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Autore: Manny_chan    19/09/2014    3 recensioni
Il mio nome é Garry. Garry Stu Styles. Quella che vi racconto oggi é una storia un po' banale, ma molto importante.
La storia di quando incontrai l'amore della mia vita.

Non tutte le storie d'amore cominciano col piede giusto....
Partecipante al contest: "Quello che non faresti mai" di "Io scrivo su EFP"
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Il mio nome é Garry.
Garry Stu Styles.
Ma sono certo che molti di voi già mi conoscono. Vedo qualche mia fan tra di voi, in lacrime, che sventola la mia foto.

Come dite? Che meriti ho per essere così famoso? Ma sono troppo figo, che domande.

Ora so che molte di voi muoiono letteralmente dalla voglia di sentirmi raccontare una delle mie fantastiche avventure, ebbene, sono qui per questo.
Ma stavolta non vi racconterò di come mi ritrovai nel letto del primo ministro sovietico per sventare una minaccia terroristica. Né di come salvai la terra dagli alieni, usando come arma le manine appiccicose delle patatine.

Quella che vi racconto oggi é una storia un po' banale, ma molto importante.
La storia di quando incontrai l'amore della mia vita.
Ma per farlo dobbiamo tornare indietro di qualche anno…

 

Andavo ancora al liceo a quei tempi. Sembrava una mattinata come le altre, ma c'era qualcosa di diverso. La mia crema idratante era finita, così avevo rubato di soppiatto quella di mia sorella. Quella roba era fantastica! Piccoli brillantini illuminavano la mia -già di per sé luminosissima- pelle.
Ero talmente preso a rimirarmi che non mi accorsi che una oscura presenza si stava avvicinando.
"Ehi, Garry!"
Mi voltai lentamente, come un ninja, pronto a colpir...

Ah! Era solo una mia compagna di classe, falso allarme, rimisi via la mia federe manina appiccicosa.
"Sì?", chiesi gentilmente.
"Volevo solo dirti che oggi sei proprio splendente", rispose lei, guardandomi con gli occhi sgranati.
Le feci un sorriso smagliante. "Grazie Stephenie, troppo gentile."
La guardai tornare al suo posto e mettersi a scrivere furiosamente su un foglio. Strana ragazza.
Ma non avevo tempo per lei. I miei sensi di Stu suonavano la Mazurka quella mattina. Segno che stava per arrivare qualcosa di grosso. Mi passai una mano tra i corti capelli biondi. Foltissimi, ovviamente, che ve lo dico a fare?

Scrutai l’aula con i miei occhi grigioverdazzurri, c’era qualcosa nell’aria…
Mi fu tutto chiaro quando l’insegnante entrò in classe, accompagnato da un angelo.
No, aspettate, non un angelo vero ovviamente, ma la ragazza più bella che avessi mai visto.
Era così bionda, con degli occhi talmente azzurri che sembravano due zaffiri.
Filiforme, ma con le curve al punto giusto, un seno prosperoso ed un didietro da mord…
No, scusate, che rating ha questa storia?
Ah, giallo.
Ok.
Dicevo, era meravigliosa, sembrava circondata da una nube di minuscole particelle luminose.
Guardandola capii all’istante che era la donna della mia vita

“Lei è Mary”, la presentò il professore. “Mary Destiny, da oggi sarà in classe con voi.”
Destiny!
Era destino, lo sapevo!

Quando fu il momento di sedersi fummo in due a sbracciarci. Io ed il mio acerrimo nemico, dalla parte opposta del’aula.
Spocky Pica Enterprise - figlio di genitori trekkie - nerd a tempo pieno e denigratore costante della mia insostenibile bellezza.
Ci fissammo, non aveva speranze!, lui aveva dei normalissimi occhi castani e degli scialbi capelli neri, tze!
La donna del mio destino non avrebbe scelto lui.
Infatti, come volevasi dimostrare, Mary venne verso di me, ancheggiando sensualmente. “Ciao!”, cinguettò con voce soave. “Io sono Mary.”

Le sorrisi fascinoso, spostandole la sedia in modo molto cavalleresco.

“Io mi chiamo Garry e… e…”, non riuscii a finire la frase perché mi venne improvvisamente da starnutire, con violenza, come se mi fosse finito qualcosa nel naso.
“D… Dicevo Garry Stuuuuh…”, un secondo starnuto, poi un terzo, mi impedirono di nuovo di presentarmi.
Mary fissò con disgusto la costellazione di saliva che si era venuta a creare sul mio banco.
“Ripensandoci magari è meglio il posto laggiù”, disse, voltandosi repentina e andando dritta dritta verso Spocky.

