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Autore: Sora_D_Aoi    21/09/2014    5 recensioni
Marineford: l'imminente esecuzione del prigioniero Portgas D. Ace ha portato l'Imperatore Edward Newgate a intervenire con tutte le sue flotte per salvarlo. La battaglia si dimostra fin da subito violenta e senza esclusione di colpi. Inoltre, l'intervento di una delle Undici Supernove Monkey D. Rufy complica ulteriormente la situazione. Tuttavia, nello scontro fra Marina e pirati, una terza persona si unisce segretamente, nascosta da un cappuccio nero, e inizia a fare strage di marines. Il suo scopo? Liberare il condannato. Perché? Semplice, se proprio quell'idiota deve morire lo farà per mano sua, quando lo prenderà a sberle per il macello combinato. E lo stesso vale per Mugiwara.
[Sì, so che l'ambientazione è stata usata fino allo sfinimento, ma ci sono troppe persone che amano quel fiammifero, e io sono tra loro (perché ci hai fatto questo, Oda ç_ç?!)]
Nient'altro aggiungere... Spero che la storia sia di vostro gradimento!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NEL CAPITOLO PRECEDENTE...

È ormai trascorso un giorno dall’arrivo del sottomarino di Trafalgar Law sull’Isola delle Donne, Amazon Lily.

Chi prima e chi dopo, Monkey D. Rufy, Portgas D. Ace e Sora D. Aoi si sono risvegliati e ripresi dalle ferite sia fisiche che emotive riportate in seguito alla Guerra dei Vertici, e dopo numerose e sorprendenti scoperte e delucidazioni sul passato di Aoi, i tre si apprestano a trascorrere i successivi giorni sull’isola, ancora indecisi sulle loro prossime mosse e ignari di che cosa il destino abbia in serbo per loro.

⑰ (SPECIAL) - SECONDO GIORNO AD AMAZON LILY
LA MIA PICCOLA GRANDE FAMIGLIA

Si svegliò lentamente, Aoi, dando ai suoi occhi tempo e modo di abituarsi ai caldi spiragli di sole che filtravano timidamente attraverso le tende del grande letto a baldacchino della stanza assegnatale da Boa Hancock. Li sfregò piano, sbadigliando silenziosa, per poi stiracchiarsi con calma per godere del piacevole tendersi di ogni muscolo ancora intorpidito dal sonno profondo. Non aveva dormito così comodamente da mesi, e quel riposo tanto meritato unito al lungo bagno e alla squisita cena della sera prima l’avevano ormai del tutto rigenerata. Si sentiva in grado di raggiungere qualsiasi luogo e sconfiggere qualsiasi nemico.

Non aveva idea di che ore fossero state quando il suo corpo era sprofondato in quel materasso fatto a suo parere di nuvole, dato che non si era nemmeno resa conto di quanto tempo avesse trascorso in compagnia dei suoi fratelli e di Jinbē a raccontare e ad ascoltare le numerose avventure che sia lei che loro avevano vissuto da quando avevano preso il mare. Sapeva soltanto che ricordava ogni singola storia in modo chiaro e nitido, quasi le avesse vissute personalmente. Quelle di Rufy in particolare avevano riacceso la fervida immaginazione che aveva creduto essersi persa dal suo ritorno a Marijoa. Aveva sognato ad occhi aperti le candide distese innevate di Drum, le infinite dune sabbiose di Alabasta e l’immenso Mare Bianco di Skypiea, invidiando segretamente il fratello per aver vissuto così tante avventure con i suoi amati compagni che prima o poi, nel bene o nel male, avrebbe conosciuto e ringraziato personalmente per aver badato al suo stupido fratellino fino al tragico momento della loro forzata separazione da parte di Bartholomew Kuma.

Le isole da lei visitate non erano mai state nulla di che. Certo, alcune erano veramente pittoresche, come Water Seven e qualche altra, ma a lei sarebbe piaciuto vederne alcune del tutto inusuali, come quell’isola descritta da Rufy abitata ancora da autentici dinosauri, o magari una dove ci fossero draghi, centauri o altri animali mitici. Una scintilla di entusiasmo si accese in lei al pensiero che molto probabilmente nel Nuovo Mondo isole di quel genere erano all’ordine del giorno.

