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Autore: ladyzaphira    22/09/2014    5 recensioni
*Completa*
Universo 2003-2004:
Una bellezza esotica e pericolosa, come un serpente nascosto nella sabbia.
Un amore letale, feroce e passionale.
Lei è la dolcezza nell’amaro, è il piacere nel dolore, è il desiderio nell’ignoto.
Lei è la morbidezza, la calma, l’amore, ma è anche il mistero, la violenza, la lussuria …
Lei è figlia del deserto e della notte. La luna è il suo sole, la sabbia e il deserto i suoi tutori.
Lei è il demone che lo ha ferito, sottomesso, e abbandonato; lei è l’angelo che lo ha cullato, consolato, e amato …
... Lei è la donna che ha conquistato il suo cuore …
Lei è Mayra.
Genere: Angst, Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Bondage, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black eyes: Mayra's chronicles'
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Oroku Saki alzò gli occhi al cielo sbuffando mentre ascoltava le patetiche farneticazioni del sindaco di New York.
 
“… Bla, bla, bla … e le insinuazioni di quel giornalista …” borbottò il sindaco timidamente, senza osare superare o anche solo camminare accanto all’uomo d’affari “C’è qualcosa che dovrei sapere?” domandò.
 
“Erano pure invenzioni scandalistiche Signor. Sindaco” liquidò Saki con un cenno annoiato della mano mentre prendeva posto sull’elegante scrivania d’ebano.
 
“Oh, ehm si, io … io non ne dubito ma il fatto è che …” replicò l’altro sempre più impacciato “Quest’anno ci saranno le elezioni e l’ultima cosa che vorrei …”
 
Venne interrotto dalla rumorosa (E assolutamente fuori luogo) entrata di Hun; quell’ammasso di muscoli senza cervello era entrato nell’ufficio di Saki spalancando malamente entrambe le ante della porta.
 
“Signore!!” esclamò Hun ignorando il sindaco “C’è un messaggio urgente”
 
Saki inarcò un sopracciglio, pericolosamente irritato dall’interruzione del suo dipendente.
 
“Avevo dato precise istruzioni di non essere disturbato quando sono con il sindaco” sibilò a denti stretti, lanciando un’occhiata gelida ad Hun, che si fece piccolo, piccolo sotto il suo sguardo.
 
Hun non disse nulla e con un breve inchino di scuse si defilò, nella speranza di non peggiorare la situazione.
 
“La prego di scusare la mancanza di rispetto della mia … guardia del corpo” giustificò Saki con un breve sorriso di circostanza.
 
“Ehm, sbaglio o quel tatuaggio è il simbolo dei dragoni purpurei?” domandò il sindaco nervoso.
 
“Non sia ridicolo Signor. Sindaco” replicò Saki minimizzando “Dovrebbe sapere che il dragone è un simbolo di prestigio nel paese da cui provengo”
 
Il sindaco fece per replicare ma Saki fu più svelto.
 
“Dunque, tornando a noi …” cominciò afferrando alcuni progetti di edilizia “Ho esaminato i suoi progetti di ristrutturazione di Time Square e ritengo che un preventivo di 47 milioni di dollari non siano affatto sufficienti …”
 
“Oh …” fece l’altro titubante.
 
47 milioni non sufficienti?
Ma da dove li ricava i soldi questo tipo? Dal cielo?!
 
“Vede secondo le mie previsioni ci verrebbero almeno …”
 
“… 147 milioni di dollari” terminò improvvisamente una voce femminile per Saki, attirando l’attenzione dei due uomini.
Nella stanza fece il suo ingresso una giovane donna.
 
Una bellissima, giovane, donna, dai tratti orientali.
 
