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Autore: cristal_93    20/09/2014    2 recensioni
E' trascorso ormai un po' di tempo dall'ingresso di Leah nel mondo delle squadre d'esplorazione, e lei vive intensamente ogni giorno fantastiche avventure, insieme ai suoi compagni Piplup e Chimchar. Ma la vita non può essere sempre perfetta: il furto dell'Ingranaggio del Tempo sconvolge la quotidianità di tutti gli abitanti di Borgo Tesoro, e arriverà a sconvolgete le esistenze dei tre ragazzi più di quanto si sarebbero mai aspettati. Loro malgrado si ritroveranno coinvolti nella battaglia per la salvezza del mondo, e verranno a conoscenza di segreti che potrebbero influenzare per sempre il destino dei Pokémon di tutto il pianeta. Affronteranno avversari pericolosi e conosceranno Pokémon misteriosi, ma al loro fianco sopraggiungerà un inaspettato alleato....
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Grovyle, Piplup
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Passò qualche settimana dall'arrivo di Leah a Borgo Tesoro e dalla sua nomina a leader del Team Poképals. Ogni giorno fu più o meno uguale all'altro: ogni mattina sveglia ( Leah aveva ufficialmente bandito Loudred da quel ruolo, con grande disappunto del Pokémon ), cerimonia con motto della Gilda, poi via al lavoro, e alla sera, dopo essersi abbuffati in mensa con gli altri apprendisti, la buonanotte.
Ma Leah non sentì mai il peso di una routine, e non si accorse nemmeno del tempo che trascorse: non ricordava di essersi mai divertita tanto in vita sua come in quei giorni. Lei, Piplup e Chimchar portarono a compimento missioni su missioni, aiutarono Pokémon, sbatterono in cella criminali, risolsero molti problemi.
La ragazza non si era mai sentita così bene, ogni giorno era un'avventura nuova. e lei attendeva con impazienza che
arrivasse il mattino, carica d'energia e smaniosa di incominciare a lavorare. I rapporti con i suoi compagni di squadra migliorarono molto, e anche il loro lavoro di squadra progredì notevolmente.
Il dono di Piplup non si manifestò più , ma lui temeva ( e i suoi compagni con lui) che si sarebbe mostrato ancora, per questo divenne quasi paranoico quando gli toccava per forza di cose entrare in contatto con un qualcosa.
Chimchar, ad un certo punto, fu quasi sul punto di dargli una ripassata, ma ci ripensò, e si sforzò invece di tirargli su il morale, cosa per niente facile; talvolta esagerò forse un po', tanto che Piplup minacciò esasperato di tenergli la testa sott'acqua.
Leah però sapeva quanto in realtà il pinguino apprezzasse gli sforzi di Chimchar per distrarlo: dopo lo sfogo avvenuto in camera, nessuno di loro aveva più intenzione di vederlo di nuovo in crisi, e perciò ognuno fece del suo meglio per cercare di mantenere sempre alto l'umore del gruppo, e Chimchar, in questo campo, era quasi una cima ( tranne quando esagerava). Anche la fiducia tra di loro era aumentata, tanto che Leah, alla fine, si era arresa e aveva confessato il vero motivo per cui si sentisse male ogni volta che passavano davanti alla Banca Duskull.
A dover essere sincera con sé stessa, però,lo aveva fatto più per evitare ulteriori equivoci o fraintendimenti, ma neanche stavolta i suoi compagni l'avevano presa in giro, anzi, si erano mostrati molto comprensivi.
Avevano bollato la cosa dicendo semplicemente che, visto che lei era un Pokémon Psico, la sua paura per gli spettri
era pienamente giustificata. Chimchar si offrì anche di andare da solo a prendere i soldi, mentre loro andavano avanti, per poi raggiungerli. Leah  lo avrebbe baciato per questo, ma sarebbe stato imbarazzante per entrambi, e poi non era carino dargli delle false speranze.
Dopo quello scambio di abbracci che avevano avuto la prima sera aveva deciso di limitare le effusioni e le manifestazioni d'affetto: era stato il bisogno di conforto ad averla spinta tra le braccia di Chimchar, ma a mente lucida aveva capito che era stato spiacevole essersi lasciata andare così con un estraneo.
Quando sarebbero diventati più affiatati forse ci avrebbe ripensato, ma per il momento era più salutare limitare
i contatti fisici a strette di mano o cose così, ma niente di più. Sperava che il fuoco che aveva acceso in Chimchar si spegnesse presto, ma più per il suo bene che per atto egoistico.
La cosa buffa era che il piccolo scimmiotto sembrava non rendersi conto di essere innamorato di Leah: ogni volta che Piplup gli faceva notare il rossore sulle sue guance quando guardava la ragazza, cascava dalle nuvole e cercava una spiegazione soddisfacente a quel fenomeno, ma non ne trovava mai, e se provava a chiederle a Piplup lui sospirava e scuoteva la testa, lasciandolo più confuso di prima.
Da quando però le aveva regalato il Veloviola, Leah aveva notato l'impegno che aveva dedicato ad ogni missione: sempre entusiasta, mai esagerato, ma veramente notevole, anche se qualche volta le sembrò che volesse solo mettersi in mostra.  Sperava solo che non compisse di nuovo gesti folli come durante la missione per catturare Drowzee, perché in quel caso avrebbe avuto molto da ridire.
Oltre a loro, comunque, la ragazza aveva stretto un buon rapporto con quasi tutti i membri della Gilda:  Chimecho e Sunflora, che avevano iniziato a volerle bene già dalla prima volta che l'avevano vista a Borgo Tesoro, erano adorabili con lei, e le rivolgevano la parola ogni volta che ne avevano l'occasione; Bidoof ogni tanto chiese di andare con il Team Poképals in missione, e anche se il più delle volte combinò solo disastri, nessuno lo rimproverò mai.
Loudred abbassava la cresta ogni volta che vedeva Leah, e lei cominciò a temere di essere finita sulla sua lista nera, come ebbe modo di intuire un giorno, durante un turno di guardia.
Quel giorno aveva avuto modo di scoprire che Loudred era il Guardiano della Gilda, quello che, insieme a Diglett controllava e giudicava i Pokémon che arrivavano alla Gilda, e i due lavoravano sempre in coppia. Quella volta, però, la piccola talpa non fu disponibile, perché aveva dovuto aiutare suo padre, e Chatot aveva chiesto ( anzi, ordinato ) al Team Poképals di sostituirlo come sentinella, e così Leah si  era ritrovata in fondo alla buca sotto la grata, a cercare
di identificare i vari Pokémon che ci passavano sopra.
Quello che vedeva doveva riferirlo a Piplup e Chimchar, che annotavano tutto su un foglio, e infine a Loudred, il tutto tra gli urli da tenore di quest'ultimo, e fu un miracolo se a fine giornata i due amici furono ancora in grado di sentire i rumori. Leah non fu poi più fortunata di loro: essendo cresciuta nei boschi, aveva sviluppato i suoi sensi in maniera maggiore rispetto a qualsiasi altro essere umano, tuttavia fu una faticaccia riuscire a identificare correttamente tutte le zampe che si fecero vedere durante il giorno, e a sera, con gli occhi che le bruciavano, si era complimentata ancora con Diglett per la sua impeccabile efficienza ( lui era arrossito e si era nascosto sotto terra ).