E lei molto presto vi sarebbe finalmente entrata assieme alla sua nuova ciurma, sempre che i compagni di Ace volessero accettarla. In caso contrario avrebbe accettato la loro decisione e avrebbe ripreso il suo viaggio solitario, non prima però di aver ringraziato il Babbo sull’isola in cui era stato sepolto e quella testa rossa di Shanks. C’erano molte cose che voleva raccontare ad Akagami oltre ai ringraziamenti che doveva porgergli, per cui un incontro con lui sarebbe stato d’obbligo in ogni caso.

Con la testa tartassata da quelle mille riflessioni Aoi si lavò e vestì lentamente, per poi raggiungere con calma la sala da pranzo. Al contrario dei suoi fratelli il suo senso dell’orientamento era più che discreto, quindi non ebbe problemi a trovare la strada.

Già lungo il corridoio sentì dei rumori leggermente sospetti, ma rimase ugualmente sbigottita da ciò che si trovò davanti una volta giunta nel grande salone: Rufy e Ace, comodamente stravaccati su due sedie della grande sala da pranzo e con le guance piene come due scoiattoli prima dell’inverno, erano intenti a rubarsi a vicenda il cibo dai piatti sotto gli sguardi sorpresi e divertiti delle sorelle Boa, di Nyon-baa e di alcune Kuja tra cui anche la bionda del giorno prima.

Il primo pensiero le nacque spontaneo: “Ma questo non era un posto vietato agli uomini...?!”

Hancock nel frattempo l’aveva notata e raggiunta con poche falcate delle sue lunghe e sinuose gambe: “Ben svegliata, Aoi-Neesama! Hai dormito bene?” le domandò civettuola, mentre i due fratelli non l’avevano nemmeno notata da tanto era il baccano che stavano producendo nel contendersi una coscia di pollo originariamente nel piatto di Ace.

“C-certo, benissimo, però... Che ci fanno loro qui?” non si trattenne dal chiedere, calcando la parola per sottolineare il distacco che avrebbe voluto avere con loro in quel momento. Nel vederli strafogarsi senza un minimo di ritegno quasi si pentì dello scambio delle coppe di sakè di dieci anni prima.

“Ecco... Volevo fare colazione in famiglia! C-cioè... hai capito cosa intendo, vero... ♥?” miagolò arrossendo la Principessa Serpente, lanciando una fugace occhiata ad un ignaro quanto idiota Rufy per poi iniziare ad emanare svariati cuoricini coprendosi le guance imporporate “E tu e Ace-Niisama siete troppo importanti sia per Rufy che per me per poter rimanere in mezzo a quelle bestiacce sulla costa! I tuoi fratelli e Garp-Jiichan sono diventati ufficialmente le eccezioni riguardo alle leggi di quest’isola!”

“Ha incluso pure il vecchio... fantastico! Quasi quasi potremmo invitare qui Dragon e fare una bella festa! E il bello è che quel babbeo rintronato non sa nemmeno come cazzo è venuto al mondo... Questa ragazza mi fa quasi pena... lei e il suo amore irrealizzabile...” ragionò in silenzio, sforzando un sorriso “Capisco! Beh, grazie mille per lo strappo alla regola!”

“Figurati! Accomodati e serviti anche tu!”

“Lasciala, Ace! Questa è mia!”

“Non dire cazzate, Rufy! Era nel mio piatto, quindi è mia!”

Alzò gli occhi al cielo, esasperata: “E che cazzo, Sabo! Non potevi morire dopo aver almeno insegnato loro come si mangia a tavola?! Eri un nobile, accidenti a te!”

Sospirò profondamente, sbattendosi una mano sul viso, attirando così l’attenzione di entrambi che alzarono il capo bofonchiando quello che doveva essere un saluto, sputacchiando a destra e manca frammenti di cibo.

L’imbarazzo scaturito dal loro indecente comportamento aumentò visibilmente sul suo viso di porcellana, tintosi nel frattempo di rosso: “Non ve l’hanno mai detto che non si parla con la bocca piena?! E sedetevi composti, accidenti a voi! Siete in un castello di una delle più nobili tribù mai esistite, non nella cucina della vostra nave! Non potete fare quello che volete!!!”

