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Autore: BlueSon    19/09/2014    2 recensioni
Salve dolcezze. Come Va?
Mentre pensavo a come importunarvi ancora con le mie fanfiction ho scovato tra i vecchi quaderni questa storia. La scrissi dopo aver letto uno dei favolosi romanzi di Johanna Lindsey. =D Sorpresa delle sorprese (la cosa ha meravigliato anche me :P) ho deciso di rendere protagonisti di quest'avventura Bulma e Vegeta. Ovviamente non mancheranno scene che riguardano la mia coppia preferita Goku e Chichi. Che dirvi di questa storia? Romantica sicuramente e diversa comunque dal libro. I nostri amati personaggi saranno catapultati nel 1882 in una zona moooooolto calda. Ma non voglio prendermi troppo spazio in questa introduzione. Leggere per credere. Un bacio e un ringraziamento particolare a chi lascerà spazio alle recensioni.
Nota: Carattere OOC inserito su consiglio per il personaggio di Vegeta.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Amore Caldo

“Goku, ci vediamo” disse Vegeta salutandolo con la mano.
“A domani, amico e fai il bravo!” lo ammonì.
Vegeta sorrise. Goku lo capiva in tutto e per tutto e lui che non manifestava mai i suoi sentimenti apertamente sapeva che in cuor suo erano diventati più che amici: loro due erano come fratelli. Si diresse verso casa con il cuore stranamente in subbuglio, memore delle parole dell’amico. La settimana era finita e oltre a essere stata dura era anche stata parecchio stancante. Tuttavia al solo pensiero di rivedere Bulma sentì la stanchezza scemare. Non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso ma era parecchio contento di tornare. Se la immaginava magari in quella vestina da notte che aveva il potere di risvegliare anche i morti. Figurarsi lui che era vivo e vegeto e che non andava  letto con una donna da un pezzo! Sorrise al solo pensiero di stuzzicarla. Non gli piaceva litigare ma provocare sì. Era forse cattivo ma quello per lui era l’unico modo per non legarsi a nessuna persona che potesse spezzargli il cuore come avevano fatto i suoi genitori. Preferiva essere odiato più che amato per poi essere cacciato via. Non gli piaceva pensare ai suoi genitori  e infatti, al passaggio di quei pensieri, spronò il cavallo ad andare più veloce. Forse doveva smettere anche di stuzzicarla pensò per distrarsi. Altro che rapporto neutro come aveva detto Goku! Doveva ignorarla e pregare che se ne andasse via. Le avrebbe persino prestato dei soldi pur di levarsela dai piedi. Arrivato a casa aprì il recinto per far entrare il cavallo. Dopo aver lo richiuso velocemente entrò in casa notando subito la luce accesa e la porta della camera di lei chiusa. Era un chiaro segno di rottura quello lì. Il cuore accelerò bruscamente e Vegeta non seppe dirsi se per rabbia o qualcos’altro. Cosa si aspettava? Che lei lo avesse aspettato alzata? Notò comunque che tutto era in ordine e pulito come sempre. Non provò nemmeno a vedere se dormisse per dirle che era tornato.
“Me ne andrò a dormire e tanti saluti.” pensò scocciato.
Spense la luce e dopo una doccia super veloce indossò dei pantaloni leggeri e rimase a torso nudo. Si buttò sul letto già pregustando il sonno che stranamente, nonostante la stanchezza, non arrivava. Guardò il soffitto come se avesse potuto trovarci chissà cosa. Chiuse gli occhi e invece di dormire cominciò a pensare a tutto quello che era successo nella sua vita nell’ultimo periodo. Bulma era arrivata nella sua vita senza alcun preavviso e lui non doveva pensarla perché era assurdo e maledettamente da idioti pensare così tanto a una ragazza che lo odiava e che lui stesso non sopportava. Ma era davvero così? Il suo cuore sembrava obiettare. Ricordò la strana sensazione che aveva provato nell’assaggiare quelle morbide labbra e il vuoto allo stomaco che aveva provato quando il bacio si era fatto meno casto. Continuò a ricordare e aprì gli occhi. Gli era venuta in mente l’ultima sfuriata avuta con quella bambina viziata prima di andare via.
