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Autore: KarenEKim    03/10/2008    4 recensioni
Vi muovete a passi di danza,vi esprimete cantando,la vostra migliore amica è una chitarra? Vivete per la musica,la danza o il teatro e avete una grande voglia di mettervi alla prova? La Dunham Summer Accademy è quello che fa per voi..Tanta musica, vitalità e amicizia..E beh anche qualche bel ragazzo..
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Great escatw
I
The Great E-Skate makes the Great Escape

Piccola Legenda introduttiva:
Arancione:pensieri di Kim
Blu:pensieri di Karen
Corsivo:canzoni.
Buona lettura!

“Mi pareva di avervi chiesto di suonarla un’ottava più alta! Altrimenti non valorizziamo la mia voce!”
“Ma se l’abbiamo sempre fatta così?”
“Beh c’è aria di cambiamento!”
Karen e Kim sbuffarono: l’ennesima litigata dei “The great e-skate” stava avendo inizio.
“va bene, va bene!Basta che ci sbrighiamo!” sbottò Kim roteando gli occhi, mentre tirava fuori la chitarra dal fodero.
Erano arrivati con 10 minuti di ritardo e ancora non si erano decisi ad abbandonare le quinte.; una scena che si era ripetuta sempre con più frequenza durante gli ultimi mesi: dopo il periodo di incredibile affiatamento dovuto all’entusiasmo da novità (glie e-skate erano tutti alla loro prima “esperienza musicale”), le cose avevano gradualmente preso una piega negativa:
Melissa, la giovane ed attraente cantante del gruppo, era purtroppo ben consapevole delle sue discrete doti canore e non c’era occasione in cui riuscisse ad evitare la messa in mostra.
Mirco e Fabio, d’altro canto essendo adolescenti dagli ormoni in subbuglio, l’assecondavano in tutto e per tutto nella speranza di ottenere anche solo uno sguardo tutto per loro.
E Karen e Kim che ruolo giocavano in tutto questo? Beh loro erano lì per una propria scelta ovviamente. Erano state loro a trovare il nome della Band, e sempre loro si erano occupate di tutte le questioni più irritanti, ma estremamente necessarie come i volantini pubblicitari e l’aggiornamento del myspace.
“così non funziona…” mormorò Karen girando con attenzione una manopola del suo basso lucido.
Kim fece spallucce.
“forse  non hai inserito il jack..”
“Ma no scema, sto parlando della band…”  Kim scoppiò a ridere.
“e dillo prima!” esclamò dandole uno scappellotto sul braccio. Dopodichè tornò seria.
“che dici se facciamo quest’audizione e poi leviamo le tende?”
“Dico che lo dici sempre…”
“Lo so, ma questa volta è per davvero!”
“Siete pronte?” Mirco fece ingresso nel backstage con un sorriso a 32 denti dipinto in viso. Sulla sua guancia le due ragazze rilevarono tracce di rossetto quasi sicuramente provenienti dalle labbra di Melissa.
“No!” esclamarono all’unisono.
“Ma non è che abbiamo scelta…” presero i loro strumenti e lasciarono le quinte abbandonando il povero Mirco.
Il Pub nel quale si sarebbero svolte le audizioni (il che era il motivo per cui si trovavano lì)era un locale vecchio stile, non troppo grande ma accogliente.
Era semi-deserto; cosa piuttosto inconsueta per un venerdì sera.
“Meglio così” pensò Karen prendendo posto sul palco.
“Non siamo ancora pronti per il grande pubblico”.
“Nome?” domandò il padrone del Pub appena li vide salire sul palco. Era un tipetto dall’aria furba e in quel momento li stava osservando da sotto la montatura di occhialetti alla Elton John.
“Siamo i The Great E-Skate” esclamò energicamente Melissa con la sua vocina civettuola.
Scosse la liscia chioma bionda di lato e i suoi occhioni verdi brillarono: a Kim ricordò molto il principe azzurro di “Shrek”.
“E suoniamo punk-rock…”
“Ma sei scema?” l’esclamazione uscì della bocca di Karen e Kim un po’ più forte di come l’avevano immaginata. Il gestore del pub le osservò incuriosito. L’occhiata malefica di Melissa non passò inosservata.
“Kary,Kim, quante volte ve lo devo ripetere?è vero che noi suoniamo anche cose un po’ moscette…Ma in genere facciamo punk-rock..prendi i Vanilla per esempio…”
“I Vanilla sky sono tanto punk quanto il mio pastore tedesco…” osservò Karen appoggiando il mento al basso.
Il barista osservò il gruppo interdetto.
“Sembrate un gruppo .. emh.. Molto affiatato…”
“Oh, sì certo!”  rispose Kim con voce sarcastica.
“Infatti, da quando suono con questi qui, mi sento sempre il fiato sul collo…” aggiunse a bassa voce.
“Allora, vogliamo cominciare?” domandò Melissa che iniziava a sentirsi ignorata.
“Do io il tempo!”
“Ah davvero?e com’è  soleggiato  o nuvoloso?” esclamò Kim sorridente.
Uno dei pochi clienti presenti, abbozzò una risatina.
Melissa si voltò verso Kim e la squadrò con un’occhiata di sufficienza.
“Vedi di non alzare un po’ troppo la cresta, tesoro…Cerca di ricordare che il capo non sei tu!”
“Perché dovrei abbassare la cresta?Siamo un gruppo punk no? ….Tesoro?”
Karen non riuscì a trattenere anche lei una risatina.
Melissa finse di non aver sentito (beh doveva avere le orecchie parecchio otturate) e si voltò.
“Incominciamo allora…Cinque, sei, sette e otto…”
 La musica partì. Le luci in sala si spensero.
Il locale era avvolto da un’atmosfera decisamente rilassante. La canzone (una cover melodica di Umbrella) era rilassante. Karen e Kim NON erano rilassate.