I due ingoiarono simultaneamente gli enormi bocconi, Rufy piegando la testa di lato e Ace sbattendo confuso le palpebre.

“Perché ti arrabbi subito di prima mattina? Loro non ci hanno detto niente!” si lamentò il più piccolo “E anche tu da piccola mangiavi come noi e ci rubavi il cibo dal piatto!”

“Non ha tutti i torti, però... In fondo non è per nulla educato comportarsi così dopo essere stati invitati da Boa Hancock in persona...” meditò il maggiore, prima di alzarsi e fare un piccolo inchino “Scusate! Mi ero dimenticato le buone maniere... Stavo morendo di fame! Il cibo comunque era squisito!”

Stavolta fu Aoi a sbattere gli occhi, stranita: “Da quando in qua quel Succo di Frutta conosce le buone maniere?!” 

“Grazie del complimento, fratellone di Rufy!” sorrisero le Kuja artefici del banchetto, mentre fecero accomodare anche la ragazza e disposero nuove portate sulla lunga tavola “Servitevi pure!”

Ace scalò in un posto per permetterle di sedersi tra lui e Rufy, in parte perché voleva farle sentire tutto il loro affetto ma soprattutto perché voleva impedire a Rufy, seppur vanamente vista la sua capacità di allungarsi a dismisura, di continuare a rubargli il cibo dal piatto come aveva fatto da venti minuti a quella parte.

Come aveva temuto, però, il suo fratellino non demorse, usando vari stratagemmi tra cui quello di estendere un braccio per picchiettarlo su una spalla da dietro e approfittare della sua distrazione per agire e accaparrarsi la refurtiva, il tutto sotto lo sguardo sempre più spazientito della sorella. Hancock dal canto suo continuava a spargere cuoricini rosa senza togliere un secondo i grandi occhi azzurri dal suo amato e giovane trangugiatore.

“Questo era davvero un colpo basso, fratellino! Va bene che i pirati prendono quello che vogliono con mezzi non proprio leciti, ma questo è troppo! Dov’è finito il grande affetto fraterno che nutrivi per me?!” recitò Pugno di Fuoco da pessimo attore, simulando un malriuscito singulto.

Nonostante fosse palese, ovviamente Mugiwara cascò comunque nel patetico tentativo dell'altro, perdendo il sorriso divertito do poco prima: “Oh... Scusa, Ace... io... AH! Maledetto! Quella costoletta era mia!!!”

“Eh, eh, eh...! Sei il solito babbeo, Rufy! Questo era per la coscia che mi hai rubato pri”-

A interrompere le parole di Pugno di Fuoco e quella situazione in generale furono due impeccabili pugni della ‘terza incomoda’, la quale ne aveva già abbastanza di veder volare sopra la sua testa pezzi di cibo vario uniti a braccia intente ad allungarsi in modi più o meno discreti per raggiungere le pietanze dell’altro: “Siete pirati o mocciosi scappati da un ricovero per disadattati mentali?! Dateci un taglio e mangiate quello che avete nei vostri piatti, se non volete che Law vi operi a breve il culo da come ve lo concerò a suon di calci, imbecilli!”

Il viso del Comandante di Seconda si contrasse in una smorfia tra il dolorante e l’orripilato: “Sei proprio un maschiaccio, sorellina! Certe parole non dovresti nemmeno conoscerle, sai?!”

“Shi, shi, shi! A me piace quando parla così!” ridacchiò il minore massaggiandosi il capo su cui era spuntato un vistoso bernoccolo “Anche se i suoi pugni fanno sempre un male cane, come quelli del nonno!”

“State zitti e mangiate, babbei!”

“Agli ordini...!”

“Il modo di fare di Aoi-Sama mi ricorda quello di Hebihime-Sama con gli altri uomini...”

“Già! Anche se non è della sua stessa bellezza, Aoi-Sama quando si arrabbia è davvero carina!”

“Sì! Sembra un gattino che tira fuori le unghiette!”

“P-piantatela con queste sdolcinatezze! S-su di me non funzionano!” asserì imbarazzato l’oggetto della discussione, gonfiando le guance arrossate e girando fintamente indignata il capo dall’altra parte.