Loudred invece sbraitò che avevano battuto la fiacca invece di impegnarsi seriamente, ma per fortuna Chatot lo aveva messo a tacere dicendo che, per essere la prima volta ,se l'erano cavata alla grande, e che comunque non spettavano a lui queste considerazioni, quindi che stesse al suo posto. Il Pokémon Vocione aveva sbuffato e incrociato le braccia, e non visti da Chatot, Piplup e Chimchar gli avevano fatto la linguaccia, subito ammoniti da Leah che li aveva fulminati con lo sguardo, ma che non gli  aveva impedito di ridacchiare davanti alla faccia imbronciata del Pokémon.
Anche con Chatot la ragazza entrò stranamente in buoni rapporti: come Gazzettino della Gilda lui sapeva un sacco di cose sui Pokémon, e la ragazza non si stancava mai di fargli domande, specialmente in materia del suo genere preferito, i mitici Leggendari.
Chatot non perse mai occasione per dar mostra delle proprie conoscenze, e si ritrovò anche a confrontarsi spesso con Leah, perché anche lei sapeva molte cose, e alla fine i due finivano a parlare per ore, scambiandosi ogni genere di nozioni. Il Pokémon Musicale qualche volta la mise in guardia: solo perché andavano d'accordo tra di loro non significava che sarebbe stato più clemente nei confronti del Team, o che gli avrebbe mai fatto sconti.
Leah era scoppiata a ridere, e lo aveva rassicurato che non c'era nessun secondo fine dietro alle sue continue domande, ma solo pura e semplice voglia di imparare e conoscere il più possibile. Chatot allora si era arreso, e i due avevano
continuato il loro rapporto colloquiale, con grande rammarico di Piplup, che più di una volta si pentì di aver spifferato alla ragazza quanto fossero vaste le conoscenze di Chatot, e di Chimchar, che generalmente avrebbe preferito stare il più possibile alla larga da quel Pokémon sapientone, parlandogli solo se necessario, perché non voleva ritrovarsi con il mal di testa.
Cercare di convincere Leah a lasciarlo perdere però risultò l'apocalisse, e ben presto i due ragazzi ci rinunciarono. Persino Wigglytuff si affezionò molto a quella giovane curiosa, e ogni tanto la fece chiamare perl asciarsi andare in deliziose chiaccherate con lei.
Avendo sentito parlare continuamente del suo talento, era cresciuto il desiderio di conoscerla meglio, ed arrivò a chiamarla molto spesso, talvolta ricorrendo a scuse incredibili. Non le chiese molto del suo passato, cosa che Leah apprezzò molto, ma si fece raccontare qualcuna delle sue avventure, e lui stesso gli parlò delle sue; la ragazza restava sempre così affascinata dalle sue storie che le veniva subito voglia di partire per un'altra missione. Fatta qualche piccola eccezione ( con Croagunk, ad esempio, non c'era stato proprio verso di fare amicizia, ma neanche di riuscire a intrattenere una conversazione degna di questo nome )  tutta la Gilda si ritrovò a voler bene a Leah, e anche fuori di lì la sua influenza mieté vittime.
I piccoli Marill e Azurill vennero ogni tanto alla Gilda per giocare con il Team Poképals, e se Chatot rispondeva loro in modo sgarbato perché i tre non avevano tempo da perdere, loro sceglievano apposta un incarico neanche lontanamente complicato, e con i due fratellini partivano in missione.
In particolar modo Azurill si affezionò a Leah: la seguiva dappertutto e le stava sempre vicino, malgrado Marill lo rimproverasse di continuo e chiedesse scusa alla ragazza per il comportamento del fratello. Azurill in quel caso gli faceva la linguaccia e si stringeva ancora di più a Leah.
Arrivò a dire che quando sarebbe stato grande abbastanza avrebbe sostenuto anche lui l'apprendistato alla Gilda e sarebbe diventato forte come la sua eroina. Lei lo aveva rimproverato dolcemente, ma non si era persa in troppi discorsi: lui era appena un cucciolo, non era certa che li avrebbe capiti.
Chimchar aveva iniziato a prenderla in giro dicendo che, ovunque andasse, Leah attirasse gli altri come una calamita, e le aveva mostrato una lista con i nomi dei Pokémon su cui la ragazza aveva fatto colpo fino a quel momento.
Lei però aveva guardato quel foglio senza sorridere e se n'era andata via senza una parola. Il Pokémon Fuoco era rimasto impalato come uno scemo, totalmente confuso dalla sua reazione: non aveva preteso le risate, ma almeno una qualche risposta un pochino più partecipativa. Piplup gli aveva strappato il foglio dalle mani e lo aveva fatto a pezzi, e davanti alle proteste di Chimchar gli aveva consigliato di non ripetere più una cosa del genere, e lui, mugugnando, aveva ceduto.
Non avevano fatto domande: avevano ormai imparato bene quanto Leah fosse riservata, e che non bisognava forzarla; se un giorno lei avesse voluto farglielo sapere lo avrebbe fatto di sua volontà, non perché loro glielo avevano imposto. Tra le altre cose, la ragazza prese a frequentare molto anche l'Emporio Kecleon, e i due Pokémon Mutacolore furono più che disponibili a soddisfare le sue curiosità, parlandole dei vari tipi di oggetti che un esploratore poteva trovare nascosti nei Dungeon, e le loro funzionalità.
Talvolta era lei a portargli ciò che trovavano in esplorazione, e se le dicevano che non aveva particolari finalità ma che poteva fruttarle un po' di soldi, lo vendeva, e anche così, oltre a ciò che ricevevano dalle missioni, il conto in banca del Team si ingrossò sempre di più, tra la gioia di Chimchar, che avrebbe abbracciato la ragazza ogni volta che tornava dalle sue vendite. La fama del Team Poképals arrivò presto sulla bocca di tutti, e non c'era Pokémon in Borgo Tesoro e dintorni che non avesse sentito parlare almeno una volta di quei tre apprendisti della Gilda, motivo per cui anche la reputazione di quest'ultima salì alle stelle.
I tre ragazzi ci rimanevano sempre un po' male, specialmente Chimchar, quando sentivano certi discorsi: erano fieri di essere membri della Gilda, ma in fondo sapevano che il merito della riuscita delle loro missioni era in gran parte da attribuire a Leah, non propriamente all'addestramento.
La ragazza, che era abituata a dicerie ben peggiori, lasciò perdere ben presto la cosa, dicendo che l'importante era che nessuno li mettesse sotto pressione e li lasciasse svolgere il loro lavoro in pace. In totale era stato un periodo bellissimo per tutti loro, e lo sarebbe stato ancora di più se non fossero sopraggiunte certe ombre a incrinare la perfezione di quella felicità.
Nessuno aveva creduto che sarebbe potuto accadere, nessuno era anche lontanamente preparato ad un' eventualità del genere, e invece era successo: due giorni dopo la cattura di Drowzee, durante l'incontro mattutino con gli apprendisti, Chatot riportò una grave notizia: un Ingranaggio del Tempo era stato rubato. La notizia suscitò un certo scalpore, e anche se Chatot riuscì a calmare tutti dicendo che le ricerchedel ladro erano gi in corso, nessuno smise di pensarci. Leah non era stata capace di muovere un muscolo, nè tantomeno di fiatare: da quando Chimchar l'aveva messa al corrente dell'esistenza di quei manufatti magici anche lei, come tutti, aveva maturato l'assoluta certezza che non sarebbero mai stati toccati da anima viva, e che anzi non esisteva la minimissima remota possibilità che qualcuno potesse pensarci.
E invece Chatot aveva confermato che sì, là fuori da qualche parte, c'era uno squilibrato fuori di testa che aveva appena commesso l'inverosimile.
