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Autore: Evil_Queen2291    21/09/2014    6 recensioni
[Traduzione] Emma è frustrata dal fatto che nessuno creda che Regina sia il suo vero amore. Così decide di affrontare la questione per dimostrare di aver ragione. Swan Queen
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Last Resort '
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Emma sedeva nella sua stanza, impegnata in un’intensa sfida di sguardi con la maledizione del sonno. Sfida che stava perdendo.
 
Continuava a tenere la boccetta tra le dita mentre cercava di convincere se stessa di non essere spaventata.
 
Era successo a sua madre, era successo a suo padre ed era successo a suo figlio. Tutti e tre erano stati in quella stanza infuocata – ed erano sopravvissuti tutti. Erano tornati tutti indietro.
 
Non vedeva alcuna ragione per la quale lei non avrebbe potuto fare lo stesso.
 
Nonostante la sua sicurezza, tutto quello che davvero voleva era parlare con Regina; voleva sentire l’unica voce che, in qualche modo, riusciva sempre a calmarla. Emma voleva dirle di fidarsi di lei, di darle l’opportunità di sistemare le cose.
 
Ma Regina non sarebbe riuscita a vedere il valore di questo piano – tutto quello che la sua regina avrebbe visto sarebbero state le possibilità che qualcosa andasse nel modo sbagliato.
 
Erano poche possibilità, disse Emma a se stessa. Ma Regina sarebbe stata ugualmente furiosa.
 
Assolutamente no, le avrebbe detto. Non rischieremo la tua vita, la nostra felicità, per dimostrare qualcosa.
 
Sorrise brevemente all’idea che, nonostante fossero passati solo due mesi, riuscisse già ad avere un’intera conversazione con Regina nella sua testa. Poteva anticipare perfettamente come la bruna avrebbe risposto; poteva visualizzare tutte le distinte espressioni facciali che avrebbe assunto.
 
In quel momento quell’abilità le era particolarmente utile – perché Emma sapeva che non poteva parlare con Regina, indipendentemente da quanto lo desiderasse. Regina si sarebbe accorta immediatamente che qualcosa non andava. Tanto Emma conosceva Regina, quanto Regina conosceva Emma. Mentire non era un’opzione utilizzabile nella loro relazione.
 
Pensò che ci fosse una sola cosa che potesse fare: lasciare tracce. La salvatrice prese un pezzo di carta e scrisse quattro semplici parole. Piegò il foglio, lo mise in una busta e scrisse sopra il nome di Regina.
 
Tutto questo faceva sembrare il suo piano più reale. Stava succedendo davvero.
 
Dopo, svuotò il contenuto della boccetta nel suo bicchiere d’acqua. Non poteva entrare nel salotto con un incantesimo in mano – i suoi genitori potevano essere ingenui, ma non erano completamente stupidi. E se avessero capito quello che stava facendo, avrebbero provato anche a fermarla.
 
Era reale – stava succedendo adesso. Nessuno poteva fermarla.
 
Lei era la salvatrice. Poteva combattere i draghi. Poteva impugnare una spada. Poteva arrampicarsi sulle piante di fagiolo. Il suo cuore era letteralmente bloccato nel petto, impossibile da rimuovere.
 
Poteva farcela.
 
Regina Mills era la regina. Era il sindaco. Era determinata. Era stata all’infero per tornare volta dopo volta. Era in grado di amare più profondamente di chiunque altro Emma avesse mai conosciuto.
 
Loro potevano farcela.
 
 
 
Emma aprì la porta della sua camera da letto e trovò i suoi genitori sul divano del salotto – David, appena tornato dal suo turno, fu il primo a notarla.
 
“Pensavo che dovessi essere a lavoro?”
 
“Ho chiesto a Ruby di sostituirmi” fu la sua sola spiegazione. “Dov’è Henry?”
 
“Ha detto che aveva un progetto su cui lavorare dopo scuola, ma dovrebbe arrivare presto” le spiegò sua madre, guardando l’orologio sulla parete. “Neal sta venendo a casa con lui.”
 
“Ok, perfetto.”
 
“Stai bene?” le chiese David, notando l’espressione inquietantemente neutra sul viso di sua figlia.
 
