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Autore: Natalie95    21/09/2014    2 recensioni
Delle volte capita che la TARDIS decida di portare il Dottore non esattamente dove lui voglia. E proprio quando cerca di non incappare in qualche guaio o disastro, il destino sembra farsi beffa di lui e di portarlo in luoghi dove lui non dovrebbe nemmeno essere...
Genere: Demenziale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre il Dottore si trovava nella TARDIS,piroettando attorno alla console pronto per un nuovo viaggio. L’unica cosa diversa era che si trovava solo: Clara non era con lui quel giorno in quanto si era presa una bella influenza, che l’aveva costretta a restare a letto nonostante le suppliche del Signore del Tempo, che le aveva garantito di portarla in un luogo in cui sarebbe guarita in un battibaleno. “Preferisco guarire con  i metodi tradizionali”, gli aveva detto, mentre gustava la sua minestra calda. E così aveva deciso di non insistere, e solo per quella volta si sarebbe concesso di fare un viaggetto da solo, non troppo rischioso però. Non voleva cacciarsi in guai troppo seri,proprio per il fatto che Clara non ci fosse. Aveva scelto di andare su Callisto56, pianeta famoso per le bellissime spiagge assolate e il clima perennemente estivo. Dopo aver inserito le coordinate,sollevò qualche leva e premette qualche bottone e il suono stridente della TARDIS invase la sala di comando. Atterrò qualche minuto dopo; il Dottore, aggiustandosi il cravattino,esclamò:« Bene,pronto per il relax! »
Appena aprì la porta, vide ciò che non si aspettava: la TARDIS era atterrata in un vicolo cieco,al riparo da occhi indiscreti. Decisamente non era quello che si era pregustato il Signore del Tempo. Uscì dalla navicella, richiudendo la porta alle sue spalle; sbucò dal vicolo e si ritrovò di fronte ad una affollata cittadina,con un immenso porto a cui vi erano attraccate da grandi vascelli a piccole imbarcazioni. Un foglio di carta passò davanti agli occhi del Dottore, portato dalla leggera brezza marina che soffiava in quella zona: lo afferrò al volo e lo lesse velocemente.
« Vediamo un po’...a quanto pare mi trovo a Boston, giorno 18 maggio 1755. Ma perché...»
Nella mente del Dottore cominciarono a formarsi teorie e congetture sul perché la TARDIS avesse deciso di farlo atterrare proprio lì, quel giorno e a quell’ora esatta.  Non ricordava che in quell’anno vi fossero eventi particolari: la rivoluzione sarebbe scoppiata almeno vent’anni dopo! Decise comunque di incamminarsi, forse avrebbe scoperto qualcosa di più. Le strade erano molto affollate: donne che compravano cibarie al mercato,uomini che pescavano o vendevano la  loro merce, orfanelli che si rincorrevano a piedi nudi,fra la sporcizia che invadeva le strade. Ogni tanto qualcuno lanciava un’occhiata fugace al Dottore; l’abbigliamento lo doveva far apparire strano,visto che non era consono per quell’epoca. Chissà se a Clara sarebbe piaciuto essere lì con lui, passeggiando per quelle strade tranquille. Sicuramente,pensò. Ma forse non le sarebbe stata gradita la puzza che vi era nell’aria,decisamente troppo presente! Distratto dai pensieri che gli passavano per la testa, il Dottore non si accorse di essere andato a sbattere contro qualcuno: se ne rese conto solo quando sentì un dolore acuto al naso. Porto d’impulso le mani sul volto, mugugnando qualcosa per il dolore; aprì gli occhi di scatto e si ritrovò di fronte ad un uomo,che aveva l’aria perplessa.
« Mi sono distratto un attimo e vedi cosa succede! Devo imparare a stare più attento, certe volte rischio di perdermi fra i meandri della mia mente. Mi dispiace signore, sapete, non è facile camminare per queste strade da solo, senza qualcuno che  ti impedisca di distrarti! »
L’uomo non rispose, piuttosto squadrò il Signore del Tempo dalla testa ai piedi. Con un gesto della mano si alzò il cappello, un tricorno blu per la precisione, in segno di saluto.