You have my heart, and we'll never be a world apart
Maybe in magazines, but you'll still be my star

Ma perchè sono qui?Come mai ci è venuto in mente di unirci ad un gruppo di bambini stupidi che danno retta solo a sé stessi? E Melissa, poi? Non la reggo, è inutile. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e questa è decisamente l’ultima volta che suono con loro.. O meglio, per loro….

Baby cause in the Dark, You can`t see a shiny Car
And that's when you need me there
With you I'll always share

Non ha senso stare qui… Sentendomi costretta a fare quello che amo, tutto perde il suo valore. La musica si sta trasformando in un circolo vizioso e io non voglio questo… Perché la musica è un modo di esprimersi… è uno stile di vita, non solo un mezzo come un altro per rendersi noti, per uscire là fuori e diventare qualcuno. La musica è un qualcosa che ti devi sentire dentro… E dentro di me una cosa è certa: non voglio appartenere ad un qualcosa, dove l’unica cosa di cui avrò un bel ricordo è il nome. Ho deciso… Basta con i Great E-Skate…Questa volta per davvero.

Because
When the sun shines
We’ll shine together
Told you I'll be here forever
said I'll always be your friend
Took an oath Imma stick it out 'till the end

Chissà se Karen sta avendo gli stessi miei pensieri…A giudicare da come sta suonando, direi che abbiamo in mente la stessa identica cosa. Ebbene, ci leveremo dai casini assieme, qualunque cosa succederà…Però che palle questa canzone!

Now that it's raining more than ever
Know that we`ll still have each other
You can stand under my Umbrella
You can stand under my Umbrella

So che se deciderò di andarmene, Kim verrà con me. Dopotutto ci siamo ficcate in questa situazione assieme e sono sicura che ne usciremo altrettanto unite. Poco importa se andandocene ci ritroveremo al punto di partenza…Certo che questa canzone sta prendendo una piega decisamente  nauseante…

Ella ella eh eh eh
Under my umbrella
Ella ella eh eh eh
Under my umbrella
Ella ella eh eh eh
Under my umbrella
Ella ella eh eh eh eh eh eh