“Quando Regina arriverà qui assicurati di darle questo” gli disse, mentre posava la busta sul tavolino da caffè.
 
“Regina sta venendo qui?” le chiese Snow, inclinando la testa con fare interrogativo. “Qui?
 
Emma notò la nota di disappunto in sottofondo al commento. I suoi genitori pensavano che lei stesse infrangendo una delle loro regole implicite: Niente Regina Cattiva in casa. Se vuoi fraternizzare con il nemico, non farlo sotto il nostro tetto.
 
“La chiamerete tra qualche minuto e le chiederete di venire.”
 
“Ma davvero?”
 
“Per la cronaca, speravo davvero che ci fosse un altro modo.”
 
Guardò lo scambio di sguardi dei suoi genitori, che sembravano cercare qualche sorta di indizio l’uno dall’altro.
 
“Emma” insistette David “di cosa stai parlando? Un altro modo per fare cosa?”
 
Aveva aspettato tutta la vita per una qualche forma di lieto fine. Ed anche se i suoi genitori erano letteralmente una favola, non era ancora sicura su cosa credere.
 
Tranne che nel controllo; credeva nel prendere il controllo della situazione. Credeva che le persone spendessero un sacco di tempo nel dirle chi avrebbe dovuto essere. Credeva che fosse il momento di rispondere – di mostrare a Storybrooke chi fosse davvero.
 
Non rispose alla domanda di suo padre.
 
Semplicemente portò il bicchiere alle labbra e bevve.
 
La stanza cominciò a ruotare su se stessa.
 
Cadde all’indietro sul divano.
 
Vide oscurità.
 
Ed allora tutto quello che riuscì a sentire fu calore.
 
 
 
Regina stava cercando con tutte le sue forze di essere paziente con le pessime abitudini di Emma. Ma una di quelle che le dava davvero ai nervi era l’incredibile capacità della bionda di essere sempre in ritardo.
 
Il sindaco rimase in piedi sul marciapiedi fuori dalla stazione, aspettando che lo sceriffo si facesse viva per lavorare. Emma l’aveva pregata la sera prima di farle compagnia e ‘salvarla dalla noia di un turno pomeridiano infrasettimanale’.
 
La regina cominciava ad essere insofferente quando il suo cellulare suono ed apparve il nome di Emma.
 
Nonostante la sua irritazione, sorrise al pensiero della voce piagnucolante della sua fidanzata all’altro capo. Era sicura che ci sarebbe stata qualche complicata storia su come Henry o i suoi genitori l’avessero trattenuta. Anche se Regina odiava i ritardi di Emma, amava il modo estremamente teatrale in cui le raccontava quelle storie.
 
Aprì la chiamata ed assunse un finto tono di serio disappunto. “Tu mi hai chiesto di farti compagnia a lavoro e tu sei in ritardo di venticinque minuti. Questo non fa presagire niente di buono…”
 
La sua voce si spense quando sentì dei singhiozzi trattenuti all’altro capo del telefono – singhiozzi che non venivano dalla salvatrice.
 
È successo qualcosa ad Emma,” riuscì ad articolare la sua nemica. “Devi assolutamente venire qui.
 
Chiuse il telefono, le mani che tramavano – la sua mente che correva veloce.
 
Chiuse gli occhi, pronta a materializzarsi nell’appartamento dei Charming.
 
Quando non funzionò, sbatté con forza i pugni sulla porta esterna della stazione dello Sceriffo. Aveva dimenticato che era senza poteri – che non aveva più la sua magia.
 
Merda” urlò.
 
Afferrò le chiavi dalla sua borsa e corse all’auto.
 
 
 
Emma” Regina oltrepassò la porta freneticamente, buttando la borsa sul pavimento e gettandosi letteralmente accanto al corpo privo di conoscenza della salvatrice. Cancellò completamente la presenza di altre persone nella stanza nel momento in cui posò entrambe le mani sul viso di Emma.
 
“Cos’è successo?” chiese con rabbia quando si accorse che i Charming erano in piedi accanto a lei, osservando ogni sua mossa.
 
“È stata lei” le rispose Snow tra le lacrime. “L’abbiamo vista farlo.”
 
“Fare cosa?”
 
