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Autore: KatWhite    22/09/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo: "La scena che la bionda vide durò un secondo che per lei fu una vita e che bastò a pietrificarla, sbarrando occhi e bocca. Un groppo alla gola le pesava, grave come un macigno. Le labbra, solitamente rosa e carnose, erano tirate e strette con forza, quasi con violenza. Lo stomaco era in subbuglio: il suo primo istinto fu quello di vomitare il nulla che aveva dentro, vomitare l'aria stantia e di esclusione che aleggiava intorno a lei; cercò di calmare questo istinto, ma mille lame le trafiggevano l'addome, assieme a quella perenne orrenda sensazione di vuoto che le faceva venire voglia di buttare fuori tutto -letteralmente-. Il petto si alzava e si abbassava a ritmo irregolare e frenetico, respirando a pieni polmoni ma allo stesso tempo silenziosamente, cercando di non attirare l'attenzione. Gli occhi le bruciavano terribilmente, come se la cornea fosse stata torturata da un pezzo di metallo rovente ed incandescente; non piangeva ancora Ino, ma vi erano già minuscole gocce che avevano sfumato il rimmel e che lente scivolavano sporcandole gli zigomi. "
WHITE MIDNIGHT 2014: AUGURI SHIKAMARU ED INO!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Shikamaru e ad Ino, 
che sono il motivo per il quale noi White Flies ci riuniamo ogni anno,
perchè loro ci fanno ridere, sognare e spaziare con la fantasia,
perchè noi ci crediamo veramente in voi.

A tutte le Mosche Bianche,
sia quelle di nuova generazione, ma soprattutto le gloriose e splendenti della vecchia
perché siete le prime che ci avete dato la speranza e la fede bianca,
perché avete tramandato questa tradizione del White Midnight,
e anche se ora non siamo più così numerose, io continuerò a farlo perché non perderò la speranza,
quella stessa speranza pura che ci avete lasciato.

GRAZIE SHIKAMARU ED INO.
GRAZIE WHITE FLIES
.
 


"Those three words are said too much,
they're not enough.
"

— Chasing Cars, Snow Patrol





La ragazza rimirava la propria immagine riflessa sulla superficie del vetro, cosparsa però da innumerevoli goccioline che lente scivolavano sino a raggiungere il davanzale.
La bionda sbuffò contrita alzando gli occhi al cielo, indirizzando l’aria contro il proprio ciuffo e facendolo sollevare per qualche secondo, poi arricciò le labbra in una smorfia di puro fastidio: era da una settimana a quella parte che un banco di nuvole scure sostava su Konoha e che portavano pioggia per quasi le intere giornate, e non poteva piovere, non quella settimana per lo meno! Ma non era questo ciò che più crucciava Ino, ma una minaccia ben più grave che la innervosiva a livelli indescrivibili: il fato volle che il consiglio di Konoha decidesse di riunirsi per organizzare il torneo di selezione dei chuunin di Ottobre proprio la settimana prima, ovvero quella in cui cadevano il 22 e il 23 settembre. E chi altri doveva partecipare all’organizzazione se non quella donna di Suna? Ma su ciò Ino avrebbe anche potuto chiudere un occhio, d’altronde, a parte questo brusco inizio di settimana, alla fine sarebbe stato tutto perfetto e meraviglioso perché sarebbe finalmente arrivato finalmente anche il suo compleanno.
Ma quel deficiente di Shikamaru ovviamente doveva metterci lo zampino e invitare quella là alla sua festa! E il peggio fu che non ebbe nemmeno il coraggio di dirglielo in faccia, ma fu proprio il povero Choji che si dovette sorbire tutti gli strilli e gli improperi destinati al chunin col codino.
Ino non sapeva perché, ma quella notizia la mandava in bestia: non era gelosa e Ino aveva un proprio orgoglio personale, andava molto fiera di se stessa e di essere quello che era, sopratutto delle sue abilità di kunoichi, ma di fronte a Temari si sentiva inferiore, tagliata fuori dal mondo. Non la odiava, solo non poteva vederla, per cui preferiva quando se ne stava a casa sua, nel suo deserto a fare le sue cose.
Si sedette sul divano sospirando pesantemente e lentamente si rannicchiò su se stessa, portandosi le ginocchia al petto e affondandovi la testa: quella era la sua posizione di sconforto sin da quando era piccola e faceva i capricci. Ma poteva ancora definire capricci quella orrenda sensazione che pacatamente e senza alcuna fretta ma rafforzando il dolore, le lacerava e graffiava il cuore?