« Non vi preoccupate, capita a tutti di distrarsi. Piuttosto,vi siete fatto male? »
Il Dottore si tastò il naso, e vide che fortunatamente era ancora lì, intatto. Poi,colto da un’improvvisa voglia di fare conversazione con qualcuno- l’assenza di Clara si faceva sentire- esclamò:« Tutto bene,il naso è apposto! Comunque, lasciate che mi presenti: io sono il Dottore. »
Allungò la mano verso l’uomo e questo fece lo stesso, stringendola vigorosamente.
« Haytham Kenway, lieto di conoscervi. Siete un dottore, ma il vostro nome qual è? Vi siete presentato in modo assai bizzarro. Non è consuetudine sentire qualcuno che si presenta con il proprio mestiere. », disse l’uomo, incuriosito da quell’uomo singolare che gli stava di fronte. Certamente l’abbigliamento non tradiva la sua impressione: un cravattino spiccava sul colletto della camicia bianca, e un panciotto grigio spuntava da sotto la giacca,di  colore viola. Aveva un mento abbastanza sproporzionato, e un buffo ciuffo gli calava sulla fronte.
« Diciamo che non sono propriamente un dottore comune. Chiamatemi semplicemente il Dottore,il mio nome non lo uso mai. »
« Va bene, se è questo che volete non vi supplicherò di dirmelo. Avete un’aria assai particolare. »
« Me lo dicono in molti! Nemmeno voi siete di qui, giusto? Siete inglese? »
L’accento era inconfondibilmente inglese: era stato talmente tante volte a Londra, che avrebbe riconosciuto un inglese solo sentendogli pronunciare una sillaba. Ad accentuare questo, vi erano anche i modi di fare da tipico gentleman inglese, e i vestiti, di vera sartoria britannica.
« Esattamente. Anche voi avete la parvenza di un inglese, anche se non ne sono del tutto sicuro. »
« Posso dirvi che sono stato per moltissimo tempo a Londra. », disse il Dottore allegramente. « Posso chiedervi una cosa? », gli chiese ad un tratto, soffermando lo sguardo sulla mano dell’uomo.
« Certo, chiedete pure quello che volete. »
« Quell’anello che portate all’anulare sinistro l’ho già visto...»,disse il Dottore, prendendo la mano di Haytham ed esaminando l’anello. « Questo è certamente il simbolo dei Cavalieri Templari,giusto? »
Era inequivocabilmente quel simbolo: lo aveva visto spesso,gli era capitato di ritrovarsi durante la Guerra Santa- e aveva anche conosciuto il famoso Riccardo Cuor di Leone-;però rivederlo lì,in quel secolo, gli appariva abbastanza strano.
« Siete a conoscenza dell’Ordine?! », chiese l’uomo abbastanza sconvolto, ritirando subito la mano che il Dottore stava esaminando.
« Intendete i Templari, quello è un Ordine, ma molto antico. Risale a quasi seicento anni fa. »
Il Dottore guardò dritto negli occhi Haytham, come se stesse leggendo nella sua mente.
« Aspettate, questo vuol dire che esiste ancora! Oh, molto interessante!», esclamò il Dottore, sfregandosi le mani con entusiasmo, come se di fronte avesse bastoncini di pesce e crema, pronti per essere mangiati.
« Voi sapete molto più di quanto date a vedere. Non tutti sono a conoscenza dell’esistenza dell’Ordine. Vorrei parlare con voi, mi incuriosite. »
« Se sono qui ci deve essere un motivo, e penso di averlo trovato! », disse il Dottore, rivolgendosi più a se stesso che all’uomo che aveva accanto.
« Venite con me, vi offro una birra. Forse parlare con voi si rivelerà utile, Dottore. »
Il Signore del Tempo annuì e seguì Haytham per le strade della cittadina: attraversarono un paio di vicoli nascosti e poco affollati; il Dottore notò che vi erano gruppi di guardie inglesi in ogni angolo,questo perché in quegli anni le colonie erano ancora sotto la Corona. Finalmente i due si fermarono di fronte ad una grande porta di legno: vi era un’insegna a forma di drago, su cui vi era scritto “Green Dragon Tavern”. Haytham aprì la porta e il Dottore lo seguì nella locanda. Alcuni uomini canticchiavano e suonavano una melodia, mentre altri bevevano e parlottavano fra di loro. I due si diressero verso una scalinata che conduceva al piano superiore, dove vi erano delle stanze e qualche altro tavolo. Haytham guidò il Dottore verso un tavolo ben appartato, a cui vi erano sedute altre due persone.
