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Autore: Artemisia_Amore    21/09/2014    4 recensioni
La trama di questa storia si svolge su due piani temporali.
{I fili del presente si intrecciano continuamente con il passato dove è ambientata la maggior parte della narrazione.}
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Break riapre gli occhi dopo una sanguinosa battaglia. Ha da tempo perso l’uso della vista, e il suo cuore stanco vortica inesorabilmente intorno a quel ricordo che lo ha a lungo perseguitato. Nel frattempo, Reim ripercorre i passi che lo hanno portato alla scoperta di un sentimento inconfessabile, mentre Sharon rivive il giorno in cui cessò per sempre di essere una bambina.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pizzicato


 
 
"È una faccenda della massima riservatezza, Lunettes-san, spero tu possa comprenderlo..."
 
A distanza di così tanti giorni che ho smesso di contarli, più che le parole, è il tono della voce di Lady Rainsworth a tornarmi in mente. Dopo tutti gli anni che la conosco - ed eseguo i suoi ordini a dispetto della livrea che indosso - ricordo solo un'altra occasione in cui dalle sue parole non traspariva nessuno spiraglio, nessun cavillo a cui aggrapparsi.
Le lettere di Barma-sama sono tutte andate perdute, infatti.
 
"... Ma miss Rainsworth potrebbe non gradire di non ricevere nessuna spiegazione, Lady--"
"Sciocchezze, Reim-kun. Mia nipote è già stata informata, e concorda con me che sia la soluzione più ragionevole."
 
Oh, sapevamo entrambi che non era questa la verità, ma lei non aveva intenzione di agire diversamente e io non avevo l’autorità per mettere in discussione la sua parola. Questo è quello che si definirebbe un atteggiamento codardo. O prudente?
In fondo, che potere ho per rifiutare un ordine diretto di uno dei Quattro Duchi, Lady Sheryl Rainsworth, in persona? Io, che sono un semplice membro di Pandora, assegnato agli archivi perché ci ho messo ben sei mesi prima di impugnare in un modo plausibile una pistola, e che sembra proprio non sia in grado di far valere la mia autorità se non con quello sciocco di un apprendista che non fa che sgualcire la carta ogni volta che rifornisce le sale di scrittura. Non avevo  speranze di fronte a una donna così integra, non avevo speranze di fronte al suo comando, anche se questo significava separare i miei due migliori amici. Così, adesso lo so, mi sono ingenuamente limitato a illudermi che fosse per un tempo breve, paragonabile a un battito di ciglia, e che tutto si sarebbe tornato a posto, in qualche giorno al massimo.
Questo più di un mese fa.
 
"Ru-kun è già stato informato, per cui non dovrai preoccuparti di niente più che accompagnare Sharon a Villa Barma e..." Nei suoi occhi c’era forse un'ombra di consapevolezza, in quel momento? Così mi è parso di notare. "Assicurati che stia bene, e che non le manchi niente. Rufus ha un concetto singolare di necessità, temo."
Probabilmente, quando ha deciso di mandare Sharon-sama dal Duca, deve aver pensato che fosse una decisione saggia, affidare la futura custode delle Chiavi del Cancello Rainsworth a un uomo che ama dilettarsi con le più vanesie illusioni. Non che non apprezzi la sua immensa cultura e il suo delizioso modo di farti amare i libri. Rufus Barma sembra conoscere ogni testo scritto negli ultimi secoli - e forse è davvero così - ma… Lady Sheryl avrebbe dovuto sapere che sarebbe stato un ospite fuori dal comune. Mi chiedo perché qui, perché non altrove, allora…
 
Forse, perché questo è lunico posto dove lui non avrebbe mai cercato di intrufolarsi.
 