Ino si portò una mano dietro la lunga coda di cavallo e portò avanti le ciocche che si stagliavano in tutta la loro lunghezza e brillantezza, mentre ora ne accarezzava le punte con fare apparentemente disinvolto, ma tenendo lo sguardo basso.
«Maialino, non ti ho mai visto così felice il mese del tuo compleanno!» esclamò con evidente ironia e scherno nella voce.
«Frontespaziosa non è aria, cambia atteggiamento e smettila di essere così odiosamente spassosa, perché non fai ridere nessuno» ribattè acida Ino non distogliendo il viso dalle proprie ginocchia.
«Beh forse se mi dicessi il motivo per il quale sei piombata qui all’improvviso senza nemmeno dirmi il perché, mi aiuterebbe a fare meno la spiritosa» rispose a tono la rosa con una strana luce negli occhi: uno a zero per lei.
Anche gli occhi di Ino brillarono mentre scattavano a sfidare quelli della sua amica, ma poi si arresero. «Non mi piace che ci sia anche quella lì» “Continuiamo ad evitarne il nome, ottimo! Davvero, complimenti Yamanaka, sei proprio una perdente!”
«Chi intendi per quella lì? Aspetta! Non sarà mica… Temari?!»
«Esatto, proprio lei»
«Beh, continuo a non capire quale sia il problema, non mi pare tu ti sia mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno e non hai mai visto Temari come un ostacolo da superare, no?»
«Sakura, Sakura, Sakura…» disse con tono leggermente esasperato «Punto primo: io vedo ogni persona come un ostacolo da superare, perché…» -“perché io mi vedo e mi sento così inutile, mi sembra di non riuscire a combinare mai nulla di buono e tutto ciò di cui mi vantavo un tempo, ora sembra essere solamente un ricordo lontano”- «…cioè, dicevo… Ogni persona è un ostacolo da superare, bisogna sempre aspirare a divenire persone migliori di quelle che già si è, perché nessuno a questo mondo è perfetto» si riprese spontaneamente, mascherando perfettamente le proprie convinzioni «E, punto secondo: è diverso con lei»
Sakura, leggermente stordita e persa nei propri pensieri per via delle parole di Ino, si riprese sentendo l’ultima frase di essa: «In che senso è diverso con lei? Che cosa cambia? Qual è il problema? Avanti Ino spara, altrimenti ti marcirà dentro e starai mille volte peggio di così. Sai che di me puoi fidarti» la rassicurò infine con tono dolce, cercando di dissuaderla e di liberarsi da quel fardello che, aveva capito, la opprimeva ormai da un po’ di tempo a quella parte.
Le pupille della bionda si persero per un momento a fissare davanti a sé, temporaneamente assenti dalla realtà: aveva ragione Sakura, ma il problema era che non sapeva esattamente nemmeno lei come definire quella strana e soffocante morsa al petto che sembrava fortificarsi ogni momento di più man mano che si avvicinava il suo compleanno; anzi no, non era il proprio compleanno, era quello di Shikamaru.
Scosse la testa venendo richiamata da alcuni colpetti insistenti sulla propria spalla da Sakura. «Non ne voglio parlare Frontespaziosa, e ora basta con le confessioni, tempo scaduto». Scosse la testa, mentre un sorriso sghembo le si disegnava ora sulle labbra. «Piuttosto parliamo del tuo orrendo guardaroba e dei tuoi pessimi gusti in fatto di abbinamento di vestiti e colori, sono sicura che avrai scelto un abito orribile, magari rosa shocking, con un orrendo elastico proprio sotto le tue non-esistenti tette, nel misero tentativo di mettere in mostra ciò che non hai e col risultato di sembrare una obesa donna incinta e di mostrare i tuoi cosciotti da prosciutto, per non parlare della cellulite, e sopratutto i tuoi fianchi lar-»
«MA LA PIANTI SCROFA CHE NON SEI ALTRO?!» Esplose la rosa, le guance rosse e gonfie per via delle insinuazioni di Ino: ci aveva azzeccato in pieno, ma… lei non aveva la cellulite… vero?
Ino rise dell’espressione dell’amica, tirandole addosso un cuscino e il suo sorriso divenne ora sincero, mentre urlava un concitato “ALL’ATTACCO!”: finchè non era sola, andava tutto bene.