“Certo che non funzionano! Sei un uomo forte e imperturbabile, vero sorellina?” ironizzò Ace scompigliandole i capelli ancora sciolti.

“P-piantala! Io non sono assolutamente imbarazzata! Avrei dovuto chiedere a Trafalgar di toglierti la bocca con la sua Room! Almeno te ne saresti stato zitto!”

“Come sei cattiva!”

“E tu sei un idiota senza speranze! Hancock-San, avrei una richiesta da farti! Potrei visitare il villaggio e il resto dell’isola? Vorrei sapere di più su Amazon Lily e sugli usi e i costumi delle Kuja... Sempre che tu sia d’accordo...”

“Certamente, anzi! Margaret! Voglio che oggi tu faccia fare ad Aoi-Neesama il giro del villaggio e di tutte le varie zone dell’isola, spiegandole accuratamente ogni dettaglio sulle varie attrazioni e tradizioni!”

“Agli ordini, Hebihime-Sama!” annuì seccamente la bionda coi capelli a caschetto e lo sguardo dolce per poi avvicinarsi a lei e porgerle la mano, sorridente “Io sono Margaret! È un onore conoscerti, Aoi-San!”

“A-ah! Ma no, non esagerare... Che imbarazzo... Comunque grazie per quello che farai per me! Mi affido alla tua guida, allora!” sorrise entusiasta lei stringendole la mano “È un problema per te iniziare subito il giro?”

“Affatto, anzi! Mi rende felice sentirti così ansiosa di conoscere la storia e le tradizioni del nostro popolo!” rispose entusiasta la donna “Direi innanzitutto di fare tappa al villaggio! Spero che ti piacerà!”

“Vuoi andare già adesso?” domandò deluso Rufy “Uffa... Io volevo vedere le tue tecniche speciali e i tuoi poteri!”

“Non fare il moccioso! Te li mostrerò quando sarò tornata, va bene? Fino a quel momento... Boh, gioca con Ace, ma vedete di non distruggere o bruciare nulla! Se vengo a sapere di qualche vostro disastro vi faccio finire direttamente in sala operatoria da quel chirurgo da strapazzo senza anestesia, sono stata chiara?” ribatté tagliente lei mostrando il pugno e rivolgendo loro uno sguardo minaccioso quanto eloquente.

“Sì, mammina!” annuì lo zolfanello alzando gli occhi al cielo “Vorrà dire che ci faremo anche noi un giretto per l’isola! Sempre se possiamo...”

“Possiamo, Hancock?” domandò Rufy piegando la testa di lato, facendo arrossire vistosamente le guance della donna che subito si affrettò a coprirle con le mani.

“M-ma certo...! Non avete nemmeno bisogno di chiederlo, ragazzi... ♥!” pigolò lei senza riuscire a guardarlo tanto era imbarazzata.

“Perfetto! Ti sfido a chi arriva primo nella foresta, Ace!”

“Riceverai una bruciante sconfitta nel vero senso della parola, fratellino!”

“Non fate cazzate!” ribadì di nuovo Aoi agitando il pugno dietro ai due, che in pochi secondi furono fuori dal castello.
 
§
 
Il giro turistico di Amazon Lily fu per Aoi a dir poco illuminante. Rimase davvero affascinata da tutte le varie attrazioni di cui il villaggio era provvisto, soprattutto dalla grande arena in cui si tenevano dei combattimenti amichevoli tra le varie guerriere e dalle terme, nelle quali quasi ogni giorno la maggior parte delle donne si recava per rilassarsi dai vari impieghi come la caccia e per chiacchierare con le amiche.

Fu proprio in quel luogo che Aoi divenne oggetto di curiosità tra le varie Kuja, giovani o mature che fossero, in quanto le voci sulla sorella maggiore di Rufy ospitata dalla Principessa Serpente si era diffusa più veloce di un’influenza.

In meno di mezz’ora la giovane assassina si trovò tartassata da mille domande, alcune semplici e abitudinarie e altre intime e in parte imbarazzanti. Quella in cima alla classifica riguardava lo ‘strano fungo’ che il suo fratellino aveva in mezzo alle gambe, alla quale la ragazza, capito a cosa le Kuja si stessero ingenuamente riferendo, non poté trattenersi dall’arrossire terribilmente.