Scioccamente, ho ritenuto che la soluzione migliore fosse allora quella di allontanare entrambi da me. Per poter tenere fede alla mia parola data a Lady Sheryl, mi sono detto all’inizio.
Per puro terrore delle conseguenze e senso di colpa, mi rendo conto adesso. Dovrei rivedere il mio concetto di coraggio, di certo io sono lontano anche solo dall’ombra di ciò che dovrebbe davvero essere. Di certo, il coraggio non dovrebbe far sentire così soli, né dovrebbe farmi provare questo strano senso di disagio ogni volta che incrocio lui - che ormai non mi rivolge la parola da giorni - nei corridoi o lei - che ho evitato con tutte le mie forze da quando mi ha dato il suo ultimatum, disatteso già tre giorni fa - nei giardini della Villa o nelle sale da lettura.
 
Non che questo implichi che non so cosa succede a Sharon-sama durante il giorno. Magra consolazione, ma non posso pensare di non esserne informato. Xerx mi ucciderebbe - cosa che credo già voglia fare da un po’.
Ho quindi una conoscenza indiretta di ciò che Sharon-sama mangia a colazione, e a pranzo e cena. Che non mangia, per essere corretti. Se l’ultima volta che ho visto Xerx era in uno stato che ricordava da vicino il burbero cavaliere che mi è costato tre paia di lenti in soli due mesi, miss Rainsworth sembra una di quelle eroine dei romanzi che le piacciono tanto - è imbarazzante ammettere di aver letto i titoli delle sue letture recenti per sincerarmi che andasse tutto bene. È dimagrita in breve tempo, e l’unica cosa che sembra mangiare durante il giorno sono i dolcetti e il the che Rufus-sama serve per quello che sembra essere un pomeriggio di chiacchiere. Ogni giorno, alle 17 in punto, si ritrovano nella piccola saletta in cui il mio padrone adora conservare i volumi più pregiati, e il piccolo tavolino viene imbandito con pasticcini e dolcetti che Xerx divorerebbe con gli occhi.
 
Quello di una volta, perlomeno. L’uomo che siede ogni pomeriggio sul davanzale della sala comune del Quartier Generale di Pandora, in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto, con una mano sempre sulla spada e l’altra stretta a pugno, di certo non proverebbe nessun sentimento verso zucchero a velo o marmellata. Ne ho la certezza dopo averlo visto trangugiare con una voracità inaudita l’arrosto di manzo del venerdì, al Refettorio Grande. Ripensandoci, non so se fosse più animale il suo sguardo o quello che aveva nel piatto.
 
“Ho saputo che hai apprezzato molto «I giardini della Regina», Sharon-chan”
“Certamente, Barma-sama. La vostra biblioteca contiene una selezione di volumi di sicuro interesse in ogni genere letterario”
“Sono lieto di sentirtelo dire, mia cara… Gradiresti ancora uno di questi pasticcini al limone e zenzero? Ho sentito dire che sono i tuoi preferiti…” I suoi preferiti? E da quando…? Torta al cioccolato con al massimo qualche nocciola all’interno, questo è il dolce preferito di Sharon-sama dall’età di nove anni. Prima era la meringa alla fragola.
“Volentieri, Barma-sama, grazie”
 
Mi chiedo cosa ci faccia, io, qui. Di solito è la servitù a tenere compagnia al mio padrone e a Sharon-sama durante quest’incantevole danza di convenevoli, e sto bene attento a evitare di farmi trovare in questa saletta per quando le cameriere iniziano a portare da mangiare e i piccoli passi di Sharon-sama iniziano a sentirsi per il corridoio, ma… Devo essermi perso nell’analisi del glifo X32b8 contenuto in quella stele antica ritrovata nei recenti scavi sotto Lebleux e di cui il mio padrone custodisce gelosamente una riproduzione miniata nella sua saletta dei tesori, perché quando ho visto lo sguardo di Sharon-sama penetrarmi da parte a parte, era ormai troppo tardi per dileguarmi senza salutare, così ho tentato di accampare un impegno urgente a Pandora. Ma Rufus-sama ha chiesto che rimanessi, dato che io e Sharon-sama eravamo amici.
 
Così amici che i suoi occhi mi avrebbero bruciato vivo, se solo avessero potuto.
 
