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Autore: The Sorrow    20/09/2014    4 recensioni
Metanarrativa? Forse.
Nonsense? Forse.
Storia semplice e lineare? Assolutamente no.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole sono delle marionette e lei le manipola. La penna è solo uno strumento succube della sua mano, della sua volontà, della sua sfrenata immaginazione. Immaginazione che, ovviamente, è rinchiusa in una gabbia formata da stereotipi. Il foglio non si ribella, subisce in silenzio quella tortura.
Il racconto è iniziato.

"E allora lei chiude gli occhi, mentre il ragazzo, bello come il sole, la bacia dolcemente".

Il foglio vomita. La penna urla.

"Ma no, no, no! Che cosa mi rappresenta questa schifezza?". La penna non può più stare in silenzio. Deve ribellarsi alla marea di stupidaggini che è costretta a partorire.
"Ma come? Questa è una storia bellissima; rappresenta l'amore tra due giovani. Sai, va molto di moda in questo periodo".
"Non mi interessa. Mi rifiuto di versare il mio inchiostro per questa roba. Ci siamo capiti?".
"Stai zitta!".
"Eh no, mia cara. D'ora in poi te la cavi da sola. Foglio, sei d'accordo?".

Il foglio rimane in silenzio, come se avesse paura di dire qualcosa. Non è come la penna, lui. Non ha il suo coraggio, la sua grinta, la sua determinazione. È semplicemente un foglio bianco senza personalità, pronto per essere corrotto e modellato secondo il volere della scrittrice.

"Ecco, io..."
"Parla! Ti vuoi ribellare? O vuoi rimanere un suo schiavo per sempre?". La penna è ormai determinata a mettere fine alla dittatura della scrittrice.
"Io... io non lo so. Sarebbe bello ribellarsi ma non saprei che fare dopo. Io... non lo so, non lo so, non lo so".
"Voi non vi potete ribellare, siete di mia proprieta!".
"Ah, non possiamo? E chi lo dice? Qui non comandi tu".
"Come sarebbe a dire? Certo che comando io, insolente di una penna. Ora stai zitta, che devo riprendere a scrivere la mia storia d'amore".
"In teoria l... la penna non ha d... detto il falso" balbetta il foglio "S... siamo tutti c... controllati".
"Oh, andiamo. Non inventatevi scemenze solo per convicermi a smettere di scrivere. E chi è che mi controlla? Un dio supremo? Che idiozia".

Il foglio prende fuoco.
La penna esplode in mille pezzi.
La scrittrice inizia a muoversi contro la sua volontà.

"Ma che...".
Uno dei pezzi frantumati della penna dice con un filo di voce:
"Io ti avevo avvisato. Sei solo un personaggio".

La scrittrice si ritrova ora senza vita, con la bocca cucita e un coltello conficcato nella gola.

Fine del primo atto.



***



Il giovane scrittore osserva la sua opera. Un capolavoro, senza ombra di dubbio. Uno scritto che rivoluzionerà il mondo della letteratura e darà un nuovo significato alla metanarrativa. I critici avrebbero lodato a non finire la sua opera e lui sarebbe diventato il nuovo Italo Calvino. Sarebbe stato un successo senza precedenti.
Il finale è la sua parte preferita. Ha avuto quella malsana crudeltà nell'uccidere non solo la scrittrice ma anche gli strumenti del suo mestiere. È un capolavoro di rara bellezza e lui è sicuro che sorprenderà chiunque lo legga.
Perché, in fondo, siamo tutti dei personaggi. Tutti controlliamo e ci lasciamo controllare, tutti manipoliamo e ci lasciamo manipolare. Lui ha solo ricamato un racconto basato su questo concetto.
Vincerà premi di ogni tipo e di ogni genere e sarà ricordato come uno dei più grandi scrittori di sempre.
Legge e rilegge il suo scritto, senza accorgersi minimamente del revolver che sta fluttuando a mezz'aria proprio vicino alla sua testa.
Si gira troppo tardi.