“Anche vostro fratello maggiore ce l’ha?”

“Perché non si stacca?”

“Perché Rufy l’ha definito un ‘gioiello’?”

“A che cosa serve?”

“C-chiedete a loro!!! I-io... i-io queste cose non le so...! Eh... eh, eh, eh!” rise malamente grattandosi nervosamente la testa, sperando di averla scampata.

“Eh?!”

“Bugiarda!”

“Se non lo sapessi non saresti tutta rossa!”

“E poi Rufy non ci ha detto a cosa serve!”

“Dai, diccelo!”

“Sei cresciuta con loro! Non puoi non saperlo!”

“È-è... è-è un segreto! ... Facciamo così: per ora mi lasciate sorvolare la domanda, e in cambio dopo vi porto qui fuori dalle terme mio fratello Ace! Sono certa che lui risponderà con piacere alla vostra domanda! Va bene?”

“Eh? Vostro fratello maggiore?!”

“Pare che lui sia in grado di diventare completamente di fuoco! Mi piacerebbe un sacco vederlo!”

“Anch’io, anch’io!”

“Ma per gli uomini è negato il semplice accesso all’isola! Figuriamoci al villaggio!”

“Però è pur sempre fratello di Rufy e Aoi! E Rufy è un uomo!”

“La Principessa Serpente ha dichiarato che anche lui come Rufy è diventato un’eccezione alla regola! Non credo che ci sarebbero problemi!” intervenne Margaret sorridente.

“Eh, davvero?!”

“Allora anche lui dev’essere amico della Principessa!”

“Wow! Che forza!”

“Allora per noi va bene, Aoi-San! Però ci risponderà veramente?”

“Certo che lo farà! Avete la mia parola! Allora a dopo, ragazze!”

“A DOPO, AOI-SAN!” la salutarono in coro tutte le donne presenti, permettendole così di uscire accompagnata da Margaret.

“Per fortuna se la sono bevuta... Quel cretino gommoso... Che cazzo avrà combinato quando è finito qui per creare un simile macello?! Il ‘fungo tra le gambe’... Bleah...! Non voglio pensarci...” rabbrividì per poi scuotere violentemente il capo, ancora rossa in volto.

“È davvero una cosa così segreta quel fungo?” riprese incuriosita la sua guida.

“S-sì! Certo che sì! Se non lo fosse stato avrei risposto personalmente! Parola di Kuja!”

Margaret le sorrise dolce, riprendendo a camminare: “Capisco! Sai... Sono davvero felice di averti conosciuta, Aoi-San! Sei davvero forte e gentile, e sono certa che anche tua madre fosse una persona straordinaria! Sono anche quasi invidiosa...”

“Invidiosa... di me? Non scherzare, Margaret-Chan! Nessuno potrebbe essere invidioso di me...” mormorò tristemente lei sfiorandosi istintivamente il piccolo seno sodo per poi confrontarlo con quello generoso della sua guida.

“Non dire così! Vedi, qui su Amazon Lily non essendoci uomini ad un certo punto della loro vita tutte le Kuja devono lasciare l’isola per avere dei figli, che per qualche strana ragione sono sempre femmine! Eppure, pur tornando da questi viaggi le donne non raccontano mai come sia venire a contatto con un uomo, e non vi sono nemmeno bambini maschi, quindi non si può neppure intuire che cosa si possa provare... Nessuna madre ci ha mai spiegato come ha fatto ad avere la propria figlia! Sappiamo solo che serve un uomo, ma il come la sua presenza sia fondamentale è per quasi tutte noi un’incognita, e anche chi sa preferisce tacere, Nyon-baa compresa! Per noi quelle creature sono un enorme mistero che non può essere risolto senza gravi conseguenze...! Invece per te averli accanto, parlarci, toccarli... è una cosa del tutto normale! Tu hai due fratelli maschi che ti vogliono bene e che ti trattano alla pari, con i quali hai condiviso tanti ricordi ed emozioni... Per me, invece, loro sono solo due uomini, due uomini di cui non so molto... Certo, Rufy mi considera sua amica, e anch’io provo lo stesso, però... Però non potrò mai avere quello che hai tu, quell’affetto e quella fiducia incondizionati... O almeno, non potrò averli fino a che non lascerò l’isola per avere un figlio... Ecco cosa invidio di te... tu sei stata veramente fortunata a poter crescere senza limitazioni accanto a Rufy e Ace-San!”