“Ho avuto notizie della figlia del Conte di Ulaidh, ha organizzato un the delle cinque per riabilitare la sua reputazione dopo lo scandalo dell’abito al suo debutto…”
“Dev’essere dura dover fingere di non provare vergogna, allora…”
“Mia cara, gli scandali sono una cosa a cui i nobili sono abituati. Dimenticano in fretta se viene loro offerto del buon cibo e qualche altro scandalo.” Le solite chiacchiere sterili. Non ho davvero interesse per acquisire queste informazioni, eppure so che, mio malgrado, sono già lì, memorizzate da qualche parte nella mia testa. Occupano inutilmente spazio prezioso.
 
“Sai, nel nostro mondo le notizie diventano vecchie in fretta, purché ci sia qualcos’altro di cui parlare.”
“E Barma-sama sarà sicuramente al corrente di ogni notizia circoli a Reveille.”
Ho incrociato lo sguardo di Sharon-sama e ne sono stato trafitto in più punti.
Distinguo perfettamente il velo che separa il suo finto interesse per una conversazione che non è mai salpata e il risentimento - lodio? - con cui guarda me. Per questo ho deciso di concentrarmi su questi glifi nella speranza - vana, devo constatare - che possano portarmi altrove.
Quand’è che mi sono trasformato nel nemico principale delle persone a me più care? Nessuna delle due sembra comprendere che non avevo alcuna scelta.
 
 
“Non me ne vanterò di certo, mia cara. I salotti pullulano di voci. E tuttavia preferisco prestare orecchio solo quando i soggetti sono persone di mia intima conoscenza…”
“Comprendo. Qualche notizia interessante, dunque?”
“… Ernest Nightray ha ufficialmente rotto il suo fidanzamento, per sospetta impurità della sua promessa. Come abbia fatto a scoprirlo, sospetto sia altrettanto impuro. Il mio nome—” So che ha sollevato lo sguardo su di me, sento bruciare la fronte nel punto in cui i suoi occhi mi fissano. “—è quieto e in silenzio come al solito, e i Vessalius non fanno più notizia da quando Oscar ha rinunciato al buon senso in cambio di uno stile di vita alquanto… Bohémien.”
 
Dato il silenzio calato nella saletta come una coltre di pece, ho temuto e desiderato sollevare lo sguardo, e ciò che ho visto era esattamente ciò che le mie orecchie avrebbero potuto comunicare.
Nulla. Lo stallo tra una piccola figura in un abito sontuoso che attende e la sicurezza di chi pretende una domanda diretta. Che tarda ad arrivare. Qualcosa, nell’aria, è elettrica. Senza rendermene conto, mi sono ritrovato a rivolgere lo sguardo su entrambi, come se stessi seguendo un incontro di scherma, come se stessi cercando di capire, dai loro occhi, chi avrebbe fatto la prima mossa.
 
Poi, Sharon-sama è arrossita.
 
“Tua nonna è sempre stata molto accorta che niente di non convenzionale trapelasse dalle mura di Villa Rainsworth, eppure, la sua giovane nipote ha fatto a lungo parlare di sé…”
Silenzio, e le sue guance si colorano di un più vivido rosso.
“… Sebbene non come unica protagonista. Si dice in giro che leggere ti piaccia talmente tanto da aver costretto il tuo servo” In un attimo ho sentito anni di disprezzo in un solo appellativo. “—ad appassionarsi a sua volta alla lettura. Si dice che ti legga personalmente i romanzi…”
“Ho imparato a leggere e far di conto all’età di cinque anni, Barma-sama, e sono perfettamente in grado di leggere i miei romanzi preferiti senza l’aiuto di nessuno. Inoltre, Xerxes-san non condivide la mia passione per la letteratura femminile, se è a lui che alludete.”
 
Attraverso un viso che non è mai cambiato negli ultimi anni, riesco a scorgere una donna fatta e finita. Solo Lady Sheryl avrebbe saputo rispondere meglio a una simile domanda. Lei non avrebbe ottenuto un criptico sorriso in risposta, di certo.
 