Karen guardò Kim. Kim guardò Karen. E all’istante capirono ciò avevano intenzione di fare.
Non appena ci fu uno stacco di strumentale, Karen improvvisò un assolo di basso e Kim la seguì a ruota con la sua chitarra. Non era nei programmi, ovviamente. Ma per la prima volta si stavano divertendo.
“Ragazze piantatela!Così rovinate la canzone!
“Non me ne frega un cazzo!” Fu l’aggressiva risposta di Kim. Era decisamente partita in quarta e non si sarebbe fermata tanto facilmente.
“E poi..stiamo andando a tempo!” continuò Karen sorridendo. Si sentiva libera, tutto qui. Nessuna costrizione assurda, solo musica… La sua passione… Era così che sarebbe dovuto essere.
Dopo questo piccolo cambiamento di programma, Karen e Kim decisero di tornare ad attenersi alla versione originale e terminarono la canzone come previsto.
A esibizione completata, parecchie persone del pubblico applaudirono, compreso il padrone del pub. Ma non sembrava molto convinto.. Semmai divertito.
“Non male,davvero…” borbottò facendo pressione  sulla stanghetta dell’occhiale.
“Ma decisamente…Non posso prendervi.. Insomma, sembrate avere parecchie questioni in sospeso fra di voi e… Non è così che si comporta un gruppo…Una band prima di tutto… Ma lavorateci su, eh? Presentatevi la prossima volta dopo che avrete superato le vostre..emh..divergenze, chiamiamole così, e forse ci sarà una possibilità per i Great Escape….è tutto!”
Battè due volte le mani e si alzò, subito imitato da un altro paio di clienti.
“Siamo i The Great E-Skate..” lo corresse Kim a bassa voce, mentre i compagni incominciavano a ritirare l’attrezzatura.
“Eravamo..”ribattè Kary, sistemando la custodia del suo basso elettrico sulle spalle.
“Io mollo…”
“Sono con te…” continuò Kim sorridendo convinta.
“Ma come mollate?” esclamò Fabio inseguendole per il palco.
“Ma sì, lasciale andare Fa…” borbottò Melissa, avvolgendo il microfono nella plastica.
“Ce ne troveremo altre…”
“Perfetto, arrangiatevi… Ma fareste meglio a cambiare il nome alla band.. The Great E-Skate è nostro.”
“Ah, mi sta bene… Tanto quel nome non mi è mai piaciuto.. Lo trovo completamente fuori luogo..”
Karen e Kim  inarcarono le sopracciglia.
“Ciao eh?” esclamò Kim prima di voltarsi.
“Buona fortuna..” aggiunse Karen imitando l’amica.
Afferrarono le loro cose ed uscirono a passo svelto dal locale.
“Aaaah era ora!” esclamò Kim una volta fuori, facendo una piroetta e sorridendo serena.
“Ahy, cacchio!” esclamò dopo essersi lasciata cadere sul muretto.
“Lo sai… I muretti sono fatti di pietra… E la pietra è DURA!” la rimbeccò Karen.
“...Kary..Non ti senti… Leggera?”
Kary diniego col capo.
“…è che mi scappa la pipì!!”
Kim scoppiò a ridere.
“Signorine, signorine?” Un uomo si stava avvicinando a loro a gran velocità: era il cliente che aveva riso della battuta di Kim.
“Che diavolo vuole?” sussurrò la ragazza a Karen.
“Sii?” domandò poi con espressione disinvolta.
L’uomo le raggiunse e si fermò per riprendere fiato e sistemarsi la cravatta: era di bell’aspetto sui quarant’anni, impeccabilmente vestito.
“Scusate se ho il fiatone..” mormorò.
“Vi ho inseguite sin dall’ingresso del pub. Avete il passo svelto eh?”
Karen e Kim sorrisero.
“sì, beh, avevamo fretta di andare via…” scrutarono l’uomo con curiosità e sospetto. Che diavolo poteva volere da loro?
“Mi presento… Sono Jefferey D. Dunham… J.D.D… questo è il mio biglietto da visita.”
Così dicendo, porse a Kim un foglietto di carta plastificato.

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“Sono il fondatore di un’accademia estiva di musica, la Dunham Summer Accademy”
Karen non riusciva a capire.
“Ebbene?” Kim le tirò una gomitata.
“Shhh!” sussurrò. Dunham continuò.
“è un accademia piuttosto recente situata nel centro di Roma. È  una buona scuola. E non lo dico solo perché l’ho fatta costruire io.”
“Sinceramente.. Non l’ho mai sentita nominare.” Borbottò Kim.
“è una scuola privata. Noi tentiamo di mantenerla nell’anonimato per quanto possibile. Ma a Roma è discretamente conosciuta.”
“Non la seguo signore… Se è una scuola privata che deve rimanere conosciuta… Perché ne sta parlando a noi?”
Dunham incrociò le lunghe dita abbronzate.
“Fra qualche giorno ci saranno le audizioni per la borsa di studio. Si terranno al Teatro Regio di Torino. I criteri di valutazione, certo sono piuttosto insoliti. Ma voi mi sembrate possedere le qualità adatte. Dovreste fare un tentativo.”
“Noi?” Karen lo guardò confusa.
“Perché no? Siete creative e dotate di un buon senso dell’umorismo; due doti essenziali per un’artista di prim’ordine.”
“sì, ma…”
“Le audizioni si svolgeranno lunedì dalle 15.30 alle 19.00. Le discipline che vengono insegnate alla Dunham sono molte, vi consiglio di consultare il sito dell’accademia. Alle audizioni dite che vi ho mandato io…”
“Ma, signor Dun..”
“E mostrate loro il biglietto!Devo andare, scusare!”
Strinse loro la mano frettolosamente ed attraversò la strada.
Karen e Kim rimasero in silenzio per qualche istante incantate a fissare l’ombra di Dunham che si dileguava; che fosse stato tutto uno strano sogno?
“Dunque?” domandò infine Karen sconcertata.
Kim si rigirò il biglietto fra le mani.
“..beneficiario dell’istituto Dunham Summer Accademy…” lesse.
“Diceva che è una scuola d’arte…”
“Io non so disegnare!” scherzò Karen prendendole il biglietto dalle mani.
“musica arte e spettacolo…” mormorò soprappensiero.
“Che si fa?” Kim si strinse nelle spalle.
“Che ne dici se andiamo a dare un’occhiata al sito?” rispose infine.