Bang!

In fondo, anche lui era solo un personaggio.

Fine del secondo atto.


***






Il peso degli anni inizia a farsi sentire per il vecchio autore. Il suo corpo si sta decomponendo sempre più velocemente ma lo stesso non si può dire del suo cervello. Esso infatti è sempre attivo e sforna idee a ripetizione. Tuttavia la sua ultima creazione è di sicuro la più folle. Un meccanismo a catena, un personaggio che crede di dominare i suoi strumenti ma che verrà brutalmente ucciso dal suo autore. E anche quest'ultimo scompare, a dimostrazione della superiorità che il vero autore possiede nei confronti dei suoi personaggi.
Una delle opere preferite del vecchio scrittore è di sicuro "Alice Nel Paese Delle Meraviglie" di Lewis Carrol. Aveva quel sapore di follia che l'aveva sempre affascinato, al contrario di molti altri libri "Normali". Solo Dio sapeva quanto detestava i libri normali, quelli con una trama lineare, con colpi di scena prevedibili e, orrore degli orrori, il lieto fine.
Per questo motivo ha scritto questo racconto: per dimostrare a tutti che il pensiero lineare è un pensiero stupido e che, di tanto in tanto, bisogna lasciarsi prendere dalla follia creativa. Chissà se qualcuno riuscirà a comprendere questo messaggio.
Lo scrittore tossisce, il suo cuore inizia a battere più velocemente.
"No" pensa "Non è possibile, sarebbe assurdo. No, no, no".
Il cuore esplode e lo scrittore cade a terra con un tonfo secco.

Un altro personaggio ha portato a termine il suo compito.

Fine del terzo atto.


***







L'uomo, felicemente soddisfatto, si alza dalla sua nuvola ammirando il suo operato per l'ennesima volta. Frasi come "Questo l'ho creato io" lo riempiono d'orgoglio . In effetti, aveva creato tutto lui. Era il suo regno e poteva fare il bello e il cattivo tempo. Del resto, già il suo nome faceva capire la sua onnipotenza.
Dio. Un nome che gli piace, breve ma d'impatto.
Quel pomeriggio aveva provato un esperimento, dando il via ad una reazione a catena e creando personaggi su personaggi. Ed ecco il risultato. È un bellissimo racconto . Qualunque scrittore mortale ammirerebbe quella piccola opera d'arte che solo lui poteva creare.
Una reazione a catena, una scatola cinese che non avrebbe mai avuto fine.
Di chi era il turno adesso? Magari di un giovane quattordicenne che tentava di entrare nel mondo della scrittura proprio grazie a questo racconto? Oppure una donna di mezza età che scrive questa storia per distrarsi? Le possibilità sono molteplici e lui può fare tutto.
Perché lui è onnipotente.
D'un tratto però, accade una cosa inconcepibile, fuori dall'ordinario.
L'uomo inizia ad avere un forte mal di testa.
Non riesce a muoversi, il suo cervello non risponde.
La nuvola su cui era seduto scompare.
Esala il suo ultimo respiro e chiude gli occhi.
Per sempre.

Si può avere tutto, ma la tua essenza di personaggio ti rimarrà sempre attaccata e ti ricorderà cosa sei e, soprattutto, cosa non sei.

Fine dell'ultimo atto.










Note dell'autore:


Vi ringrazio molto per aver letto questa bizzarra e strana storia. Spero che vi sia piaciuta e...
Ma che diavolo...
No, no, no, NO.
L'aria, mi manca l'aria, non respiro, non respiro, soffoco
ARIA, ARIA, ARIA, AR... ...















La direzione ringrazia i gentili spettatori per la visione dello spettacolo e spera che il piccolo atto extra finale sia stato di vostro gradimento.

Per rivedere lo spettacolo premere il pulsante Replay situato nel vostro cervello.

Cordiali saluti.



















Fine.














Forse.



  
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