“Quanta foga, Sharon-chan. Ambasciator non porta pena, ho solo riferito quanto sentito in giro. Personalmente, non credo che un uomo tanto rude potrebbe mai apprezzare la finezza di certe descrizioni. Leggerà sicuramente il quotidiano e qualche rivista triviale, immagino…”
“Al contrario, Barma-sama, Xerxes-san legge spesso anche libri presi in prestito dalla biblioteca di Pandora, trattati di storia delle arti e degli uomini, e anche qualche libro di cucina!”
 
Xerx? Libri di cucina? Probabilmente era per corrompere qualche cuoca a farsi preparare chissà che diavoleria esotica. Non sarebbe in grado di cuocere nemmeno un uovo.
 
“«Trattati di storia delle arti e degli uomini», dici? Mi sorprende, forse rimpiange i suoi meschini trascors—“
“Xerxes-san è la più nobile tra le persone che conosco, Barma-sama, non… Se volete sapere la mia opinione, niente di lui è meschino.”
 
Un altro sorriso sulle labbra del mio padrone. I glifi? Oh, avevo già rinunciato a decifrarli, ma ho anche smesso di guardarli da quando l’argomento di discussione è diventato lui.
 
“Di certo lo conosci molto bene, Sharon-chan, non è vero…? Sai, c’è qualcosa che non ti ho detto sugli scandali e le chiacchiere di salotto… C’è sempre un fondo di verità…”
“Non capisco a cosa vi riferiate. Xerxes-san e io condividiamo la passione per la lettura, per questo siamo spesso insieme in biblioteca, e per le passeggiate, motivo per cui mi ha accompagnato volentieri alla riapertura dei Giardini di Reveille. E’ il mio servitore. Immagino che sappiate che starmi accanto è uno dei suoi compiti, oltre a risolvere perfettamente i casi che Pandora gli ha assegnato.” Perfettamente non è la parola che avrei usato io, Sharon-sama, e nemmeno il mio padrone, a giudicare dalla smorfia sarcastica che ha assunto. Xerx è… Opportunista. Così tanto che se non mi fosse sempre accanto, probabilmente finirei col fare favori a chiunque senza rendermene conto.
 
E questo mi ricorda che devo coprire i turni di Cooper, Eriklag e Johnson, questa settimana. Tutto per colpa sua.
 
“Hai equivocato le mie intenzioni, mia cara. Sono dalla tua parte, e so bene che un servo deve tener fede ai suoi compiti.” Questa volta non ho fatto in tempo a deviare lo sguardo e li ho visti, oltre che sentiti, i suoi occhi su di me. Sospetto che sia perfettamente a conoscenza di quanto odi la posizione che ho in questo momento. “Sei molto fortunata, condividi molto con lui. Un vero peccato, non condividere le stesse passioni nello stesso modo, deve mancarti qualcuno con cui discutere di ciò che leggi…”
“Oh, no, cerco di raccontargli spesso dei miei romanzi preferiti, anche se non sembra gradirli. Così a volte cerco di imparare da lui e chiedo che mi riassuma le sue ultime letture!” L’ho vista arrossire di nuovo, probabilmente ha temuto di essersi esposta troppo. Ha evitato anche il suo sguardo, oltre che il mio, per un po’. Anche se non con lo stesso disprezzo.
“… Degno della futura Duchessa Rainsworth. E cos’hai appreso dai suoi riassunti…?”
La vedo abbassare i suoi occhi grandi sulle sue manine piccole più del consueto tempo necessario a una risposta di cortesia.
 
“Che gli uomini amano farsi la guerra, e che qualcuno sostiene che gli esseri umani discendano tutti dalle scimmie, Barma-sama.” Qualunque fosse la reazione del Duca Barma in quel momento, ero troppo occupato a nascondere una risata dietro il mio taccuino per vederla.
 