“Ha bevuto qualcosa” spiegò David, abbracciando saldamente sua moglie. “Ed è semplicemente…collassata.”
 
“Qualcuno l’ha avvelenata?”
 
“No, non capisci” il tono di Mary-Margaret era frenetico. “Era come se sapesse cosa stesse per succederle. È entrata nella stanza, ha bevuto ed è svenuta sul divano.”
 
“Mi state dicendo che lo ha fatto intenzionalmente?”
 
Un concentrato di tutte le sue ansie e di insicurezze le si riversò addosso. Se Emma aveva davvero fatto tutto questo intenzionalmente, significava che voleva andar via, che non era felice, che il loro amore non era abbastanza.
 
Guardò verso la donna che amava, la donna nelle cui braccia si addormentava ogni sera. Non sembrava possibile – erano felici. Ma, ancora una volta, Regina aveva imparato che era proprio quello il momento in cui la tragedia colpiva.
 
“Non lo so di preciso” proseguì Snow. “So solo che sapeva che qualcosa di brutto stava per succedere. Aveva questa espressione posseduta sul viso e ci ha detto che avremmo dovuto chiamarti.”
 
“Ho trovato questo nella sua stanza” Charming diede a Regina la boccetta vuota. “Sai cos’è?”
 
Era rimasta una sola goccia nel contenitore – Regina la versò sul dito, portandosela al naso per sentirne l’odore. Non le fu difficile capire; avrebbe riconosciuto quell’odore ovunque.
 
“È una maledizione del sonno” li informò. “E considerando il fatto che non l’ha avuto da me, suggerirei di chiamare la sola altra persona in questa città che può avergliela data.”
 
David corse nell’altra stanza per trovare un telefono, seguendo immediatamente le istruzioni di Regina.
 
“Credi che qualcuno l’abbia costretta a farlo? Credi sia stato Gold?” ipotizzò Snow, apparentemente perplessa quanto Regina. “Ha detto qualcosa riguardo al fatto che sperava ci fosse un altro modo…”
 
Infinite possibilità attraversarono la mente di Regina – temeva che Emma si fosse cacciata in un guaio troppo grande, o avesse fatto un accordo troppo difficile da rompere.
 
“Penso che Emma farebbe qualsiasi cosa per proteggere le persone che ama.”
 
“Quindi se qualcuno avesse minacciato Henry o te…”
 
“Ma non ha nessun senso” urlò la regina. “Non me lo avrebbe tenuto nascosto, se Gold avesse cercato di fare qualcosa. E tutti gli altri pericoli sono stati risolti. Storybrooke dovrebbe essere sicura adesso.”
 
“Lo so. Sembra tutto…così improvviso.”
 
“Devo pensare…devo pensare come Emma” si alzò, cominciando a camminare. “Deve esserci una spiegazione. Se era in pericolo e non ha detto nulla a nessuna delle due, deve esserci una ragione.”
 
Regina cercò di ricordare tutte le recenti conversazioni – cercando con urgenza nella sua mente per qualsiasi indizio, qualsiasi significato nascosto nelle parole di Emma.
 
Mentre lo faceva, Henry arrivò a casa; entrò nell’appartamento con Neal dietro di sé.
 
“Cosa c’è?” chiese l’undicenne, controllando la stanza. Quando vide la madre biologica sul divano, corse da lei – esattamente come aveva fatto Regina. “Cos’è successo?”
 
“Henry” gli disse Snow “Emma in qualche modo ha bevuto un incantesimo; è sotto l’influsso della maledizione del sonno.”
 
“Ma come? Come le è successo?”
 
“Non lo sappiamo – ma tua madre sta cercando di capirlo”
 
“Una maledizione?” chiese Neal, chiaramente preoccupato da quella premessa. “Mio padre non ha nulla a che fare con questo, vero?”
 
“Gold sta venendo qui” rispose David, tornando nella stanza. “Ha confermato solo che Emma è stata da lui.”
 
“Perché avrebbe dovuto andare da lui?” Regina continuava a pensare ad alta voce. “Non si fida di lui. Cosa diavolo cercava di ottenere? In cosa si è infilata?”
 
Mentre tutti nella stanza guardavano Regina per avere ulteriori istruzioni, Henry immediatamente si alzò e corse da suo padre.
 