 *
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“Sembra davvero interessante…” constatò la madre di Kim facendo scorrere le rotellina del mouse.
“Mmmh non saprei…Nel senso… Non ci prenderanno mai…”
“Secondo me dovremo provarci!” esclamò Kim.
“Mah non so… Magari è tutta una bufala..”
“però dovremo provarci..”
“e se…”
“Credo che dovreste provarci!” intervenne la mamma di Kim.
“Ma allora ditelo che vi siete messe d’accordo!” esclamò Karen esasperata. Poi però sorrise.
“E va bene, ci andremo… Che giorno sono già le audizioni?”
“Lunedì… Dalle tre alle sette… Che fortuna… Non vi perdereste neanche a scuola…”
 Kim  assunse un espressione angelica.
“mammina, ci accompagneresti tu a Torino, per favore??”
“No, mi sa che dovrete arrangiarvi… Lunedì lavoro…”
“Ok, mi sa che ci toccherà prendere il treno…” constatò Kim.
“No dai prendiamo l’aereo!”
“Già peccato che l’unico aeroporto nelle vicinanze sia a Torino…”
“Un elicottero?”
“No..”
“il paracadute?”
“Soffro di vertigini!”
“In bicicletta?”
“Ma sei scema?”
“E va bene, in monopattino..”
“Ma piantala!” Kim afferrò un cuscino e lo tirò all’amica che si nascose dietro alla scrivania del computer.
“Non vale!!Quello è territorio sacro!!” esclamò l’altra.
“Allora, che si fa?” domandò Karen uscendo dall’angolo ed accoccolandosi sulla poltrona.
“Non ne ho idea…Tu che proponi?”.
“Non saprei… Sul sito internet non c’era nulla a proposito…”
“Penso che stia a noi decidere…”
“Ho capito, ma non esisterà alcun tipo di criterio? Voglio dire se noi avessimo intenzione di suonare l’Aida in pigiama con la cornamusa e a canone con Kyla*, ci sarebbe permesso?”
“Perché no? Dunham non diceva che un buon’artista deve essere creativo?”
L’espressione di Karen  si sarebbe potuta benissimo tradurre con: -_________-“
“Ok, ok, scegliamo una canzone..” assentì Kim.
“I puffi!!” esclamò l’amica.
“Perché non cantate qualcosa della Nannini?” commentò scherzosamente la mamma di Kim.
“Beh, Kyla potrebbe cimentarsi con gli acuti!” La ragazza imbracciò la sua chitarra.
“Kary, che ne dici se facciamo Your love is a lie?”
“C’è una parolaccia in mezzo, e visto il tipo di scuola,meglio di no..”
“Mmmh..Victims of love?”
“E come facciamo a suonarla in acustico?”
“Senti, perché non improvvisiamo??”
Kary la guardò storto.
Kim sbuffò.
“Oh, non lo so accidenti….” Prese un plettro ed incominciò ad arpeggiare un motivetto.
Prima che entrambe avessero il tempo di accorgersene, stavano canticchiando.

