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Autore: Halina    03/10/2008    1 recensioni
immaginatevi due donne in grado di minacciarsi di morte in un aeroporto dopo aver scoperto di avere la stessa destinazione: la casa di Tuomas Holopainen. Aggiungeteci un "Amico". che si ricava da questa formula matematica? Per dirla alla Ewo,"guai!grossi guai!"
Genere: Romantico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loro, lui, e l’altro

Loro, lui, e l’altro

 

Capitolo 1

 

Kim sbuffò, perché mai avrebbe dovuto cambiare aereo per arrivare da Dublino a Helsinki?? Il problema non erano i soldi, il biglietto era già stato pagato, ma Kim aveva sempre odiato l’aeroporto di Heatrow e le scocciava dover continuamente chiedere indicazioni al personale per non perdersi e perdere la coincidenza con l’aereo della Scandinavian Air. Fortunatamente il check in era ancora valido e la sua valigia sarebbe stata trasportata a parte, altrimenti Kim sarebbe rimasta a terra. Arrivò nel corridoio del velivolo leggermente in ritardo, tirandosi addosso gli sguardi curiosi degli altri passeggeri e la risposta seccata della hostess alla quale chiese quale fosse il suo posto.

“Deve sedersi laggiù, il sedile accanto alla signorina.” Kim non prestò attenzione a quale signorina quell’insopportabile donna intendesse, raggiunse la fila con un sedile vuoto, sfilò il cappotto di pelle e lo ripose nella cappelliera. Si accorse del chiodo che vi era stato scaraventato dentro e solo allora  abbassò lo sguardo. Sul sedile accanto al suo c’era la probabile padrona del giubbotto di pelle: una ragazza che doveva avere circa la sua età, vestita di nero e con lunghi capelli corvini “Ciao!!” le sorrise cordiale. Aveva un accento strano…Kim si lasciò cadere a sua volta allacciando le cinture e sorrise a sua volta “Ciao! Io sono Kimberley, piacere” disse allungando la mano, l’altra la strinse “Demetra, piacere mio! Sono contenta di avere qualcuno con cui chiacchierare…” Kim abbassò lo sguardo sugli anfibi e la tracolla appoggiata sotto il sedile su cui spiccava una toppa dei Nightwish e rise divertita indicando lo stesso identico Angel of Grief sul suo borsone. “Oddio che coincidenza!! Immagino che avremo parecchi argomenti in comune…” Tempo del decollo e le due erano già impegnate in una fitta conversazione sui loro paesi di origine e sugli scenari metal, solo quando furono sopra la Svezia e il comandante annunciò l’imminente arrivo ad Helsinki Demetra sembrò ricordare dove stavano andando “A proposito… è la tua prima volta in Finlandia?” Kim annuì “Sì, in realtà ho sempre voluto fare un giro in Scandinavia ma prima ero minorenne e non mi andava di venirci con i miei…” Demetra rise alla buffa espressione di Kim e la rossa continuò “… e negli ultimi due anni la scuola e l’università mi hanno tenuta troppo occupata. Tu ci sei già stata?” Demetra scosse il capo “No, è la prima volta anche per me, più o meno per le tue stesse ragioni… io ho 20 anni e mi sa tanto che siamo più o meno coetanee…” scoperto che erano nate lo stesso anno Kim sgranò gli occhi “Veramente troppe coincidenze!! Menomale che abbiamo due nomi diversi o mi sarebbe sembrato di stare dentro NANA in chiave gotica!!” Stavano ancora ridendo mentre l’aereo scendeva verso la pista. L’aereo non era ancora fermo che già tutti i passeggeri schizzavano in piedi recuperando le loro cose, Kimberley sbuffò “Ma si può sapere che fretta c’è? L’aeroporto mica scappa!! Poi tanto per fare la coda al check dei documenti o aspettare le valige in mezzo alla calca tanto vale stare sedute qui.” Demetra la guardò perplessa “Non ci avevo mai pensato… sei un tipo strano tu !! Sempre così flemmatica?” Kim la guardò con un ghigno sarcastico inarcando un sopracciglio “Flemmatica io?? Nhaaaa… Diciamo piuttosto che sono una convinta sostenitrice del detto  “Massima resa minimo sforzo”…” La mora la guardò divertita e commentò “Mi dispiace un sacco di non rimanere ad Helsinki perché mi sarebbe piaciuto conoscerci un po’ meglio!” Kim rispose senza riflettere “No tranqui, neanche io resto a Helsinki.” Nel