E visto che non si conosceva l'identità del ladro, al minimo comportamento sospetto chiunque sarebbe finito tra le grinfie di Magnezone e torchiato fino allo sfinimento. Aveva sudato freddo e si era stretta le zampe intorno al corpo: stavolta era definitivo, non avrebbe potuto più permettersi, per nessuna ragione al mondo, di farsi scoprire.
Non era stata lei, ovviamente, a commettere il furto, ma se avessero scoperto la sua vera identità, chi si sarebbe preso la briga di ascoltare le parole di un'umana che aveva ingannato tutti fingendosi un Pokémon?
La sua unica possibilità era sperare che il vero responsabile venisse trovato al più presto, e non solo per liberarla da una possibile accusa. Con già la distorsione del Tempo in atto, il furto di un oggetto che regolava il flusso del Tempo stesso, il blocco temporale nella zona circostante, altri possibili quattro bersagli che avrebbero potuto subire la stessa sorte... tutto questo non faceva presagire nulla di buono.
Anche i suoi compagni la pensavano come lei, e con quel peso nel cuore erano andati a lavorare, carichi di viva ansia, e guardinghi come non mai.
Nessuno di loro si godette più le missioni per un pezzo, e come loro anche gli altri apprendisti e buona parte di Borgo Tesoro non riuscì a restare tranquilla per giorni, aspettando solo che qualcuno arrivasse e annunciasse il furto del secondo Ingranaggio del Tempo. Ma i giorni divennero settimane, e nessuno riportò mai notizie di alcun genere, e tutti iniziarono a pensare che il ladro ci avesse rinunciato, e che forse un solo Ingranaggio era più che sufficiente per lui.
In tutto quel tempo, però, Leah fu costretta a scappare tre volte, e cercare unangolino sicuro in spiaggia dove potersi riposare tranquillamente e senza che qualcuno notasse una fanciulla umana addormentata placidamente su un'isola abitata da soli Pokémon.
Lo fece sempre di notte ovviamente, ma anche così riuscì per fortuna a svegliarsi in tempo per tornare in stanza e impedire a Loudred di sfondare timpani, e per non suscitare sospetti nei suoi compagni, che ovviamente non immaginavano neanche lontanamente quella sorta di doppia-vita che conduceva la loro compagna.
Il furto dell'Ingranaggio del Tempo diventò uno dei maggiori argomenti di discussione anche tra di loro. Chimchar generalmente passava buona parte del tempo a imprecare contro quel farabutto che aveva osato tanto, e dopo aver esaurito gli insulti dava il via ad una sezioni di ipotesi disparate sui possibili utilizzi che quel tipo avrebbe potuto fare dell'Ingranaggio, ma a parte venderlo  ad una cifra mostruosa non gli venne mai in mente altro.
Leah azzardò l'idea secondo cui, visto che quegli aggeggi regolavano il flusso del Tempo, magari potevano anche essere usati per manovrarlo a proprio piacimento; con un potere simile, il furfante avrebbe potuto portare grande scompiglio, o ricattare gli altri Pokémon obbligandoli ad assecondare le sue richieste se non volevano che accadesse qualcosa di brutto.
Chimchar inorridì di fronte ad una simile eventualità, ma purtroppo nessuno di loro, nemmeno Chatot, era al corrente se quei manufatti possedessero o meno quel tipo di potere, visto che fino a quel momento erano stati ritenuti quasi al pari di leggende, e di conseguenza in realtà non si sapeva molto sul loro conto.
Per evitare di cadere in depressione per la preoccupazione i tre ragazzi smisero presto di parlarne ad alta voce, continuando però a ripensarci ognuno per conto proprio. Fare delle supposizioni era inutile: l'unica vera soluzione al problema sarebbe stato scovare quel manigoldo e farsi restituire il maltolto, cosa abbastanza complicata, visto e considerato che nessuno riuscì ad ottenere niente di concreto su cui basarsi per le ricerche, nè un nome, un volto, un accenno, e quindi, ora come ora, si ritrovavano tutti con le mani legate.
Anche interrogare i Pokémon della Foresta Arcana si rivelò inutile: nessuno aveva visto né sentito niente. Sembrava quasi che il ladro misterioso, chiunque fosse, avesse agito come un fantasma.
<< E se fosse proprio un Pokémon Spettro? >> aveva detto Chimchar una volta. A Leah si era rizzato il pelo su tutto il corpo e aveva avuto i brividi lungo la spina dorsale. Chimchar allora aveva sorriso imbarazzato e si era rimangiato la parola, ma la sua divenne un'opinione sempre più condivisa dalla maggior parte di Borgo Tesoro, con grande terrore della ragazza, che prese a tapparsi le orecchie ogni volta che sentiva il minimo accenno all'argomento, per non sentire ulteriori delucidazioni erronee e accrescere ulteriormente la sua ansia.
In ogni caso quei pensieri foschi non intaccarono l'entusiasmo che  mise sempre nelle sue esplorazioni, e anche Chimchar e Piplup non furono da meno. Una mattina, però, si verificò un evento tremendo, che per fortuna non ebbe niente a che fare con Ingranaggi e affini: si erano appena radunati per il saluto mattutino, quando la voce di Diglett risuonò allarmata:
<< Pokémon in arrivo, Pokémon in arrivo! >>
<< A chi corrisponde la forma della zampa? >> urlò Loudred.
<< E' la zampa di Kangaskhan  >> Kangaskhan ?! Gli apprendisti si guardarono l'un l'altro confusi: quale poteva essere il motivo per cui la proprietaria del Deposito si spingesse fin su da loro? La risposta non tardò ad arrivare: la Pokémon Genitore era in lacrime, e singhiozzava senza ritegno.
<< Vi prego, aiutatemi... hanno rapito il mio piccolino! >>. Tutta la Gilda le si fece subito appresso, e Wigglytuff le diede un fazzoletto .
<< Spiegaci con calma cos'è successo, per favore >> disse gentilmente. La Kangaskhan tirò su con il naso.
<< Sono certa che è accaduto stanotte, ma me ne sono accorta solo stamattina. Vedete, noi abitiamo dietro al Deposito, in una stanzetta sul retro, così non devo fare troppa strada ogni giorno per andare al lavoro, e ho anche il tempo per badare al mio piccolo.
Non ho sentito nessun rumore, ma ho avvertito freddo >>.
<< Freddo? Ma da queste parte la temperatura resta mite anche di notte! >> esclamò Chimchar.
<< Lo so, ma non ci ho dato molta importanza, e ho stretto a me il mio cucciolo per scaldarlo. Ma al mio risveglio lui non c'era più... me l'hanno  portato via e io non me ne sono accorta... il mio bambino.... >> e ricominciò a singhiozzare. Chimecho cercò di calmarla con il suono della sua campana.
<< Mi dispiace, io.... >>
<< Stai tranquilla, possiamo immaginare come ti senta >> disse cordialmente Wigglytuff, dandole delle gentili pacche sulla spalla. La Pokémon annuì.
<< Ho trovato questo per terra, dopo ... >> e mostrò un foglio di carta. Chatot lo prese e lesse ad alta voce:
<< " Se vuoi riavere tuo figlio vieni alla Riva Paludosa e porta con te 3000p. Fallo e potrai riabbracciarlo . Firmato, T.C." >>. I Pokémon guardarono con rabbia la lettera.
<< Mascalzoni! Osare rapire un cucciolo e chiedere pure un riscatto !! >> esclamò Chimecho.
<< Non saranno mica stati quelli del Team Ventagliente?! >> esclamò Chimchar.
<< No, non è nel loro stile. E comunque l'ultima lettera è una C, non una V, quindi dubito che possano essere loro >> disse Sunflora agitando le foglie.
