Era la mattina del 23 dicembre quando i suoi genitori, dopo giorni e giorni di stranezze - discussioni fatte sottovoce, litigate continue tra i due, e silenzi stampa interminabili - si avvicinarono a Sakura con un'espressione indecifrabile sul viso.
L'intuito della ragazza la mise subito in allerta: si accomodò sul divano, ingombro di festoni e palle di Natale, seguita da loro.
-Abbiamo una cosa importante da dirti.- iniziò sua madre, scura in volto.
La sua frase aleggiò pesante sui pensieri dei tre, facendo avvertire alla rosa quanto fosse grande ciò che stava per succedere.
Iniziò ad avere paura.
Niente aveva mai turbato la pace e la quiete familiare, da sempre segno distintivo degli Haruno.
-Ti vogliamo bene come se fossi nostra figlia... Ma non lo sei.- disse il padre tutto d'un fiato, prendendo il coraggio a due mani.
Sakura lo guardò senza capire.
Rifiutandosi di capire.
Sbatté le palpebre un paio di volte, senza riuscire a riprendere possesso del suo corpo.
Le certezze di una vita - la sua - le caddero addosso come pesanti macigni, senza darle il tempo di poterli schivare, o potersi difendere.
-Avremmo dovuto dirtelo molto tempo fa, ma non volevamo rovinare la tua felicità...- continuò la donna, tentando di addolcire la pillola.
La rosa la fissò senza riuscire realmente a vederla, senza riuscire a mettere in fila due parole.
Milioni di pensieri fecero a gara per uscire dalle sue labbra, ma nessuno vinse.
Cosa avrebbe potuto dire?
Niente, semplicemente.
-Tesoro, di' qualcosa, ti prego.- cercò di spronarla colei che fino a pochi attimi prima considerava sua madre.
-Vi siete tolti questo peso dal cuore?- rispose la ragazza, fissando un punto del soffitto.
-Non è così, noi vol...-
-Vi siete tolti questo peso dal cuore?- ripeté ancora Sakura, interrompendola.
-Si.- 
Il capofamiglia capì i pensieri che assillavano la figlia, e decise di assecondarla. Non poteva di certo biasimarla.
-Adesso ce l''ho io, un macigno sul cuore.-
Li guardò negli occhi, senza aggiungere più nulla.
Aveva detto fin troppo.
Corse in camera sua a fare la valigia; era tempo di andare.
 
Mentre svuotava l'armadio e raccoglieva gli oggetti a lei più cari, sua madre fece capolino dalla porta socchiusa.
-Non andartene.-
La rosa fece finta di non sentire e aumentò la velocità dei suoi gesti.
Neanche con tutta la volontà del mondo - e lei ne possedeva davvero tanta - sarebbe riuscita a rimanere in quella casa, con... Quelle persone.
Si rese conto che loro, i suoi genitori, erano diventati degli sconosciuti.
Li aveva sempre ritenuti perfetti: gentili, dediti al lavoro e alla famiglia, amorevoli con lei, vicini e colleghi impeccabili... Onesti.
Quella parola continuava a frullarle nel cervello, senza darle scampo. 
Le avevano mentito, costruendo la sua vita su un'enorme bugia.
Ma la cosa che la mandava totalmente in bestia era il fatto che loro avessero deciso di liberarsi di quel peso, scaricandolo solo su di lei. 
Avrebbe dovuto sopportare da sola... 
Era diventata la Figlia di Nessuno.
 
Finì in fretta la valigia, mentre sua madre la osservava senza parlare. La donna non si aspettava una reazione tanto pesante, e forse aveva sottovalutato il carattere di sua figlia. Sakura era stata sempre pacata e misurata, non aveva mai dato nessun tipo di problema. 
Era la figlia perfetta.
Tuttavia anche la perfezione ha i suoi limiti... E la ragazza se ne stava andando.
''Ha tutte le ragioni del mondo.'' pensò lei mentre Sakura chiudeva il suo bagaglio.
-Me ne vado.- disse semplicemente, passandole accanto.
-Ti voglio bene.- 
La rosa non rispose e se ne andò da quella casa che aveva custodito il segreto della sua esistenza.
 
Tokyo le aveva fatto una strana impressione, non sapendo bene se le fosse piaciuta o no. Era decisamente troppo caotica - di questo ne era sicura - eppure non le dispiaceva poi così tanto.
Era stato difficile trovare un monolocale dove poter alloggiare - nonostante avesse portato tutti i suoi risparmi - e, una volta assicuratasi un letto e un tetto, si mise alla ricerca di un lavoro. 
Fu il peggior Natale della sua vita: nella più completa solitudine, delusa, amareggiata e senza più nessun sogno, nessuna ambizione.
Decise che da quel momento in poi sarebbe cambiata: non sarebbe più stata la ragazza dolce e tranquilla di un tempo, avrebbe imparato a reagire e non farsi mettere i piedi in testa, da nessuno.
I suoi genitori la chiamarono senza sosta, non ottenendo nessun tipo di risposta. 
Era troppo presto, era... Tutto troppo grande per lei.
Pianse a lungo lacrime amare di dolore e delusione, vedendo come la sua vita si fosse praticamente annullata in una bugia.
Col tempo avrebbe imparato a dimenticare, a lasciare in un angolo della mente il mistero della sua vita.
Col tempo avrebbe saputo vivere una vita migliore... 
Col tempo...
...Ma non in quel momento.


°Angolo Autrice°

Salve gente! Come vedete, neanche stavolta sono morta!
*Cerca di essere divertente per non essere linciata.*
Questa storia è stata pensata per poter partecipare ad un contest, purtroppo però il mio imminente viaggio a Londra mi impedisce di finirla in tempo.
Tuttavia, dato che la trama che ho "partorito" non riesco ad abbandonarla, ho deciso di postare il prologo, giusto per non farvi credere che io sia morta per un altro mese.
E' la mia prima AU, e, sinceramente, ho abbastanza paura, ma mi metto in gioco - come sempre.
Prima di un mese e mezzo non potrò aggiornare, ma non dimenticatevi di me!
Purtroppo non riuscirò a pubblicare neanche ''Voglia di (a)mare", ma non l'ho scordata e non la abbandonerò.
Un grazie speciale va alla mia Beta-reader ufficiale, 
Adhara_ che mi ha saputo consigliare egregiamente, e alle persone che mi stanno vicino, sopportandomi sempre.
Infine, approfitto per ringraziare tutti coloro che ancora leggono "The spring of the soul - Love and nothing else", facendomi superare così le 2000 visite!
Grazie di cuore!
Come sempre mi piacerebbe ricevere un vostro parere, qualunque esso sia.
Vi aspetto!

Lady Uchiha 23
 
 
  
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