Paper bags and plastic cars
All are belonging to shopping cars
It’s good bye…But we got one more…”

“Kim!”
“Kary!”
“Kim!”
“Che c’è??”
“Che cos’è che stai suonando?”
“La chitarra!” Karen incenerì l’amica con lo sguardo.
“Kiiiiim!!”
“Che c’è?Che cos’è che sto suonando?”
“The great escape!!”
Kim riprese ad arpeggiare.
“Ma certo!Mi era venuto un vuoto!Non riuscivo a ricordare il nome… Beh sarebbe perfetta per le audizioni!”
La grande fuga… Quale canzone avrebbe potuto starci meglio? Una fuga dal passato, una fuga dal presente…Una fuga nel futuro…
“è la versione acustica giusto?”
“Pensi di riuscire a rimediare le note per il basso?”
“Credo di sì… Dopo d tutto c’è ancora un bel po’ di tempo, ce la possiamo fare.”
Kim lanciò il biglietto plastificato nelle mani dell’amica.
“Due giorni Kary…” esclamò lasciandosi cadere sul letto.
“Abbiamo solo due giorni…”

*
“Da questa parte!!!!Forza sbrigati!”
“Sto facendo più in fretta che posso!!Guarda che Emo pesa” Emo era il basso di Kary…Strano nome per un basso, ma gliel’aveva affibbiato quando aveva incominciato a notare che moltissimi bassisti portavano la frangetta asimmetrica. La nuova moda “emo” per l’appunto.
Varcarono il portone d’ingresso del teatro e incominciarono a correre per i vari corridoi, finchè non raggiunsero le quinte.
Una ragazza stava uscendo proprio in quel momento.
“Buona fortuna!” si limitò a dire loro in tono non del tutto amichevole. Afferrò la custodia rigida di una chitarra ed uscì.
I lunghi capelli chiarissimi le rimbalzarono sulle spalle un paio di volte.
“Però che tipo..” commentò Kim, facendo ingresso sul palco.
Tre persone, erano sedute ad un tavolo in prima fila. Due uomini (uno dei quali, un poì più anziano degli altri, pareva essere il preside) e una donna.
A parte a loro, la sala era completamente vuota.
“Siamo ancora in tempo?” domandò Karen. Aveva ancora un po’ di fiatone. Kim controllò l’orologio: mancavano ancora dieci minuti.
“Appena in tempo, oserei dire!” esclamò il “capo” dei tre con un sorriso benevolo.
Le due sospirarono.
“Meno male…Vede il fatto è che… Abbiamo perso il treno.. Allora abbiamo chiesto a suo fratello di accompagnarci con la macchina… Ma poi ha incominciato a piovere… Lui si è perso.. Poi ci siamo perse noi... Un tipo ci ha fermate per uno strano sondaggio e non riuscivamo a scrollarcelo di dosso, e finalmente..siamo qui!” Kim disse tutto questo quasi senza prendere fiato.
“Una storia interessante…” mormorò il “capo” accarezzandosi il mento.
“Mi potreste dire il vostro nome?”
“Io sono Karen e lei è Kimberly…Cioè lei è Karen e io sono Kimberly.” Borbottò Kim dandosi silenziosamente della scema.
“Siete straniere, care?” domandò l’uomo alla destra del “capo” controllandosi le unghie.
Karen e Kim si scambiarono un’occhiata  inarcando le sopracciglia.
“Beh, ci siamo trasferite qui dall’Inghilterra quando eravamo molto piccole. I nostri papà lavoravano e lavorano alla stessa ditta, quindi siamo cresciute praticamente assieme. Ad ogni modo siamo italiane a tutti gli effetti.”
“Capisco, capisco…E ditemi… In che modo siete venute a conoscenza dell’esistenza di una certa Dunham Summer Accademy?”
“Il signor Dunham ce ne ha parlato e così abbiamo consultato il sito… Vede,l’abbiamo incontrato all’uscita di un locale e lui ci ha consigliato di venire qui. Ha detto anche di mostrarvi questo…”
 Esclamò Kim tirando fuori dalla tasca il biglietto da visita e porgendolo al “capo”.
“Oh, perfetto perfetto!” esclamò lui battendo una volta le mani.
“Karen e Kim giusto?Beh sarebbe corretto che ci presentassimo anche noi a questo punto. Io sono Gerald Bash, il preside della Dunham Summer Accademy, mentre loro sono Roberta Corvi ed Antony Sharman, due membri del corpo insegnanti delegati di quest’anno per la visione delle audizioni.” Karen e Kim annuirono cortesemente.
“Bene!Arriviamo al dunque!Avete portato qualcosa da mostrarci?”
“Beh, noi in effetti…”
“Qualcuno ha delle domande da fare?Roberta?Sherman?”
L’uomo alla sinistra di Bash alzò la mano.
“Vorrei sapere… Dove avete preso quei pantaloni?”
Le due ragazze si lanciarono un’occhiata disorientate.
“..Nell’armadio?”
“Avete anche delle giacche intonate?”
“Sherman!Per favore..” lo ammonì Roberta.
“..E poi Sherman, che io sappia…I capi d’abbigliamento hanno una voce terribile…” aggiunse Bash.
“Tranne i mocassini!Io adoro i mocassini!”
“Sì, hanno un bel suono!”
“Signori,signori, vogliamo tornare all’audizione?” domandò Roberta sorridendo. Kary notò che sorrideva spesso. Ed aveva un’aria comprensiva ed incoraggiante. Doveva essere una brava insegnante.
“Avete altre domande da fare?” chiese ancora.
 Bash si toccò la punta del naso.
“certo che sì Roberta, ma c’è sempre tempo per le domande. È arrivato il momento dello show!”
Kim incominciò a sentire una leggera fitta al ventre.
“Kary, ho mal di pancia…” si lamentò.
L’altra annuì.
“Anch’io… Cerca di non pensarci e andrà tutto bene. Poi si rivolse agli esaminatori.
“Non avevamo idea di che tipo di audizione avremo dovuto sostenere. Perciò abbiamo preparato solo una canzone. Non è niente di che, ma quello che dice è molto importante per noi…”
“S’intitola “the Great escape” e questo è un riadattamento acustico della canzone. Kary, se vuoi incominciare…”
Karen inspirò profondamente. Dopodichè chiuse gli occhi ed immaginò di essere sola nella penombra di quel gigantesco teatro. Nessun’altro  la stava guardando..C’era solo lei..
“..5,6,7  e 8…” le prime note gravi si diffusero nella sala. Le vibrazioni si insinuarono fino alla gola dello stomaco della ragazza e quasi le parve di tremare con loro. E poi la chitarra si fuse al basso e la canzone prese vita.
“Ora sbaglio, ora sbaglio..” incominciò a pensare Kim innervosita: erano tre giorni che sbagliava l’attacco iniziale ed era convinta che  quella volta non sarebbe andata meglio.
Invece tutto filò liscio.. Nonostante le sue mani tremassero, lo stomaco le lanciasse segnali di aiuto e il suo cuore battesse all’impazzata come durante uno di quei terribili compiti in classe di tedesco, le note riprodotte dalla sua meravigliosa chitarra acustica erano limpide e chiare.
Incominciarono a cantare e prima che  Karen e Kim avessero il tempo di accorgersene, erano arrivare al ritornello.