« Buon pomeriggio signori. », disse Haytham,sedendosi a capotavola.
Il Dottore fece lo stesso, e si sedette di fronte ad uno di quegli uomini. Questi aveva un tricorno marrone sulla testa, e un’aria del tutto che affidabile.
« Signori, vi presento un amico. »
Il Dottore strinse la mano dell’uomo che aveva di fronte, che biascicò:« Thomas Hickey.»
«Il Dottore, piacere di conoscervi! » gli rispose, stringendogli la mano energicamente.
« Dottore chi? »
« Solo il Dottore. Voi siete invece? »,chiese all’altro uomo, che aveva un aspetto molto più elegante e rilassato. Quello di nome Thomas era evidentemente ubriaco.
« William Johnson,piacere. Quindi siete un medico. »
« Sì,certo, sono una specie di medico. Allora Haytham, parlatemi un po’ di questo Ordine.»
Thomas e William rivolsero uno sguardo prima ad Haytham e poi al Dottore.
« Anche lui ne fa parte?», chiese Hickey.
« Non esattamente, però sembra che ne sappia molto a riguardo. » Haytham si rivolse nuovamente al Signore del Tempo:« Allora, mi dite come sapete dell’esistenza dell’Ordine?»
« Ho conosciuto parecchi Cavalieri Templari,tra cui Roberto di Sable. Però è stato difficile parlarci, tutto quel trambusto durante la battaglia. », disse il Dottore, gesticolando con le mani. Aveva sempre quel solito vizio, quello di parlare troppo. Infatti le facce dei tre uomini che aveva di fronte confermarono che aveva detto qualcosa di troppo.
« Aspettate,mi state prendendo in giro? Come sarebbe a dire che avete conosciuto Roberto di Sable?! », chiese Haytham sconvolto. Ecco, aveva combinato uno dei suoi soliti guai. Dov’era Clara quando serviva il suo aiuto?
« Ehm, forse ho esagerato un po’ troppo. Forse è meglio che io vada, sapete mi aspettano...»
 Il Dottore si alzò, ma Haytham lo prese per il braccio e,facendo scattare un meccanismo della polsiera che portava sull’altro braccio,fece uscire una lama lucente ben nascosta.
« Ora restate qui e ci dite cosa avete da nascondere. »
Il Dottore infilò una mano nella giacca e ne estrasse il suo cacciavite sonico, puntandolo verso i tre uomini.
« E quello cosa sarebbe? Ha una forma ambigua... », disse Thomas, con un sorriso sghembo sul volto.
« Oh santo cielo, si sta illuminando di verde! Ma dove lo avete preso? », disse William sbigottito.
Haytham si alzò in piedi e si avvicinò pian piano al Dottore, che indietreggiò a sua volta.
« Calmatevi, non vi faremo del male. Però,quell’oggetto è assai curioso. Visto che siete a conoscenza dell’Ordine, saprete anche qualcosa su “Coloro Che Vennero Prima”. »
Haytham si tolse qualcosa dal collo,una specie di amuleto. Lo mostrò al Dottore, dicendo:« Potrebbero essere collegati, emanano entrambe una luce misteriosa. »
« No, non credo. Però, hai parlato di “Coloro Che Vennero Prima” e questo strano amuleto. Posso dare un’occhiata? »
Haytham glielo passò e il Dottore lo prese: prima lo osservò con attenzione, passando un dito sulle incisioni e sul serpente che decorava quell’oggetto. Poi lo esaminò con il cacciavite sonico,controllando anche i risultati dell’analisi.
« Questo è un Frutto dell’Eden,consente di aprire una specie di passaggio, anche se non so di cosa si tratta... »
Il Dottore lo ridiede ad Haytham e,riponendo il suo cacciavite sonico, chiese:« Da dove lo avete recuperato?»
« Lunga storia. », disse Haytham, cercando di evitare il discorso. « Allora, mi spiegate cos’è quello strano aggeggio che avete in mano. »
« Oh,lunga storia. », rispose il Dottore, riprendendo esattamente la stessa risposta dell’uomo di fronte a lui.
