Rachel era davvero una buona amica. Quella mattina si alzò molto presto per aspettare Grover di fronte la casa dei satiri. Era determinata a risolvere il conflitto tra noi e il giovane satiro. Per l'intera giornata passata, Grover era riuscito ad evitarla, ma lei non aveva intenzione di passare la sua seconda e penultima giornata di vacanze al campo mezzosangue cercando un satiro. Si piazzò alle pareti laterali della casa, dpiando l'ingresso per poi far finta di incrociarsi per caso una volta visto apparire l'amico. Resto lì un bel po, fino a quando senti dirrsi alle spalle:
-Cerchi qualcuno?-
A quel puntò Rachel si girò. Ci volle qualche secondo per elaborare l'informazione di averlo finalmente trovato.
-Grover, ciao- Gridò lei entusiasta.
-Bé. Mi hai trovato. Ti trovo bene. Solo... cosa ci fai qui... alle sette e quarantacinque del mattino?-
-Grover io... io ero venuta a parlarti- Rispose Rachel.
-Allora Rachel, risparmia il fiato. So di cosa vuoi parlarmi e non perdonerò quei due. Non adesso-
-Per favore ascoltami. Non ti sto chiedendo di credermi, ma perlomeno ascoltami. Ti prego- gli disse lei, sotto la faccia di Grover che elaborava la risposta. Una parte di lui l'avrebbe voluta ascoltare, ma l'altra parte sarebbe voluta scappare da quel momento, da quella situazione. Poi abbassò lo sguardo sull'orologio e disse:
-Hai cinque minuti Dare-
-Grazie. Vieni, passeggiamo- Rispose lei. -Senti Grover, so che le parole di Percy sono state un duro colpo per te-
-Ti sbagli non lo sai- Venne interrotta l'oracolo.
-Ma- Continuò lei, come se nulla fosse accaduto.
-Pensa a quanto in colpa possa sentirsi Percy per ciò che ha fatto. Tutto in questo campo gli ricorda le vostre imprese, lui, Annabeth e te ad aiuto dell'olimpo. E del resto penso che anche tu ci ripensi soesso. Sai benissimo che lui non voleva essere cattivo, ma semplicemente dirti di stare attento. E non puoi capire quabto se ne stia pentendo. Il rimorso lo sta mangiando. Se con lui non ci fosse Annabeth... probabilmente non riuscirebbe a sopportare tutto ciò. Non lasciare che la rabbia offuschi i tuoi sentimenti Grover, poichè prima o poi la rabbia passerà, e le persone che amavi non ci saranno più. Concedigli il perdono Grover. E se proprio non lo vuoi fare per lui, fallo per te stesso- Disse la ragazza, lasciandolo pochi secondi dopo solo a riflettere.
Un'ora e mezza dopo, io, Annabeth e Rachel, eravamo seduti al solito tavolo della mensa per fare colazione e chiacchierare, quando vedemmo Grover venire verso il nostro tavolo da solo. Bastò solo uno sguardo per capire che voleva parlarmi in privato. In quel momento più che mai, sperai che fosse venuto da me per accettare il mio perdono. Così rassicurai Annabeth dicendole che sarei tornato, mi alzai, e lentamente camminai poche decine di metri più avanti. Pochi secondi ci vollero perchè Grover mi raggiungesse.
-Senti Grover- Cominciai io, venendo però interrotto da lui.
-Non devi spiegarmi nulla Percy. Rachel mi ha detto di quanto ti sei sentito in colpa, e sperando che ciò sia vero, io ti perdono Percy, io ti perdono-
-Oh grazie Grover- Esultai io prima di scoppiare in un abbraccio.
-Ma... penso che entrambi sappiamo che le cose non saranno più come prima. Non subito- Ribatté Grover.
-Per me l'importante è averti ritrovato Grover. Non conta nient'altro-