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Autore: Herondales    21/09/2014    4 recensioni
Dean e Castiel entrano in coma dopo un uncidente e i loro spiriti iniziano a conoscersi sempre di più.
Dal primo capitolo:
«Stava andando tutto bene, in fondo. Non aveva incontrato nessuna macchina, ancora. Ma adesso la strada non era più buia e davanti a lui vede le luci abbaglianti di un’auto farsi sempre più vicine.
Lo scontro diretto, è inevitabile.»
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Questa ff la dedico al gruppo Destiel di cui faccio parte, ed è un po' una vendetta nei confronti di Elo. I capitoli hanno titoli di canzoni, in questo caso Untitled dei Simple Plan. Chi conosce il video, sa perché ho scelto proprio questa. Beh, che dire.. buona lettura!




 

“A domani, Meg! Buonanotte.” Il dottore dagli occhi verdi saluta l’infermiera del turno di notte con un cenno del capo.
“A domani, dottor Winchester! Buonanotte!” ricambia lei, con un sorriso smagliante.
Dean esce dalla porta principale del grande ospedale in cui lavora e si dirige verso il parcheggio. Intanto, il suono della sirena di un’ambulanza in lontananza si fa sempre più vicino. Attraversa la lunga fila di macchine per arrivare alla sua splendida Impala del ’67, il suo tesoro più grande. Dopo suo fratello Sammy, ovviamente.
Mette in moto ed accende la radio. Una canzone dei Metallica parte come sottofondo, e Dean accenna un sorrisino compiaciuto, fiero di quell’auto che lo conosce ormai così bene. Parte e lascia l’edificio alle sue spalle. Mentre guida, squilla il cellulare.
Carry On My Wayward Son si fa eco dentro la macchina, mentre Dean cerca di prendere il cellulare da dentro la tasca del camice posto sul sedile accanto; lo prende in mano e guarda lo schermo. E’ Sam.
“Ehi, Sammy!” dice, rispondendo alla chiamata.
“Dean.. io.. Dean, Jessica…” la voce dall’altro capo del telefono è debole. Dean si irrigidisce.
“Sam, stai bene? Cos’è successo?” Il fratello inizia a ridere senza sosta per un paio di secondi, per poi bloccarsi ed iniziare a piangere. Dean continua a guidare. “Sei.. ubriaco?” chiede.
Tra i singhiozzi, Sam risponde: “Non sono ubriaco! Ho bevuto solo quattro birre.. o erano sei?” e ricomincia a ridere.
Tra una risata e l’altra, Dean cerca di chiedergli dove si trovi, e quando, stufo che suo fratello non rispondesse, gli urla per l’ennesima volta la domanda, finalmente il ragazzo ubriaco glielo dice. “Ma è dall’altro lato della città!” fa una pausa. Sospira. “Aspettami lì, arrivo subito” dice, e sterza bruscamente.
Con le mani contratte sul manubrio ed il volto preoccupato, Dean cerca di andare il più velocemente possibile e continua a parlare a suo fratello, per farlo calmare, mentre percorre quella strada buia. Così buia, da non vedere la macchina di fronte a lui venirgli contro.

Servito l’ultimo piatto della serata, Castiel Novak esce dal retro del ristorante salutando i suoi colleghi con un grande sorriso, contento di poter andare a casa a rilassarsi.
Sale in macchina e mette in moto. Castiel è molto attento alla guida: istema gli specchietti retrovisori e si accerta che tutto sia al suo posto, quando una spia rossa attira la sua attenzione e lui scende dall’auto.
“Dannazione!” esclama quando si trova davanti al veicolo. La luce anteriore destra era già partita da tempo, ma adesso anche la sinistra era andata. Castiel rientra in macchina preoccupato, ma cerca di non agitarsi troppo.
“Perché diamine non ho portato prima la macchina a riparare? Che idiota!” Il ragazzo dagli occhi blu cerca di aguzzare la vista in quella strada senza lampioni, felice di essere sempre più vicino a casa.
Stava andando tutto bene, in fondo. Non aveva incontrato nessuna macchina, ancora. Ma adesso la strada non era più buia e davanti a lui vede le luci abbaglianti di un’auto farsi sempre più vicine.
Lo scontro diretto, è inevitabile.

