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Autore: Ninox    22/09/2014    4 recensioni
[Storia partecipante al contest 'Che sapienza e ambizione trovino la loro melodia' indetto da Fantasiiana sul forum di Efp]
Si dice che Salazar Serpeverde sia fuggito da Hogwarts perché gli altri tre fondatori non volessero che fossero ammessi solo purosangue, ma se lo avesse fatto per proteggere Priscilla?
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
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Nome autore : Ninox (Efp); Noemi_Weasley_Baston (Forum)
Titolo della storia: Saresti stato un ottimo padre 
Genere: Malinconico; Triste
Rating: Verde 
Pacchetto: Serpeverde 
Breve introduzione: Si dice che Salazar Serpeverde sia fuggito da Hogwarts perché gli altri tre fondatori non volessero che fossero ammessi solo purosangue, ma se lo avesse fatto  per proteggere Priscilla? 
Note dell'autore: Appena ho visto il contest, ho cominciato a shippare Salazar e Priscilla, e non ho potuto fare a meno di iscrivermi. 
Ho cercato di inserire al meglio la canzone - della quale ho modificato qualche parola per rendere i discorsi un pò più attinenti all'epoca - e anche gli altri due elementi, e spero di esserci riuscita. 
Ho voluto inserire la frase 'Una scelta può cambiare il tuo destino' - presente sulla copertina del libro Divergent, perché la trovavo appropriata, ed anche perché amo il libro.
Comunque, dopo queste righe (che sicuramente non avrete letto, visto che siete fuggiti subito), vi lascio alla lettura. 

Saresti stato un ottimo padre. 