“Qualcuno deve essere rimasto ancorato ai suoi discendenti, forse.” Lo sento borbottare, più sbrigativo e brusco del solito, come se volesse continuare a cogliere l’attimo. “Se il tuo servo rimane ad ascoltarti mentre riporti le storie d’amore di quei deliziosi romanzi, deve tenere molto ad ascoltarle dalla tua voce… “
 
Arrossisce di nuovo, e io ho definitivamente rinunciato a capire quale sia, ammesso che esista, lo scopo di questa conversazione. Nonché della mia presenza.
 
“Mi… Piace credere che in fondo, un po’ gli piacciano, Barma-sama…”
“Non ne dubito, mia cara. Sicuramente grazie a te ha sviluppato un interesse profondo per le storie personali dei personaggi a cui tieni. Magari vorrebbe anche scoprire da dove discendono, dovresti chiederlo a lui, ma—oh, mi dispiace.”
 
Servo lealmente il Ducato Barma da quando sono nato, e non contravverrei mai a un ordine del mio padrone. Lo rispetto e lo considero tra le menti più geniali del nostro secolo. Un uomo come pochi.
Ma nessun signore dovrebbe infierire su una signorina così. Chiunque in questa città sa che quei due sono inseparabili, e parlarle così proprio adesso che non possono vedersi…
 
“Qualcosa non va, Lunettes? Hai trovato una traduzione interessante della stele di Lambért?”
“I-io… N-no, signore s-sono…” Solo uno stupido.
“Dalla tua espressione esterrefatta avrei detto che i Barma fossero vicini a ottenere un nuovo riconoscimento umanistico da affiggere nel corridoio del terzo piano.”

Se sono qui è solo per mimetizzarmi con la tappezzeria, e fingere di essere un arabesco, e non per chiudere di scatto i libri e tenere la bocca aperta a sproposito. Devo averlo fatto senza pensare. Da quando sono così impulsivo?
Abbassando lo sguardo sui miei piccoli segni antichi da decifrare, mi sembra di riconoscere i contorni di una sagoma umana, impiccata.
 
 
“Dicevo…” Un’altra occhiata verso di me, di rimprovero. “Sicuramente, grazie a te avrà sviluppato interessi letterari di più alto livello. Sicuramente, la tua adorabile vicinanza potrebbe rendere qualsiasi persona più colta e garbata, e sicuramente… Anche un uomo senza nessun talento potrebbe appassionarsi, grazie a te…”
“B-Barma-sama, non… Xerxes-san è un uomo migliore di quanto crediate.”
“Lo conosci bene, non è vero?”
“Certamente, Barma-sama.”
“Ti racconta ciò che fa?”
“C-certamente, Barma-sama. Lavoriamo entrambi ai casi di Pandora, è ovvio che io sappia cosa fa.”
 
«Inganno». Ecco la traduzione corretta dell’uomo impiccato.
“Questo non vuol dire che ti racconti tutto ciò che fa quando non è a Pandora…” Sharon-sama ha già idee confuse su dove passi la notte Xerx certe volte, se il Duca continua con queste allusioni… Perché continua con queste allusioni?
Che interesse ha nello screditare - ulteriormente - la reputazione di Xerx? Come se fosse alla ricerca di qual—
Sta cercando qualcosa.
 
“La gioventù porta con sé tanti punti di forza e altrettante debolezze, come fidarsi delle persone. Dovresti essere accorta, mia cara.”
“Conosco Xerxes da quando sono una bambina, Barma-sama, ho deciso con cura di fidarmi di lui.”
“Ed è grazie alla tua fiducia che è diventato abile a vivere in società, io credo. Per di più, appassionandosi ad argomenti così squisitamente colti… Tutto grazie a te.”
“I-io…”
“Oh, suvvia, non avrebbe mai avuto possibilità a Pandora se non come tuo servo istruito. Sembra che tu lo abbia reso più… Raffinato” Qualcosa, nelle immagini della mia memoria recente, mi ricorda che forse ha ragione. Forse vederlo indossare la stessa camicia da due settimane, o forse vederlo sbranare carne come un reduce di un naufragio. O entrambi. “… Da non accontentarsi più del ruolo che ricopre.”
 
