Se dovessi raccontare questa storia, beh, dovrei partire da molto tempo fa... Non scorderò mai quell'inverno, uno dei tanti che portavo nel mondo... ma quello fu l'inizio di tutto. Dopo essere diventato un guardiano ed aver scoperto il mio centro non mi sono mai sentito così vivo e, soprattutto, libero. Giravo per i vari regni a portare l'inverno, come al solito, ma vidi all'orizzonte un castello che non avevo mai visto prima, era maestoso e mi sorpresi di vedere quanti uomini vendevano ghiaccio per il regno. Decisi di vederlo più da vicino e scoprire dove mi trovavo. Due uomini in un carretto con dei blocchi di ghiaccio chiacchieravano tra loro: "Per oggi abbiamo finito, possiamo andare a casa" disse uno. "Ottimo, qui ad Arendelle fortunatamente il commercio di ghiaccio va alla grande". Era così che si chiamava il regno: Arendelle. Ad un tratto vidi da una finestra del palazzo della strana neve cadere dentro il salone... insolito ma soprattutto strano... nessuno ci era mai riuscito a parte... me. Mi affacciai alla finestra per vedere cosa stesse accadendo e mi sorpresi appena vidi... due bambine. Una aveva i capelli rossi, sicuramente più piccola dell'altra, doveva essere la sorella maggiore e non poteva he essere lei che... riusciva a creare il ghiaccio... lei aveva il mio stesso potere. Le due bambine giocavano insieme e io non riuscivo a capire come la sorella maggiore avesse quel dono. Ad un tratto la bambina rossa venne colpita alla testa dall'altra e svení. La sorella le corse incontro e i genitori arrivarono subito al soccorso. Fu allora che capii i nomi delle bambine. La più piccola si chiamava Anna, la più grande Elsa. I genitori portarono le figlie dai trolls che guarirono la piccola e misero in guardia Elsa. Io mi nascosti dietro un albero e sentii tutto. Elsa era come me. Qualche giorno dopo tornai al castello di Arendelle, mi misi alla finestra della camera di Elsa e la vidi, sola, i suoi poteri non erano controllati e non sapevo come aiutarla. Se non credeva in me era inutile, mi limitai ad andarla a trovare ogni inverno e a vederla crescere, da dietro la sua finestra. Ogni anno il suo potere aumentava, con esso la sua solitudine e... la sua bellezza.