Throw it away
Forget yesterday
We'll make the great escape
We won't hear a word they say
They don't know us anyway

Il bello di cantare una canzone a cui tieni particolarmente è la sensazione di benessere che ne trai e l’emozione che trasmetti sia agli altri che a te stesso. Karen e Kim non volevano e non dovevano sbagliare, eppure ad un certo punto, smisero di controllare ogni minimo accordo, ogni sfumatura, ogni singola nota; si lasciarono andare.. Si concentrarono non sulle semplici parole, ma su ciò che quel testo significava per loro, E l’agitazione rese ancora più grande la sensazione di attaccamento a quelle note. In quel frangente più che mai, sentirono imminente il bisogno di una grande fuga… Un immensa voglia di libertà...E di musica…

Watch it burn
Let it die..
Cuz we are finally free
Tonight

La canzone terminò con un magico Do arpeggiato per mano di Kim.
Quando anche le ultime note si furono volatilizzate, un leggero applauso si librò nell’aria.
“Non male ragazze… Bella interpretazione..”
“Sapete controllare bene i vostri strumenti..”
“è la vostra posizione predefinita?” fu la criptica domanda di Bash.
“Intendo dire… Avete sempre suonato quegli strumenti?Sono quelli che apprezzate di più?Non c’è n’è nessun altro che vi stuzzica”
 “Beh sì, cioè no… Cioè.. Vede io ho incominciato con il pianoforte… E poi ho preso lezioni di chitarra… Ma continuano a piacermi entrambi in egual modo…” spiegò Kim.
“Per me invece il discorso è diverso..” disse invece Karen.
“Vede signore, più che lo strumento, è la musica stessa che mi appassiona. Per questo non riesco mai a trovare una singola cosa che mi colpisca e mi appassioni. Ho suonato il piano per un paio di anni. Prendevo lezioni, ma arrivai ad un certo punto che non ce la facevo più a leggere spartiti. Sei mesi fa,quasi per gioco, ho incominciato a strimpellare la chitarra e adesso non potrei mai farne a meno. Poi è stata la volta del basso, e tra una cosa e l’altra ho incominciato anche con la batteria.”
“Sei un’autodidatta insomma..”
“Beh, sì, ma non per mia scelta…”
“Capisco… E che mi dite del canto? Mi pare che ve la caviate piuttosto bene..” li interruppe Roberta.
Le ragazze si guardarono e fecero spallucce.
“Beh, non abbiamo mai preso lezioni, ma ci piacerebbe..”
Spiegò Kim.
“Forse è la cosa che mi interessa più di tutte..” aggiunse Karen.
“Cantare…Non so, lo trovo il miglior modo in cui una persona si possa esprimere..”
Bash annuì.
“Certo certo, sono d’accordo con te..Io amo cantare!Ad ogni modo alla Dunham Accademy, abbiamo un’insegnante molto competente in quel campo..La signorina Reece”
“Sally è davvero deliziosa!” Aggiunse l’uomo chiamato Sherman.
“Dovete sapere ragazze, che i corsi musicali alla Dunham si dividono in due grandi filoni..” lo interruppe Roberta..
“La parte classica e la parte moderna.. Oltre ovviamente alle varie materie obbligatorie e valide per entrambe le parti; voi due verso che genere di musica sareste più orientate?”
“Mmmh..” Kim consultò il suo cervellino per qualche istante.
“Penso più verso la classica..” rispose infine. “In fondo è il genere base per i tipi di strumento che mi piacerebbe imparare a suonare… Ma non mi dispiacerebbe imparare anche qualcosa di più moderno…”
“Perfetto Kimberly. E tu Karen?”
“Io punterei sul moderno… Ho sempre preferito quel genere musicale e in particolare lo trovo più adatto a me…”
“Oh molto bene, avete le idee ben chiare!E per quanto concerne le altre discipline?Danza, teatro?Avete mai fatto qualcosa del genere?” chiese sempre Roberta con un tono di voce gentile.
“Ho frequentato diversi corsi di danza da piccola, ma è da molto tempo che ho smesso di eseguire piroette e gran jetè…” esclamò Kim sorridendo.