Vedo le guance di lei imporporarsi di nuovo, proprio adesso che erano tornate al candido pallore tipico della sua permanenza a Villa Barma. “N-non capisco a cosa vi rifer—“
“Oh, mia cara, è semplice. La parte del servo sta stretta a un cavaliere dal passato abominevole. E la tua compagnia sarebbe deliziosa per chiunque. ”


Sharon-sama ha già abbassato lo sguardo, in preda a quello che sembrerebbe puro imbarazzo. Sono tentato di riportare l’attenzione su di me. Potrei far cadere qualcosa, potrei… Non essere perdonato per una seconda interruzione. Non dopo aver visto chiaramente lo sguardo fisso e penetrante che il mio padrone ha su quella creatura fragile. “Dove vuole arrivare, Sharon?”


“«D-dove», Barma-sama…? Non—“
“L’uomo che risponde al nome di Xerxes Break è capace di qualsiasi cosa, e dio solo sa i mezzi illeciti che è disposto a sfruttare per i suoi scopi…” Silenzio, in risposta. “Credi di aver compreso chi sta cercando di raggiungere…?”

Stiamo ancora parlando di Sharon-sama…? Libri, scandali, e… Anche il mio padrone sa che Xerx non è un arrampicatore sociale. Non lui. Quindi… Chi sta cercando di raggiungere?
Gyre.
Deve averlo saputo in qualche modo. Non avrebbe dovuto accompagnarmi in quella biblioteca, così non ha firmato nessuno dei rapporti e delle relazioni ma…
 
“Va’ a chiamare Abigail.”
 
In qualche modo, il mio padrone deve averlo saputo.
 
“Reim? Va’ a chiamare Abigail perché venga a sparecchiare.”
 
Quanto tempo è passato? Spero di non aver avuto la bocca aperta di fronte alla replica della stele come uno stupido. Il mio padrone non ha mai perso le redini della situazione. Non mi piace pensare che abbia organizzato tutto questo solo per ottenere informazioni su di lui. Non che Sharon-sama l’abbia notato. Fortunatamente sospetto creda ancora che l’argomento di discussione fossero i sentimenti, e dubito che, in ogni caso, si sarebbe lasciata sfuggire qualcosa. Se anche l’avesse saputa.
 
Ormai ho completamente perso di vista il senso di ognuno di quei glifi, perché in ognuno di essi vi rivedo loro. Lui, lei, e me.  «Inganno» riguarda il Duca Barma? O forse me…? Solo un uomo incredibilmente meschino avrebbe potuto acconsentire a gettare entrambi in pasto ai pescecani.
Non ho nessuna intenzione di tornare alla mia traduzione, ma non voglio più eseguire ordini che non mi piacciono. Non dopo aver scorto il suo viso rigato di lacrime, fuori dalla porta di quella saletta. Ha resistito incredibilmente bene alle sue allusioni, ma parlare di Xerx deve esserle costato molto. Ho sentito dire alle cameriere che non parla mai di casa, né di quello che faceva prima del suo “soggiorno”. E’ troppo, per lei, me ne rendo conto solo adesso che mi passa davanti, senza nemmeno accorgersi di me, smunta e pallida - sono occhiaie, quei cerchi scuri che ha intorno agli occhi.
 
Saresti in grado di difendere la piccola ojou-sama, se io fossi in missione lontano, nanerottolo?
Sono un uomo al pari tuo, ormai. Non lascerei mai che qualcuno le facesse del male!
 
La causa della mia nausea perenne dev’essere il ragazzino di dodici anni che ha pronunciato questa promessa tanti anni fa che si rivolta dentro di me, orripilato da quanto ho fatto.
Proprio io l’ho ridotta così.
 
Non è ancora troppo tardi. Posso ancora rimediare. E c’è solo un modo in cui posso farlo.
 
C’è un passaggio segreto che collega il terzo corridoio seminterrato alla piccola cascina oltre la collina. Nessuno lo usa più da decenni, ma da bambino mi nascondevo lì quando non volevo essere trovato. Xerx dovrà entrare da lì.




   
 
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