 
“Sei davvero odioso, Vegeta. Non vedo l’ora di andarmene.”
“Conto i giorni che mancano.”
 

Scattò a sedere.
“Ok, togliamoci il grillo dalla testa” disse tra sé alzandosi.
Raggiunse la stanza della ragazza e aprì la porta silenziosamente. Fu come ricevere un colpo in testa quando si rese conto che il letto era vuoto. Sentì il cuore preso da una morsa: dov’era andata? E perché lui si preoccupava? Non se lo sapeva spiegare ma tanto peggio per lei: se aveva deciso di andarsene tanto di guadagnato. Tornò a letto provando a richiudere gli occhi ma sentiva soltanto il suo cuore accelerare come se fosse prossimo all’infarto! I pensieri gli circondarono la testa come fa un branco di lupi intorno alla preda. Era buio e lei era sola. E se…scattò di nuovo in piedi: gli Apache!  Doveva trovarla. Non si degnò nemmeno di coprirsi il petto nudo e uscì fuori. Stava per andare verso le montagne quando pensò al recinto. Le probabilità che lei si trovasse nella scuderia erano minime vista la sua paura per i cavalli. Tuttavia diede voce al suo cuore impazzito. Andò a controllare. Alcuni cavalli erano rimasti fuori all’aria aperta e contandoli Vegeta si rese conto che mancava una femmina. Non ci aveva fatto caso prima. Sbuffò per l’ansia che lo stava divorando. Si stava preoccupando sul serio e non solo per la possibile reazione della famosa Gine e di Chichi che da quando aveva capito si era molto legata alla ragazza di Londra. Era preoccupato perché aveva paura che se ne fosse andata. Doveva ammetterlo: solo due settimane e quella donna gli aveva rivoluzionato lo stile di vita. Un nitrito lo distrasse dai suoi pensieri. Entrò nella scuderia e si diresse veloce verso la fonte del nitrito. Quello che vide gli placò la frustrazione: Bulma stava dormendo sul dorso della giumenta che alla vista del nuovo arrivato nitrì più forte. Vegeta si rese conto di sorridere tirando un sospiro di sollievo. La luce della luna illuminava la sua pelle leggermente abbronzata dai raggi del sole. Vegeta ricordò che era bianca come il latte la prima volta che l’aveva vista. La gonna era stata alzata sino al ginocchio e una camicia bianca con i primi tre bottoni slacciati davano spazio a una grande immaginazione. I capelli turchini erano sciolti. Vegeta si avvicinò e la giumenta tornò a nitrire. Bulma si mosse ma non si svegliò. L’uomo le spostò una ciocca di capelli dal viso. Lei sorrise nel sonno e lui da sveglio. L’animale tornò a nitrire destando il sonno della ragazza. Bulma stropicciò gli occhi mettendo a fuoco l’immagine. Vide Vegeta al suo fianco ma questa volta non sobbalzò.
“Perché mi spii mentre dormo?”
Vegeta rise divertito.
“Non ti spio, ma non ti ho trovato in casa e pensavo…”
Bulma travasò quella frase.
“Mi spiace deluderti.”  esclamò tornando a chiudere gli occhi.
Vegeta rise ancora.
“Ti sei resa conto che non sei nella tua camera?”
“Non mi interessa. Non mi va di litigare perciò sparisci.”
In un’altra occasione Vegeta si sarebbe alzato per girare i tacchi e andare via ma la voce di lei impastata dal sonno non era acida come quando battibeccavano bensì dolce e delicata.
“Se non ci vieni da sola, ti ci porto io.”
Bulma sentì il cuore sobbalzare ma era troppo stanca per obiettare. Vegeta l’aveva presa in braccio e la stava scortando dentro. Stranamente la cosa le fece piacere tanto da accoccolarsi sulla sua spalla e tornare a chiudere gli occhi. Vegeta ringraziò il cielo che il suo cuore non cedesse in quel momento. Si preoccupava per i battiti rapidi che per poco non gli spaccavano la gabbia toracica! Entrò in casa e piano l’adagiò sul suo letto. Tuttavia Bulma non mollò la presa.
“Vegeta” lo chiamò.
“Dimmi” sussurrò lui.
“Sono andata di proposito nella stalla perché ieri sera…ho sentito dei rumori strani e mi sono spaventata.”