Salazar, dopo una furiosa lite con gli altri fondatori, si rifugiò nella Foresta Proibita. 
Come potevano voler ammettere nella loro scuola i figli di coloro che volevano metterli al rogo? 
Pensava che Godric fosse alquanto sciocco, ma non si aspettava fino a quel punto.
E poi, ci sarebbe stato il rischio che qualche ragazzino troppo inesperto gli distrugesse il castello!
Poi, si aggiungeva anche Tosca con il suo altruismo, e anche Priscilla. 
Quella donna, probabilmente, pensò Salazar, doveva avergli rifilato dell'Amortentia. 
Non riusciva a spiegarsi perché lo avesse ferito così tanto vedere Priscilla dare ragione a quel pomposo di Godric. 
Uno strano sapore amaro gli aveva impregnato la bocca.
Dopo poco, dei passi leggeri attutiti dall'erba spezzarono il silenzio. 
Salazar non alzò la testa, che china stava tra le sue ginocchia, già sapendo chi lo avesse raggiunto. 
«Vattene, Priscilla » mormorò « Vi detesto, vi detesto tutti! » esclamò, poi, alzando il tono di voce. 
Le mani erano strette in due pugni, mentre il mago, con la mascella contratta, si sforzava di non piangere. 
Non poteva piangere, lui non era di certo un debole!
«Soltanto coloro che sanno odiare sanno anche amare» disse Priscilla, ignorando le parole di Salazar, sedendoglisi di fianco. 
Salazar la guardò di sottecchi, scuotendo impercettibilmente la testa. Priscilla non sarebbe mai cambiata.
«Cosa hai intenzione fare, Salazar? » chiese Priscilla, guardando davanti a se, osservando ogni particolare di quella foresta. 
Gli alberi alti e dalle chiome scure avevano perso qualche foglia, segno dell'inizio dell'autunno. 
«Cosa? » le chiese l'uomo, voltandosi verso di lei. 
Due ciocche di capelli erano unite da un ferma capelli dietro la testa, mentre i boccoli neri le ricadevano sulle spalle. 
Salazar si perse nella contemplazione della bellezza di Priscilla, che continuava a tenere lo sguardo dinanzi a se. 
L'amava, e molto, si disse Salazar. Forse per la sua intelligenza, o la sua bellezza; oppure perché era l'unica che aveva visto i demoni dentro i suoi occhi. 
«Quando hai in mente qualcosa, o qualcosa ti turba, ti torturi sempre le unghie» gli fece notare Priscilla, non smettendo neanche per un secondo di osservare quella foresta, che, a parer suo, era meravigliosa. 
Lo sguardo viaggiava da un albero all'altro, spostandosi per le loro chiome.
Salazar si passò i pollici l'uno sull'altro, per poi passarsi una mano tra i capelli. 
Sbuffò, voltando la testa verso sinistra. 
Il cielo azzurro gli ricordava gli occhi di Priscilla; tutto gli ricordava Priscilla. 
Prima di incontrarla, qualsiasi emozione "bella" gli era estranea. 
Aveva pensato, in un primo momento, che fosse stato soltanto attratto dall'aspetto della Strega; eppure, si era accorto, che non era così. 
Era rimasto incantato dalla sapienza di Priscilla, e dalla sua innata curiosità. Restava affascinata da qualsiasi cosa, cercando di scoprirne anche il più piccolo particolare. 
Il bruciore dei colpi della frusta, suo padre che sibilava a denti stretti 'Niente emozioni' : tutto questo si dissolvelva in un istante, quando i suoi occhi incrociavano quelli di Priscilla. 
Tutte le sue certezze e le sue convinzioni, quando la guardò per la prima volta negli occhi, in un attimo, vacillarono fino al punto di crollare. 
Ripensò alla decisione che aveva preso poco prima; gli avrebbe fatto male - molto male -, lo sapeva, ma doveva proteggere Priscilla a qualsiasi costo. Doveva proteggerla da se stesso. 
«Voglio nasconderti la verità.Voglio proteggerti, ma con la bestia che risiede dentro me non c'è posto per rifugiarsi» disse Salazar, rispondendo alla domanda fattagli dalla giovane donna che sedeva di fianco a lui.
«Sai che non puoi nascondermi ciò di cui già sono a conoscenza. Io ti amo, Salazar, e non puoi protteggermi da ciò che amo » gli rispose Priscilla.
«Ho preso troppe decisioni sbagliate » disse Salazar scuotendo la testa, sorridendo con tristezza. 
«E quale credi che sia la causa della nascita di queste scelte? » chiese Priscilla, voltandosi verso il Mago. 
«Dicono sia ciò che si compie. Io dico che dipenda dal destino : è intrecciato con la mia anima » disse Salazar, non avendo il coraggio di guardare Priscilla negli occhi. Non sarebbe più riuscito ad andarsene, era troppo debole. 
«Una scelta può cambiare il tuo destino, Salazar » gli disse Priscilla, e lui sorrise.
«E adesso voglio fare quella giusta. Ho bisogno di lasciarti andare.
I tuoi occhi brillano così luminosi, voglio salvare la loro luce » disse Salazar, quella volta trovando il coraggio di fari incrociare lo sguardo con quello di Priscilla. 
Gli occhi azzurri erano lucidi, mentre la donna sentiva un nodo alla gola. 
«Non salverai la luce dei miei occhi andandotene, Salazar. La luce dei miei occhi sei tu! » esclamò Priscilla, prendendo le mani dell'uomo tra le sue.
La donna sentiva già il dolore insinuarsi dentro al petto al solo pensiero che Salazar l'abbandonasse.
Priscilla provò a ricacciare dentro le lacrime, ma una sfuggì al suo controllo. 
Salazar sorrise, asciugando la lacrima di Priscilla con il suo pollice. 
Sentiva il cuore stretto in una morsa, che pian piano si stringeva sempre di più. 
Tutto stava vacillando pericolosamente, di nuovo. 
In quel momento, Salazar desiderò essere il vecchio Salazar : quello che non avrebbe mai asciugato le lacrime di una donna.
Si strinse ancor di più, la morsa.
«Non voglio abbatterti, ma sono legato all'inferno » disse Salazar, prendendo il viso di Priscilla tra le sue mani, accarezzandone una guancia con il pollice. 
La pelle lattea sembrava porcellana, in netto contrasto con i capelli scuri.
Il cuore si lacerava lentamente, e si poteva sentire la formazione delle crepe. 
Il dolore cominciava a devastarli, prosciugando la felicità dai loro cuori. Era come se fossero circondati dai dissennatori.
«Nonostante tutto questo sia per te, non voglio nasconderti la verità » disse Salazar «Non tornerò, Priscilla. Non so dove andrò, ma sono sicuro che non tornerò mai più ad Hogwarts » continuò, e Priscilla no riuscì più a trattenere le lacrime. 
Salazar avrebbe voluto agire con egoismo, stringendo Priscilla tra le sue braccia, non lasciandola per l'eternità; però, non lo fece. 
Per il bene di Priscilla, Salazar. Per il bene di Priscilla, si ripeteva.
Dopo aver frugato nella sua tasca, Salazar prese un medaglione. Lo mise tra le mani di Priscilla, che, aprendolo, vide che dentro di esso vi era una foto di Salazar. 
«Quando senti il mio calore, guarda nei miei occhi : è dove i miei demoni si celano; ma non avvicinarti troppo, dentro di me c'è l'oscuritá » disse, sussurrando sull'ultima frase, Salazar, per poi alzarsi. 
Si fermò, quando sentì Priscilla sussurrare con voce spezzata  : «Saresti stato un ottimo padre »; poi, riprese a camminare.  
   
 
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