Quel discorso lasciò la ragazza alquanto perplessa. Riflettendoci, però, in un certo senso Margaret aveva ragione: sua madre Lily era stata una Kuja, e non una Kuja qualunque, bensì la sorella minore della Principessa che precedette Hancock, e da come Nyon-baa aveva parlato era certa che fosse sempre stata fin da sempre ligia alle tradizioni e ai doveri imposti dalla sua isola prima di conoscere suo padre. Certo, era partita alla sua ricerca per impedire di morire di ‘Mal d’Amore’, ma secondo quanto la sua giovane guida le aveva spiegato era tradizione che una Kuja dopo aver generato la propria figlia tornasse sull’isola al fine di crescerla ed educarla come una perfetta guerriera... Invece sua madre aveva deciso di non farlo, rimanendo su Silversea Isle fino a che, secondo le sue ipotesi, quegli schifosi Draghi Celesti non erano arrivati e l’avevano uccisa per poi portare via lei a soli due anni di età.

A parte i dubbi e la curiosità circa la strana decisione di sua madre, Aoi dovette ammettere che se Lily fosse tornata come da tradizione ad Amazon Lily poco dopo la sua nascita, lei non sarebbe mai venuta a contatto con degli uomini, e quindi nemmeno con Shanks, Rufy, Ace, Sabo e tutti gli altri individui maschili di sua conoscenza. A quell’ora probabilmente sarebbe stata una perfetta guerriera Kuja, pronta magari ad ereditare da sua madre ancora viva il ruolo di regnante... Non avrebbe mai ricevuto le attenzioni e l’affetto che aveva ricevuto dai suoi goffi fratelloni e dal suo dolce fratellino, o meglio, l’affetto che avrebbe ricevuto sarebbe stato diverso...

“Ora che li ho di nuovo accanto a me li do per scontati, però... Quando eravamo lontani... io... non desideravo altro che averli accanto... Rimanendo loro lontana per così tanto tempo ho capito quanto per me fossero diventati importanti... Loro sono... i miei fratelli... la mia piccola grande famiglia... Sono davvero fortunata ad averli con me...”

La dolce voce di Margaret la riscosse: “E-ecco... Scusami, Aoi-San! Non volevo dire nulla, con quello... Spero di non averti ferita...”

“E-eh? Ma no, no! Stavo solo riflettendo, Margaret-Chan, non preoccuparti! Se devo essere onesta, però, la mia è stata più una sfiga che non altro!”

“C-come? Perché dici così?”

“Vedi, per una lunga serie di complicati eventi ho conosciuto i miei ‘adorati fratelli’ quando avevo già otto anni, e ho passato appena sei mesi con loro... Ma la vita con due fratelli maggiori e un fratello minore non è affatto fiabesca come immagini...”

L’espressione della bionda si fece sempre più crucciata: “Due fratelli maggiori...? Io credevo che Rufy fosse più piccolo di te...!”

“Ah, sì, scusa! Vedi, inizialmente oltre a Rufy e Ace avevo anche un altro fratello, ma purtroppo ci ha lasciati poco tempo prima che io venissi separata da loro... In breve era un nobile che voleva scappare dal suo regno per diventare un pirata, esattamente come noi tre... Tuttavia, proprio il giorno in cui rubò una piccola imbarcazione per diventare libero da tutte le imposizioni dei suoi genitori quest’ultima venne affondata da dei Nobili Mondiali... L’ho vista sparire davanti ai miei occhi... È stato proprio per il mio desiderio di vendetta che sono stata catturata e separata da Ace e Rufy... In verità noi tre ci siamo riuniti proprio durante la guerra per salvare quel Succo di Frutta di Ace!”

“Wow... C-cioè...! Mi spiace per la vostra perdita...”