Doveva avere sui 24 anni, snella e formosa.
Aveva la pelle scura, dalla tonalità ambrata; lunghi capelli castano scuro, raccolti in una coda morbida, riposavano dolcemente sulla spalla destra mentre il viso delicato era impreziosito da un paio di grandi occhi scuri, quasi neri.
Indossava un paio di jeans neri, eleganti e una semplice camicetta rossa, sbottonata all’altezza del florido seno che le davano un’aria sensuale ma al tempo stesso delicata; stivali marroni con tacco e guanti di pelle nera, infine, completavano il tutto.
 
La giovane si avvicinò alla scrivania di Saki con un passo fiero e sicuro, facendo ondeggiare con grazia i fianchi.
 
“… Il Signor. Saki ha già fatto trasferire la somma sul suo conto bancario” delucidò la ragazza affiancando l’uomo “Non è d’accordo?”
 
“Oh …” fu tutto ciò che riuscì a dire il sindaco, completamente abbagliato dalla bellezza della signorina “Si, beh, sono certo il Signor. Saki sa quel che fa” concluse ridacchiando nervosamente “Ehm … signorina …?”
 
“Mayra” sussurrò lei muovendo lentamente le labbra, sexy …
Oh forse era solo un’impressione del sindaco?
 
“Mayra Saki …”
 
Saki ghignò all’espressione ebete che attraversò per un’istante il viso del sindaco, scuotendo la testa.
 
“L-La signorina … Saki?” fece il sindaco sorpreso.
Non voleva dire …?
        
“Si, Signor. Sindaco” rispose Saki prima che l’interpellato riuscisse a formulare la domanda “Mayra è la mia secondogenita”
 
“Oh …”
 
Mayra rise per l’espressione allibita dell’uomo mentre per un momento il sindaco credette di trovarsi in paradiso.
Quella risata aveva un suono così dolce, così cristallino …
     
“Piacere di conoscerla Signor. Sindaco”
 
“Oh, il … il piacere è tutto mio, mia cara” sorrise il sindaco.
 
Dopo aver concluso i restanti affari con quel tontolone del sindaco Saki rivolse la sua attenzione completamente a Mayra.
 
“Mayra, non mi aspettavo di vederti così presto …” disse sinceramente sorpreso, il che era piuttosto raro.
 
“Mi hai detto che era urgente” replicò la giovane assumendo un cipiglio serio “Pertanto ho preso immediatamente il primo aereo per New York, padre”
Mayra sorrise, scoprendo appena i denti bianchi e perfetti tra le labbra rosso scuro.
 
Dio solo sapeva quanti cuori aveva sciolto quel sorriso!!
 
-Fortuna che non provo emozioni … a parte rabbia e odio …- pensò per un istante Oroku Saki –Anche se a volte ho l’impressione che Mayra riesca ad incantare perfino me-
 
“Non mi sarei aspettato niente di meno da te” approvò poi “Adesso vai a cambiarti Mayra, dopo di che raggiungimi al laboratorio sotterraneo poiché intendo dare inizio a una serie di operazioni importanti e ho bisogno di tutte e DUE le mie figlie …” ordinò.
 
“Come desideri padre …” annuì la giovane scomparendo nelle ombre.
 
Avvalendosi dell’ascensore nascosto all’interno del suo piccolo monumento personale, Oroku Saki, o meglio, Shredder (In questo caso) scese all’interno del laboratorio sotterraneo.
 
“Il suo paese dei balocchi”, secondo Mayra.
 
Ad attenderlo all’entrata vi erano Hun, Karai e il Dr. Stockman, messisi ordinatamente in fila.
 
“Maestro …” cominciò Hun impacciato “Mi dispiace averla disturbata ma, ecco, ci era stata segnalata la presenza delle tartarughe vicino alla zona di Central Park ove stavamo lavorando e quind- … ARGH!!”
 
Hun lanciò un breve grido di dolore come Shredder gli afferrò il polso torcendoglielo duramente.
 
Shredder ringhiò.
 
“Ricordati che non ti devi mai far ne vedere …” altra torsione “… Ne sentire …” ancora un’altra torsione che fece piagnucolare Hun dal dolore “ … Quando mi occupo di affari “Legali”, sono stato chiaro?”
 