 
La pioggia e il freddo avevano deciso di dare una tregua per quella giornata, e così il team 10 ne approfittò per allenarsi all’aperto.
Ino era contenta per la bella giornata e perché era una delle ultime occasioni per stare con loro e con Shikamaru prima che arrivasse Temari. Perciò diede il massimo in quella giornata, scontrandosi più e più volte con i compagni.
Terminato l’ultimo incontro con Choji, la bionda si lasciò andare a terra e si buttò sull’erba fresca lanciando un urlo liberatorio.
«Aw, finalmente! Sono stanchissima!» commentò allegra, ma contrariamente alle sue parole sembrava avesse ancora più energia di prima.
Shikamaru si limitò a sbadigliare indifferente, mentre Choji, veramente provato dal lungo allenamento, nascose il viso tra le patatine trangugiandole per qualche minuto, e poi lasciandosi andare alla stanchezza addormentandosi rapidamente steso in mezzo ai due.
«Allora tra poco…» cominciò la bionda, ma presto si interruppe: come continuare la frase? “Tra poco è il nostro compleanno” o “Tra poco arriva Temari?”
Dal lato di Shikamaru aggiunse uno sbiascicato «Hm», segno che anche se aveva chiuso gli occhi, la stava ascoltando e aspettava che continuasse.
«Allora tra poco diventeremo più vecchi» scherzò Ino inacutendo volontariamente la voce.
«Beh non che la cosa faccia poi così molta differenza… le rughe ce le hai già, e anche fin troppo marcate» decidendo di approfittare del corpo dell’amico cicciottello che li seprava, Shikamaru la stuzzicò atono ma in realtà con un ghigno che gli arrivava quasi sino alle orecchie. Forse di felicità. Non lo avrebbe mai ammesso, ma amava quando battibeccava con Ino. Forse amava anche quando lo picchiava e quando lo seccava. Forse.
E stranamente Ino rise, alzandosi frettolosamente ma con grazia in piedi, e sorridendo dolcemente tirò un leggero calcio con la punta dei sandali alla spalla del ragazzo, prima di andarsene via dalla collina senza salutare nessuno ma gongolando segretamente e frustando l’aria con la lunga coda: non era ancora cambiato niente.
 
 
Passarono circa cinque giorni da quel giorno sulla collina e Ino era frizzante e ansiosa allo stesso tempo: scriveva senza sosta appunti su appunti per l’organizzazione della loro festa, cercando di inserire attività, cibi, piatti e paste che andassero bene per entrambi: la torta ovviamente era con panna e fragole, la sua preferita, ma i pasticcini erano alla frutta e al cioccolato, come piacevano a lui. Per cena aveva scelto il primo preferito da Shikamaru, mentre di secondo c’era il suo amato donkatsu. Infine, come giochi post-cena, un gioco intelligente come “Scarabeo” per Shikamaru e “Obbligo o verità” per accontentare la sua curiosità.
Annuì soddisfatta e sorridente approvando la lista, decidendo che era il programma perfetto per entrambi -sebbene Shikamaru ne fosse completamente all’oscuro-.
Si lasciò cadere sul letto slegandosi i capelli e lasciandoli completamente sciolti e liberi di spargersi sul materasso che profumava di lavanda e dalle coltri lillà: si piegarono formando varie forme e ne prese una ciocca divertita e se la attorcigliò tra le dita. L’abbozzo del sorriso delle sue labbra svanì dopo pochi istanti, mentre sentiva il petto lacerarsi completamente a metà: tre giorni e arrivava Temari.