<< Riva Paludosa... non è molto lontana da qui, ma è una paluda infida e pericolosa, ed è piena di tantissimi Pokémon Veleno >> valutò Wigglytuff accarezzandosi il mento con aria pensosa. Leah era fuori di sé dalla rabbia: già rapire un cucciolo era ciò che di più infame esistesse sulla faccia della Terra, ma quelli di Kangaskhan non potevano stare troppo a lungo senza le cure della loro mamma, quel piccolo aveva le ore contate!
<< Non so cosa fare ! >> disse la Pokémon mortificata. << Il mio bambino è tutto per me, ma non posseggo una simile somma di denaro... sono venuta a chiedere il vostro aiuto, ma ora forse mi rendo conto che non avrei dovuto coinvolgervi... >>
<< Ehi ehi, non dirlo neanche per scherzo ! >> scattò Corphish. 
<< GIUSTO! Siamo esploratori, accogliere le richieste d'aiuto degli altri è il NOSTRO LAVORO. Che ci stiamo a fare qui, SENNO'? >> disse Loudred battendo i piedi. 
<< Tranquilla, ci faremo venire in mente qualcosa >> la rassicurò il Capitano. Kangaskhan li guardò commossa.
<< Propongo di andare subito a Riva Paludosa e dare una lezione a quei farabutti! >> disse Loudred.
<< Ehi ehi, non essere precipitoso. Potrebbero decidere di fare del male al piccolo se agiamo così ! >> ribadì Corphish.
<< Tanto lo farebbero in ogni caso, no? >>
<< LOUDRED!! Ti ha dato di volta il cervello?!? >> esclamò Sunflora indignata. Loudred si accorse della gaffe e arrossì.
<< Chiedo scusa... >>. La Pokémon Sole scosse la testa esasperata.
<< Parli sempre troppo e non ragioni mai! Non possiamo andare così allo sbaraglio senza un piano decente! Shock! >> disse severa.
<< Ehm... >>. La vocina timida di Bidoof interruppe il battibecco tra i due Pokémon, e tutti si voltarono verso di lui. 
<< Io... ecco ... >>
<< Che c'è, Bidoof? >> disse Sunflora. 
<< Io...  forse ho una soluzione migliore... >>
<< E CIOE'?? >> esclamò furibondo Loudred. Bidoof si ritrasse intimidito. 
<< E-Ecco... s-se non oso troppo.... forse questi potranno essere utili >>. Arrossì e raspò il terreno con la zampa, poi si fece timidamente avanti e posò un sacchetto pieno di monete.
<< Io... ho questi soldi da quando ho lasciato casa mia. E' un regalo da parte di mia madre: li porto sempre con me, sono 7000p >>. Tutti gli apprendisti lo guardarono a bocca aperta.
<< Set... wow, Bidoof! E  non ce ne hai mai parlato? >> esclamò Chimchar. Bidoof cambiò espressione e fece scudo ai suoi soldi, coccolandoli come fossero un neonato.
<< Hanno cercato di rubarmeli, una volta. Non è stata mancanza di fiducia nei vostri confronti se non ve l'ho detto, ragazzi, però io... >>
<< Alt, non ti devi giustificare con nessuno . Credimi, io ti capisco benissimo >> disse Chimchar. Il Pokémon Topaffuto sospirò di sollievo.
<< Comunque... >> riprese. << Puoi prenderli e... pagare il riscatto per tuo figlio, oihbò >> e li spinse verso Kangaskhan.
<< Ma stellina, sono i tuoi risparmi, te li ha dati tua madre! >> protestò lei. Bidoof scosse la testa.
<< Qui c'è in gioco qualcosa di più importante. Se può essere d'aiuto al piccolo, bè... allora li sacrifico volentieri >>.  La Pokémon lo guardò commossa e anche Leah sorrise. Bidoof sarà stato pure imbranato nelle missioni, ma non si poteva negare che non avesse un cuore d'oro e un animo generoso.
Tuttavia  lei non aveva alcuna intenzione di lasciare che dei furfanti la facessero franca in quel modo.
<< Veniamo anche noi con lei >> disse facendosi avanti.
<< Leah, non.... >> la riprese Chatot, ma Chimchar e Piplup lo incenerirono con gli occhi.
<< Avrà bisogno di protezione se quei ladri decidessero di ricorrere alla maniere forti. Tranquilla: faremo in modo che non si accorgano della nostra presenza >> continuò la ragazza con sicurezza. Mamma Kangaskhan guardò sorpresa quella giovane Espeon.
<< Ma... sei sicura? Io non so nemmeno cosa mi aspetta laggiù... >>
<< Non ti preoccupare >> intervenne Chimchar. << Leah ha già un piano >>.
<< Davvero?! >>
<< Certo, o non avrebbe parlato così >> disse Piplup. Leah guardò i compagni con rassegnazione.
<< Grazie della fiducia, ragazzi, ma non siate troppo precipitosi >>
<< Ok, ce ne stiamo buoni, promesso >> disse Chimchar arretrando. La ragazza sorrise, poi tornò seria.
<< Comunque è vero, ho già una strategia in mente. Ma non è niente di complicato: verremo con lei e la seguiremo dall'alto. Nel momento in cui quei furfanti usciranno allo scoperto, noi li cattureremo e salveremo suo figlio >>. La Pokémon guardò la ragazza con gli occhi lucidi.
<< Ma... come farete a seguirmi senza farvi scoprire? >>. Per tutta risposta, gli occhi di Leah si illuminarono, e lei volteggiò nell'aria con la grazia di una farfalla. Kangaskhan la osservò a bocca aperta.
<< Sono in grado di far levitare me ed i miei compagni e al tempo stesso di tenere d'occhio la situazione. Ma per quello spero di contare anche su loro aiuto >> disse guardandoli.
<< Ai suoi ordini, milady ! >> scattarono sull'attenti i due. Leah sospirò, poi si rivolse a Wigglytuff.
<< Ci permette di intraprendere questa missione? >>
<< Certamente >> concesse lui. << La tua idea è semplice ma efficacie. Mi raccomando solo che facciate attenzione >>
<< Ma certo, può contarci >> disse Leah atterrando delicatamente. 
<< Molto bene, allora: andiamo a salvare tuo figlio ! >> disse Chimchar.
<< Grazie...grazie mille... >> disse la Pokémon Genitore, piangendo. Leah le asciugò le lacrime.
<< Ci ringrazierà quando riavrà il piccolo tra le braccia >>. Lei annuì.
<< Ehm... ragazzi... >> intervenne Bidoof.
<< Sì? >>
<< Vuoi venire con noi? >> azzardò Chimchar. Il castoro scosse la testa.
<< Volevo solo dirvi... buona fortuna >>. Leah sorrise  e accarezzò il Pokémon ( che divenne incandescente).
<< Bidoof,  sei stato molto coraggioso col tuo gesto.  Ti prometto che ti restituiremo tutti i  soldi >> disse decisa. Il piccolo roditore inghiottì forte, e gettò un ultimo sguardo a quel sacchetto di stoffa tra le mani di Kangaskhan con ansietà. Leah gli diede una pacca rassicurante sulla spalla: era come per lei con il suo ciondolo, o come Chimchar con il suo amuleto . Quei soldi erano qualcosa di veramente importante per Bidoof, e lei avrebbe fatto in modo di restituirglieli tutti, fino all'ultimo centesimo.
<< V...va bene. Oihbò, fate attenzione >>.
<< Naturalmente. Ragazzi! >> comandò Leah.
<< Pronti!! >> dissero gli altri due, e tutti insieme si precipitarono fuori.