“Io invece ho cominciato hip hop da poco… Non sono un gran che, ma mi piace veramente molto. Ogni singola mossa mi dona un’energia incredibile.. Per quanto riguarda il teatro…Beh a parte qualche poesiola qua e là…Non ho mai fatto niente del genere..”
“stessa cosa vale per me..” aggiunse Kim.
“Beh, c’è sempre tempo per imparare!” esclamò Bash sorridendo benevolo.
”Un’ultima domanda, se non vi dispiace…Quali sono i vostri progetti per il futuro?”
Kary scrollò le spalle.
“Non ne ho davvero idea… O per lo meno… Non ho un’idea che si possa definire normale… La mia vita al momento ruota intorno alla musica, ma so che non sarà mai ciò che farò per vivere. Mi piacerebbe scrivere per il cinema, ma è molto complicato trovare lavoro in quel campo…”
“Io vorrei fare la tecnica di laboratorio…” esclamò decisa Kim.
“Deve essere un bel lavoro.. Me ne hanno parlato bene.. Sarà un po’ difficile i primi tempi, dato che avrò molto a che fare con la chimica e in classe ne abbiamo parlato pochissimo..Ma se mi impegnerò potrei anche farcela ed è così che ho intenzione di fare..”
“Perfetto perfetto!” Bash si alzò, subito imitato da Roberta.
“Audizione conclusa. è stato un piacere Kimberly e Karen. I risultati delle audizioni dovrebbero essere pronti entro un mese.. Nel caso verrete scelte, troverete tutto il necessario nella le…”
“ Aspetta Gerald!Ho un’ultima domanda!”
“Oh Sherman, non di nuovo quella domanda, ti prego!”
“No ti prego caro, credo che queste due giovincelle sapranno darmi la risposta giusta!”
Karen e Kim si lanciarono un’occhiata incuriosita: che diavolo di domanda avrebbero dovuto aspettarsi?Sherman si alzò in piedi, permettendo alle due ragazze di riuscire a vedere i suoi stravaganti abiti. Era decisamente un tipo fuori dal normale.
“Beh la domanda è molto semplice confettini: Secondo voi.. In un incontro di pugilato fra Mike Tyson e Paris Hilton, chi risulterebbe vincitore?”
“Paris Hilton!” esclamarono entrambe le ragazze all’istante.
“Per un paio di semplici ragioni:
1)Paris ha i tacchi a spillo e devono fare molto molto male se rifilati nella stomaco di qualcuno.
2) Il cagnolino di Paris potrebbe rivelarsi ben più di quello che sembra!”
3) Ammesso che  quell’oca di Paris non abbia le potenzialità per battere Tyson.. Beh allora basterebbe che chiamasse il paparino e mi creda.. non penso che Tyson voglia mettersi contro il signor Hilton…”
“ehy c’è ancora un altro punto!” esclamò infine Kim
“Benji Madden la salverà dalle terribili grinfie di Tyson…”
“W Benji!” esclamò Karen scoppiando a ridere.
“Risposta esatta!!!” esclamò Sherman battendo le mani soddisfatto,mentre Roberta tratteneva  a stento una risata.
“Ora siete ufficialmente congedate!”
“è giunto il momento di tornare alla nostra cara Roma” esclamò il preside Bash afferrando la giacca e dirigendosi verso l’uscita.
“Buona fortuna KeK!” i tre insegnanti abbandonarono la sala, lasciando le due ragazze sole con i propri pensieri ed i propri strumenti.”
“KeK…Non è mica male come soprannome eh?” mormorò Karen grattandosi il mento.
“E anche questa è passata!” assentì Kim con lo sguardo immerso nel vuoto.
“Sarà andata bene?”
“Beh.. Al signor Sherman siamo piaciute credo…”
“Quello dei pantaloni?”
“Sì…Non ti è sembrato..Sai no..”
“Gay?”
“Io lo trovo simpaticissimo!”
“Sì quoto.. E il preside allora?Fa delle battute troppo forti!
 “E Roberta è così dolce…”
“Già e…Oh oh.. Kary?”
“Sì Kim?”
“Lo sai che ore sono?”
“No, ma suppongo sia tardi.. Che ore sono?”
“Tardi!”
“Lo immaginavo!”
“Forza corri o perderemo il treno!!”
“Eheheh!Emo allacciati le cinture di sicurezza.:Stazione di Porta Susa stiamo arrivandoooo!”

