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Autore: LemiraB    22/09/2014    1 recensioni
Era iniziato tutto da una cosa così futile in confronto all'insieme: da decenni il governo dittatoriale che governava su Naker stava distruggendo la vita di molti, con la paura e la violenza. Ma Andrew, anni 25, non si occupava di quello: con la rivolta, molti poliziotti si erano schierati dalla parte del popolo, allora il governo aveva dovuto trovare delle sostituzioni e così nacquero gli androidi: robot con sembianze umane obbedienti solo a chi li creava. Ecco, Andrew, ragazzo bello e moro, con delle lentiggini sulle guance e un sorriso angelico che non mostrava mai a nessuno, la sera usciva di casa e andava a caccia di androidi col suo fucile ultra tecnologico.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andrew raccolse il suo fucile, lo controlló minuziosamente, guardó nel mirino, controlló bene tutti i pezzi, con calma, ne aveva tutto il tempo, la caccia sarebbe iniziata la sera e in quel momento erano le tre di pomeriggio.
Sistemata l' arma si stese sul suo comodo letto, fuori si sentiva un surreale silenzio. Da giorni non si stava così.
Le manifestazioni violente ormai duravano da mesi, spesso tutto il giorno, ma Andrew non poteva fare niente, anche se per lui era snervante stare con le mani in mano tutto il tempo; prese le sue cuffie enormi e se le caló sulle orecchie sparandosi rock a tutto volume.
Era iniziato tutto da una cosa così futile in confronto all' insieme: da decenni il governo dittatoriale che governava su Naker stava distruggendo la vita di molti, con la paura e la violenza. Un giorno un ragazzino sui dodici anni, che camminava tranquillamente per strada, era stato picchiato dalle guardie senza motivo, si scoprì solo in seguito che erano ubriache, ma in quel gesto di violenza gratuita era scoppiata una rivolta di tutti, era scoppiata la rabbia di anni di soprusi, ingiustizie sociali; e in tutta la nazione era scoppiata la guerra civile.
Ma Andrew, anni 25, non si occupava di quello: con la rivolta, molti poliziotti si erano schierati dalla parte del popolo, allora il governo aveva dovuto trovare delle sostituzioni e così nacquero gli androidi, robot con sembianze umane obbedienti solo a chi li creava. Ecco, Andrew, ragazzo bello e moro, con delle lentiggini sulle guance e un sorriso angelico che non mostrava mai a nessuno, la sera usciva di casa e andava a caccia di androidi col suo fucile ultra tecnologico.
I suoi non ne sapevano niente, suo padre era un membro del parlamento, fedele al governo e al suo stipendio stellare; sua madre era devota al marito, una donna non troppo intelligente ma dolce. Andrew la adorava ma la lasciava allo scuro, lei certamente non avrebbe capito; il ragazzo non ce la faceva proprio a smettere, sentiva di doverlo fare perchè gli sembrava giusto, non poteva certo scendere per le strade a combattere perchè avrebbero ucciso i suoi genitori, ma almeno poteva aiutare quando il sole calava.
Quando lo fece, con il fucile in spalla il ragazzo saltó furtivamente dalla finestra e arrampicandosi caló fino a terra, poi nascose l' arma dietro ad un cespuglio vicino al muro, allora risalì in camera sua e subito discese le scale entrando nel salotto dove trovó sua madre che canticchiava mentre preparando la cena, Andrew prese una mela dalla fruttiera sul tavolo da pranzo, andò dalla madre
“Vado da Janis” disse 
“Va bene, a domani mattina” disse lei solare come sempre.
Lui uscì, casa sua e il giardinetto aessa circostante non erano mai state preda di attacchi per la barriera che la circondava: era invisiblie ma tutti ne conoscevano l' esistenza.
Prese il fucile dal nascondiglio e si avviò per le strade, in vicoli deserti dove nessuno passava, dopo una decina di minuti si trovò davanti ad una villa a mattoni rossi, il moro varcò il cancello rotto e bussò tre volte veloce, poi una piccola pausa e di nuovo due bussate veloci
“Come ti senti oggi?” chiesero da dentro
“Penso che una spremuta d' arancia mi farebbe stare meglio” disse lui stizzito, al che la porta si aprì e si mostrò il viso di un ragazzo sulla trentina, con degli occhiali spessissimi
“Ehi, Andy! Entra!” salutò con un sorriso, allora il moro entrò.