« Fate lo spiritoso, eh? », intervenne Hickey.
« Vedo che sapete cos’è l’amuleto. Non mi stupisce, siete una persona assai bizzarra come immaginavo. Ma siete anche molto furbo e,soprattutto,intelligente. »
Haytham si avvicinò ancora di più al Dottore,arrivando ad essere a pochi centimetri dal suo viso:« Siete un Assassino, per caso? »
« Ehi, non esageriamo! So di aver tolto di mezzo molti Dalek,ma soprannominarmi assassino è troppo. » Ecco, aveva detto troppo un’altra volta. Stava solo peggiorando la situazione. Doveva trovare un modo di divincolarsi da lì,e al più presto. Perciò, com’era solito fare in situazioni rischiose, cominciò a correre come non mai. Naturalmente Haytham non restò a guardare e lo inseguì, fino ad uscire dalla locanda. Si guardò attorno e lo vide correre dalla direzione da cui erano venuti precedentemente. Il Dottore intanto correva come non aveva mai fatto in vita sua: altro che Cyberman,Dalek o Angeli Piangenti, avere i Templari alle calcagna era molto peggio. Purtroppo però Haytham lo raggiunse e riuscì ad atterrarlo, facendo cadere entrambi a terra. Haytham puntò la lama celata al collo del Dottore, dicendo:« Ora se non mi date le dovute spiegazioni, la situazione finirà molto male. »
« Calma,Haytham! Non sono una minaccia per voi. Vi spiegherò chi sono con molta calma, ormai sono abituato a farlo con quasi tutti! E poi siete un uomo molto scaltro,lo si legge dai vostri occhi. »
Haytham si fidò del Dottore: dopotutto, chi non lo faceva? Solo i suoi acerrimi nemici,forse. Lo aiutò ad alzarsi e, dopo essersi pulito i vestiti,disse:« Bene,seguitemi. »
Questa volta fu Haytham a seguire il Dottore, che si diresse nell’unico luogo che conosceva alla perfezione: la TARDIS. Non appena giunsero nel vicolo dove era parcheggiata l’astronave,Haytham asserì:« Ebbene? »
Il Dottore si spostò in modo tale che Haytham potesse ammirare la sua meravigliosa TARDIS. L’uomo si avvicinò,leggermente stupito da quella strana cabina blu, e disse:« E questa cabina cosa sarebbe? »
« Si chiama TARDIS,”Tempo e relativa dimensione nello spazio”. E dovreste vedere l’interno! », esclamò il Dottore, aprendo con un gesto teatrale la porta.
« Cosa ci sarà, il nulla... » Haytham non riuscì a finire la frase, poiché rimase davvero sbigottito da ciò che vide: vi era un’enorme stanza di fronte a lui,con luci dai colori bluastri e un’atmosfera a dir poco strana.
« Ma è più grande all’interno! », disse Haytham, entrando nella navicella.
« Lo so,me lo dicono in tanti! », rispose il Dottore,avvicinandosi alla console.
« Ma chi siete, Dottore, tutto questo sembra così irreale. »
«  Non è l’unica cosa che vi è parsa irreale, vero Haytham? Quei discorsi sui Precursori del vostro Gran Maestro, all’inizio non vi convincevano. Ma comunque stai cercando qualcosa qui, nelle colonie. »
« Come fate a sapere tutto questo?! »
« Be’, devo solo aver dato un’occhiata nella tua mente. »
« Voi non siete un uomo comune,dico bene? »,chiese Haytham, sfiorando la console di comando.
« Sono solo un Signore del Tempo, che si è ritrovato catapultato involontariamente in quest’anno dalla sua TARDIS. All’inizio non ne ho compreso il motivo, ma poi l’ho capito quando vi ho incontrato. Vedete Haytham,voi siete un uomo dalle qualità eccellenti. Intelligente,furbo, con un grande carisma e, soprattutto,con un grande ideale. Non siete come gli altri Templari, sembrate avere a cuore la vostra Causa. Anche se io non ne so molto di tutto questo; difatti la TARDIS mi ha portato in questo universo parallelo. Accade raramente,ogni tanto però succede che si apra una piccola crepa dimensionale e che la TARDIS ci finisca all’interno. »
« Mi state dicendo che non siete né umano e né di questo universo? »
« Sì,esattamente questo. Vedi, mi sono insospettito quando ho scoperto di questi Precursori e Ordini o Confraternite. Conosco abbastanza bene la storia del pianeta Terra, almeno credo. Forse mi sono concentrato un po’ troppo sulla matematica ricreativa. », disse il Dottore.