La scena che la bionda vide durò un secondo che per lei fu una vita e che bastò a pietrificarla, sbarrando occhi e bocca. Un groppo alla gola le pesava, grave come un macigno. Le labbra, solitamente rosa e carnose, erano tirate e strette con forza, quasi con violenza. Lo stomaco era in subbuglio: il suo primo istinto fu quello di vomitare il nulla che aveva dentro, vomitare l'aria stantia e di esclusione che aleggiava intorno a lei; cercò di calmare questo istinto, ma mille lame le trafiggevano l'addome, assieme a quella perenne orrenda sensazione di vuoto che le faceva venire voglia di buttare fuori tutto -letteralmente-. Il petto si alzava e si abbassava a ritmo irregolare e frenetico, respirando a pieni polmoni ma allo stesso tempo silenziosamente, cercando di non attirare l'attenzione. Gli occhi le bruciavano terribilmente, come se la cornea fosse stata torturata da un pezzo di metallo rovente ed incandescente; non piangeva ancora Ino, ma vi erano già minuscole gocce che avevano sfumato il rimmel e che lente scivolavano sporcandole gli zigomi.
La serata era stata perfetta ed era andata esattamente come si aspettava: lei era al settimo cielo e anche Shikamaru era soddisfatto del lavoro di Ino e della sua perfetta organizzazione. Si erano davvero divertiti, la loro compagnia e i loro amici erano riusciti a cancellare quella strana sensazione che Ino sentiva ogni volta che guardava Temari; ma tutto ciò era solo temporaneo, poiché solo ora si accorgeva che la bella donna esotica non aveva distolto lo sguardo dal festeggiato nemmeno per un secondo e che lo aveva fissato con una strana luce negli occhi. Era stata così stupida a lasciarsi abbindolare dalla felicità e dalla pacatezza che regnavano nel suo cuore; era stata così maledettamente avventata nell’andare a cercare Shikamaru per dargli in privato il suo regalo pochi minuti prima che scoccasse la mezzanotte; era stata così maledettamente patetica ed immatura nel non capire che qualcosa stava per accadere, qualcosa che le avrebbe spezzato il cuore, lo stesso cuore che per tutto il tempo le aveva mandato assordanti campanelli di allarme che aveva scioccamente deciso di ignorare; ed era del tutto impreparata alla scena che ora le si parava davanti agli occhi e che osservava tacitamente dietro lo stipite della porta, cercando di controllare i singhiozzi.
Temari aveva appena baciato Shikamaru.
Lasciò cadere con le mani tremanti il pacchettino che custodiva, e corse dunque, Ino: corse non sapendo nemmeno lei dove andare, corse in un luogo che lei credeva sicuro ma che in realtà non aveva meta; corse per fuggire da tutto quel dolore, perché era stanca di affrontarlo.
Se solo Ino fosse rimasta innanzi all'uscio della porta per altri cinque secondi, avrebbe visto Shikamaru togliere immediatamente le mani della ragazza dal proprio viso e spostarla gentilmente ma con fermezza e decisione da sé, scuotendo la testa contrariato.






Note dell'autrice
Mi fa schifo, veramente. Mi vergogno di aver omaggiato una fiction del genere ai miei amati beniamini e alle gloriose White Flies, chiedo umilmente perdono, ma personalmente credo che i personaggi siano OOC e che soprattutto la trama sia banale. E forse troppo spezzettata e non continuativa, e credetemi, ero partita con l’intento di scrivere qualcosa di organico e ben coeso, ma mi è uscito questo schifo, mi spiace! Credo anche di non essere più capace di scrivere del sano ShikaIno che sia IC, ma sinceramente non me ne frega più di tanto: li amo sempre e comunque, anche se sono OOC e continuerò a scriverli fino a quando non ritorneranno ad essere i miei ciccini IC.
In ogni caso, avendo scritto addirittura otto pagine di fic (non ho mai scritto niente di così lungo in tutta la mia vita, ma tanto fa tutto schifo, è uno schifo schifoso) ho pensato fosse meglio dividerla perchè, come mi ha fatto notare una mia amica -commentando tra l'altro "Chi è quel disgraziato che si legge otto pagine di fiction?" (con tutto il rispetto di quelli che scrivono otto pagine di fiction!)- poteva essere noioso, per cui presto pubblicherò il secondo ed ultimo capitolo.
Avevo molte idee per questo White Midnight ma questa storia era la principale che volevo sviluppare, perciò ho preferito dedicare maggior impegno a questa e non mi aspettavo venisse così lunga. Risultato: ho trascurato completamente le altre che volevo scrivere. Prometto che cercherò comunque di terminarne almeno una per domani, ma non garantisco nulla dato che ho veramente tanto da studiare. Se non verrà pubblicata domani o questa settimana, mi do' come ultimatum la prossima.
In ogni caso, rimanete sintonizzati gente! 
Buon White Midnight 2014 a tutti gente!

Kiss,
Ems.
  
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