<< Siate prudenti! >> gli urlarono gli altri apprendisti. La ragazza sorrise in risposta prima di sparire su per la scala.
<< Come se ne avessero bisogno... >> borbottò Loudred.
<< Ehi ehi, si può sapere che cos'hai? >> disse Corphish.
<< E' frustrato perché, da quando è arrivata Leah, la squadra di Chimchar è diventata la più rinomata della Gilda, e lui è geloso perché riceve molte più attenzioni di tutti , qua dentro >> disse allegramente Chimecho.
<< Geloso io?!? E di cosa? Di quella ragazzina che si crede chissà chi?! >> esclamò il Pokémon Vocione.
<< Loudred, per tua informazione sei il solo a vederla sotto quella luce. Leah non si crede nessuno, e se avessi messo da parte l'astio nei suoi confronti e avessi guardato meglio, avresti visto che non le interessa essere al centro dell'attenzione, che è una ragazza umile e gentile e che le sta' a cuore come nessun altro aiutare i Pokémon bisognosi >> ribatté Sunflora pacata. Loudred emise un sonoro sbuffo.
<< Sono d'accordo con lei >> intervenne Wigglytuff. << Leah si è dimostrata una dei migliori apprendisti  che abbia mai attraversato queste stanze, e il suo talento è veramente degno di nota. Direi proprio che non c'è alcun motivo per avercela con lei >>. Gli altri Pokémon approvarono all'unanimità le sue parole. Loudred borbottò qualcosa e andò a lavorare. Anche gli altri apprendisti seguirono il suo esempio. Chatot invece andò dietro il Capitano.
<< Signore... >>
<< Sì? >>
<< Condivido pienamente la sua opinione, però... >>
<< Parla >>.
<< Insomma, Leah non può prendere ogni volta iniziative per conto proprio, lo sa. Sarebbe il caso di parlarle... >>
<< E perché? Sta facendo un ottimo lavoro, è disponibile verso tutti e ha tanta voglia di imparare >>.
<< Ma, signore... >>
<< Chatot >> lo interruppe il Pokémon guardandolo seriamente. << In tutta la mia carriera di esploratore non ho mai visto nessuno impegnarsi così tanto di aiutare gli altri come ho visto fare Leah. E' una ragazza generosa e altruista, e non possiamo rimproverarla per questo >>.
<< Lo so, ma... non vorrei che raggiungesse certi limiti .... >>
<< Del tipo? >>
<< Contestare la sua autorità, per esempio >>. Wigglytuff ridacchiò.
<< Ce ne preoccuperemo quando e se arriverà il momento. Per ora voglio solo vedere quella ragazza compiere felicemente il suo dovere, e maturare sempre più come Leader della propria squadra >> e si congedò. Chatot guardò soprappensiero le scale, poi sbuffò e lo seguì.


<< Bleah, questa puzza è tremenda ! >> si lamentò per l'ennesima volta Chimchar, turandosi il naso. Leah non lo considerò nemmeno, e continuò a tenere d'occhio mamma Kangaskhan.
Erano ad un'altezza considerevole, ma l'odore nauseabondo di quel posto gli arrivava netto e denso come se stessero camminando sulla strada. Lamentarsene di continuo, però, era inutile, e aveva già richiamato Chimchar più volte per dirgli di smetterla, ma era stato come parlare al muro.
Lei, che aveva un olfatto abbastanza sviluppato, riusciva a sopportare senza problemi, e non capiva proprio perché lui, al contrario, si stesse comportando peggio di un bambino capriccioso. Per fortuna Piplup parlò in sua vece:
<< Lo sappiamo anche noi che l'aria è irrespirabile, ma farcelo notare ogni cinque minuti non la renderà migliore >>.
<< Non è solo la puzza >> si lamentò Chimchar. << Questi miasmi puzzolenti mi bruciano gli occhi! >>
<< Dovevamo portarti una maschera anti-gas... >> borbottò la ragazza.
<< Una... cosa? >>
<< Niente, lascia stare. Piuttosto, fai uno sforzo e aiutami  a tenere d'occhio la situazione >> . Il Pokémon  obbedì, mordendosi la lingua per non dover commentare più.
Al di là di tutto, in parte Leah dovette dargli ragione: erano in una palude, era vero, ma un' aria così soffocante e opprimente la si sarebbe potuta trovare solo in una discarica di rifiuti tossici. Non c'era da sorprendersi se quello fosse l'ambiente ideale per i Pokémon Veleno, c'era quasi il rischio di venire avvelenati semplicemente respirando.
Cercò di non perdere di vista neanche per un secondo la Pokémon Genitore, guidandola come meglio poteva in mezzo a quel pantano, ma non era per niente facile, e più di una volta aveva già dovuto tirarla fuori dalla melma.
Forse avrebbero potuto chiedere a Croagunk di venire con loro, ma una delle tante cose che aveva imparato stando alla Gilda era che sarebbe stato certamente più facile trovare Mew nascosto in camera loro che convincere quell'amorfo
di un Pokémon Inveieleno a separarsi dal suo pentolone.
Cosa ci facesse, non era ancora riuscita a scoprirlo, ma non era poi così interessata ad approfondire la questione, e in ogni caso era l'ultimo dei suoi pensieri. La nebbia stava diventando così fitta che anche lei cominciava ad avere dei problemi a vedere, e dovette affidarsi alla sua percezione psichica per non perdere Kangaskhan.
La tentazione di usare i propri poteri per provare a disperdere quella foschia era forte, ma non poteva cedergli: ne stava già consumando per volare, non poteva sprecarla tutta prima di aver trovato i rapinatori.
Avrebbe preferito di gran lunga evitare scontri, ma nessuno le garantiva che de i furfanti avrebbero mantenuto la parola. Più si addentravano in quella palude, comunque, più cresceva la sua ansia: non sapevano dove
si sarebbero incontrati, non sapevano nemmeno come si sarebbero incontrati, e se il piccolo stesse bene. Il pensiero che potesse sentirsi male stando troppo in quel posto la faceva infuriare, e se lei si sentiva così poteva solo immaginare come dovesse sentirsi Kangaskhan.
Prima quella storia finiva e meglio sarebbe stato per tutti, sotto ogni punto di vista. La Pokémon Genitore si arrestò di colpo,e Leah guardò in avanti allarmata, ma tirò un sospiro di sollievo: erano arrivati davanti ad un vicolo cieco, ma non c'era nessuno ad attenderli.
Non potevano più proseguire, ma era quasi impossibile guardarsi intorno per cercare altre strade: lì la nebbia pestilenziale era più densa che mai, per via anche delle numerose pozze fangose sparse lì attorno, e si faticava tantissimo a respirare. Chimchar e Piplup iniziarono a tossire e si stropicciarono gli occhi.
Anche Leah sentiva i propri andare in fiamme, ma non voleva distrarsi. Kangaskhan avanzò con cautela fino al centro di quella cerchia di pozze, guardandosi nervosamente intorno e stringendo il sacchetto coi soldi di Bidoof.
<< E-Eccomi... sono venuta. V-Vi ho portato i soldi. Ora, per favore, ridatemi il mio bambino >> disse ad alta voce. Seguì il silenzio più assoluto. Leah iniziò presto a innervosirsi, ma finalmente qualcuno parlò:
<< Come pensavo non ti saresti rifiutata di venire fin qui >> e tre forme emersero dalla nebbia.