« Incredibile. Questo vuol dire che esiste un universo dove non c’è tutto questo? Templari,Assassini, Precursori... affascinante. »
Haytham si avvicinò al Dottore,guardando dritto negli occhi verdi del Signore del Tempo. Era incredulo, non era tutto frutto della sua fantasia. In fondo aveva sognato un mondo dove Assassini e Templari collaborassero, o magari non esistessero per niente. Forse lì c’era un altro Haytham Kenway, che viveva felice assieme alla sua famiglia, ancora in vita. Quel bizzarro Dottore sembrava essere molto più vecchio e saggio di quel che appariva. Eppure doveva essere solamente qualche anno più giovane di lui.
« Sai Haytham, mi sarebbe piaciuto se tu fossi stato mio compagno di viaggio. Però questo è un punto fisso nel tempo e in più,essendo un universo parallelo,non potresti tornare facilmente. Ho già avuto brutte esperienze di questo genere. », disse il Dottore, riportando per un attimo alla mente ricordi dolorosi di un passato ormai troppo lontano. « Piuttosto, ti ho detto che questa bellezza è in grado di viaggiare anche del tempo? »
« Ancor più affascinante,sarebbe qualcosa di davvero utile. Viaggiare nel tempo,un’idea che mi tenterebbe,per diverse motivazioni. »
Nella mente di Haytham passò l’immagine della morte di suo padre e dei suoi assassini,che ancora non era riuscito a scovare.
Il Dottore guardò nel monitor della console, e sul suo volto apparve un’espressione abbastanza malinconica.
« Credo di dover andare adesso. Dall’altra parte mi aspettano. », affermò il Dottore, con un sorriso triste. « Spero solo di non aver sconvolto la tua giornata! »
« Be’,mi è capitato spesso di incontrare un uomo dall’aria stramba che viaggia nel tempo con la sua nave-cabina chiamata TARDIS. », rispose Haytham sarcastico.
« L’unica nota positiva è che sono riuscito a farmi un nuovo amico oggi! », esclamò il Dottore, dando una pacca sulla spalla ad Haytham. Egli ricambiò sorridendo e si diresse verso l’uscita.
« Dottore, potrei chiedervi un ultima cosa? »
« Certo! »
« Visto che viaggiate nel tempo, suppongo che sappiate cosa ci aspetta. Ecco, volevo solo sapere se un giorno ci sarà davvero un mondo migliore. »
Il Dottore rimase un po’ spiazzato da quella domanda, ma cercò comunque di rispondere:« C’è ancora tanta strada da fare,ma qualcosa la si riuscirà ad ottenere. »
Haytham sorrise e,con un ultimo gesto elegante, salutò il Dottore uscendo dalla cabina. La vide scomparire davanti ai suoi occhi,mentre si innalzava un leggero venticello.
 
                                                                 ***
« Cosa stai facendo,Dottore? Non è da te giocare ai videogiochi. »,chiese Clara, sedendosi accanto a lui. Era intento a smanettare davanti ad una console, cosa che raramente aveva fatto-amava solo la wii-,ecco perché Clara era rimasta abbastanza sorpresa nel vederlo lì.
« Be’,ogni tanto ci vuole qualcosa di nuovo, no? Piuttosto, hai trovato quel libro che ti ho chiesto di cercare? »,chiese il Dottore,non staccando lo sguardo dal televisore.
« Sì,eccolo qui. Non sapevo ti stessi appassionando a questa saga di videogiochi. »
« Ah grazie! », disse il Dottore,stampando un bacio sulla fronte di Clara. « Tieni,continua tu,preferisco leggere. »
« A proposito Dottore, dove sei stato ieri da solo? Non ti sarai cacciato in qualche guaio,spero. »,chiese Clara,prendendo il joystick fra le mani.
« Ho solo fatto un po’ di amicizia. »,rispose, mettendo gli occhiali e cominciando a leggere quel libro.

  
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