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Autore: ___Page    21/09/2014    2 recensioni
Artisti di strada, figli di tutti e di nessuno.
Abitanti del mondo, proprio come te.
Non era stato solo un ritratto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ARTISTI DI STRADA
 




Alle mie Otaku.
Senza di voi non avrei mai scritto questa storia,
e non avrei mai trovato il coraggio di pubblicarla.

Ti sembra di essere partita da Copenaghen da un giorno appena e invece sono già passate tre stagioni.
Con uno zaino in spalla, qualche soldo e le tue fidate all star ai piedi, avevi lasciato la città che ti aveva vista nascere per mantenere la promessa fatta mille volte alla Sirenetta sulla spiaggia, i piedi nell’acqua e lo sguardo sull’orizzonte, di cambiare la tua vita anche per lei.
Non avresti mai pensato che qualcuno sarebbe riuscito a conquistare la tua attenzione con un tulipano ad Amsterdam.
Era stata la prima tappa quella città.
Ti serviva un impiego e al mercato dei fiori c'era sempre bisogno di lavoratori anche saltuari.
Ormai avevi abbastanza soldi per ripartire e quello sarebbe stato il tuo ultimo giorno in Olanda.
Il giorno in cui lo hai incontrato.
Si era presentato così, con un tulipano in mano e uno sciocco commento sul tuo gilet portato sopra al vestito.
Uno stupido modo di approcciarsi usato solo per farti alzare lo sguardo e agganciarti con i suoi occhi.
Avevi sorriso, accettando il fiore.
-Sei davvero bella, posso farti un ritratto?-
Artisti di strada, figli di tutti e di nessuno.
Abitanti del mondo, proprio come te.
Non era stato solo un ritratto.
C'era stato un gelato e poi la cena e la passeggiata notturna.
Con lo sfondo dei mulini a vento lo avevi finalmente assaggiato scoprendo che il suo sapore era misterioso almeno quanto i suoi occhi.
Occhi che avevano visto e conosciuto mezzo mondo.
Che ti guardavano come mai eri stata guardata in vita tua.
-Io parto domani-
Ti aveva tappato la bocca senza pietà.
Volevi restare ma il tuo bisogno di viaggiare era un richiamo irresistibile.
Volevi anche tu quegli occhi.
Eri ripartita senza una parola, senza svegliarlo.
Sul comodino una foto istantanea a ricordo di quel pomeriggio e un tulipano.
Quanti mesi erano passati poi?
Non te lo ricordi nemmeno.
È tutto sfocato nella tua mente fino a quel giorno, a Montmartre.
Ti sentivi proprio come loro, un'artista di strada nell'aspetto, certo, ma anche nello spirito.
Stavi viaggiando e conoscendo il mondo e il tuo spirito conosceva solo il ritmo dei tuoi passi.
Ma di quel giorno ricordi solo il ritmo del tuo cuore.
Quando quel ragazzo ti fermò, facendoti capire con gesti urgenti di seguirlo.
Era agitato ma non sembrava pazzo.
Lo avevi seguito e camminando avevi percepito lo sguardo della folla su di te.
Dita che ti indicavano.
Sorrisi carichi di qualcosa che non sapevi riconoscere.
Sorpresa?! Emozione?!
Avevate raggiunto quel capannello di persone e lui aveva insistito perché ti avvicinassi a loro senza un apparente motivo.
Ti eri fatta largo e ti era mancato il fiato.
Lì per terra sul pavet di Montmartre, con un gessetto verdeacqua, il tuo ritratto.
Gigantesco, per attirare l'attenzione.
Lo avevi cercato con lo sguardo perché sapevi che era opera sua, doveva esserlo.
Una voce alle tue spalle e il tuo nome.
Non era lui.
Parlava la tua lingua con un chiaro accento francese.
-Ti segue da Amsterdam!-
Ti aveva mostrato l'istantanea che avevi lasciato accanto al suo letto.
-È arrivato ieri…-
Avevi afferrato la foto, scioccata.
Il suo amuleto per trovarti.
Avevi  guardato il tuo interlocutore.
-Mi presti un gessetto?!-
Eravate due spiriti liberi.
Il vostro amore si nutriva dei passi che compivate per raggiungervi.
Fermarsi li sarebbe stato troppo facile.
Una città, Verona.
Una data, il 12 giugno.
Un'ora, le 14 in punto.
Avevi scritto tutto questo sotto il tuo ritratto.
E poi eri ripartita.
E ora sei a Verona, è il dodici giugno e sono le due.
Ti chiedi se verrà.
Sei serena, sei pronta anche a non vederlo ma sai che se dovesse venire ti sentiresti davvero completa.
Perché il tuo viaggio non è nemmeno a metà ma il mondo attraverso i suoi occhi acquista delle sfumature che tu da sola non potresti mai creare.
Dopotutto non sei tu la pittrice.
Dei passi dietro di te.
Si ferma.
Non ti giri.
-Ciao-
Sorridi.
È lui.
Ti volti appena, lo guardi che ghigna.
-Ciao…-
Lentamente, fa il giro della panchina mentre ti alzi in piedi.
Lui ti scosta una ciocca di capelli dal viso e lascia il palmo lì sulla tua guancia.
Sollevi gli occhi dal suo petto, dove le tue mani si appoggiano senza esitazione, per guardarlo in viso.
-Hai ricevuto il mio messaggio- mormori appena, quasi avessi paura di svegliarti dal sogno.
-E tu il mio-
Sbuffi una risata.
-Era difficile non riceverlo quello-
Ti sorride.
Ti prende il mento tra due dita.
Ti bacia.
Un bacio casto a fior di labbra con cui ti permette di assaporarlo e si concede di assaporarti.
-Sai come siamo noi artisti di strada-
-No non lo so.. Ma ho l'impressione che avrai un sacco di tempo per spiegarmelo ora-
Perché ora lo sai che lì a Verona, in mezzo ai giganteschi pezzi di scenografia dell’Aida che aspettano di essere montati, con il vento che vi scompiglia i capelli, proprio li, il tuo viaggio è appena cominciato.
Il tuo viaggio insieme a lui.
  
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