frattempo le due avevano recuperato armi e bagagli e stavano guadagnando la scaletta e la fresca aria finlandese. Appena posto piede sul suolo finlandese le due ragazze si immobilizzarono all’unisono e si scambiarono un’occhiata d’intesa per poi crollare in ginocchio a baciare terra “Kimberley…” “Demetra…” “Noi non siamo troppo giuste!!” commentarono in coro per poi accodarsi ridacchiando al check di ingresso nel paese straniero. Esaminati i passaporti in meno di mezzora recuperarono anche le valige e si avviarono verso l’uscita “Bhe… suppongo che le nostre strade si dividano qui, non mi resta che augurarti una buona permanenza…” disse Demetra con un sorriso triste, Kimberley si morse un labbro indecisa se dire alla nuova amica dov’era diretta o se tenersi il segreto per se. La decisione le costò fatica ma ritenne meglio non dirle che stava per passare tre settimane a casa di Tuomas Holopainen!! “Già, anche a te. Cerchiamo di goderci la Finlandia!” aggiunse strizzandole un occhio. Le due si strinsero la mano e si salutarono, poi varcarono la soglia verso l’aria libera dell’aeroporto assistendo alle classiche scene di amici, parenti e fidanzati che si ritrovano e si abbracciano e operatori turistici con cartelli. A Kim bastò un secondo per riconoscere la figura di Ewo, schiacciata da una parte con un A4 in mano. Strizzò gli occhi e riconobbe il suo nome scritto in alto, spalancò un sorrisone facendo un passo avanti e immobilizzandosi subito, sotto il suo nome c’era quello di Demetra Robins. Un secondo dopo realizzò che Demetra era immobile in una posizione grottescamente identica alla sua, due spanne alla sua sinistra “Demetra… dimmi che non ti chiami Robins di cognome…” “E tu dimmi che non ti chiami Bell…” “E CHE NON STAI ANDANDO A KITEE!!!!” Incuranti della gente che le stava guardando mollarono borse, giacche e valige per affrontarsi faccia a faccia “Prova a mettere gli occhi su Tuom e te li stacco a morsi!!” sibilò una “E tu prova ad allungare le mani che ti spezzo le ossicina una a una fino a renderle di delle dimensioni di stuzzicadenti!!” ringhiò l’altra. Dovette intervenire il gigantesco Ewo per impedire che le due nobili pulzelle risolvessero la questione di chi avesse la precedenza su Tuomas a scazzottate. “Hem, scusate se vi interrompo ma credo una cosa non sia chiara… voi avete vinto l’occasione di conoscere Tuomas non di… farci altro… quindi perché vi state comportando da fidanzate gelose?” Entrambe dimenticarono per un istante l’astio reciproco per rivolgersi al manager, gratificandolo dello sguardo che si usa di solito con i bambini molto piccoli o con gli adulti molto stupidi. “Perché Tuommi è mio.” Risposero entrambe come se si trattasse di un dato di fatto. “Oddio, lo sapevo…” commentò Ewo passandosi una mano sugli occhi “Io l’avevo detto che non era da fare! Una non era una buona idea, due è una pessima idea…” Le precedette alla macchina e mentre caricava loro le valige nel bagagliaio della sua vecchia volvo Kim e Dem si sedettero fianco a fianco sui sedili posteriori dell’auto. Ewo si mise alla guida cercando di fare conversazione “Allora, fatemi indovinare… la rossa è l’italo-scozzese Demetra e la mora è l’irlandese Kimberley!!” gli rispose un corale e secco “No.” Lui scosse la testa

“E io che non volevo cedere allo stereotipo delle irlandesi rosse e delle italiane mediterranee… Vabbè… Avete fatto buon viaggio?”

“No.”

“Mm… mi dispiace, per lo meno sarete contente di essere arrivate…”

“No.”

 “Ok ho capito l’antifona.”

Commentò l’omone inserendo un cd nel lettore e sparando i Children of Bodom a tutto volume.

Un’ora dopo, Kitee in vista, non una parola era ancora stata detta, le due ragazze si erano vicendevolmente dichiarate guerra ed erano disposte a combattere fino alla fine per vincere…

vista la posta in gioco…

Ewo fermò la macchina con un sollievo davanti a una modesta e rustica casa a due piani alla periferia del centro abitato, c’era un bel giardino ma niente recinzioni.

“Ben arrivate a casa Holopainen.” 

 

 

  
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