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Autore: kyokowriter    22/09/2014    2 recensioni
Cosa vuol dire cambiare atteggiamento?
Cosa vuol dire diventare adulti, pensare come gli adulti?
Perdere la propria creatività, diventare distaccati e smettere di sognare, o sognare così poco,che i propri sogni possano essere scambiati per semplici illusioni che infondo non sono nulla più che questo, una mera illusione…
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa vuol dire cambiare atteggiamento?

Cosa vuol dire diventare adulti, pensare come gli adulti?

Perdere la propria creatività, diventare distaccati e smettere di sognare, o sognare così poco,che i propri sogni possano essere scambiati per semplici illusioni che infondo non sono nulla più che questo, una mera illusione…
Ma se si toglie la propria fantasia se si rinuncia ai propri sogni cosa succede cosa diventiamo se non gusci vuoti che continuano la loro vita e la loro routine sperando che da un momento all’altro qualcosa accada a rompere quel circolo vizioso e sempre uguale, ma neanche una svolta la immaginiamo perché è come scappare, vero? fuggire da una realtà che non ci piace ma che nemmeno cerchiamo di cambiare se non in modo pigro e goffo, perché ormai tutti nel mondo girano nello stesso verso ci si distaccherebbe dalla massa chi cambierebbe direzione verso altro, quell’altro che spaventa ma che affascina; in molti nuotano contro corrente in pochi restano a galla mentre coloro che non ci riescono vengono riportati dalla corrente al proprio posto come tutti gli altri, gli uomini faticano a stare a galla, la disperazione e lo sconforto aggravano su di loro come un grosso masso legato alla loro caviglia, che rischia di farli affondare alla prima difficoltà.

Ma c’è qualcuno che i riesce che si libra sull’acqua aggirando le correnti e creando nuove piste nuovi percorsi nuove frontiere e che donano colore al mondo grigio e stanco degli adulti… i bambini, loro sono la speranza per loro non ci sono limiti, i sogni il cibo che mangiano, la fantasia il letto in cui dormono. Le leggi non contano perché loro hanno sulle loro spalle uno zaino che li stabilizza e che li sprona ad andare avanti, i sogni ma soprattutto l’immaginazione.
Avete mai provato ad osservare il cielo con dei bambini le nuvole per i loro occhi assumono forme loro e ognuno vede se stesso egli altri, il tutto e il niente, non hanno occhi diversi dagli altri è il loro cuore e la loro immaginazione che gli permette di creare e vedere le cose più incredibili.

Una bambina è cresciuta e sta probabilmente per recidere i suo contatti con il suo lato infantile e incredibilmente fantasioso, ancora ricorda una roccia vista su di una scogliera quando era bambina, tra tulle le rocce li presenti quella la attirava lei la guardava ed esclamava con un sorriso <è un elefante> ed ai tentativi degli adulti di vedere quell’elefante di roccia che probabilmente apparteneva a quella bambina e sarebbe stato parte dei suoi ricordi come quelli che poi sarebbero diventati dei futili ricordi di una felicità fragile come il cristallo ma allo stesso modo seducente.
E allora vi saliva sopra e dall’alto vedeva ciò che la circondava con occhi colmi di meraviglia, possibile che quegli occhi si sarebbero spenti, che avrebbero perso la meraviglia che li faceva brillare come splendidi diamanti.

Proprio ad un passo dal mondo degli adulti, quando il mondo intorno a lei iniziava a perdere colore, tornò un ultima volta su quella scogliera. Nel suo cuore c’era ancora, ancora ricordava quell’elefante che probabilmente prendeva quelle sembianze solo per lei quando era bambina e la salutava, aveva saputo che una frana si era abbattuta su una parte della scogliera, sperava che l’elefante non fosse stato travolto e che lo potesse vedere un ultima volta, ma non lo vide, si guardò intorno per cercare quella pietra che aveva quella così curiosa forma ma non la trovò rassegnata si appoggiò ad una roccia un po’ più alta di lei, che però da bambina doveva essere stata enorme, e guardava il tramonto all’orizzonte cercando un luccichio alla fine del suo sguardo.
La pietra che le stava accanto e su cui si era stancamente appoggiata era l’elefante che cercava, ma i suoi occhi stanchi avrebbero mai potuto vedere una forma o una somiglianza così vaga che solo una fervida immaginazione poteva cogliere davvero.
 
Gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma se volessi vedere aldilà della mia grigia e pallida anima che ormai mi ricorda solo la mia ombra…
 
HOPE!!
 
   
 
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