Il cuore rallentò per un secondo.
“Non preoccuparti. Ora riposa.”
Bulma aveva ancora gli occhi chiusi. Quell’espressione dolce sul suo viso era un richiamo ad affondare la bocca sulla sua. Cercò di resistere adagiandola sul cuscino e prendendo una sua mano affinchè gli lasciasse il collo ma Bulma per tutta risposta strinse quella mano.
“Ho avuto paura, Vegeta.”
“Ora ci sono io, stai tranquilla.”
Non riuscì più a trattenersi e tornò a baciarla. Gli mancavano quella labbra ma aveva intenzione solo di assaggiarle senza pretendere troppo per evitare altre spinte e brutti musi. Bulma per tutta risposta dischiuse la bocca approfondendo il bacio. Era tra il sonno e la veglia e quel bacio le riaccese i sensi. Tuttavia Vegeta decise di non forzare la mano e seppur a malincuore dovette fermare quel momento d’estasi.
“Buonanotte.” le sussurrò prima di lasciarla sola.
Bulma si accoccolò sul cuscino tornando a dormire beatamente. Una sensazione di pace le intorpidì tutto il corpo cullandola per tutta la notte.
 
 
Il mattino seguente Bulma si svegliò e un dolce sorriso le dipinse le labbra. A tratti ricordava cos’era successo la sera prima e soprattutto ricordò la dolcezza del momento, quando Vegeta l’aveva presa in braccio per portarla a letto e il bacio che l’aveva catapultata sulla stella più bella e luminosa. Forse quello sarebbe stato un nuovo inizio. Non stava pensando a una vera e propria storia con il bello e dannato cowboy ma ora potevano guardarsi senza urlare dopo due secondi. Arrossì al solo pensiero del giovane l’uomo che l’aveva stretta tra le braccia. Chichi aveva ragione: quella di Vegeta era solo una facciata e il fatto che si fosse preoccupata per lei le faceva battere forte il cuore. Si alzò dandosi una veloce ripulita con l’acqua nel catino preparata appositamente la sera prima. Il rumore che tanto l’aveva spaventata era stato simile a qualcuno che provava a forzare una porta. Era stata sciocca a uscire ma una volta arrivata tra i cavalli era riuscita a calmarsi. Si era sentita più al sicuro. Scosse la testa per non pensarci più. Cambiò gonna e camicia e decise di lasciare i capelli più liberi, non legati sempre nel severo chignon. Sorrise a se stessa per la calma che era sicura sarebbe regnata nei giorni a venire e con quella stessa sicurezza aprì la porta raggiante. Scoprì nel modo più disastroso che quella serenità non sarebbe più arrivata: la visione a cui i suoi occhi furono costretti ad assistere le diede il voltastomaco anche se non capiva il perchè. Vegeta era avvinghiato a una bambolona bionda che vedendola sulla soglia della camera l’aveva guardata dalla testa a piedi come se avesse voluto disintegrarla sul posto.
 “Ehi, Vegghy, perchè non mi hai detto che avevi compagnia? Lo sai che sono gelosa!” 
Bulma non sapeva se ridere per il soprannome mieloso e fuori luogo o adirarsi per il comportamento da gatta morta della bionda.
“Finiscila, Taylor” ordinò Vegeta scrollandosela di dosso.
“Adesso fai il timido? Andiamo, che non lo sei mai stato!” starnazzò lei con una risatina.
Bulma non capiva perchè era così arrabbiata. La prima impressione era quella che valeva sempre e se lei aveva avuto la sensazione che di quel Vegeta non poteva fidarsi allora doveva essere così.
“Non preoccupatevi di me. Fate pure.” esclamò cercando di nascondere la stizza.