“S-Si signore …” borbottò Hun, sospirando di sollievo quando il maestro lo lasciò andare.
 
“E per quanto riguarda le tartarughe, non permetterò che interferiscano ancora nei miei piani”
 
Karai si mordicchiò piano il labbro, nervosa per quelle parole.
In un certo senso si poteva dire di essersi affezionata alle tartarughe, beh … ad UNA di loro sicuramente. E le faceva male il fatto di essere costretta a considerarle nemici.
 
Al contrario di lei invece, Chaplin, un ragazzo più o meno della sua stessa età con i capelli rosso fiamma scompigliati, gli occhi castani e il look da nerd, si illuminò; entusiasta di aver finalmente l’occasione di dimostrare le sue competenze tecnico-robotico-scientifiche al capo.
 
Stava proprio per illustrare i suoi progetti al capo quando …
 
“Tartarughe? Quali tartarughe?”
 
Una voce angelica attirò l’attenzione di tutti i maschi presenti lì intorno, eccetto Shredder logicamente.
 
Mayra si era cambiata in fretta ed era già giunta nel laboratorio, rimanendo però in disparte per tutto il tempo, ad ascoltare.
 
Finché non decise di mostrarsi agli sguardi basiti (E vagamente deliziati) di Chaplin, Hun e Stockman.
 
Bella e fiera nel suo completo da “Professionista”.
Indossava una tuta aderente nera protetta da corpetto, parastinchi e avambracci di metallo, una spessa cintura rosso scuro, e stivali di pelle nera con fibbie metalliche, morbidi e comodi.
 
“Mayra” disse Shredder “Unisciti a noi”
 
Karai sgranò gli occhi verdi, sorpresa.
Mayra!? Qui?! Quando era arrivata?! E perché Shredder non le aveva detto niente del suo arrivo a New York?!
 
“Mayra …” mormorò la corvina “Non … non sapevo fossi arrivata a New York” disse
guardando storto suo “Padre”.
 
“Nostro padre mi ha convocata con urgenza” spiegò con non curanza Mayra mettendo le mani sui fianchi, annoiata “Ti trovo bene, sorellona”
 
Karai fece per risponderle ma venne interrotta dal balbettio di Chaplin.
 
“Ehm Signor. Saki …” cominciò Chaplin cercando di distogliere lo sguardo da quello magnetico di Mayra “Volevo dirle che io avrei, ecco …” continuò “… Avrei messo appunto dei robot che forse fanno al caso nostro”
 
“Dei robot?” sorrise la nuova arrivata, modificando l’espressione annoiata in una colpita  “Carino” sorrise facendo schioccare la lingua sul palato.
 
E Chaplin avrebbe giurato di aver avuto un arresto cardiaco quando lo fece.
Così come Stockman e Hun.
 
“S-Si” rispose il giovane scienziato, traballante “Allora, ehm … li vorrebbe vedere?”
 
Ancora una volta fu Mayra a parlare per il capo.
“Ma certo che si!!” esclamò avviandosi accanto allo scienziato e il resto della banda.
 
Raggiunsero la sala “Prove” mentre Chaplin si avvicinò ad un pannello di controllo. Premendo giusto un paio di bottoni, il giovane scienziato fece arrivare, attraverso una pedana meccanica, tre imponenti robot disposte ordinatamente a piramide e sull’attenti.
 
“Sono guerriere che ho chiamato Robo-Amazzoni!!” esclamò pel di carota emozionato.
 
Effettivamente avevano un che di femminile e … familiare.
 
“… E’ un impressione solo mia o mi somigliano?” fece notare Karai guardando di sottecchi prima le robot poi il loro creatore, incrociando le braccia sul petto.
 