<< E-Ehi, è una mi impressione o fa improvvisamente più freddo? >> balbettò Chimchar stringendosi le braccia al corpo. Non fu solo la sua impressione: l'aria divenne improvvisamente più gelida, e un sottile strato di brina si formò ovunque. La nebbia si attenuò, e i tre Pokémon vennero allo scoperto. Kangaskhan arretrò spaventata: erano un Gligar e un Bagon, capeggiati da uno Snover. Fu quest'ultimo Pokémon a catturare l'attenzione di Leah.
“Ma certo, ecco perché fa così freddo! “ 
“Puoi illuminarci?" disse Piplup battendo i denti.
“ E' l'abilità speciale di Snover “.
 “Qual' è? Quello bianco?” chiese Chimchar.
 “ Esatto: la sua abilità è Scendineve, fa grandinare ovunque intorno a sé“.
 “Ma ora non sta grandinando” osservò Chimchar, ma proprio in quel  momento un chicco di ghiaccio lo colpì sul naso.
 “Parli sempre troppo presto!” esclamò Piplup mettendosi le pinne sopra la testa per proteggersi dalla grandinata che seguì subito dopo.
“Dobbiamo cercare un riparo!” esclamò Chimchar agitando le braccia.
“Non ce ne sono, e smettila di agitarti così o ci farai scoprire!” lo rimproverò Leah. Il Pokémon Fuoco si immobilizzò seduta stante e si abbracciò le ginocchia mogio mogio.
Non era ancora abituato agli sbalzi d'umore della ragazza: finché erano a casa era dolce e gentile, ma quando andavano in missione talvolta arrivava ad essere così autoritaria che le faceva paura, specialmente in missioni come quella: quando c'era di mezzo la salvezza di un Pokémon diventava piuttosto irritabile, e non si fermava davanti a niente finché non riusciva a salvarlo.
Leah ignorò il compagno e si concentrò sulla scena sotto di loro, ignorando volutamente anche i chicchi di grandine che cadevano incessanti.
<< Siete stati voi a rapire il mio cucciolo! >> disse Kangaskhan trattenendo a stento la propria rabbia.
<< Naturalmente. E con questo? >> disse Snover con sufficienza, come se fosse una cosa ovvia rapire un cucciolo per fare soldi.
<< Sta bene? >>
<< Ogni cosa a suo tempo: hai portato i soldi? >>. Kangaskhan allungò il sacchetto.
<< Ditemi cos'avete fatto al mio bambino! >> mormorò a denti stretti.
<< Prima tira fuori i soldi >> disse Snover allungando il braccio. Kangaskhan ritrasse il proprio.
<< Prima fatemi vedere mio figlio! >> esclamò furiosa. Il Pokémon Ghiaccio sospirò e fece un cenno a Gligar. Questo avanzò e aprì le ali, rivelando il piccolo Kangaskhan, legato e imbavagliato, che appena vide la mamma cominciò ad agitarsi.
<< Tesoro mio ! >> esclamò lei cercando di raggiungerlo, ma Bagon ringhiò minaccioso e le sbarrò la strada.
<< Abbiamo assecondato la tua richiesta, ora tu rispetta la nostra >> disse Snover. La Kangaskhan guardò prima quei briganti e poi il proprio cucciolo, ed esitando allungò di nuovo il sacchetto.
<< Posali a terra e allontanati >> ordinò Snover. Lei esitò ma poi fece come le era stato detto. Il Pokémon Albergelo prese il sacchetto e contò i soldi con fare annoiato, poi sospirò.
<< Molto bene. Gligar, lascialo andare >>. Il Pokémon Aliscorpio ruppe le corde con le tenaglie, e il cucciolo si precipitò dalla mamma, che lo abbracciò forte e lo riempì di baci e carezze.
<< Tesoro mio... amore della mia vita sono qui, la mamma è qui... >> continuò a ripetere piangendo dalla gioia. Il piccolo pianse a sua volta, strusciandosi contro il muso della genitrice e leccandola. Leah e i suoi compagni osservarono la scena commossi, ma la felicità del momento fu interrotta bruscamente da Snover.
<< Fossi in voi avrei ben poco da festeggiare >>. Kangaskhan alzò la testa e si accorse che erano stati completamente circondati da un branco di Grimer e Muk puzzolenti apparsi dal nulla. 
<< Che significa questo?! >>
<< Bé, avevamo detto che ti avremmo restituito il tuo cucciolo se ci avessi pagato, non che ti avremmo lasciato andare così facilmente >> replicò Snover. Gli altri due sogghignarono.
<< Abbiamo chiesto a questi Pokémon Melma di tenerti occupata. Capiscimi, non vogliamo certo correre il rischio che tu vada subito a chiamare aiuto.... e comunque dovevamo pure escogitare una maniera per poter scappare velocemente, no? >> continuò il Pokémon Ghiaccio con noncuranza. Kangaskhan guardò a destra e sinistra, stringendo forte il piccolino.
<< Andiamo ragazzi >> disse Snover agli altri due, e come se niente fosse iniziarono tranquillamente ad avviarsi per il sentiero che li avrebbe condotti fuori da lì, ma una gigantesca fiammata gli sbarrò il cammino e li mancò per un soffio.
<< Dove pensate di andare, codardi?! >> tuonò una voce furiosa. I tre si guardarono intorno spaventati.
<< Chi sei? Fatti vedere! >>. Bagon digrignò i denti, Gligar fece scattare le tenaglie e Snover mosse freneticamente la testa. Leah e compagni gli piombarono davanti all'improvviso, e per lo spavento i tre finirono a terra.
<< E voi chi cavolo sareste?! >> sbottò Bagon. Gligar sgranò gli occhi e li guardò stupefatto.
<< Aspettate un momento: un Espeon, un Piplup e un Chimchar... non è che per caso... ma certo! Sono il Team Poképals ! >>
<< Al vostro servizio >> disse Chimchar accennando un inchino.
<< Veramente? >> disse il Pokémon Drago ingenuamente.
<< Ovviamente no, è solo un modo di dire, non ci metteremo mai al servizio di furfanti >> sbottò Piplup.
<< Ma a quello di Pokémon come lei sì>> disse Leah indicando Kangaskhan.
<< Ragazzi... >> disse lei con voce rotta dall'emozione.
<< E' tutto a posto: lei vada via, qui ci pensiamo noi >>  la tranquillizzò la ragazza. La Pokémon guardò con apprensione i tre briganti e poi i giovani esploratori, e scappò via. Subito un Muk gigantesco fece per saltarle addosso, ma andò a sbattere contro una barriera d'energia, che intimorì i suoi compagni, i quali si astennero dal seguire il suo esempio, e così Kangaskhan poté fuggire senza problemi.
<< Molto bene >> osservò compiaciuta Leah. << E ora... torniamo a noi >>. Piplup e Chimchar si disposero ai suoi fianchi in posa da combattimento.
<< Tanto per cominciare... voi chi sareste? >> disse la ragazza. Bagon e Gligar si guardarono atterriti.
<< N-Noi siamo il Team Canaglia. Siamo una banda di furfanti >>.
<< Non l'avevamo capito questo.... >> borbottò Piplup sarcastico. Snover non si era ancora mosso di un millimetro da quando erano arrivati i tre ragazzi. Fissava Leah tremando come una foglia, e anche gli altri due ben presto si ridussero allo stesso modo.
Avevano sentito parlare tanto di quel Team, specialmente del loro Leader, Leah, l'Espeon dagli occhi cristallini, dalla potenza incredibile e dalla vasta conoscenza dei Pokémon. Non si contavano già più i furfanti che avevano consegnato alla giustizia.
<< D-Da dove spuntate? Non vi abbiamo visto arrivare >> balbettò il piccolo alberello a mezza voce.
