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Autore: Sathys    21/09/2014    3 recensioni
Ti sei mai chiesto cosa potrebbe accadere semplicemente aspettando il tuo turno dal dentista? In questo piccolo e abbastanza stupido racconto potrai scoprirlo.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei precisare che questa storiella l'ho scritta per il compleanno di mia zia (sì sono solita a regalare racconti) e ha come scopo quello di tirare su il morale. E' abbastanza stupida a dir la verità, soprattutto rispetto alla mia Fan Fiction che sto scrivendo), ma mi sono divertita un sacco a scriverla. Buona lettura!
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In breve: ti chiami Mirne, hai trentacique anni e sei dal dentista perché devi toglierti un dente. 
La tua gamba continua ad andare su e giù velocissima per il nervosismo che provi al momento e ti ritrovi a pensare che se si staccasse e iniziasse a correre via, ti andrebbe meglio, perché tutti, compresa te, sarebbero occupati a rincorrere la tua gamba e si scorderebbero del tuo dente. Okay, forse non tutti, la segretaria del dentista se ne ricorderebbe e ti guarderebbe dall'alto dei suoi mini occhiali da lettura firmati con uno sguardo assassino perché non puoi più pagare il dottore per il quale lavora, mentre la gamba te la riattaccherebbero gratis. Forse, ultimamente non ci si spera troppo.
Comunque, mentre le tue gambe, sì adesso entrambe, continuano a tremare, vedi una persona uscire dallo studio tutta allegra e sorridente. Però ci sono ancora tre persone davanti a te e da un lato ti rincuori, dall'altro no, perché sei cosciente che questa orribile agonia dell'attesa nello studio dentistico ti sta facendo venire voglia di strapparti il dente da togliere a mani nude.
Fai un sorriso di circostanza a quello lì che se ne va con il portafoglio molto più leggero, e sospiri osservando l'altra povera creatura che oltrepassa la porta. E' un bambino, con sua madre, e in cuor tuo, speri che a tuo figlio non debba capitare l'orribile sorte dell'apparecchio -tu saresti comunque pronta a dire aereoplano-. 
Continui a guardarti intorno e ti sembra quasi di essere in un obitorio sommerso dagli zombie. Qui pensi a tuo nipote, e alla sua fissa per i non morti e cerchi di imprimerti nella mente l'immagine di questi zombie seduti sulle scomodissime sedie della sala. Dovrai dirglielo quando vi rivedrete per fargli fare una risata.
I pianti, forti, che provengono dallo studio ti fanno accapponare la pelle e dimenticare gli zombie. Stringi i pugni deglutendo e pensando al quel povero bambino in preda ad una crisi isterica da dentista e ti riprometti che non farai mai mangiare troppe caramelle a tuo figlio.
Per distrarti, afferri il cellulare e cerchi di concentrarti sul primo gioco idiota che ti capita sotto mano, ma non appena vedi tutti quei dolci, lo spegni subito. 
Il bambino esce dalla camera delle torture toccandosi continuamente le guance e strofinandosi gli occhi con l'altra mano. 
Poi è il turno di una signora anziana vestita di tutto punto, con tanto di scarpe con un piccolo taccheto. Non riesci a non fissarla mentre entra nello studio sculettando e forsi le lanci anche una certa invidia nell'amirare il suo corpo tonico a quell'età. 
Scuoti la testa divertita da quell'immagine mentre ti appoggi completamente allo schienale, fregandotene se la tua camicetta dovesse spiegazzarsi un po'. 
Picchietti le mani sulle gambe sperando che smettano presto di tremare e chiudi gli occhi immaginandoti un simpatico motivetto che hai sentito dai cartoni animati che segue tuo figlio e che, molto probabilmente, starà guardando in questo preciso istante dalla nonna.
Nel momento esatto in cui prendi un fazzoletto dalla borsa per soffiarti il naso, la signora esce senza nemmeno fermarsi a pagare, lasciandoti gironzolare in testa una domanda piuttosto imbarazzante su cosa abbia fatto lì dentro, anche se cerchi di tornare a canticchiare il motivetto, mentre l'ultima persona prima di te avanza a passo svelto dentro lo studio, per non cercare di vomitare. Magari doveva fare solo un controllo e sei tu quella che pensi a male.
Rimani a fissare le sedie vuote davanti a te mentre rifletti a tutta la tua vita come se stessi per morire da un momento all'altro. Non sai quanto tempo possa metterci l'uomo che è appena entrato quindi decidi di passare il tempo rimasto con le ultime riviste di gossip.
In prima pagina, c'è niente meno che Barbara D'Urso! Wow! Non sei per niente curiosa di sapere quale detersivo ultra morbido usi per lavare i piatti, perché sicuramente lei usa il detersivo per farlo. 
Quindi la rimetti al suo posto, molto svogliatamente, causando la rottura della prima pagina. Ti viene da ridere nonotando che adesso Barbara sembra non avere più un naso per come è piegato.
-Lei è l'ultima per oggi vero?- senti dire ad un tratto. E' la segretaria, quella che non ti lascerebbe andare via senza aver pagato nonostante tu sia priva di una gamba.
-.- rispondi sorridendo, più o meno.
Lei si toglie gli occhiali, indecisa se continuare a conversare, ma alla fine rinuncia prendendo il telefono in mano e chiamando qualcuno.
La tua attenzione viene attirata una seconda volta da delle urla, più o meno, dentro lo studio.
L'uomo che era appena entrato adesso sta uscendo, rosso in volto dalla rabbia, urlando cose come -Ti denucerò!- e imprecazioni varie.
Rimani a guardare la scena sbigottita mentre lui se ne va sbattendo la porta e il dentista si avvicina verso di te. Sembra imbarazzato e ti mordi la guancia per impedirti di fare espressioni strane.
-Signorina, per oggi abbiamo finito con le visite, è meglio se se ne va a casa.
Sbatti le palpebre più volte prima di capire il reale senso di quelle parole. Quando ci arrivi, annuisci e te ne vai salutando segretaria e dottore con un -Buonasera.- sempre di circostanza.
Scendi in tutta fretta le scale del palazzo dove è situato lo studio, accompagnata dalla colonna sonora delle imprecazioni che ancora l'uomo sbraita dal fondo delle scale. 
Sul tuo volto non può fare a meno di comparire un'espressione di sincero ringraziamento per quella donna anziana, perché da ciò che urla l'uomo al telefono con la sua probabile moglie, le tue supposizioni erano vere. 
Alla fine sali in auto, dirigendoti a casa, con un sorriso ad ancora trentadue denti.
 
  
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