“Tranquilla, tanto lui vive ancora qui...” la rassicurò lei con un sorriso malinconico, poggiandosi una mano sul cuore “Comunque, quei sei mesi con loro non sono stati affatto tutti rose e fiori! Non c’era giorno che non litigassi con Ace per le sue frecciatine o battute di pessimo gusto o che non venissi assillata da quel piagnucolone di Rufy! L’unico ‘normale’ era Sabo, che però... beh, anche lui a volte mi faceva davvero imbestialire! Rufy e Ace cercavano ogni volta di rubarmi il cibo dal piatto, e dovevo morderli per farli smettere, mentre ogni tanto Sabo si divertiva a farmi il solletico ai piedi mentre dormivo e ovviamente quei due babbei gli andavano dietro spediti! Infine, non passava giorno senza che quel fiammifero mi chiamasse con un insopportabile appellativo che sicuramente mi porterò nella tomba! E non chiedermi qual era, per favore!”

La giovane Kuja la fissò, prima di voltarsi dall’altra parte e coprirsi le morbide labbra con le mani, trattenendo a fatica delle cristalline risate alle quali Aoi arrossì ulteriormente: “C-che ci trovi di tanto divertente...?!”

“S-scusami, Aoi-San...! È che... sei talmente carina in questo momento! Sembri una bambina a cui sono state negate le caramelle!” ammise Margaret rivolgendole il più solare sorriso di cui disponeva “Però... Sono certa che per quanti litigi e problemi tu abbia avuto con loro, i tuoi fratelli ti vogliano un bene dell’anima! Basta vedere con che luce negli occhi ti guardano per capirlo! E anche tu sicuramente li ami con tutti i loro pregi e difetti! Altrimenti non li avresti cercati per così tanti anni, e nemmeno saresti intervenuta nella Guerra di Marineford!”

La piccola assassina si grattò il capo, sbuffando: “... M-mio malgrado non potrei mai abbandonare quei due babbei a loro stessi! Basta pensare a come si stavano abbuffando per capire che non sono per niente affidabili!” affermò severa, prima di venire bruscamente sollevata da terra in un abbraccio esageratamente caldo e soffocante. Non le servì nemmeno provare ad identificarlo per cominciare a dimenarsi e ringhiare “E lasciami andare, inutile Succo di Frutta!!!”

“Ammettilo che non potresti mai stare senza il tuo adorato fratellone, sorellina!” ridacchiò Ace divertito, strusciando la guancia nella sua chioma bionda sotto lo sguardo divertito di Rufy “Sei ancora così piccina! Non posso credere che tu sia maggioren... AHIA!”

L'unico modo che la giovane assassina aveva trovato per liberarsi era stato tirargli una testata sul naso, naturalmente potenziata con l'Haki, rischiando di fratturarglielo: “Sei tu che ti sei appiccicato come una cozza! Lo sai che detesto tutte queste smancerie!”

“Però quando eri piccola e Ace ti faceva arrabbiare andavi sempre a farti abbracciare da Sabo!” puntualizzò Rufy.

“A-avevo i miei buoni motivi per farlo! E fatti gli affaracci tuoi, Rufy!”

Fortunatamente per lei Margaret arrivò in suo soccorso: “A proposito, Ace-San... Le mie compagne vorrebbero che rispondessi ad una loro importante domanda... Potresti venire con noi nei pressi delle terme?”

Il fiammifero smise di massaggiarsi il naso dolorante per grattarsi perplesso il capo: “Una domanda? A me?”

Istintivamente, ormai libera, Aoi si nascose dietro a Rufy.

“Sì! Vedi, quando Rufy è finito su quest'isola ha mangiato molti funghi, di cui uno estremamente invasivo. È sufficiente un morso per venire ricoperti di funghi da capo a piedi. Quando l'ho trovato era svenuto e sommerso da quei funghi, e non sapendo che fosse un uomo l'ho portato alle terme dove con l'aiuto di alcune mie amiche ho rimosso ogni parassita. Soltanto uno non si è staccato.”

Il cipiglio di Ace si fece sempre più evidente: “... Quindi...?”

“Beh... Come dire... Rufy ha definito quello strano fungo in mezzo alle gambe un ‘gioiello di famiglia’... Ma non ci ha detto a cosa serve... mentre Aoi-San ha detto che è un segreto e che tu ce l'avresti detto volentieri!”