<< Per forza >> sospirò Leah. << Eravamo lassù da un pezzo, stavamo seguendo Kangaskhan dall' alto >>. I tre alzarono lo sguardo e poi guardarono la fanciulla come se fosse pazza.
<< Abbiamo deciso di venire con lei perché non eravamo certi che avreste giocato pulito, e infatti così è stato ! >> esclamò la ragazza ora furiosa. I Pokéon Melma erano rimasti al limitare della strada ad osservare, ma il loro tanfo era così nauseabondo che Chimchar cominciò ad avere la nausea.
<< Urgh, mi sta venendo su la colazione... >> mugolò tenendosi la pancia. Piplup non si sentiva molto meglio, ma cercò di resistere; Leah fu l'unica a restare padrona di sé.
<< Ora ve la dovrete vedere con noi ! >> e si mise in posizione. Snover occhieggiò i propri compagni e poi si rivolse ai ragazzini, fingendosi spavaldo.
<<  Non siate così presuntuosi, noi non siamo dei pivelli, sapete? E anche se riusciste a sconfiggerci, come pensate di poter far fronte a questi Pokémon Veleno? Già basta il loro odore a darvi il voltastomaco ! >> Odio ammetterlo ma è vero, anch'io sto iniziando a non poterne più  pensò Leah guardandosi intorno. Prima di queste canaglie dobbiamo sbarazzarci di quei Grimer e Muk, senza però affrontarli uno ad uno... se  combattessimo perderemo solo tempo, e questi tre ne approfitterebbero per scappare via coi soldi. Forza Leah, ragiona! Forse avrebbe potuto  teletrasportarli in un altro luogo, ma sarebbe sembrato troppo strano.
Che rabbia le veniva ogni volta che ci pensava: amava trasformarsi in un Pokémon, ma odiava dover limitare le sue capacità per non destare sospetti. Forse sarebbe bastato spaventare quei Pokémon, ma come? Pensò e ripensò , ma non le venne in mente niente. E di nuovo brontolò sulle limitazioni che aveva come Espeon: se non fosse stato per quello si sarebbe subito trasformata in un qualcosa di grande e spaventoso e li avrebbe messi in fuga.
Sì, ma al mondo esistevano solo due Pokémon in grado di fare una cosa del genere, ed entrambi erano piuttosto rari. Di Ditto non ne aveva mai visti in vita sua , ma ne aveva sentito molto parlare, e forse la prossima volta avrebbe fatto meglio a trasformarsi in lui, invece che in Espeon; quanto a Mew, bé... anche volendo, fingere di essere lui non era esattamente il modo migliore per passare inosservata, e in ogni caso non si sarebbe mai permessa di infangare così la sua reputazione.
Doveva trovare un'altra alternativa. Le cadde inavvertitamente lo sguardo su Chimchar e le venne un'illuminazione: forse non poteva diventare un Pokémon nuovo, ma avrebbe potuto sempre simularne uno.
“Chimchar, come ti senti? “ gli comunicò mentalmente.
“Come se le mie budella stessero per esplodere da un momento all'altro “ borbottò lo scimmiotto.
“Mi serve il tuo aiuto “. Chimchar dimenticò all'istante i suoi problemi e si mise sull'attenti.
“Comandi, mia signora”.
“ Usa Lanciafiamme verso il cielo” ordinò semplicemente la ragazza. Chimchar non fece domande: gonfiò le guance e sparò il suo getto infuocato. Leah si concentrò e i suoi occhi si illuminarono: sotto gli sguardi sbalorditi dei presenti, la fiammata prese forma e divenne come una gigantesca fenice infuocata, che sbatté le ali vigorosamente.
Nessuno del Team Canaglia fece in tempo a chiedersi niente, perché quel gigantesco uccello di fuoco planò sui Pokémon Veleno, e questi, terrorizzati, scapparono immediatamente, rifugiandosi nei bassifondi della palude.
In un baleno rimasero solo i tre furfanti e i tre ragazzi. Leah fece volare in cerchio la fenice e la mandò a posarsi delicatamente sul terreno, come in attesa di ordini. Il Team Canaglia guardò sbalordito quel colosso di fiamme, ma iniziarono a sudare freddo quando incrociarono lo sguardo di Leah.
<< Ora siete rimasti soli, mi sembra >> disse tranquillamente la ragazza. Piplup alzò i pugni e Chimchar si schioccò le nocche delle mani. I tre manigoldi si sentirono con le spalle al muro.
<< C-Capo, cosa facciamo? ! >> esclamò Gligar.
<< Q-Quello che dicono di quella ragazza è vero, allora >> balbettò Bagon.
<< Non credete a tutte le dicerie o alla loro reputazione. Sono solo parole, non dobbiamo spaventarci per così poco. Forza, possiamo batterli! >> disse con energia Snover.
<< Sì! >> urlarono gli altri due, e si prepararono allo scontro.
<< Ok, gente, mettiamocela tutta ! >> esclamò Leah alla sua squadra, e la battaglia cominciò.


Dieci minuti dopo, il Team Canaglia era steso a terra, pieno di lividi e ferite.
<< Che forza... >> mormorò Bagon.
<< Non sono normali.... >> gemette Gligar.
<< Siamo solo ragazzi che si allenano costantemente ogni giorno >> disse Leah sorridendo divertita. I tre furfanti la guardarono storto e svennero. La ragazza ridacchiò e disperse finalmente la fenice infuocata che era riuscita a manovrare per tutta la battaglia, e questa volò su nel cielo e si frammentò in migliaia di scintille luminose.
<< Siamo grandi, un'altra vittoria per la nostra squadra! >> esultò Chimchar.
<< Aspetta, c'è ancora un 'ultima cosa da fare >> lo ammonì la giovane.
<< E cioè? >> chiese Piplup. Leah allungò la coda e prese il sacchetto coi soldi di Bidoof dalle mani di Snover, controllando che ci fossero tutti.
<< Ecco, ora sì che possiamo festeggiare >> disse dondolandolo. Piplup e Chimchar risero e le batterono il cinque.


<< Ancora una volta avete portato a termine la vostra missione con successo, siamo davvero orgogliosi di voi, Team Poképals >> annunciò più tardi Wigglytuff. I tre ragazzi sorrisero imbarazzati. Tutti gli apprendisti applaudirono e li acclamarono, ma nessuno più di Kangaskhan, che li abbracciò così forte che temettero di soffocare.
<< Non potrò ringraziarvi mai abbastanza >> mormorò tra le lacrime. << Cosa... cosa posso fare per voi? Come posso ripagarvi? >>. Leah sorrise e accarezzò la testolina del piccolo, che spuntava dal marsupio della mamma.
<< Non perdendo più di vista suo figlio >> disse con dolcezza. La Pokémon Genitore annuì, e il cucciolo, a sorpresa, saltò fuori e diede un bacio sulla punta del naso a Leah. Lei rimase interdetta ma poi ridacchiò e lo accarezzò. Chimchar e Piplup incrociarono le braccia imbronciati.
<< Volete un bacio anche voi per caso? >> li prese in giro Leah, e loro si agitarono subito.
<< No, che dici! >> esclamò Chimchar arrossendo. Piplup negò più volte con la testa, ma anche lui divenne rosso.
Tutti i Pokémon scoppiarono a ridere, e loro si imbarazzarono ancora di più.
<< A proposito... Bidoof>> disse Leah voltandosi verso il castorino. Lui si rizzò subito.
<< S-Sì? >>
<< Tieni, questi ti appartengono >> e gli lanciò il sacchetto. Bidoof lo afferrò al volo e contò immediatamente tutti i soldi, mentre grosse lacrime di gioia cominciarono a imperniare anche il suo volto.