“Oh, ehm …” borbottò l’interpellato imbarazzato “Non ti sei offesa vero? E’ che, insomma, tu Karai sei una guerriera talmente perfetta …”
 
Karai sbuffò indignata, voltandogli le spalle.
 
“Mamma mia, che permalosa che sei sorellona!! A me piacciono molto!!” si intromise Mayra alzando gli occhi al cielo “E se fossi al posto tuo, anziché fare l’offesa mi sentirei lusingata per essere stata presa come modello per della macchine così deliziosamente letali” concluse con tanto di occhiolino allo scienziato, il quale arrossì vistosamente.
 
“Oh, i-io la … l-la ringrazio …” borbottò Chaplin.
 
Ma Shredder non aveva detto ancora nulla.
 
“Si beh, magari esteticamente parlando fanno una bella impressione ma …” provò ad intervenire il Dr. Stockman (Terrorizzato all’idea di essere messo da parte e, di conseguenza, fatto fuori!!).
 
“Questi robot sono controllati a distanza dai nostri operatori tramite un sistema di monitoraggio avanzato” descrisse Chaplin “Pertanto sono delle eccellenti macchine da combattimento”
 
“Ma … ma, maestro” borbottò Stockman.
 
“Vorrei vedere come se la cavano in combattimento …”tagliò corto Shredder ignorando le proteste del ex-scienziato, ridotto ormai in un patetico cervello in provetta.
 
“Volentieri!!” esultò pel di carota eccitato.
 
“Potrebbe essere un ottima occasione per mettere alla prova il coraggio di Karai” suggerì malignamente Hun, lanciando un’occhiata maliziosa alla corvina.
 
“Eccellente suggerimento” concordò Shredder.
 
“Finalmente un po’ d’azione” sorrise Mayra dando una pacca sulla spalla a Karai “Falle sette tigre”
 
Karai la fulminò con lo sguardo, era tornata da appena cinque minuti e già sua “Sorella” era dannatamente insopportabile.
Doveva sempre dire la sua!!
 
Senza dire una parola Karai avanzò in mezzo alla sala, mettendosi in posa da combattimento con catena e spada sguainate.
 
Sin dal primo istante i robot di Chaplin si mostrarono più che perfetti nel combattimento frontale, infatti la povera Karai per quanto potesse essere esperta non riuscì a resistere più di tre minuti contro di loro.
Un minuto a robot poi, a voler essere pignoli!!
 
Arrivò ad un punto del combattimento in cui la corvina si ritrovò a terra; era indifesa, con uno dei tre robot, quello armato di doppia katana, che stava per darle il colpo di grazia ma …
 
CLANK!!
 
Karai aprì gli occhi titubante, per poi sgranarli quando si reso conto di essere stata appena salvata.
 
La lama della katana infatti si era scontrata con quella di un pugnale da una lama, spessa e leggermente ondulata …
… Il pugnale di Mayra!!
 
“Tutto qui? Devo dire che mi aspettavo di meglio” commentò con aria non curante la bella straniera spingendosi in avanti. Con uno spettacolare salto mortale in avanti, la guerriera atterrò alle spalle del Robo-Karai e con un fendete secco del pugnale gli tagliò un punto specifico dei circuiti delle gambe facendolo cadere in ginocchio.
 
“G-Grazie …” brontolò Karai vergognandosi di essere stata salvata dalla sorella minore.
 
“Figurati” sogghignò Mayra riponendo il pugnale nel suo fodero attaccato alla cintura bordeaux “Allora, tornando alle cose serie …” continuò voltandosi verso il resto del “Pubblico”.
 
“… Chi sarebbero queste tartarughe guerriere?”

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Ciaoo!! Eccomi con una nuova storia, so che ne ho già altre sparse in giro ma che vi devo dire quando c'è l'ispirazione ^o^
Una storia (Spero) romantic, erotica, e ricca di azione non t-cest sta volta!! XD
Spero da fare un buon lavoro e ... beh, che altro dire? Leggete e commentate!!

 
  
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