La reazione del moro fu a scoppio ritardato: rimase immobile, in silenzio, per poi sgranare i grandi occhi d'ossidiana e arrossire rapidamente avendo elaborato le parole appena udite. Infine sospirò, mentre delle piccole lingue di fuoco si sprigionavano scoppiettanti dalle mani chiuse a pugno: “... Aoiii...?”

“S-sì...?!”

Il più grande con un balzo provò a prenderla, paonazzo e incandescente come non mai: “CHE ACCIDENTI TI SALTA IN MENTE DI PASSARMI IL TESTIMONE SU UN DISCORSO SIMILE, AGGIUNGENDOCI PURE UN ‘VOLENTIERI’?!”

“C-che avrei dovuto fare?! Non sono io ad avere quel ‘coso’ tra le gambe, e non ho la benché minima intenzione di parlare a quelle povere ragazze di una cosa simile!!!”

“Non chiamarlo ‘coso’!!! Anche lui ha una dignità!!!”

“Beh, io gliel'ho promesso, quindi tu ora andrai là e spiegherai loro tutto quello che devono sapere sul tuo coso!”

“Ti ho già detto di non chiamarlo così!!!”

“E allora dimmi come chiamarlo!!!”

I due continuarono a discutere fino a raggiungere il luogo stabilito, sotto gli occhi perplessi e curiosi di Margaret e quelli spensierati di Rufy: “Anche da piccoli litigavano così?”

“Sì, però di solito era Ace che diceva le cose sconce e Aoi che si arrabbiava! Stavolta è accaduto il contrario!”

“Cosa sono le cose sconce?”

“Boh! Aoi chiama così un sacco di cose! Credo che il discorso di poco fa rientrasse tra quelli!”

Alla fine Margaret ridacchiò, sorridendo verso i due: “Avevo proprio visto giusto... Voi tre vi amate alla follia! Vi invidio proprio!”

Angolo Autrice:
Ok, ok, inizio subito a fare la lista delle cose che dovete perdonarmi:
1) Il ritardo stratosferico e (ovviamente) l'orario indecente di pubblicazione. Ricordo di aver promesso che avrei aggiornato otto giorni fa, ma i compiti delle vacanze sembravano essersi moltiplicati nell'arco degli ultimi giorni di vacanza (oltretutto italiano e inglese nemmeno li abbiamo corretti è_é!!!)... Tra l'altro, un libretto delle vacanze di tedesco risalente all'anno scorso da facoltativo è magicamente diventato obbligatorio (e tutto perché la prof non si ricorda), quindi entro domani sera parlerò un ibrido tra italiano e tedesco... Evviva -_-"!
2) Il capitolo in sé. Cioè, ci ho messo due settimane per partorirlo e non è nemmeno un capitolo direttamente collegato alla trama (ecco il perché di "special", consideratelo un filler)... Mi faccio pena da sola...
3) Il contenuto... Insomma, non so che dire... Perdonatemi >///< !!! Io di solito detesto queste allusioni perverse, ma l'episodio del fantomatico "fungo che non si stacca" mi è rimasto impresso a fuoco... Anche se da un lato mostra in modo estremamente comico (o doloroso, dal punto di vista del nostro povero Mugi... Fortuna che era svenuto ^^") l'ignoranza delle Amazzoni di fronte ad un uomo e a tutto ciò che lo riguarda, compresa la fisiologia (insomma, hanno scambiato Rufy per una donna poco formosa e bruttina, capiamoci XD!) e quando ho pensato al nostro fiammiferino in una situazione del genere... non sono riuscita a trattenermi: dovevo scriverlo. Anche la nostra piccola eroina (che così piccola non è) ci ha messo del suo, con quel" Sono certa che lui risponderà con piacere alla vostra domanda!"... Spero di non essere stata volgare in questo contesto, ho fatto del mio meglio per mantenere l'atmosfera il più leggera e "innocente" possibile...
Ringrazio tutti coloro che leggeranno questo capitolo e che lo (eventualmente) recensiranno. Spero di poter presto proseguire la trama originale e di poter aggiornare in modo più regolare.
Grazie ancora a tutti, alla prossima!
Sora_D_Aoi


 
  
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