Destino avverso!

Starnutii di nuovo, maledicendo la mia cattiva sorte, e presi un fazzolettino di carta per soffiarmi il naso.
Stavo per appallottolarlo quando mi cadde l’occhio sul suo contenuto.
Per un attimo credetti di avere le allucinazioni quando vidi un minuscolo angelo - un angelo vero quella volta- saltare giù dal fazzoletto, imprecando come uno scaricatore di porto, ed atterrando sul banco.

Vi giuro, l’ho sentito dire:”Non mi pagano abbastanza per queste cose, è già la terza volta questo mese!”, prima di riprendere la sua piccola arpa e svolazzare di nuovo via verso Mary, dopo essersi scrollato le alucce.
Quella ragazza era magica...

Avevo cominciato col piede sbagliato, ma non mi lasciai abbattere. Le grandi storie d’amore in fondo cominciavano sempre col piede sbagliato, no?

C’era una sola cosa che potevo fare, dovevo saperne di più su di lei.

Mi misi ad indagare.
Nel pomeriggio avevo tutte le informazioni necessarie, ordinatamente raccolte in un dossier di ottocentotrentotto pagine.
Posai il plico sulla scrivania della mia stanza, sedendomi e cominciando a sfogliarlo. Trovai in prima pagina il suo nome completo. Mary Faith Hope Charity Sue Melody  Smeralda Potter Tardis Destiny
Il mio cuore cominciò a battere più forte.

Era così... Perfetta.
Trovai il motivo di quel nome a pagina centoventuno. Mary era così bella e piena di grazia che quando era nata l'ostetrica aveva perso la vista, accecata dal bagliore divino che aveva accompagnato l'evento.

Così i suoi rampanti genitori avevano deciso che quello splendore non poteva certo avere un nome banale come Rachel, o Joanna!

Così si erano messi a sciorinare nomi di una certa importanza, chiamando l’addetto dell’anagrafe nel cuore della notte ed obbligandolo a correre lì per prendere nota. Il pover uomo, forse per il sonno, forse per vendetta, quando i due si erano messi a litigare su quale tra i tanti fosse il nome più scintillante, li aveva registrati tutti quanti, piantandoli poi in asso per tornarsene a dormire.

Lasciai vagare lo sguardo sulle foto -tutte mie ovviamente- appese sui muri della mia camera, soffermandomi su una in particolare.
Ero un neonato, in braccio a mia madre; sullo sfondo si poteva vedere l’ostetrica che mi aveva fatto nascere mentre brancolava, accecata dalla mia luminosità.
Destino.

Dovevo assolutamente tornare all’attacco!

 

Il giorno dopo, durante la pausa pranzo, la raggiunsi. “Ehi, Mary!”, la salutai baldanzoso. “Non abbiamo cominciato benissimo ieri eh? Pensavo… E se ti portassi a fare un giro oggi pomeriggio, per conoscerci meglio e mostrarti la città?”

Lei sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo, un’espressione sul viso che da infastidita divenne perplessa. “Scusa ma… I tuoi capelli non erano biondi?”
“Sì, di che colore sono ora?”, chiesi.
“Un castano ramato direi.”
“Ah, allora il tempo sta cambiando. Deve essere in arrivo un’ temporale, dovremmo spostarci.

Mary sollevò lo sguardo verso il cielo, il sole brillava. “Tu sei fuori di testa”,  mi liquidò, tornando al suo libro.

Con molta grazia aggirai il tavolo, la sollevai, ignorando le sue proteste, e la portai al sicuro all’interno dell’edificio.
“Sta a guardare”, le dissi, osservando l’orologio.
Esattamente dieci secondi dopo un nubifragio di proporzioni epiche si abbatté sul giardino.
“Oh”, esclamò Mary, osservando alcuni studenti che rotolavano via, spinti dalla forza del vento. “Accidenti, che tempismo!”
Si voltò verso di me, allungando una mano per attorcigliare una ciocca dei miei capelli tra le dita. “Beh, visto che mi hai salvato penso di doverti come minimo questa uscita, no?”

Le sorrisi, al settimo cielo.

