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Autore: Jois_supertramp    19/09/2014    1 recensioni
Solitamente, sono molto restia nel far leggere quello che scrivo. Perchè?
Beh, dicono che sia una delle poche cose che mi riesce bene, ma se è davvero così preferisco non immaginare quello che mi riesce male.
Ho poca fantasia, non sono capace di scrivere storie con storie, personaggi e ambientazioni ben definite. Credo di essere un pò egocentrica e quindi scrivo di me, di tutto quello che mi circonda.
Chi sono? Una dei tanti, spero di farmi conoscere un pò con quello che scrivo.
Accetto le critiche, i suggerimenti e qualsiasi altra cosa.
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Il mio sguardo si perse in quell'immensità azzurra.

Non so quanti minuti passai ad osservare l'andamento sinuoso delle onde.

Stava per innalzarsi l'alta marea.

Era una giornata fresca di inverno, non c'era tanto freddo ma il cielo stava per farsi grigio e da lì a poco sarebbe scoppiato un temporale.

L'accoppiata perfetta: la pioggia e il mare.

Avanzai ancora un po' per poggiarmi su uno scoglio e continuai ad assistere a quello spettacolo di cui ero l'unica spettatrice.

Mi chiedevano sempre perché se mi piacesse tanto il mare non ci andavo mai nella bella stagione...io rispondevo che mi dava fastidio il sole, che non sopportavo la calura e che non mi piaceva mostrarmi al pubblico in costume.

Ma in realtà non sopportavo la gente, la gente che non sapeva guardare quell'immensità, che preferiva spalmarsi una crema abbronzante tutto il tempo, quando invece bastava fermarsi un attimo a godersi lo spettacolo.

Il mare. Cos'altro se non esso si potrebbe paragonare all'anima umana? La tempesta burrascosa che permette alle onde d'infrangersi sulla costa, non è sinonimo dell'avere l'anima in tumulto? Del sentirsi come leoni in gabbia o come belve feroci che prendono la riscossa ma di colpo si fermano e tornano indietro.

Anche la bassa marea é qualcosa di sublime, tutto é tranquillo, tutto é silenzioso..tutto é calmo.

La quiete prima della tempesta.

Fu proprio mentre mi immersi in questi pensieri che iniziò a piovere, prima lentamente, poi iniziai a sentire le gocce sulla mia pelle come piccoli sassi.

La pioggia purifica, cancella, ti avvolge in un velo di malinconia.

Ma a me tutto questo era sempre piaciuto.

‘Eppure’ , pensai , ‘sono nata in un caldo giorno d'estate.

In uno di quelli in cui il sole in alto nel cielo, illumina i visi con i suoi raggi e brucia i raccolti nei campi.

Sono nata con attorno il calore ma vivo con il gelo dentro.

Questa neve non la scioglie nessun sole, da cui mi nascondo dietro i muri, specialmente quando il cielo si tinge di un azzurro troppo azzurro che invece di illuminare, crea solo un alone di ombra intorno a me.

Poi d'improvviso questa pesantezza che mi porto dentro si allevia, quando vengono a bussare alla finestra piccole gocce di pioggia.

Ed io mi sento leggera che posso anche volare.’

Chiusi gli occhi per fermare il tempo, avrei voluto che le lancette dell’orologio smettessero di girare.

Assaporai pienamente quella sensazione di libertà ed improvvisamente:

Divenni un tutt'uno con la pioggia, con quelle gocce, con quelle lacrime che cadevano dal cielo.

Divenni un tutt'uno con quel cielo che era diventato scuro.

Divenni un tutt'uno con i lampi e le saette che illuminavano più di qualsiasi altra cosa.

Divenni un tutt’uno con il mare ormai burrascoso.

Divenni un tutt'uno con quelle gocce che non aspettavo per poter avere la compagnia di un amabile compagno per aprire il rubinetto delle mie lacrime, ma per diventare un tutt'uno persino con i marciapiedi che vengono lavati, sfogliati di qualsiasi ricordo, di ogni passo che è stato fatto su di essi.

Come una tela già colorata e poi cancellata per essere dipinta di nuovo.

Intanto, nell’aria, circolò una musica lontana e pur così vicina, mi guardai intorno per percepire da dove provenisse. Era una melodia leggera e tranquilla.

Mi accorsi che suonava dentro me.

Era il canto della mia anima e finalmente mi sentii un tutt'uno anche con esso.

Nel frattempo la pioggia che stette ancora esibendosi nel suo show, richiese l'entrata in scena di un sempre gradito amico: sentii il vento innalzarsi, soffiare forte, sfiorarmi la pelle, dar forma ai miei capelli.

E fui un tutt'uno persino con esso.

Aprii gli occhi e mi ritrovai al largo: la corrente mi aveva dolcemente invitato a far parte del suo atto danzante.

Mi lasciai dondolare ancora per un po’ dalle onde per poi nuotare con fatica verso la riva.

Mi dispiacque lasciare quell’immensità.

Una volta fuori, volsi il mio sguardo verso il cielo. Smise di piovere, ma il cielo era ancora cupo.
Tuttavia dentro di me, finalmente, si accese una nuova luce.

   
 
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