<< Grazie... siete veramente i migliori ! >> esclamò commosso. Leah ridacchiò.
<< Non dire stupidaggini: te lo avevamo promesso, no? >>  e gli fece  l'occhiolino. Bidoof guardò la fanciulla con gli occhi che brillavano. Kangaskhan sorrise e fece un cenno al figlio, e lui trotterellò verso Bidoof e gli strofino il musetto sulla guancia. Lui arrossì violentemente.
<< Oihbò, perché...? >>
<< Sei stato molto coraggioso a scegliere di rinunciare a ciò che avevi di prezioso per aiutare il mio bambino, Bidoof, e non lo dimenticherò mai >> disse mamma Kangaskhan sorridendo. Bidoof borbottò qualcosa e si nascose dietro a Leah. 
<< Bè, a questo punto.... >> disse Chatot. << C'è ancora tempo per voi del Team Poképlas per  affrontare una nuova missione, che ne dite? >>
<< EEHHHHH?! >> esclamarono tutti gli apprendisti.
<< ANCORA?! Ma sono appena tornati! >>
<<  Sei un autentico schiavista ! >> . Il Team Poképals, invece, stette zitto, ma dopo un'occhiata eloquente coi compagni, Leah si fece avanti.
<< Capitano, invece di andare nuovamente in missione vorrei chiedere il permesso di andare ad allenarci >>.
<< COSA?! >> sbraitò Loudred.
<< Ehi ehi, ma non siete stanchi? >> esclamò Corphish. Leah li ignorò.
<< Va bene, andate pure, ma tornate prima di cena >> concesse Wigglytuff.
<< Senz'altro ! >> urlarono i tre ragazzi già sulle scale. Gli altri Pokémon sospirarono dallo sconforto.
<< Ma quanta energia hanno quei tre? >> sospirò sconsolato Loudred.
<< Perché invece non prendete esempio da loro? Forza, al lavoro! >> intimò Chatot. Gli apprendisti se ne andarono, qualcuno sbuffando, qualcun'altro invece ridendo sotto i baffi. Kangaskhan ringraziò un ultima volta il Capitano e gli fece i complimenti.
<< Non è merito mio se quei tre sono così straordinari, è Leah colei che lo ha reso possibile >> disse divertito. Kangaskhan sorrise e tornò a casa.


Allenarsi nella foresta a quell'ora era piacevole quasi quanto svegliarsi dolcemente dopo aver fatto un sogno bellissimo. Lo facevano ogni volta che tornavano in tempo da una missione, e nessuno di loro avrebbe rinunciato a quei momenti per niente al mondo: potevano stare da soli e allenarsi in santa pace, e nel frattempo parlare senza timore di essere disturbati.
<< Forza ragazzi, un po' di brio >> li spronò Leah. Piplup e Chimchar si rialzarono e ripartirono alla carica, ma lei li bloccò di nuovo e li fece ruzzolare un'altra volta.
<< Ok, prossima sessione: Chimchar, fatti avanti >>. Il piccolo scimmiotto balzò su e preparò i pugni. La ragazza gli presentò i palmi delle zampe e lui cominciò a colpirglieli, sempre più velocemente, con calci e pugni.
<< Bravo, stai migliorando a vista d'occhio >> si complimentò lei. Chimchar arrossì e raddoppiò i propri sforzi.
<< Senti, Leah >> disse un esausto Piplup mettendosi a sedere. << Capisco che è importante avere una buona resistenza fisica, ma non dovremmo allenarci un po' di più anche con le nostre mosse? >>
<< Quello l'avete già fatto oggi in missione, ed è stato sufficiente >> rispose in modo evasivo la ragazza.
<< Sì, ma... >>
<< Piplup >> lo interruppe lei. << Lo so che i punti di forza di un Pokémon sono le sue mosse.... ma non dovrete mai fare continuo affidamento su di esse >>.
<< E perché no? >> chiese Chimchar. Leah gli bloccò la caviglia e con un unico movimento fluido lo fece volare alle proprie spalle.
<< Perché i poteri non sono tutto nella vita, e un giorno potreste trovarvi ad affrontare u avversario che potrebbe sigillarveli, e allora come penserete di combattere? >>. Chimchar si districò dal cespuglio su cui era atterrato.
<< E poi, fidatevi di me: ora può sembrarvi inutile, ma vi assicuro che anche così le vostre mosse diventeranno più forti >> continuò la ragazza.
<< Dalle retta, Piplup >> disse il Pokémon Fuoco cercando di prendere fiato. 
<< Proprio tu me lo dici, signor Impetuoso? >> replicò Piplup.
<< Dai, non fare l'antipatico. Lo hai visto anche tu, da quando ci alleniamo con lei siamo diventati più forti, quindi di che ti lamenti? >> e l'aiutò ad alzarsi. Piplup borbottò qualcos'altro che Leah non sentì.
Li guardò con dolcezza e sorrise, ma improvvisamente l'assalì dalla malinconia: stava bene con quei due, gli voleva bene, e lì a Borgo Tesoro si sentiva a casa come mai si era sentita in vita sua.
Le piaceva andare in missione, chiaccherare con i Pokémon di Borgo Tesoro, mangiare , ridere e scherzare con gli apprendisti della Gilda, prendere in giro Chimchar, cercare di confortare Piplup, le piaceva vivere alla Gilda.
Non avrebbe voluto rinunciarci, davvero avrebbe voluto che quello restasse il suo posto per sempre. Si sa, però: il “ per sempre “ non esiste mai veramente per nessuno, specialmente per lei, che aveva visto infrangersi parecchi suoi “ per sempre” senza poter far nulla per evitarlo. Questa volta però sarebbe stato diverso: sarebbe sicuramente
doloroso, come sempre, ma sarebbe stato voluto.
Si sarebbe preparata psicologicamente ogni giorno , e quando sarebbe stato il momento avrebbe dato loro il suo addio e sarebbe andata via, senza prolungarsi troppo. Sapeva che ciò avrebbe segnato in modo indelebile Piplup e Chimchar, ma non aveva scelta: era il suo destino, e che lo volesse o no non poteva opporsi più di tanto.
<< Ehi Leah, tutto bene? >> la richiamò Chimchar.
<< Eh? Oh, scusate... stavo pensando... >>
<< Forza, ricominciamo! >> la esortò lo scimpanzé, saltellando sul posto e invitandola a farsi sotto. Leah sorrise: era inutile preoccuparsi troppo del “ dopo”; fintanto che sarebbe rimasta lì avrebbe assaporato attentamente il presente, così non avrebbe avuto alcun rimpianto. Agitò la coda e ripartì alla carica.



*Angolo dell'autrice*

E riecco il Team Poképlas alla carica, i difensori della giustizia sempre pronti ad aiutare i deboli e i bisognosi, a cui nessun criminale può sfuggire! Ahaha... salve a tutti, comunque. Sono stata assente per un po', ma ho avuto gli esami e una vacanza ( anche se non la chiamerei così ) tremenda, e non mi è venuta molta ispirazione e voglia di scrivere.
Ma adesso sono tornata, e  continuerò a raccontare la storia della mia esploratrice durante la sua permanenza in questo favoloso mondo di Pokémon. Recensite, per favore ! Cioè, se vi va bene, sennò... è uguale.
Accetto tutto: critiche, diffamazioni, denunce ( ok, quelle magari no) o anche solo segnalazioni. Spero comunque che vi
sia piaciuto: è la prima storia che scrivo dopo molto tempo e temo di essere stata un po' svogliata nella narrazione.
   
 
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