Dopodichè tornò in camera richiudendo la porta. Piantò la schiena contro la parete e chiuse gli occhi. Provò a non dare peso al battito impazzito del suo cuore. Non doveva e non poteva provare nulla per quel Casanova! Doveva chiudere i rapporti con lui altro che riaprirli! Doveva allontanarlo, far finta che non esistesse proprio come aveva fatto con David. Di colpo spalancò le sue iridi azzurre. Aveva allontanato David perchè si era innamorata di lui e lui per tutta risposta l’aveva presa in giro. Se lei si comportava in quel modo quindi doveva presupporre che provasse qualcosa di più forte che semplice attrazione per Vegeta. Scosse la testa. Non poteva essere vero, non poteva davvero permettere al suo cuore di perdere battiti per un altro bastardo. No, non poteva. Avrebbe stretto i denti e avrebbe lasciato perdere ogni buon proposito di rapporto civile. Come diceva sempre suo padre? La miglior arma è l’indifferenza. Una volta tanto quell’uomo severo le aveva dato un buon consiglio. Avrebbe usato proprio l’indifferenza e avrebbe pregato con tutta se stessa di poter andare via da lì il prima possibile.
Intanto fuori… Vegeta era riuscito a spingere Taylor sul portico fuori casa. La bionda continuava ad accarezzarlo e a giocare con i bottoni della sua camicia. Gliela aveva quasi del tutto sbottonata. Iniziava a dargli sui nervi. Prima Taylor gli andava bene. Era una ragazza che come lui non avanzava pretese o almeno lei non l’aveva mai fatto. Ora invece sembrava volere una relazione e lui non ne voleva sapere.
“Tra una settimana ci sarà la festa in Paese. Perchè non vieni con me?”
“Non lo so Taylor. Se ci vengo sarà solo per chiudere qualche affare.”
 La bionda sbuffò.
“Che noia! Allora vieni un po’ da me. È da tanto che non ci divertiamo.”
“Non ne ho voglia.”
“Non sarà per caso che fai coppia con quella turchina che ho vista di là? Non è possibile. Non ha nemmeno un po’ della mia bellezza.” si vantò.
Vegeta avrebbe voluto schiaffeggiarla per l’insulto gratuito ma decise di lasciar perdere. Se avesse dato credito ai suoi sospetti non se la sarebbe più tolta di torno.
“No, non ci faccio coppia. Ora vai che ho un sacco di cose da fare.”
“Spero di vederti alla festa, stallone.” rise la ragazza che ancheggiando come le migliori ballerine andò via salendo sul cavallo con il quale era arrivata.
Vegeta tirò un sospiro di sollievo e tornò in casa. Fissò per più di un istante la porta della camera di Bulma. Chissà cosa stava facendo. Perchè aveva paura di aver rovinato tutto? Ma tutto cosa? Era la domanda successiva. Un paio di baci non significavano nulla visto che avevano trascorso la maggior parte del tempo a punzecchiarsi e battibeccare. Tuttavia ammetteva per la prima volta che si era sempre preoccupato per lei e che sin dall’inizio, quando era andato a spiarla nella sua stanza trovandola bella come una dea, aveva provato qualcosa. Quella convivenza forzata non lo aveva portato a prendere le distanze, tutt’altro. Per quanti sforzi facesse doveva ammettere che era attratto dalla turchina. Avrebbe dato tutto quello che aveva per riuscire a parlare con lei in quel momento ma aveva la sensazione che entrare in quella stanza sarebbe stato come avere libero accesso in una gabbia di leoni. Aveva paura. Vegeta aveva paura come ieri sera e si rese conto che tra di loro non c’era più solo una porta ma un a vera e propria muraglia!
 
 
In realtà parlare di muraglia era dir poco. Fino alla famosa Festa del Paese Bulma e Vegeta si erano scambiati sì e no qualche secca e povera parola. Esagerati? Forse ma così avevano deciso di andare avanti: Bulma continuava a svolgere i suoi compiti e poi tornava in camera sua. Rimetteva il naso fuori da quelle quattro mura solo quando Vegeta usciva. Dal canto suo l’uomo aveva perso ogni buon proposito di parlarle. Da una parte la cosa lo divertiva. Se Bulma non gli parlava era perchè, probabilmente, la scenetta organizzata da Taylor l’aveva infastidita, ma dall’altra la cosa iniziava a dargli sui nervi anche perchè aveva notato quanto il suo cuore facesse i cavoli suoi in presenza della ragazza. Dava colpi così forti contro il petto da temere che lo squarciasse da un momento all’altro.