*

“Apri prima tu..”
“No, col cavolo…”
“Io non apro per prima..”
“E se la aprissimo assieme?”
“Non è originale,fanno così in tutti i film..”
“Kary?”
“Che c’è?”
“Aprila e basta!”
“Ok…Allora al mio 3: 1…2…3!

Nello stesso momento ad otto km di distanza l’una dall’altra, due ragazze stavano realizzando un sogno. Ed è lì che incominciò la loro avventura: da quella busta…

“Oh-Mio-Dio..”
“L’hai aperta?”
“Secondo te?”
“Oh-Mio-Dio!”
“Non mi fare il verso!”
“Kary mi hanno preso!Mi hanno preso!”
“Kimy Mi hanno preso!”
“E poi sono io quella che fa il verso??”

L’estate che susseguì quella telefonata fu un’estate magica all’insegna della musica e dell’avventura. Beh e dell’amore.
Un’estate che Karen e Kim non dimenticheranno mai.
Un' estate alla Dunham Summer Accademy.


N.D.A.
Ed eccoci qui…A parlare con voi…Il primo capitolo è finalmente completo ed io quasi non ci credo..Non pensavo saremmo mai riuscite a concludere qualcosa!
Vedete noi siamo fatte così:
Karen e Kim, Kim e Karen.
1 ne pensano 100.000 ne fanno e non ne portano mai a termine una.
Beh… So che questo è solo l’inizio, ma è già qualcosa accidenti.
E spero tanto che questa storiella senza pretese vi piaccia.
Qui dentro ci sono i nostri sogni, le nostre speranze, ma
Il tutto è incorniciato dalla vita di tutti i giorni.
Perché noi siamo così.. Ne più né meno
Di quello che avete trovato di fronte agli occhi.
E la Dunham Summer Accademy aprirà le porte anche a voi se solo lo vorrete…Basterà inserire questo racconto nei preferiti e continuare a leggere.
E certo, ci farebbe piacere anche un piccolo
Commentino da ciascuno di voi, giusto per
Renderci conto se ci considerate delle pazze scatenate o se
Magari vi somigliamo!
Un saluto ed un abbraccio per ora!
Con affetto
Karen&Kim

P.S. Jeff Dunham esiste davvero. È un famoso ventriloquo americano davvero divertentissimo. I suoi sketch sono talmente simpatici che abbiamo deciso di intitolare la scuola a lui.
P.P.S. Essendo un racconto che vortica perennemente attorno alla musica, ci saranno spesso citazioni tratte da brani musicali. Ve le riporteremo a piè di pagina, nel caso vi verrà voglia di ascoltarle.
In questo capitolo:
Umbrella dei Plain Withe T’s (è una cover)
The Great Escape dei Boys Like Girls

 

  
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