Solo in un secondo momento scoprii che in realtà mi trovava utile solamente come sonda metereologica.
All'epoca però ero un bellissimo ed abbagliante ragazzo ingenuo, convinto di aver fatto colpo, così la invitai fuori, quella stessa domenica.

La portai al luna park, al cinema, a pranzo in un lussuosissimo ristorante cinofrancesespagnolsloveno, la salvai da alcuni teppisti che la molestavano, le regalai una stella col suo nome, la riportai al luna park - dove mi vomitò nel cappuccio della felpa dopo il dodicesimo giro sulle montagne russe- e poi la accompagnai sul lungo mare, per concludere in bellezza quella giornata.

Fu mentre passeggiavamo sulla spiaggia, illuminati solo dalla luna, che dopo essersi scusata per avermi devastato la felpa, mi disse le parole magiche.
“Garry, mi sono innamorata di te!”

Ahah! E lo sapevo che a Garry non si resiste!
Mentre un piccolo me interiore ballava la samba, la guardai, senza mostrare reazioni eccessive e le risposi che l’amavo anche io.
Le diedi un bacio, ma così dolce che le si cariarono due molari all’istante!
Mi pregò di non farlo più.

Camminammo ancora un po’.

“Ascolta, Garry”, sospirò ad un tratto Mary. “In questa giornata ho capito che sei l’uomo della mia vita, io… Io voglio perdere la mia verginità con te!”
A quel punto il mio piccolo Garry interiore iniziò a fare cose che, essendo in rating giallo, non posso rivelare.
Fui cortese, gentile, insomma, era la sua prima volta.
… In realtà anche la mia.
Ma non potevo certo dirglielo!
Ci trovammo sdraiati sulla sabbia, le sollevai la gonna, insomma, per iniziare si faceva così, almeno quello lo sapevo.
Mi ritrovai faccia a faccia con la miniatura perfetta di un piccolo cannone medievale montato su degli slip in magia metallica.
“Ma cos…!”

“Ah!”, esclamò lei ridacchiando. “Tranquillo, è solo la mia cintura di castità. Te l’ho detto che sono super vergine, no?”, disse, porgendomi la chiave.
Per un attimo mi ero spaventato.
Dovetti mettermi gli occhiali da sole perché, una volta priva di tutto l’armamentario era davvero troppo abbagliante.
E io non sapevo cosa fare.

Inspirai profondamente, chiamando a raccolta il potere e la conoscenza di tutti i miei Stu-antenati i loro diari, se eri un vero Stu, dicevano allora ti sarebbe bastato sfiorare la donna con un solo dito, per farla godere come un riccio. Lo Stu-intuito avrebbe guidato il tuo tocco, assicuravano.

Ero pronto.

Lo sentivo!

Sentivo l’energia pronta a guidarmi!

Così mi buttai.

"Garry."
"Si Mary?"
"Mi hai appena messo un dito nel c..."

 


Eeeeeh questa,  gente, é la storia di come ho conosciuto la mia Mary.
Nonostante il nostro inizio rocambolesco stiamo ancora insieme e siamo più innamorati che mai.
Non ci credete?
Vi sto raccontando questa storia dalla sala di attesa del reparto di ostetricia dell'ospedale. Sono così emozionato!
Sono qui fuori perché il mio fascino da maturo neopadre avrebbe potuto distrarre le infermiere ma...
Ehy! Aspettate!  Ho sentito dei vagiti! Presto, venite con me, diamo un'occhiata all'interno della sala parto!
.....
"Aaaaaargh!"
"I miei occhi! i miei occhi!"
"É una femmina!
"Sicuro? Non vedo nulla! mi sono entrati dei brillantini negli occhi!”
Guardo Mary, che mi sorride, tranquilla e composta, perfetta come sempre, e solleva il pollice in segno di vittoria.
Ehi! Dobbiamo trovare un nome alla nostra piccola meraviglia, vediamo, Cassandra?
Regina?
E’ meglio che chiami subito l’addetto dell’anagrafe.
Scusate, ho molto da fare, vi saluto e spero di vedervi presto, per un’altra delle mie avventure!

 


Chi mi conosce almeno un po' saprà che sforzo sovrumano sia stato scrivere una cosa del genere XD
La storia di per sè è originale ma vi ho inserito elementi parodistici presi qua e là.
Niente, giusto per mettere una nota finale <3
Chu <3
   
 
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