Bulma non capiva: stava lì da quasi un mese ed era riuscita a rapportarsi con tutti. Lei e Chichi erano diventate grandi amiche come lei aveva tanto sperato e Goku la trattava con gentilezza proprio come suo zio Bardack. Tutti erano cordiali con lei, tutti tranne che Vegeta. Con lui era una battaglia persa in partenza. Oramai doveva ammetterlo: si era innamorata su due piedi di quello scorbutico con l’S maiuscola! Aveva sempre creduto che l’amore nascesse all’improvviso, quando una persona non lo aspetta e nella persona che mai immagineresti, ma mai avrebbe creduto che proprio lei si potesse innamorare davvero così di un uomo che le faceva toccare le stelle con un bacio e l’ultimo girone dell’Inferno con una sola battutina o cattivo comportamento. Era rimasta così delusa dalla scoperta di quella papera bionda che non era riuscita nemmeno a nasconderlo al diretto interessato e proprio come un bambina gli manteneva il muso per un tempo che nemmeno lei poteva circoscrivere. Chichi glielo aveva detto come si comportava Vegeta con le donne e  doveva aspettarsela una situazione del genere ma aveva creduto che stupidamente qualcosa potesse nascere tra di loro cambiando quel carattere da latin lover che l’uomo si ritrovava. Quella speranza diventata vana aveva maggiormente accresciuto la delusione e ora non sapeva come comportarsi se non come stava facendo. Voleva solo dimenticare anche se non sapeva davvero come avrebbe fatto a lasciare nell’oblio la miriade di sensazione che quel cowboy le aveva fatto provare.
 
Quella notte fu il destino a smuovere le cose stanco che due persone così prese l’uno dall’altra restassero ferme a guardarsi. Bulma era nella sua camera pronta per andare a dormire. Indossava una delle sue adorate vestine, questa di colore rosa confetto. Quando Vegeta entrò spalancando la porta sobbalzò dalla sorpresa. Cosa voleva da lei? Un brivido le percorse la schiena quando lo vide avanzare per poi fermarsi a soli due centimetri dal suo viso.
“Come ti permetti?” gli chiese a denti stretti pregando che il battito accelerato del suo cuore non fosse percepibile.
“Questa è casa mia e in casa mia non tollero che gli ospiti siano scortesi.”
Bulma si lasciò andare in una risata fasulla.
“Io scortese? Da quanto ho capito in questa casa sono entrate parecchie e tutte hanno fatto i loro comodi. Sono forse l’ospite più educata che abbia mai potuto calpestare questo pavimento. ”
“Tu non sei educata. Non mi rivolgi più la parola e la tensione fra queste mura è diventata insopportabile.”
Vegeta non riusciva a celare la rabbia e la frustrazione di quel momento perchè era troppo preso a spogliare con gli occhi la turchina. Non si rendeva conto di quanto fosse provocante in quel modo? Come poteva lui restare inerme dinanzi quella situazione e sopportare di non vederla sorridere come aveva fatto quella sera accoccolata tra le sue braccia? Quei meravigliosi ricordi erano così lontani da indurlo a pensare che in realtà quella notte non fosse mai avvenuta. Bulma si era resa conto dello sguardo di Vegeta. La pelle le bruciava per l’emozione.
 “Non è certo colpa mia se le cose tra di noi sono iniziate così e così continueranno.”
“Perchè?” chiese lui che ora voleva sentirle dire il motivo per il quale si era così allontanata.
“Non importa. Ora esci.”
 “Io e te dobbiamo parlare. Non me ne vado da qui finchè non mi spieghi.” 
Bulma ebbe il coraggio di poggiare le mani sul petto di lui per spingerlo fuori. Che delusione scoprire che la sua forza non l’aveva spostato di un millimetro. Sbuffò provocando in lui una risatina divertita. Decise di allontanarsi lei. Lo sorpassò avviandosi verso la porta e poi si girò.
“La verità è che pensavo di potermi fidare di te visto che avevo notato che la sera prima ti ero preoccupato della mia persona. Sono venuta a scoprire che però non posso fidarmi di un uomo che prende le ragazze e le usa a suo piacimento.”