“Andy, sei in ritardo!” una donna sempre sui 30 andò verso di lui abbracciandolo
“Non è vero!” disse lui irritato
“Scherzavo brontolone!” gli schioccò un bacio sulle labbra
“Janis, ma che ne pensi di cambiare la parola d' ordine?” chiese poi Andrew
“No, la teniamo ancora per un po'!” disse lei ridendo.
Janis era la sua ragazza da un anno, era stata lei che gli aveva aperto gli occhi su tutto ciò che succedeva fuori dalla sua casa protetta e lei l' aveva condotto a iniziare il suo 'lavoro' notturno.
Aveva 31 anni, era una ragazza carina, mora, con un viso dolce ma ordinario, un corpo agile e forte.
“Va bene... cambiamo discorso, hai la lista per stanotte?” chiese Andrew.
"Andiamo da Marija" disse Janis.
Percorsero un corridoio fino ad una stanza piena di computer e una donna bionda che ne stava usando uno,
"Ciao ragazzi" disse senza togliere gli occhi dallo schermo, presto il ragazzo della porta li raggiunse
"Marija, hai le liste per stanotte?" Chiese
"Si ho tutto Jasper" rispose lei.
Jasper era il fratello di Janis, aveva due anni di meno ed era un genio dei computer, aveva dei capelli cortissimi, color marroncino chiaro.
"Peró vorrei farvi vedere una cosa strana" continuó Marija, prese un foglio uscito in quell' attimo dalla stampante
"Guardate: fino a 771" fece vedere una lista, erano gli androidi prodotti quel giorno, ne creavano 110 al giorno e l' ultimo era di avanzo, non c' erano mai stati smacchi alla regola.
"Prima ricominciano i numeri, ora questo!" Si lamentó Jasper.
Da un po' di tempo i numeri di serie dei robot erano reiniziati da 0, questo indicava certamente un nuovo modello di androide, non era la prima volta ma c' era sempre da preoccuparsi.
"Sta tranquillo, secondo me non è nulla di che, dopotutto alle fabbriche ci sono persone, errare è umano no? Avranno sbagliato" disse Andrew tranquillo
"Lo penso anche io" confermó Janis
"Non sono convinta" affermó Marija
"Non importa, ci penso io al fantomatico numero 771" Andrew non ne aveva paura, era sicuro di quello che aveva detto,
"Aspetta, guardo dinuovo, hanno riaggiornato" lo fermó la bionda, fece un' espressione confusa
"Che strano... Il fantomatico 771 adesso è chiamato Lemira771"
"Strano..." Commentó Janis
"Andiamo Janis! Non è sicuramente niente" disse il suo ragazzo
"Non lo so, peró è meglio se vengo con te"
"No tranquilla, semmai mi raggiungi dopo"
"Come vuoi"
Mangiarono insieme come di consueto, ai quattro si unirono altrettante persone arrivate un po' più tardi:
La madre di Janis e Jasper, una donna sui sessant' anni di nome Reena, piena di energie, in passato era stata una poliziotta, ma adesso aiutava i figli come poteva, Andrew le serbava un grande rispetto;
Larry era sui quarantacinque e sua moglie Farrie pure, quando il loro unico figlio era stato ucciso da un androide iniziarono a dar loro la caccia.
Stacy era una scienziata di robot pentita delle sue azioni, aveva costruito androidi all' avanguardia per anni, senza rendersi mai conto delle conseguenze ma grazie a lei il gruppo adesso aveva accesso ai computer della fabbrica; a volte tornava ai laboratori per richiesta di vecchi colleghi e riusciva sempre ad avere informazioni preziose.
A tavola si spartirono i compiti, solitamente ogni membro, esclusa Reena, che mai si era unita a loro dato che l' età non le permetteva azioni troppo spericolate, distruggevano minimo 12 androidi a notte ma a volte anche di più, Marija li mobilitava dal computer nella casa, era un' eccellente hacker e riusciva a localizzare i robot dal gps che avevano impiantati nei loro meccanismi; fatto questo anche la bionda partiva in missione.
Dopo cena, verso le undici, il gruppo si mobilitó per la partenza, a quell' ora tutto taceva, le sommosse sarebbero reiniziate certamente la mattina dopo. Andrew fu il primo ad uscire, salutó Janis con un bacio
"Attento al fantomatico drone Lemira771" disse lei, il moro sorrise
"Tranquilla, tra qualche ora non sarà che ferraglia sparsa in terra" così il ragazzo uscì nel buio.