Dean apre il suoi occhi verdi ed esce dalla macchina.
Quell’idiota gli è arrivato addosso con le luci spente e gli aveva provocato un bel bernoccolo in testa, si meritava una ramanzina pesante. Il ragazzo di fronte a lui ha l’aria disorientata, apre bocca per urlargli contro ma i suoi occhi blu dall’aria sconvolta, lo fermano e si informa soltanto sul suo stato fisico.
“Ehi tu, stai bene?” chiede.
Castiel lo guarda dritto in viso, sull’orlo delle lacrime. “Io.. oh mio Dio, mi dispiace così tanto! E’.. è colpa mia! Le luci non funzionavano e ho cercato di stare attento ma.. oddio, oddio!”. inizia ad agitarsi sempre di più, ma Dean lo rassicura il più possibile.
“Ehi ehi! Amico, va tutto bene! Stiamo bene, no? Dai, non ti chiedo neanche di..” Dean viene interrotto dal suono di una sirena. Non si era accorto che attorno a loro si stava radunando una folla incredibilmente grande. Si dirige verso un uomo in divisa, che si faceva strada tra la gente. “Agente! Va tutto bene, non si preoccupi. Sono un medico e..” ma l’agente non lo ascoltava.
“Ehi! Sto parlando con lei!” insiste Dean. Ci rinuncia e va verso un altro agente appena arrivato sul posto. Anche lui, non gli dà retta. Castiel gli si avvicina, cercando di aiutarlo, ma l’uomo viene richiamato dal suo superiore che gli ordina di chiamare immediatamente un’ambulanza.
“Ma che diamine! Sono un dottore, capisco se qualcuno sta bene o male, no?!” sbraita Dean, seccato da quel comportamento.
Nel frattempo, Castiel si era accostato allo sportello della sua macchina, rimanendo di sasso per quello che stava vedendo. Dean, che si era accorto dello stato di shock dell’altro, gli va incontro cercando di parlargli, ma non ottiene alcuna risposta. Decide quindi di volgere il suo sguardo dentro l’auto che gli era venuta contro, capendo il perché di quella reazione. Il corpo di Castiel giaceva contro il manubrio, il sangue che gli copriva il viso e un frammento di vetro conficcato nel cuore.
Dean aveva sentito parlare di vita dopo la morte, ma adesso stava pregando in tutti i modi che non fosse successo proprio a lui, nonostante non sia un grande credente.
Si dirige verso la sua, di macchina, e la sua paura diviene realtà: vede una esatta copia di sé stesso venire trasportato su una barella, ricoperto di sangue in viso, proprio come l’altro ragazzo.
Era paralizzato, non riusciva a muovere un muscolo. Non si era reso conto che quel ragazzo dagli occhi blu gli si era avvicinato, fino a quando non sentì una mano sulla spalla. Si guardarono negli occhi, senza dire una parola, con le lacrime pronte ad uscire.
Una voce spezzò il silenzio. Lo sceriffo stava parlando con qualcuno, spiegando la situazione. “Le luci anteriori della macchina grigia sono entrambe rotte e il guidatore dell’Impala non è riuscito ad evitare di prenderlo in pieno. Il signor Dean Winchester riporta ferite gravi alla testa; il signor Castiel Novak riporta un trauma cranico ed una lesione interna vicina al cuore. Entrambi sono in coma. Poche possibilità di ripresa”.
Dean e Castiel tirano un lieve sospiro di sollievo.
Almeno, non erano morti.
Ma adesso erano soli.
Nessuno li vedeva, o li sentiva.
Soli.
Tranne loro due.


 




Angolo autrice:
Salve a tutti! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Ho taaaante idee in mente, e la storia sarà molto angst quindi.. preparatevi:3 Aggiornerò il prima possibile!
Zau :3

  
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