 Vegeta si sentì come il vincitore del premio più grande del mondo! Quell’affermazione fu musica per le suo orecchie. La preoccupazione lasciò spazio alla malizia che era la sua principale caratteristica. Senza che Bulma potesse muovere qualche obiezione lui si trovò con due sole falcate a due centimetri dal suo viso. L’impatto con quegli occhi neri spinse la giovane donna a fare un passo indietro ma le sue spalle incontrarono la parete. Non poteva muoversi e il suo cuore mancò di un battito.
 “Quindi tu mi stai evitando perchè sei gelosa.”
“Non ti montare la testa e non mettermi in bocca parole che non ho detto.”
“Ho solo riportato la verità estrapolandola dalla favoletta che mi hai rifilato come risposta.”
“Quella che hai detto tu è la verità che vuoi sentirti dire, ma io non te la dirò. Non mi posso né mi voglio fidare di te. ”
“Può darsi ma se non fossi gelosa perchè allora mi hai evitato come la peste bubbonica?”
Aveva perfettamente ragione e a Bulma non restò altro che cambiare discorso anche se aveva imparato che con Vegeta era impossibile dirigere i giochi se non era lui a volerlo.
“Perchè ti sono mancata?” scherzò con un sorrisetto fittizio.
Vegeta prese la palla al balzo. Non gliela avrebbe fatta passare liscia: lui la voleva e ora sapeva che anche lei voleva lui.
“Perchè io no?” ribattè divertito.
Bulma dovette arrampicarsi sugli specchi.
 “La domanda l’ho fatta prima io.”
Fu un attimo. Vegeta le si appiccicò addosso e la prese in braccio sostenendola con le sue forti braccia. Divenne un fuoco nel sentire le sue mani quasi sul sedere.
“Allora lascia che ti risponda.”
La baciò tuffandosi sulle sue labbra con la stessa rapidità di un assettato che si precipita all’oasi dopo giorni di sofferenza e arsura nel deserto. Bulma fu travolta dalla sua forza: l’impatto fu dolcemente devastante! Faceva caldo, troppo caldo e i loro cuori stavano praticamente bruciando nel fuoco dell’amore. Le ustioni sarebbero stare alte e dolorose ma nessuno dei due sembrava preoccuparsene. Bulma provò a spingerlo ma notò che nemmeno il suo corpo obbediva alle sue intenzioni. Quella spinta divenne carezza, le mani si appoggiarono ai quei muscoli per non cedere dinanzi a quell’amore bello e impossibile, quell’amore che le bruciava persino l’anima. Come sempre fu Vegeta a mettere fine a quel contatto. Avrebbe voluto portarsela a letto e stringerla tra le sue braccia ma la sua lingua maliziosa e pungente non riuscì a non muoversi.
“Credo che la mia risposta sia chiara, ma voglio sapere la tua.”
Ecco. Era più forte di lui! Doveva provocare, punzecchiare e non importava quanto fosse doloroso per il suo cuore. Era orgoglioso e non riusciva a lasciarsi andare a un sentimento che l’aveva tradito tanto tempo fa quando i suoi genitori, per chissà quale motivo, avevano deciso di abbandonarlo. Purtroppo non aveva tenuto conto che aveva incontrato una persona orgogliosa quanto lui.
“Fuori!” esclamò Bulma con tono rabbioso.
Era proprio quello che non sopportava di Vegeta. Tra di loro c’era attrazione, c’era trasporto, per lei anche qualcosa in più, ma lui con quel suo presuntuoso modo di fare, rovinava sempre ogni cosa innervosendola e mettendola in imbarazzo. Vegeta uscì senza proferir parola. Chiusero entrambi le porte delle loro camere lasciando quelle dei cuori aperte.

 

Ragazze buonasera,
Eccomi qui, di nuovo fra voi. L’esame è alle porte ma davvero non ce la facevo più a non pubblicare. Scrivere è più forte di qualsiasi altra cosa. XD
Cosa ne pensate di questo burrascoso rapporto tra i protagonisti? Vegeta sembra proprio voler restare sulle sue anche se Bulma non gli è indifferente. E chi è questa str… di Taylor? La Festa del Paese è alle porte e le cose si faranno interessanti anche perchè Bulma… eh no, sto parlando troppo. Non voglio dire nulla. :P
Ringrazio tutte voi che state seguendo la mia storia, che la recensite o semplicemente la leggete. Alla prossima. Buona serata. BlueSon
  
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