Baciala” Henry gli afferrò il braccio. “Se si tratta di una maledizione del sonno, tu puoi svegliarla.”
 
“Non posso” gli rispose con calma Neal, quasi non volesse che la richiesta del figlio fosse sentita da nessun altro.
 
“Certo che puoi. So che puoi farlo.”
 
“Non è compito mio baciare Emma, Henry”
 
Vuoi che muoia? Devi salvarla!”
 
“Ovviamente non voglio che muoia”
 
“Allora aiutala. Perché non vuoi fare un tentativo? Che pericolo c’è?”
 
Neal sembrava non avere una risposta e guardò David, il quale semplicemente annuì in approvazione.
 
“Regina?” Neal si rivolse alla regina per il permesso.
 
“Che c’è?” chiese, sbottando. Si era completamente estraniata dalla conversazione ed era irritata che il filo dei suoi pensieri fosse stato interrotto. “Sto provando a pensare”
 
Mamma” la pregò Henry. “Papà può provare a svegliarla con un bacio?”
 
Durante l’ultimo anno, Henry era stato la causa di un milione di emozioni diverse: dolore, colpa, rimpianto, paura, speranza, amore. Ma mentre la guardava, così convinto che Neal fosse l’eroe di Emma, tutto quello che sentiva era un profondo senso di sconfitta. Ebbe la sensazione di averlo perso definitivamente. Senza Emma, non era abbastanza forte da opporsi a lui – non poteva controbattere la sua logica – non poteva dirgli di no.
 
“Va bene” disse, approvando con riluttanza. “Non mi importa di come Emma si svegli, Henry. Voglio solo che torni da noi.”
 
“Fallo, Papà. Ti prego.”
 
Neal si avvicinò ad Emma con disagio, non avendo la sicurezza di Henry. Si abbasso, fino a poggiare le labbra su quelle della sua ex fidanzata.
 
Regina non riuscì a guardare, preferendo guardare il pavimento.
 
Non sapeva cosa volesse che accadesse – perché voleva che la maledizione fosse spezzata – ma non voleva che ci riuscisse Neal – non voleva che suo figlio avesse ragione.
 
La stanza era silenziosa quando Neal si allontanò; i secondi passarono ma non ci fu nessun cambiamento in Emma.
 
“Perché non ha funzionato?” balbettò Henry, non abituato a sbagliarsi sulla magia. “Dovrebbe spezzare tutte le maledizioni.”
 
“Mi dispiace” disse Neal.
 
“Non si amano più” concluse Snow. “Il Vero Amore ha bisogno che ci credano entrambe le parti.”
 
“Ma…” obiettò Henry, “Pensavo che…”
 
“Cosa diavolo è questo?” lo interruppe Regina quando si accorse della busta indirizzata a lei poggiata sul tavolo.
 
“Oh, giusto.” Si ricordò David. “Emma ha detto…ha detto di darla a te.”
 
Regina prese il foglio tra le mani, rimanendo pietrificata nel leggere le parole che le aveva lasciato Emma. Ma bloccò le sue emozioni, certa che il suo bisogno di risposte fosse di gran lunga maggiore delle sue paure.
 
“Cosa c’è scritto?” Snow le chiese quasi implorandola.
 
Dimostra che si sbagliano” lesse ad alta voce.
 
E, all’improvviso, Regina comprese.
 
Neppure Emma non voleva che Henry avesse ragione. Emma voleva che nessuno di loro avesse ragione.
 
“Chi si sbaglia?” chiese suo figlio. “Cosa significa?”
 
Regina incrociò lo sguardo di suo figlio, ma le parole sembravano bloccate nella gola.
 
“Significa” cominciò Snow, comprendendo velocemente “Che tua madre sveglierà Emma con il bacio del vero amore.”
 
Regina sentì tutti gli occhi dei presenti puntati su di lei.
 
E, all’improvviso, avvertì una stretta allo stomaco.
 
Si coprì la bocca con le mani, cercando di trattenere i conati che le salivano lungo la gola.
 
Corse fuori dalla stanza, verso il bagno.
 
Si piegò sul water.
 
Singhiozzò e vomitò
 
Singhiozzò e si chiese cosa diavolo Emma stesse pensando di fare. 
   
 
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