Era una notte di mezza luna, Andrew estrasse uno schermo da polso, era una mappa digitale. Un puntino rosso lampeggiava non troppo lontano da quello blu che rappresentava la sua posizione attuale, stette un un minuto a ragionare sul percorso e poi partì.
Si muoveva rapidamente nel buio, per le strade non c' era nessuno. Dopo poco  il ragazzo era riuscito a raggiungere la via dove doveva essere l'androide. Era stato facile, quello non si era mosso di un millimetro, Andrew si affacció alla via, vide un' ombra
"Beccato" pensó, estrasse il fucile, prese la mira e sparó ma il robot si mosse rapido e schivò il colpo, si giró nella sua direzione e lo vide. Si mise a correre con Andrew all' inseguimento ma a una svolta il ragazzo perse le tracce del robot, il moro si giró appena in tempo per vedere l'androide con le dita della mano posizionate a forma di pistola, Andrew puntó il fucile alla testa del nemico, aveva l' aspetto di una ragazza bellissima dai lunghi capelli arancioni che le sfioravano il sedere, gli occhi con ciglia foltissime erano nero pece, tanto che sembravano fatti solo della pupilla, aveva un fisico longilineo, era vestita come lui: pantaloni larghi a taglio militare ma neri e una canottiera del medesimo colore, lo fissava con un' espressione persa, ma allo stesso tempo analizzava attentamente il nemico.
Andrew si chiedeva perchè ancora non avesse sparato, solitamente gli androidi, totalmente indifferenti alla loro "morte" sparavano subito, invece erano in stallo. Il moro non sapeva come comportarsi, aveva paura ma cercó di non farlo notare anche se davanti a sè aveva un guscio vuoto senza sentimenti
"Tu hai paura della morte?" Chiese Lemira771 con curiosità
"Vi hanno fatti spiritosi adesso?" Pensó ad alta voce lui
"Tu hai paura della morte?" Insistè l'androide
"Tutti in una situazione del genere avrebbero paura della morte"
"Quindi anche tu ne hai?"
"Sì" rispose lui
"Ma cos' è la paura della morte?"
Quel robot era molto strano.
"Se me lo dici ti lascio andare" gli disse la rossa
"È una sensazione forte, ti batte forte il cuore, tremi e speri che in un modo o nell' altro tu possa uscire vivo dalla situazione che ti mette in pericolo"
"Ma tu non tremi, e nemmeno io"
"Mi sto trattenendo, cerco di non farmi prendere dal panico"
"E perchè io non tremo?"
"Perchè sei solo una macchina senza sentimenti"
"Trattenere le emozioni è da macchine senza sentimenti allo stesso modo"
"Non paragonarmi a te!!" Urló lui; Lemira771 non rispose, subito dopo fu afferrata da dietro da Janis, ma l'androide la sollevó e la sbattè violentemente a terra prima di scappare, mentre lo faceva Andrew la colpì al braccio col fucile.
"Ehi Janis! È tutto a posto?" Domandó Andrew preoccupato, quella si mise a sedere a fatica,
"Sì..."
"Ti porto a casa"
"No! Vado da sola, tu continua la caccia"
"Scordatelo" disse mentre se la caricava in spalla
“Stanotte ci è andata male... non ho preso neanche una di quelle fottute macchine” constatò Janis
“Quell' androide era strano...”
“In che senso?”
“Mi ha fatto delle domande, non mi ha sparato subito e... e mi ha detto che se avessi risposto mi avrebbe lasciato andare”
“Forse era telecomandato da qualcuno”
“Può darsi...” 
“...ma io non lo penso affatto” sussurrò senza che Janis sentisse.

Lo sfrigolare dei suoi circuiti sul braccio le faceva provare qualcosa: una stretta al petto che non era per niente piacevole, un martellare veloce tra i suoi circuiti, quasi fosse un cuore vero; ma Lemira771 non aveva idea di cosa fosse un cuore che batteva nel petto.
“Papà?” chiamò ad istinto appena fu entrata nel laboratorio, la strada era comparsa nella sua mente un attimo dopo che quel ragazzo le aveva sparato, danneggiandole il braccio e facendole sentire quella strana sensazione.
“Lemira?” 
“Sono io” era quello il suo nome? Non credeva di saperlo.
  
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